Le prime notizie storiche sul sito dove nella seconda metà dell’Ottocento, precisamente nel 1878 fu costruita Villa Maria (ora Villa Larocca), come è indicato nella facciata, fa riferimento alla “Contrada Graziamone “, fuori dell’abitato della città, luogo leggermente in alto e salubre, dove le famiglie più facoltose di Bari possedevano le proprie ville.
Il prospetto della villa è di stile neoclassico, mitteleuropeo, con loggiato d’ingresso e con torrino belvedere, che nel passato permetteva un’ampia vista della campagna circostante fino al mare. La villa è a due piani e presenta un impianto asimmetrico, derivante dall’incorporamento sul lato destro posteriore di un grazioso nucleo a pianta circolare, a forma di “torrione”, databile all’inizio dell’Ottocento, Il piano terra ha una funzione di rappresentanza con due ampie sale, una adibita a incontri seminariali, l’altra ospita la biblioteca dell’Accademia Pugliese delle Scienze. Il piano superiore è stato restaurato e destinato ad ospitare istituzioni di grande prestigio, tra le quali la sede della Sezione Sud-Est dell’Accademia dei Georgofili.
Nella parte retrostante è presente un fabbricato restaurato ad uso di servizi generali e di un piccolo giardino d’inverno.
La villa è circondata da un ampio parco, poco meno di un ettaro, fitto di alberi ad alto fusto nella parte anteriore e di collezioni di specie da fiore arbustive nella parte posteriore.
La villa fu acquistata dall’ Università di Bari, con atto notarile del 30 luglio 1968, dalla proprietaria, Signora Bice Larocca in Balestrazzi, erede del noto industriale Antonio Larocca, per molti anni Presidente della Fiera del Levante, durante il ventennio fascista.
Il restauro del fabbricato e del parco ha richiesto diversi anni di lavoro; nella prima fase fu provveduto al rifacimento del parco, per anni in uno stato di grave abbandono, con un intenso lavoro di pulizia generale e accurata ricognizione degli elementi ornamentali in gran parte distrutti, con il ripristino dei sentieri, la ricostruzione di un’ampia rotonda circondata da ringhiere in ferro, con il ripristino delle fontane e realizzazione di nuove, il rifacimento di una grande voliera per canarini.
In questa prima fase, si era ipotizzato un armonico percorso pedonale in tutto il parco, con la creazione di spazi verdi dove collocare collezioni di piante, anche nell’ottica di una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica verso una cultura del verde, tenendo presente che al termine dei lavori di restauro, la villa è divenuta un contenitore culturale al servizio della città.
Nell’ottica della fattiva collaborazione con la Sezione Sud-Est dell’Accademia dei Georgofili, nella villa è stata realizzata un’ampia collezione di varietà di rose a cespuglio, circa 350, ottenute per generosa donazione, per cui il mese di maggio è un appuntamento per incontri sul tema della rosa, organizzati spesso in collaborazione con la Dott.ssa Anna Rita Somma coordinatrice del progetto il “Giardino Mediterraneo”, della biblioteca del Consiglio Regionale della Puglia e da altre associazioni cittadine.
Nella villa è stata realizzata una collezione di piante officinali, dono della Società Specchiasol - S. Demetrio, come anche sono raccolte numerose specie ornamentali.
La profonda connessione dell’arte del giardinaggio con le esigenze spirituali e materiali dell’essere umano fa comprendere quanto importante sia stata la sua funzione in tutti i tempi; i giardini hanno portato bellezza, tranquillità e riposo a coloro che cercano momenti di pausa dall’affannosa vita moderna.