Si moltiplicano le manifestazioni – trasmissioni radiofoniche e televisive, articoli sui quotidiani, visite commemorative, ecc – in occasione del centenario dell’inizio della grande guerra, in cui l’Italia nel 1914 non era ancora entrata.
L’attenzione va, giustamente, agli aspetti militari, ai caduti, agli atti di eroismo, alla politica, ai rapporti tra stati, ecc.
Assente è stato finora l’aspetto agricolo ed alimentare. Eppure il mondo agricolo fu pesantemente investito dagli avvenimenti bellici. Una massa di mano d’opera contadina fu sottratto alle campagne per essere destinata al fronte. Per l’Italia unita era la prima guerra in cui era chiamata alle armi la popolazione intera. Francia ed altri stati europei avevano vissuto le esperienze del periodo napoleonico ed avevano acquisito esperienze e mezzi di approvvigionamento delle truppe al fronte. Per l’Italia era la prima volta e la produzione per il fronte, la logistica del trasporto e della distribuzione degli alimenti doveva essere ideata e messa a punto.
Il sistema agricolo costituì quindi un nodo strategico per creare le condizioni necessarie per il successo nella guerra. Esso fu in grado di far fronte a queste necessità. Al di la degli aspetti militari, l’Italia realizzò un piano straordinario per garantire l’approvvigionamento alimentare alla popolazione e al fronte.
Non merita tutto questo un ricordo ed una riflessione?
Foto: da www.winetastingrome.com