Nel momento in cui sto scrivendo siamo in piena stagione del taglio.
Ogni condominio chiede a gran voce la potatura per ridurre la chioma
degli alberi, che “sporcano”, che “facilitano l’ingresso dei ladri nelle
case”, “che con le radici fanno inciampare gli anziani,” “che
ostacolano lo scorrere delle carrozzine”, che, nel complesso, ne
farebbero di cotte e di crude.
Adesso è il momento degli incolti i
cui pareri sono confortati da quelli dei cosi detti potatori, che ti
guardano con aria di superiorità’, come spesso accadeva, fin dal tempo
dei romani,vantando tecniche basate sulla loro ignoranza e mancanza di
voglia di istruirsi, che, bontà loro, più tagliano, più si può vedere il
risultato, e (ma questo non si dice) più tagliano più guadagnano.
Sono oltre 50 anni che scrivo, insegno, e spando la voce contro il
massacro degli alberi.
Dobbiamo anche renderci conto che, oltre a minare
ed accorciare la vita di un albero, la potatura indiscriminata ridurrà
per alcuni anni il fogliame e ben sappiamo che più fogliame presente
nelle città significa avere meno inquinamento.
Qualsiasi pratica colturale che abbia per risultato la riduzione,
anche temporanea, di fogliame degli alberi nelle zone ad elevato
inquinamento, quali quelle urbane o lungo le strade ad elevata
percorrenza di veicoli , i bordi di autostrade o a strade a denso
traffico in primis , riduce le difese naturali all’inquinamento
presenti nella zona costituite dalla biomassa intesa come superficie
fogliare .
A nostro parere inconsulte pratiche cesorie che si vedono un po’
ovunque, come le capitozzature ingiustificate, o, anche, la potatura di
piante ornamentali atta a ridurre la massa fogliare al solo scopo di
contenere lo sviluppo di piante arboree in zone urbane ( come pure gli
innaturali tagli alla zona apicale di grandi conifere perché’
impiantate a distanze sbagliate da abitazioni o di strade), oltre al
danno alla pianta arborea evidenziabile nel tempo sia come avviamento
procurato a processi cariogenetici, si può configurare come un
intervento di inquinamento ambientale paragonabile, a quello che si
attuata scaricando rifiuti tossici in zone aperte di campagna o in
prossimità’ di falde freatiche.
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