Da docente universitario e ricercatore rimango sempre alquanto sorpreso
dalla pubblicazione sui maggiori quotidiani di notizie, spesso
presentate con “headlines eclatanti”, senza che si chiedano chiarimenti,
spiegazioni o che almeno si senta l’opinione degli esperti di settore.
Eppure in Italia operano ricercatori qualificati e internazionalmente
stimati che, pur operando in ristrettezze di mezzi tecnici, di
finanziamenti ed anche di personale, riescono ancora a primeggiare nel
panorama scientifico.
L’articolo pubblicato su “La Repubblica” di domenica 28 agosto, a firma di Elena Dusi (
Foreste artificiali contro CO2 “Un Clone degli alberi ci salverà"),
si limita a riportare una notizia e, seppur avanzando qualche dubbio
sui costi e sullo smaltimento dei prodotti di scarto di questa nuova
“tecnologia”, non analizza l’argomento con la dovuta scrupolosità,
riportando anche l’opinione di ricercatori che si occupano di
cambiamenti climatici e abbattimento del biossido di carbonio.
Nell’articolo, per la verità, si cita il costo di ogni “albero
artificiale”, affermando che può essere ridotto fino a 20000 dollari
(quindi adesso è molto superiore). Mi preme sottolineare che, con lo
stesso prezzo, si possono piantare mediamente 100 alberi, con nessun
costo per lo smaltimento dei prodotti di scarto (anzi, in linea teorica,
il legname costituisce un’ulteriore fonte di reddito) e con benefici
decennali, se non secolari. E, cosa grave, ci si limita a parlare
dell’abbattimento di CO2, molto superiore, è vero, a quello di una
singola pianta, ma non si fa menzione della produzione di ossigeno.
Studi passati e recenti hanno evidenziato che un ettaro di alberi
produce mediamente circa 6.2 tonnellate di ossigeno per anno.
Considerando che una persona consuma circa 180 kg di ossigeno/anno,
secondo questi studi, condotti negli Stati Uniti, un ettaro di alberi
può produrre ossigeno per circa 35 persone. Ancora, pur variando la
produzione netta annua di ossigeno in funzione delle specie arboree,
delle dimensioni, dello stato sanitario e dell’ubicazione si stima che
un albero sano, come ad esempio un frassino alto 10 metri, produca circa
118 kg di ossigeno netto all’anno. Quindi due alberi sani, di medie
dimensioni, possono fornire l’ossigeno richiesto da una singola persona
nel corso di un anno. Allora, questi alberi artificiali quanto ossigeno
producono?
Infine, nell’articolo non si tiene conto di tutte le
altre, altrettanto importanti, esternalità positive legate alla presenza
di alberi. Infatti, è fondamentale il ruolo esercitato dalla
vegetazione, in particolar modo arborea, sulla riduzione
dell’inquinamento dell’aria da particelle microscopiche sospese che,
potenzialmente, può causare le più severe e dannose malattie per
l’apparato respiratorio che si possano riscontrare in ambiente urbano o
extraurbano. Non meno importanti sono i benefici collegati con il
risparmio energetico che la presenza degli alberi produce, in termini di
minori spese di condizionamento (ombreggiamento) e di riscaldamento
(effetto protezione dal vento).
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