Nell’ultimo biennio, le estese infestazioni dell’esotica Psilla dell’Eucalipto (
Glycaspis brimbecombei) hanno destato notevoli preoccupazioni sia in ambienti forestali che nelle aree antropizzate per i fastidi causati dalla pioggia di melata e di follicoli dalla chioma delle piante infestate sui passanti e sulle auto. Allarmati sono gli apicoltori poiché, a seguito degli attacchi, le piante vengono fortemente debilitate e si riducono sia il notevole flusso di nettare sia di polline che assicurano alle api importanti pascoli estivi dai quali le api ottengono abbondanti produzioni di un caratteristico miele. Un ruolo marginale nel contenimento delle infestazioni è svolto dai nemici naturali indigeni rappresentati da Antocoridi predatori e da Vespe mentre le formiche vivono in simbiosi con la psilla produttrice di melata.
La Psilla australiana è inserita nelle liste di quarantena dell’EPPO e per il suo controllo biologico nel 1999 in California è stato introdotto dall’Australia il parassitoide specifico
Psyllaephagus bliteus, recentemente riscontrato anche in Sicilia e in Sardegna. La diffusione di questo Encirtide (che afferisce a un genere che include circa 200 specie note) è da ritenere accidentale, come già avvenuto in precedenza in Nuova Zelanda, Brasile, Marocco e Spagna. dove
P. bliteus è stato veicolato insieme alla specie ospite.
La diffusione spontanea del parassitoide esotico ha consentito di superare la situazione paradossale determinata dal decreto del Presidente della Repubblica che, in Italia, dal 2003 vieta l’introduzione la reintroduzione di specie esotiche, senza prevedere alcuna specifica deroga per l’utilizzazione controllata di entomofagi esotici necessaria per il controllo biologico di specie dannose. Il rinvenimento, nell’autunno del 2011, in varie zone siciliane di esemplari della psilla parassitizzati dall’encirtide è stato un primo importante segnale della possibilità che le infestazioni della psilla potessero essere naturalmente controllate dalla nuova specie utile. Le indagini, effettuate a partire dallo scorso mese di giugno in Sicilia su eucalipti presenti dal livello del mare e fino a 700 m s.l.m.m., hanno consentito di accertare che l’encirtide, grazie al suo elevato potenziale biotico, ha raggiunto tassi di parassitizzazione apparente variabili dal 5 al 42%; inoltre, considerata la sua rapida e capillare diffusione spontanea, è prevedibile che, nell’arco di qualche anno, anche nei nostri ambienti si stabilisca quell’equilibrio biologico in grado di tenere le popolazioni della psilla al disotto della soglia di dannosità.
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psyllaephagus cannizzaro