Bruxelles sostiene l’agricoltura locale e la vendita diretta. In una conferenza, il Commissario europeo responsabile, Dacian Ciolos, si è detto pronto a valorizzare questo schema di produzione e commercializzazione, anche per andare incontro a quello che emerge da diversi studi: i consumatori nutrono grandi aspettative nei confronti dei circuiti agricoli corti.
“I cosiddetti servizi di approvvigionamento alimentare locale hanno un potenziale enorme – si dice convinto Ciolos –
perché permettono di evitare i trasporti su lunghe distanze, favoriscono lo sviluppo economico dei territori, rendendone protagonisti i consumatori”.
Già oggi, nonostante la mancanza di sostegno e di riconoscimento, il 15% delle aziende agricole dell’Ue commercializzano più della metà dei prodotti vicino al luogo di produzione. Eppure, le strutture non sono ancora sviluppate a sufficienza e permangono forti pregiudizi su questa forma di commercio, primo fra tutti quello che sia caldeggiato da aziende piccole e poco competitive, che si rivolgono a un mercato di nicchia, composto solo da consumatori benestanti.
Le filiere agricole corte sono già realtà in molti Stati membri: spacci aziendali e punti di vendita presso il produttore sono sistemi storicamente consolidati e che hanno conosciuto un’evoluzione positiva in questi ultimi anni, anche sull’onda del crescente ambientalismo, dato il minor impatto grazie all’assenza (o al minor uso) di imballaggi, alla minor strada percorsa dalle derrate alimentari, senza dimenticare la riduzione dello spreco (il tanto cibo perso nelle varie fasi della distribuzione).
In Italia, oltre la metà dei cittadini ha fatto ricorso all’acquisto diretto.
Da Agronotizie, 26 aprile 2012
foto: agricolturaoggi.com