Grazie alle tecniche di ingegneria genetica è possibile trasformare le piante in “fabbriche” di farmaci oppure in “potenziatori” capaci di aumentare negli alimenti vegetali il contenuto di molecole benefiche per la salute. Per la Prof.ssa Chiara Tonelli, docente di Genetica all’Università di Milano, gli ogm possono rivoluzionare l’industria farmaceutica e anche il sempre più promettente settore degli alimenti funzionali. “E’ possibile utilizzare piante GM come bioreattori, ovvero come fabbriche capaci di produrre proteine, anticorpi, vaccini e, in generale, molecole utili per trattare una serie di patologia. Si inseriscono nella pianta uno o più geni che, una volta espressi, codificano una data molecola che poi è possibile utilizzare come farmaco. E’ possibile, per esempio, utilizzare cellule di carota GM per trattare il morbo di Gaucher, una rara patologia ereditaria dovuta alla mancanza di un enzima, la glucocerebrosidasi. Trasformando la carota, si induce la produzione dell’enzima che attualmente viene ricavato da cellule di mammifero oppure estratto dalla placenta umana, entrambi sistemi molto dispendiosi. E ancora, si può ricavare l’insulina modificando geneticamente i semi di girasole. Un gruppo di ricercatori ha ricavato dalla pianta del tabacco un anticorpo per il trattamento del linfoma non Hodgkin. L’utilizzo della pianta di banana è invece particolarmente interessante perché si possono produrre omogeneizzati che contengono vaccini per i paesi in via di sviluppo, superando anche il problema della catena del freddo, per evitarne il degrado.
Non solo: i farmaci estratti da piante ogm sono anche più sicuri di quelli prodotti in modo tradizionale. Mentre i farmaci tradizionali possono contenere patogeni in grado di infettare l’uomo, i virus e i batteri delle piante non possono attaccare l’organismo umano”.
Da: La Stampa (Tuttoscienze), 25/06/2014