Il tema dell’EXPO 2015, come è noto, riguarda il problema dell’alimentazione a livello planetario. Nutrire il pianeta è la grande sfida posta all’umanità. L’incremento delle produzioni agricole in modo sostenibile, l’accesso agli alimenti e all’acqua sono il criterio guida. Ma come ottenere un risultato efficace? Sulla necessità di intervenire positivamente sul grande tema della nutrizione non vi sono dubbi perché risponde ad un profondo sentire etico e sociale e a me pare giusto e corretto partire dall’agricoltura per sconfiggere la fame e avviare lo sviluppo. Ma quale agricoltura e dove, considerata la penuria di nuove terre coltivabili? Per affrontare le sfide alimentari non si può prescindere dalla dimensione scientifica. Vi sono oggi strumenti operativi, tecnici e di ricerca che consentono un salto di qualità nei mezzi e nei sistemi agricoli, pur rispettando le tradizioni locali: dalla meccanizzazione all’irrigazione, all’uso equilibrato dei fertilizzanti e dei fitofarmaci, all’utilizzo di piante geneticamente modificate per gli habitat più sfavoriti. Analogamente a quanto accadde nella seconda metà del secolo scorso si possono introdurre gli elementi di una nuova rivoluzione verde per aumentare le produzioni unitarie dei terreni dell’Africa o dell’Asia con derrate sane e nutrienti per le popolazioni sottoalimentate e sostituire gradualmente gli aiuti alimentari.
Per avviare il processo di riequilibrio biologico alterato dall’arrivo del galligeno, dagli allevamenti del DIVAPRA-Entomologia dell’Università di Torino, sono stati prelevati 343 adulti dell’entomofago esotico Torymus sinensis, specifico antagonista del galligeno, che sono stati rilasciati sul Castagno dei Cento Cavalli (Comune di S. Alfio) e in un castagneto sito a quota più elevata.