Forse non ci siamo resi conto, noi fiorentini, di quello che accadeva a
casa nostra, proprio di fronte all’ingresso degli Uffizi, là dove ha
sede l’Accademia dei Georgofili. Pensavamo che fosse un luogo dove si
rimescolava il passato, autocelebrandosi perfino, come spesso fanno le
accademia. O che fosse un luogo per storici, studenti e categorie
simili. Ci eravamo dimenticati, per esempio, che sì, Firenze è la culla
dell’arte, ma anche nelle scienze, e soprattutto nelle scienze agricole,
ha dettato legge per secoli e continua a farlo.
Dimenticati della
bonifica delle Maremme o del motore a scoppio, del catasto agricolo o
del ruolo che i Georgofili ebbero nel Risorgimento. Ma se anche non ci
eravamo dimenticati del passato, forse non sapevamo che le scommesse
dell’oggi, quella di nutrire l’umanità, difendere l’ambiente, restaurare
il clima globale, sviluppare le energie rinnovabili, creare le
condizioni per una diversa realtà sociale, insomma la nostra
sopravvivenza, tutto questo è possibile solo con l’agricoltura. E di
questa sfida, che riguarda l’umanità intera e il suo futuro, la nostra
Accademia, forte di oltre 500 studiosi di ogni parte del mondo, è la
punta di diamante quanto meno in Europa.
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