Notiziario




Serve una nuova rivoluzione verde

Negli anni ’50 l’agricoltura si trasformò da familiare a intensiva. In molte regioni del mondo cambiò il modo di coltivare la terra: la produzione aumentò in seguito a investimenti e all’avanzamento nella ricerca agricola e tecnologica dando vita alla cosiddetta 'rivoluzione verde’.
In mezzo secolo, la rivoluzione verde ha cambiato il modo di coltivare la terra, favorendo raccolti abbondanti e contribuendo a migliorare le condizioni di vita di molte popolazioni. Il sistema tuttavia si è rivelato nel tempo 'instabile’ e non privo di effetti negativi: lo sfruttamento eccessivo, l’uso irrazionale delle risorse naturali e l’impiego di fertilizzanti e pesticidi hanno creato forti squilibri e generato nuove fonti di inquinamento con gravi ripercussioni sugli ecosistemi.

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La foresta sta soppiantando il bosco?

Più volte la lingua italiana è stata paragonata a un fenomeno geologico, ricco di sedimentazioni e straordinari giacimenti, soggetto ad un’inarrestabile e lentissimo divenire. Su questa scala temporale suona come una “notizia di stamani” il Lessico di frequenza della lingua italiana contemporanea (Bortolini, Tagliavini, Zampolli) edito da Garzanti nel 1972.
L’opera in sostanza fa lo spoglio di un rappresentativo corpus di testi di teatro, romanzi, cinema, quotidiani, sussidiari (fra cui Fo, Calvino, Germi, Visconti ecc) per complessive 500.000 parole: poi  le attribuisce a classi di frequenza. L’obiettivo è quello di passare la lingua “ai raggi x” per vedere quali parole siano le più usate. Radiografie come quella scattata allora (ora) sono utilissime per i tecnici, sempre inclini a farsi un proprio gergo sottovalutando l’opportunità di dialogare con i comuni mortali.
Per il versante “forestale”, il responso è categorico: il vocabolo “bosco” è stato conteggiato ben 65 volte, mentre “foresta” solo 19, meno di un terzo. Gli italiani parlerebbero dunque più volentieri il “boschese”, mentre gli addetti ai lavori (o agli studi?) preferiscono foresta e suoi derivati, risultando forestali: le scienze, i dottori, le leggi, le politiche, i proprietari, il settore, il demanio, il Corpo dello Stato, i cantieri, gli operai, le sistemazioni idrauliche, le riviste, le fiere ecc. Di boschivo rimangono gli incendi e i boscaioli. Infine, fuori concorso causa obsolescenza etimologica, l’anno silvano, l’economia agrosilvopastorale e la selvicoltura. 

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Cambia il clima: c'è bisogno di selezionare nuove piante

Il rapporto dell' "UN's Climate Panel"  (IPPC, emesso alla fine di settembre 2013) fornisce dettagli sulla prova fisica del cambiamento climatico: a livello del terreno, nell'aria, negli oceani, il riscaldamento globale è, infatti "inequivocabile". La relazione aggiunge che una pausa del riscaldamento nei prossimi 15 anni è considerata troppo breve per portare ripercussioni a lungo termine sul clima. 
IPPC avverte che le emissioni continue di gas causa dell' aumento dell' effetto serra causerà un ulteriore riscaldamento e cambiamenti in tutti gli aspetti del sistema climatico. Per contenere questi cambiamenti saranno necessarie "riduzioni sostanziali e durature delle emissioni di gas serra". Le proiezioni sono basate su ipotesi su quanto gas serra potrebbe essere rilasciato. Dopo una settimana di intensi negoziati a Stoccolma, la sintesi è stato finalmente rilasciata dai responsabili politici sulla scienza fisica del riscaldamento globale. la prima parte di una trilogia di IPCC, con scadenza nei prossimi 12 mesi; è un documento di 36 pagine considerato la dichiarazione più completa sulla  comprensione della meccanica di un pianeta che si surriscalda. Essa afferma senza mezzi termini che, dal 1950, molti dei cambiamenti osservati nel sistema climatico sono "senza precedenti nel corso di millenni ". Ciascuno degli ultimi tre decenni è stato successivamente più caldo sulla superficie della Terra, e più caldo rispetto a qualsiasi periodo dal 1850, e probabilmente più caldo che in qualsiasi momento negli ultimi 1.400 anni. 

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L’agricoltura di precisione

Secondo la definizione data, l’agricoltura di precisione è “fare la cosa giusta, nel posto giusto, al momento giusto, nel modo giusto”. Quanto a modalità, l’agricoltura di precisione è inscindibile dalla navigazione satellitare: ovvero dalla determinazione della propria posizione rispetto a costellazioni non di stelle ma di satelliti artificiali orbitanti a 20.000 km dalla Terra quindi ampiamente fuori dall’atmosfera. Questo sistema di riferimento extraterrestre prende nome di GNSS Global Navigation Satellite System ed è composto da 4 costellazioni satellitari: il ben noto GPS (32 satelliti), il GLONASS di derivazione ex URSS (24 s.), il COMPASS di emanazione cinese (16 s.), e il GALILEO (4 s.).

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Cosimo Ridolfi e il perfezionamento dell’arte agraria

Giovedì 10 ottobre u.s. è stata inaugurata presso la sede dell’Accademia dei Georgofili un’esposizione a carattere storico-documentario su Cosimo Ridolfi e l’azione da questi svolta per condurre a “perfezione” l’agricoltura, ancora nutrita nell’800 di consuetudini e pratiche tramandate più che di scientificità e razionalità.
La mostra (ed il saggio storico che l’accompagna, pubblicato sul sito dell’Accademia) ha inteso evidenziare, pur nella limitatezza dello spazio espositivo, la grande produzione di saggi, memorie, lettere ed articoli di cui Ridolfi fu estensore nel corso della sua intensa vita di uomo di scienza, di politico, di fine ed acuto educatore.
La mostra resta aperta fino a venerdì 8 novembre 2013, dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 18, con ingresso libero.

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Le conseguenze della guerra civile sulla produzione alimentare in Siria

La televisione e la stampa nazionali ed internazionali riportano quasi ogni giorno quanto da due anni sta avvenendo in Siria, con prevalente riferimento a quanto avviene nelle città. Crediamo opportuno informare anche di quanto sta avvenendo nelle zone rurali di questo martoriato Paese. La Siria si estende per 180 mila Km2, con un terreno agrario di solo 1 milione e 200 mila ettari, che già può essere considerato insufficiente per nutrire 20 milioni di abitanti (600 metri quadri di terreno agrario per persona!). 
Due anni di guerra civile hanno drasticamente ridotto la produzione dei cereali di base e dei prodotti orticoli e frutticoli del Paese, anche con la distruzione di vari impianti di irrigazione, assolutamente necessari in un’area prevalentemente desertica e subdesertica.
Una missione delle Nazioni Unite si è recata  in alcune aree rurali presso Damasco e nelle province di Homs e Dara per una valutazione della situazione produttiva agraria ed alimentare di tali zone. Non è ancora disponibile il resoconto di quanto constatato nelle aree visitate, comunque è chiaro che il conflitto interno ha menomato le infrastrutture praticamente in tutti i settori economici e produttivi. Se la guerra civile continuerà, è evidente che anche la riabilitazione delle aree rurali e delle coltivazioni sarà sempre più difficile, considerando che quasi la metà della attuale popolazione siriana vive nelle aree rurali e di questa, oltre l’80% vive di agricoltura.

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Evoluzione e futuro del motore Diesel in agricoltura

La realizzazione nel 1923 da parte di Robert Bosch di una pompa di iniezione con queste caratteristiche, ha aperto la strada all'impiego del motore Diesel per le auto e anche per le macchine agricole. Proprio quest'ultimo specifico impiego viene sviluppato nel corso della giornata di studio presso i Georgofili, evidenziando l'evoluzione del motore per le macchine agricole dagli esordi ai giorni nostri.

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Genetica, Biotecnologie, Agricoltura

Tre aspetti delle biotecnologie vegetali hanno avuto un pronto accoglimento in molti paesi europei ed extraeuropei. Il primo è la ricerca: le biotecnologie non solo sono nate dalla ricerca - e nel 60° anniversario della scoperta della doppia elica del DNA da parte di Watson e Crick, è doveroso ricordare come gli scienziati siano capaci di cambiare il nostro mondo - ma hanno avuto e continuano ad avere una forte influenza sulla ricerca contemporanea sulle piante, rendendo possibili e perseguibili obiettivi altrimenti destinati a restare intenzioni. Passando alle applicazioni - gli altri due aspetti -, dobbiamo osservare come l'agricoltura mondiale sia ormai contrassegnata da una forte presenza biotecnologica; se è vero che le piante transgeniche non rappresentano l'unica applicazione che deriva da quella straordinaria scoperta, non possiamo però non rilevare, con un certo stupore, che oltre 160 milioni di ettari sono coltivati con specie ottenute secondo la metodologia della "ingegneria" genetica. E' inoltre  importante osservare come questo tipo di coltivazione, iniziato nel 1994 su una piccola superficie di circa 1 milione di ettari, si  sia diffuso sino a raggiungere le dimensioni attuali, senza che un solo caso di danno per l'uomo sia stato registrato, nonostante gli sciagurati scenari previsti dagli oppositori.

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LA BOMBA ALIMENTARE

Il nostro "orto" (inteso come espressione simbolica dell'insieme di tutte le aree coltivabili del pianeta terra) è l’unica fonte di tutto il cibo che ci nutre e ci consente di vivere. Sappiamo che non è sempre e ovunque sufficiente e che in diverse plaghe del mondo la carenza provoca morte per fame. Sappiamo anche che la popolazione mondiale (6 miliardi di individui) fra pochi decenni supererà i 10 miliardi e che aumenteranno anche le esigenze alimentari dei singoli. Sappiamo inoltre che non è  più possibile continuare ad allargare il nostro "orto". Dobbiamo quindi cercare di incrementare le attuali produzioni alimentari unitarie (cioè su ogni ettaro coltivato), facendo leva sulle nuove conoscenze offerte dalla ricerca scientifica e sul conseguente sviluppo di tecnologie innovative. Possiamo cioè confidare solo su una nuova e impegnativa "rivoluzione verde", questa volta globale perché nessun Paese può sottrarsi ad una tale esigenza.

Le eterogenee comunità che popolano il nostro pianeta vanno evolvendosi e aprendosi nuove strade, anche se talvolta conflittuali. L'attuale geopolitica emergente guarda a nuovi orizzonti, usando ogni possibile strumento (quali i Summit mondiali) per trovare condivise soluzioni a problematiche che investono l'intero pianeta e che non possono essere risolte solo da uno o pochi Paesi (sicurezza alimentare, fonti energetiche, cambiamenti climatici, tutela ambientale, ecc.). 

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La fattoria iblea delle api

In Sicilia le Ible decantate per il miele e le api erano ben quattro: la EreaMinor (Ragusa); la Major (alle falde dell’Etna); la. Megarese(Augusta) e la Minima (Gela) tutte “passate alla storia e nella tradizione dell’antica Sicilia come territori indicati nei quali la vegetazione era più che non altrove rigogliosa, i fiori più profumati, le frutta più saporite, le messi più copiose.

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La casa colonica toscana: bilancio storiografico

La casa colonica, com’è noto, è stata una delle componenti più importanti, meglio sarebbe dire la principale, di quello che Emilio Sereni definì il ‘bel paesaggio’ toscano. Certamente è stata la più caratterizzante e significativa del paesaggio agrario della Toscana, che è poi il paesaggio della mezzadria. Oggi che la mezzadria è scomparsa da decenni e le coltivazioni tradizionali sostituite da moderni e razionali impianti, oppure abbandonate, la casa colonica è l’unica testimonianza di un secolare paesaggio agrario. Inoltre queste case sono state quasi tutte recuperate con una ben diversa destinazione d’uso: come seconde case e/o come sede di agriturismo. Si è posto quindi il problema del loro restauro, attraverso una conoscenza consapevole, che ha fatto tornare di attualità la storiografia della casa colonica.

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Lo sviluppo del mercato e delle produzioni italiane per la IV gamma

I prodotti ortofrutticoli della IV gamma fanno parte dei cosiddetti convenience food in quanto sono preparati e condizionati in modo da fornire una serie di servizi al consumatore tra cui pulizia, mondatura, lavaggio, taglio e confezionamento in porzioni pronte all’uso, pur conservando in larga parte le caratteristiche di freschezza del prodotto tal quale. Pur non mancando esempi importanti di impiego di frutta (macedonie pronte), i prodotti maggiormente utilizzati per la IV gamma sono gli ortaggi da foglia, in particolare le insalate, adulte (indivie, lattughe, radicchi, cicorie) e baby leaf (lattughino, rucola, spinacio e valerianella raccolti dopo 15-30 giorni dalla semina secondo il periodo stagionale). 
Le colture di IV gamma occupano in Italia circa 6.500 ettari e le produzioni sono localizzate soprattutto in Campania e Lombardia (dove è concentrato il 60% della lavorazione) seguite, a distanza, dal Veneto. Negli ultimi dieci anni il mercato della IV gamma è cresciuto in termini di fatturato del 376% raggiungendo oggi circa 800 milioni di euro. Sebbene nei primi mesi del 2013 si sia registrato un leggero calo dei consumi, le prospettive sono ancora di grande espansione nonostante il prezzo di questi prodotti sia in media 4-5 volte superiore rispetto al suo benchmark (prodotto fresco). 

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Un nuovo Ministero per l’Agricoltura

Crediamo che sia arrivato il tempo di rivalutare, anche nel nostro Paese, il ruolo del Ministero addetto al coordinamento di un settore di importanza fondamentale per il nostro benessere e sviluppo, sottolineando anche che il Paese, producendo attualmente solo circa la metà del cibo necessario al suo popolo, è in balia del mercato globale dei generi alimentari di base. 
Si suggerisce di  modificare radicalmente la situazione, istituendo un Ministero dell’Agricoltura, Acquacoltura ed Alimentazione, responsabile del coordinamento di tutta la filiera riguardante la Produzione, il Processamento dei Prodotti Alimentari e la  Distribuzione delle Risorse Alimentari Terrestri ed Acquatiche del Paese.

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Le piante possono restare a corto di anidride carbonica

Da quando si parla di CO2 come del più pericoloso dei gas serra, almeno per la quantità attualmente presente nell’atmosfera - ritenuta particolarmente elevata - oltre che per il timore che la sua concentrazione cresca ulteriormente fino a raggiungere livelli un tempo impensabili, è molto difficile trovare chi azzarda ipotesi di carenza di CO2 in qualunque circostanza immaginabile sul nostro pianeta. La carenza dovrebbe ovviamente riguardare i vegetali, ossia gli organismi che per mezzo della fotosintesi forniscono l’energia a tutti gli esseri viventi. 
Il discorso può iniziare a cambiare per chi si occupa di scienze agrarie quando si riflette sul fatto che in una coltivazione in serra divengono utili e a volte indispensabili bombole di CO2 se per qualche motivo le colture che vi sono allevate non vengono mantenute in contatto con l’atmosfera esterna, come succede per evitare o limitare i costi del ri-scaldamento nelle stagioni che lo richiedono.
Non appena la concentrazione di CO2 scende sotto 100-150 ppm, la crescita delle coltu-re si arresta, ed è essenziale intervenire al fine di somministrare l’anidride carbonica che può assicurare il normale decorso dei processi fotosintetici.

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Nuove frontiere per la genetica e l’agricoltura: le biotecnologie vegetali in Italia

La rivoluzione delle scienze "omiche", il trasferimento genico nelle piante e le nuove tecniche di miglioramento delle varietà coltivate rappresentano il contributo originale che le biotecnologie possono dare alla sfida di fornire cibo sano e in quantità adeguate alla popolazione mondiale, non trascurando l'orientamento alla valorizzazione della dimensione agro alimentare locale e la ricerca di prodotti a più elevato valore aggiunto. Le molteplici applicazioni delle biotecnologie verdi saranno occasione di riflessione nell'evento organizzato il 4 ottobre p.v. a Firenze  da Assobiotec, nell'ambito della Settimana Europea delle Biotecnologie, reso possibile dalla generosa ospitalità dell'Accademia dei Georgofili e dalla collaborazione dell'Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), nonché dal supporto di Agriventure e di Confagricoltura. 
L'articolato programma della giornata si propone di esplorare tutti gli aspetti del contributo delle biotecnologie vegetali al miglioramento della produttività e della sostenibilità del comparto agricolo, argomento troppo spesso ricondotto alla sola  polemica sulla possibilità di ricorrere o meno alle piante geneticamente modificate. Quest'ultimo argomento non può certo essere sottaciuto e va valutato nella sua complessità, senza dimenticare che si tratta ormai di una tecnica consolidata e rinunciarvi ha un costo per l'economia agricola italiana e di tutta l'Europa. 

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Istituito Consiglio Tecnico Scientifico sull’uso sostenibile dei prodotti fitosantitari

Con decreto concertato fra il Ministro delle Politiche Agricole Forestali e Alimentari e quello dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 22 luglio 2013, è stato istituito il Consiglio tecnico scientifico sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari previsto dall'art. 5 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150.
A presiedere il Consiglio tecnico scientifico è stato chiamato il Dr. Giuseppe Blasi del MiPAAF, mentre la funzione di vice sarà svolta dal Dr. Mariano Grillo del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Con questo decreto - per quanto attiene all'uso dei prodotti fitosanitari - si arriva al compimento di quanto stabilito dalla direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'uso sostenibile dei pesticidi, attuata in Italia con il decreto legislativo n. 150/2012, in attesa che venga regolamentato anche l'uso dei prodotti biocidi. 

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Un parassitoide delle coccinelle

Alla fine della primavera, quando, col sopraggiungere delle alte temperature, si esauriscono le infestazioni degli afidi, le coccinelle adulte si trasferiscono in volo sulle alture dove si aggregano rimanendovi fino agli inizi della primavera successiva allorché, dopo essersi accoppiate, compiono la migrazione di ritorno verso le zone più basse dove, sulle piante spontanee e coltivate, hanno già avuto inizio le infestazioni delle loro prede. La Coccinella dai sette punti, in Sicilia, da metà giugno a luglio, raggiunge le pendici dell’Etna dove, a quote comprese fra i 2.000 e i 2.500 m s.l.m.m., forma numerosissime aggregazioni, ciascuna costituita da una decina di individui, sotto i lapilli lavici delle più recenti eruzioni. Numerosi esemplari, durante la migrazione si soffermano a quote più basse (1.000-1.500 m) sui pini e su altre piante (romice, tanaceto, ecc.) alimentandosi di polline e di piccoli insetti (tisanotteri, psille, cicaline e afidi). Gli stadi attivi di Coccinella septempunctata(larve e adulti) predano varie specie di afidi; un singolo esemplare nel corso della sua vita può consumare oltre 5.000 prede. La forma sferica del corpo delle coccinelle adulte non consente alle formiche simbionti degli afidi di trovare appigli utili per aggredirle. Tuttavia l’imenottero braconide Dinocampus coccinellae riesce, con il suo ovopositore, a inserire un uovo nel corpo della coccinella.

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La prima Esposizione Italiana: Firenze, 1861

Nell’ultimo numero della Rivista di Storia dell’Agricoltura (giugno 2013 – pg. 109-155) il prof. Danilo Barsanti, della Università di Pisa, ha pubblicato un documentato lavoro storico sulla "Esposizione Italiana" realizzata a Firenze nel 1861. Merita di essere letto (traendolo dal sito  http://rsaonline.storiaagricoltura.it/), anche per le riflessioni che può stimolare sull'ormai prossima "Expo 2015" già in allestimento a Milano. 
Nel Granducato di Toscana, per iniziativa dei Georgofili, le "Esposizioni agricole" (e/o industriali) ebbero inizio nel 1838 e si ripeterono con periodicità. Già nel 1845, il Congresso degli Scienziati lanciò l’idea di realizzare una "Esposizione Italiana", pur non essendo stata ancora realizzata l’Unità nazionale. La proposta fu formalmente approvata nel 1846 al successivo Congresso di Genova. Non fu però possibile realizzarla, per vari motivi contingenti. 
Il Governo provvisorio di Ricasoli, nei primi mesi del 1860, decretò l’approvazione della “Esposizione dei prodotti toscani”. Ma poi, nel giugno dello stesso anno, con un apposito Disegno di Legge, decise di trasformarla in “Esposizione dei prodotti italiani”, da organizzare a Firenze nel settembre dello stesso anno. Tutto ciò, nonostante che la spedizione dei 1000 fosse ancora in corso e che Roma e Venezia non fossero ancora unite. 
Il parere dei Georgofili fu determinante. Sotto la spinta dei successi ottenuti con la loro partecipazione alle Esposizioni Universali di Londra (1851) e di Parigi (1855), essi stavano già preparando quella successiva di Londra (1862).

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Le piante e il sequestro di anidride carbonica

È ormai a tutti noto che gli alberi fungono da intercettatori di CO2, fissando il carbonio in modo anche permanente sotto forma di biomassa. L’entità degli scambi gassosi tra l’albero e l’atmosfera cambia a seconda dell’età e dello stato di salute dell’albero stesso, ma il bilancio netto globale di una macchia di vegetazione in equilibrio con l’ambiente circostante si può considerare stabile nel tempo. Questo equilibrio, tuttavia, viene alterato dall’uomo attraverso alcuni fattori quali l’aumento delle emissioni di combustibile fossile e il rapporto tra il raccolto e l’utilizzazione della biomassa. 
A questo riguardo, i boschi periurbani, i parchi cittadini e i giardini, fungendo da accumulatori di CO2, giocano un ruolo fondamentale nel combattere i livelli crescenti di anidride carbonica atmosferica.

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Suolo e qualità dell'ambiente urbano

Secondo i dati delle Nazioni Unite, nel 2010 più del 50% della popolazione mondiale viveva in aree urbane. In Italia, tale percentuale era stata già raggiunta nel 1950. L’uomo, per ragioni diverse, migra nelle città che crescono disordinatamente, con progressiva riduzione degli spazi verdi e consumo di suolo, parte essenziale dell’ecosistema urbano e che contribuisce, direttamente o indirettamente, alla qualità di vita dei cittadini. 

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“Extraverginità dell’olio d’oliva – Il sublime e scandaloso mondo”

Un giovane scrittore statunitense, Tom Mueller, ha pubblicato un libro* che conduce il lettore in un viaggio nell’attuale mondo dell’olio di oliva “extravergine” per considerare ”la sua sublime e scandalosa realtà”. Dopo aver ricordato la straordinaria storia plurimillenaria dell’olio di oliva, attraverso civiltà che si sono susseguite esprimendo sempre plurimi apprezzamenti, ed aver sottolineato come anche la moderna scienza medica continui a scoprire i pregi salutistici ed i meccanismi biochimici che li determinano, l’autore riferisce sugli ampi contatti diretti che ha avuto con produttori di oli di oliva seriamente impegnati a conservarne pregi e valori antichi e diffonderne i consumi. L’autore evidenzia i nuovi orizzonti aperti dal crescente mercato globale, ma anche le tristi frodi commesse ai danni dei consumatori. A questi vengono offerti oli che non rispondono ai requisiti dichiarati, a volte persino rancidi e neppure di oliva, nonché a prezzi più bassi di quelli che risultano essere i costi di produzione.

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L’Altica della vite

La messa a punto e la diffusione di protocolli di difesa della vite che prevedono la riduzione dei trattamenti insetticidi, concorrono a creare le condizioni ottimali per la pullulazione di fitofagi di norma di secondario interesse per la coltura. E’ il caso della pulce o altica della vite, Altica ampelophaga, ritenuta originaria della penisola Iberica e ampiamente diffusa nelle aree europee e nord africane di coltivazione della vite.  Si tratta di un piccolo coleottero crisomelide i cui adulti, di colore verde metallico, lunghi 4,5-5 mm, hanno le zampe posteriori atte al salto per la presenza di femori ingrossati. Essi trascorrono l’inverno sotto il ritidoma, o in altri ripari, e riprendono l’attività trofica in coincidenza con la ripresa vegetativa della pianta ospite, provocando delle erosioni irregolari sul parenchima fogliare (Foto1). Dopo l’accoppiamento, e quando le temperature medie si attestano sui 15°C, le femmine iniziano a ovideporre sulla pagina inferiore delle foglie. Ciacuna femmina può deporre in media 200 uova, di forma ellittica (0,5x0,25 mm), di colore giallo, in piccoli gruppi. In relazione all’andamento termico, le uova schiudono dopo 5-15 giorni. Le giovani larve, di colore giallo, vivono gregarie sulla pagina inferiore delle foglie dove praticano caratteristiche erosini rispettando le nervature e l’epidermide superiore che dissecca e si perfora.

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Finanziamenti U.E. “a pioggia” e “al vento”

Il Commissario Europeo alle Politiche Regionali Johannes Hahn ha segnalato che, con i programmi per lo sviluppo agricolo delle Regioni italiane, sono stati distribuiti finanziamenti “a pioggia”, anziché mirati a progetti innovativi delle o per le imprese. Siamo anche accusati di tendenza a finanziare interventi come fossero ammortizzatori sociali, talvolta anche con manifestazioni effimere. Inoltre, troppe Regioni si sono dimostrate incapaci di utilizzare, per intero, tutti i fondi loro assegnati dalla U.E. Nell’ultimo quinquennio sarebbe stata spesa solo un parte dei milioni messi a disposizione; i rimanenti saranno persi “al vento” se non utilizzati entro la fine di quest’anno. 

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IMU - sarebbe stato un errore concettuale con effetti micidiali per l’agricoltura

L'IMU (Imposta Municipale Unica),  nata come imposta patrimoniale nel quadro delle disposizioni in materia di federalismo fiscale Municipale, venne estesa ai terreni agricoli e ai fabbricati di loro pertinenza (con Legge 214 del 22 dicembre 2011).
L'Accademia dei Georgofili richiamò subito l'attenzione sulla insostenibilità concettuale di un siffatto provvedimento, giacché i terreni coltivati rappresentano strumenti che producono redditi da lavoro e non rendita patrimoniale. D'altra parte, i redditi degli agricoltori sono già tassati. Il Presidente dell'Accademia segnalò l'errore e le micidiali conseguenze negative per una agricoltura che è già in serie difficoltà. Pubblicò un apposito richiamo su La Nazione del 30 maggio 2012, il cui testo fu integralmente riportato e divulgato anche attraverso Georgofili.INFO. Inoltre l'Accademia organizzò un'apposita Giornata di Studio su "La terra coltivata: strumento di produzione per le imprese agricole", che si svolse il 19 novembre 2012 con la partecipazione di autorevoli studiosi delle principali aree disciplinari interessate. Gli Atti sono stati pubblicati (Quaderno 2012 - IV, disponibile sul sito www.georgofili.net). Il dibattito politico, che si accese vivacemente sulla opportunità di eliminare l'IMU sulla prima casa, aggiunse anche la eliminazione di questa ingiusta e improvvida tassa  sui terreni agricoli e relative pertinenze funzionali. 
Ora, avendo il Governo approvato alla fine di agosto un Disegno di Legge che condivide e sancisce le suddette abolizioni, l'Accademia dei Georgofili non può che felicitarsi e pubblicare quanto autorevolmente scrive in proposito il prof. Dario Casati.

Giulia Bartalozzi

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“Un giardino botanico maremmano”

Franco Scaramuzzi ha curato la pubblicazione di un volume nel quale illustra un giardino che ha realizzato ex-novo a Castagneto Carducci, Località Campastrello, raccogliendovi più di 300 specie legnose diverse in un perimetro di 5 ettari. Ciascuna specie è rappresentata da più esemplari raggruppati e uniti ad altre specie, nel rispetto della reciproca compatibilità, elemento essenziale nelle aggregazioni spontanee. Sono state così create fasce arborate, alternate ad ampi prati per poter spaziare con lo sguardo lungo una cornice collinare di boschi sempreverdi che affianca la zona. Il percorso dei viali è tracciato in modo da realizzare scorci che rispecchiano il carattere autentico e la bellezza dei circostanti ambienti maremmani, così da offrire una documentata fonte culturale a chi desidera conoscere meglio la flora locale.
Per non turbare l’effetto naturalistico dell’insieme, si è evitato anche di etichettare le piante. Si è sopperito usando planimetrie settoriali con una numerazione di ogni singola specie ed un elenco generale in ordine alfabetico che indica il settore ed il numero di ciascuna, consentendo di andarla a cercare. Si è cercato di evitare manifestazioni antropiche che sciupino la piacevole atmosfera di bosco. 
L’elegante volume (100 pagine) il cui progetto grafico, realizzazione e stampa sono stati attentamente eseguiti dall’Editore Polistampa, è interamente costituito da belle immagini fotografiche che consentono di seguire lo sviluppo del giardino dalle fasi dell’impianto (2002-2003) ad oggi. Dettagliate informazioni didascaliche accompagnano ogni singola immagine.

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Scoperto un unicum botanico del Salento

E’ stata resa nota un’iniziativa da parte dell’Associazione Officine Culturali di Carpignano Salentino  (LE), che, con la collaborazione  del Dipartimento di Scienze  e Tecnologie Biologiche ed Ambientali dell’Università del Salento, diretto dal Prof. Luigi De Bellis, ha presentato  il 19 luglio 2013 presso il Palazzo Ducale Ghezzi del Comune stesso, l’incontro su: “LA QUERCIA ELEGANTE (Quercus caroppoi) dalla scoperta alla tutela. Il valore della Biodiversità per la Salvaguardia, per la Valorizzazione  e la promozione dell’Ambiente e dell’Identità di un territorio”, alla presenza dello scopritore Oreste Caroppo, Naturalista/Indipendent  Researcher.
La notizia riguarderebbe una forma intermedia tra la quercia spinosa e  il cerro,  tanto che “la meravigliosa Quercia elegante” viene indicata comeQuercus  x caroppoi  anche perché “numerose sue caratteristiche … sono parse … intermedie”  alle due querce indicate. Tutto ciò è certamente di interesse ed i contenuti dell’incontro sono da condividere soprattutto per l’invito che emerge chiaro, teso a sottolineare l’importanza  della biodiversità nonché della sua salvaguardia e della sua valorizzazione, in quanto anche  contributo promozionale nei confronti di una più dettagliata identità di un territorio.  Del resto è noto come il territorio pugliese contribuisca in modo evidente all’incremento del livello di diversità biologica anche per le specie europee del genere Quercus, le quali sono in esso quasi tutte presenti.
D’altra parte è doveroso avanzare alcune considerazioni  sull’unicità della “scoperta”.

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