Notiziario




La gestione del suolo in olivicoltura: risultati di uno studio decennale in Toscana

Soil management in olive growing: the results of a decade-long study in Tuscany

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Tecnologia crescente nell’uso della legna

Come già per altre statistiche nazionali, anche il consumo italiano annuo di legna da ardere è un macro-dato oggetto di quantificazioni molto diverse a seconda di chi le elabora e del metodo.

Improving technology in the use of wood

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Biodiversità zootecnica e razze autoctone

La bellezza e la complessità della natura sono arricchite dalla biodiversità animale, le cui basi genetiche vanno ricercate nelle infinite combinazioni di forme diverse delle sequenze di ogni gene, che consente la presenza sulla terra di 8 - 9 milioni di specie animali (oltre la metà insetti), differenziate nello spazio e nel tempo.

Livestock biodiversity and native breeds

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Gestione dei boschi: razionale o sostenibile?

Si denuncia da più parti la fine della selvicoltura intesa nel modo tradizionale, che sarebbe la tecnica e la scienza applicate alla cura dei boschi  con lo scopo congiunto della soddisfazione del reddito del proprietario e della soddisfazione delle  utilità pubbliche.  
Originariamente era ovvio che il reddito privato e le pubbliche utilità dovessero essere conciliati mediante vincoli e relative prescrizioni formulate in modo razionale:  non tutti i boschi erano vincolati e per quelli che lo erano vigevano le Prescrizioni di Massima che mantenevano il rispetto per il reddito del proprietario e per le scelte imprenditoriali,  salvo situazioni speciali. 
Ora, al posto della parola razionale è entrata di moda la parola sostenibile che si accompagna all’imposizione di vincoli basati su presupposti ideologici. La moderna normativa forestale, dunque, considera il valore del bosco non in funzione di questa o quella particolare utilità, ma per sé stesso ed in sé stesso  indissolubilmente legato come è  [il bosco] alle forme di vita del nostro pianeta ed alla qualità della nostra stessa esistenza.

Forest management: rational or sustainable?
It is difficult to predict if, how, and when the current system of under-managing forests will be resolved. There are, however, two prospects. The first is the trend for government agencies that are forest owners to contract for joint management with forest utilization businesses. The second possibility is to reduce the logger’s labor with improvements in forestry mechanization such that a tree can be cut, limbed, and bucked without leaving the tractor. Essentially, they are two aspects of the same economic phenomenon: better organized, more capitalized companies entering the standing-tree market instead of the traditional small-town operators.

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Ricerca e innovazione in agricoltura nella programmazione 2014-2020

Il prossimo 19 febbraio verrà sancita l’intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni sul  Piano per l’innovazione e la ricerca in ambito agricolo, alimentare e forestale.
Un obiettivo importante che viene conseguito da questo Ministero e che ho il piacere di annunciare in qualità di delegato alla ricerca da parte del Ministro Maurizio Martina.
Tale documento strategico  è stato predisposto  a seguito di un percorso avviato dal Mipaaf alla fine del 2012 e condiviso in un tavolo tecnico con le Regioni e il mondo della ricerca. 
La stesura del Piano e la strategia in esso delineata si è basata sull’analisi dei fabbisogni di innovazione del settore svolta tra le fine del 2012 e l’inizio del 2013 che ha coinvolto numerosi  soggetti rappresentativi del settore stesso.

Research and innovation in agriculture in the 2014-2020 planning
This next 19 February the agreement for the innovation and research plan of agriculture, food, and forestry will be ratified at the State-Regions Conference.
This strategic document was prepared as a result of a process initiated by MIPAAF in late 2012 and shared in a technical committee with the regions and the research community.
The plan intends to be the framework of a national strategy for innovation and research, responding to the needs indicated and the opportunities presented by 2014-2020 European innovation and research plan. 


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L’accordo commerciale tra UE e USA favorisce davvero l’agroindustria italiana?

L’accordo TTIP (Transatlantic Trade and Investment Parnership) negoziato tra USA e Unione Europea, mira a creare la più grande zona di libero scambio del pianeta, destinata oltretutto ad aumentare se il progetto si estenderà al NAFTA (Usa, Canada, Messico) e all’AELE  (Associazione Europea di Libero Scambio), realizzando l’unità economica del mondo occidentale.

Does the EU-USA economic agreement truly benefit Italian agro-industry?

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La selvicoltura necessita di innovazioni tecnologiche e infrastrutture

Le riflessioni sulla selvicoltura giurassica di Giovanni Bernetti (v.Georgofili INFO, 28/01/2015) hanno rappresentato lo spunto per ritornare sull’argomento riguardante l’impiego di macchinari e tecnologie, indispensabili per competere con altri Paesi sul mercato globalizzato del legno

Forestry needs technological innovations and infrastructures

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I mangiatori di insetti

Gli insetti, o “entomi”, costituiscono l’alimento, esclusivo o facoltativo, di alcune piante e di numerosi animali denominati entomofagi. Per il controllo biologico dei fitofagi nocivi importante è l’attività predatoria o parassitaria degli insetti entomofagi sulla quale si basano in natura gli equilibri biologici degli ecosistemi. Alcuni popoli dell’America centrale e meridionale, dell’Africa, dell’Asia, dell’Australia e della Nuova Zelanda, integrano il fabbisogno proteico alimentandosi di circa 2000 specie di insetti commestibili. Secondo la FAO la produzione di insetti per l’alimentazione umana e animale, potrebbe rappresentare una risposta concreta all’obiettivo, che si sono posto i capi di stato e di governo di 189 Paesi, riunitisi nel 2000 al vertice di New York dell’ONU, di ridurre della metà, entro il 2015, la percentuale di popolazione mondiale che soffre la fame. Gli insetti, che attualmente integrano la dieta di circa 2 miliardi di persone, sono stati fra i primi alimenti dell’uomo e, oltre a rappresentare una fonte di proteine e di grassi più efficiente rispetto ad altri animali in allevamento, producono meno gas serra e possono essere utilizzati per decomporre i rifiuti.

Insect eaters
Some peoples in Central and South America, Africa, Asia, Australia, and New Zealand supplement their protein requirement by eating about 2000 species of edible insects. According to the FAO, the production of insects for human and animal nourishment could represent a real answer to the objective that the heads of states and governments from 189 countries decided to achieve when they met for the 2000 UN summit in New York, i.e., to cut the world population suffering from hunger in half by 2015. 

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Gli ortaggi dimenticati nei “cluster” di Expo 2015

L’Accademia dei Georgofili e la Società Italiana di Ortoflorofrutticoltura (SOI), intervengono nel dibattito che precede l’inizio di EXPO Milano 2015 in difesa degli ortaggi dimenticati nei Cluster (http://www.expo2015.org/it/esplora#map-group-cluster). 
Mancano ormai meno di 90 giorni a EXPO Milano 2015 il cui tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” rappresenta senza ombra di dubbio una grande opportunità  per dare visibilità  alle produzioni agricole nazionali. Nella presentazione dell’iniziativa, Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole, ha dichiarato: “Ad Expo vogliamo rappresentare la grandezza del patrimonio agro-alimentare italiano che vanta una storia, una qualità  e una ricchezza straordinarie, frutto anche del profondo legame con i territori di tutto il Paese”. Se questo è uno degli obiettivi prioritari per il nostro Paese, appare a dir poco singolare l’assenza degli Ortaggi (o “Verdure”) tra i Cluster di EXPO. Questa assenza è imperdonabile considerando l’importanza che gli ortaggi (a cui spesso viene ascritta anche la patata) assumono nell’alimentazione a livello mondiale, basti pensare ai paesi asiatici e a quelli mediterranei (un esempio per tutti: il pomodoro!).  L’importanza degli ortaggi nella nutrizione umana viene ricondotta anche al loro ruolo di regolatori dell’attività  metabolica ed è per tale motivo che gli ortaggi hanno nella piramide alimentare un posto analogo a quello della frutta e che la World Health Organisation (WHO) ne promuove con forza il consumo. 
L’assenza tra i Cluster appare ancora più grave se si considera l’importanza rivestita dal comparto in Italia 

The forgotten vegetables of Expo 2015’s clusters
There are less than 90 days to EXPO Milano 2015 whose theme “Feeding the Planet, Energy for Life” undoubtedly represents a great opportunity to put national agricultural production in the limelight. Presenting the initiative, Maurizio Martina, the minister for the agrarian policies declared, “At Expo, we want to represent the greatness of the Italian agro-food patrimony that can boast a history, quality, and extraordinary richness, the result of the profound link with every region in the entire country.” If this is one of our country’s priority objectives, the absence of vegetables among the Expo clusters appears to be at the very least peculiar. 

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Natura, economia, politica

Nella gara dello sviluppo socio-economico del settore forestale, l’unico modo per la politica settoriale di salire sul podio è riconoscere che ci sono altri concorrenti più forti di lei: la natura e l’economia, a cui vanno la medaglia d’oro e quella d’argento. Solo così la politica forestale potrà meritarsi una onestissima medaglia di bronzo.

Nature, Economics, and Politics

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Riforma del catasto: quali conseguenze?

Per i fabbricati sarà utilizzato il parametro delle superficie invece di quella del numero dei vani. Qualcuno ha riflettuto sul fatto che questo significa la condanna, forse mortale, dei centri storici, almeno per piccoli e medi nuclei urbani, dato che i vani hanno lì superfici create per famiglie diverse da quella attuale? 

Land register reform: what are the consequences?

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Vino toscano IGT: variabilità e composizione del costo di produzione

Su incarico dell’Ente Tutela Vini di Toscana è stato svolto uno studio finalizzato all’analisi del costo di produzione del vino rosso <atto a diventare vino Toscano IGT>.

IGT Tuscan wine: variability and composition of production costs

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Alcuni interrogativi sulla produzione agricola nel prossimo futuro

La popolazione mondiale è prevista in crescita di 2 miliardi entro il 2050; nello stesso periodo anche i redditi pro capite in tutte le aree del mondo dovrebbero aumentare. Nei passati decenni, la produttività in agricoltura ha mantenuto un buon ritmo di crescita: nel periodo 1961-2011, in media, l’1,01 per cento l’anno; un tasso maggiore si registra nei paesi sviluppati, 1,79 per cento, nei quali, tuttavia, si ha, negli ultimi due decenni, un rallentamento, rispettivamente dal 2,34 all’1,85 per cento.
La proiezione delle attuali tendenze di crescita di popolazione, redditi e produttività al 2050, porterebbe a un sostanziale equilibrio tra domanda e offerta globale. Le prospettive per il futuro sono, tuttavia, molto incerte, a causa dei cambiamenti climatici, ma non solo. Peseranno, infatti, le incertezze sulle decisioni degli investimenti pubblici e privati in agricoltura e altri fattori, compresi gli eventi bellici, che possono pregiudicare le produzioni agricole. La produttività in agricoltura dovrebbe continuare a crescere, nei prossimi anni, per la gran parte delle produzioni e delle aree del mondo, ma con ritmi meno intensi rispetto al recente passato. 
Ai tradizionali interrogativi – come l’aumento dei redditi e della popolazione influiranno sulla domanda dei prodotti agricoli – si aggiunge, con sempre maggiore attualità: come potrà essere assorbito un negativo impatto sulla produttività agricola?

Some questions on the agricultural production in the near future
Agricultural productivity has improved rapidly in the past decade, but prospects for future growth are uncertain, especially in light of climate change and other factors that could affect productivity trends, such as armed conflicts or extreme weather events. A continuation of recent trends in productivity growth would  allow the agricultural sector to respond to an increase in demand with a negligible increase in land use or agricultural inputs, but a slowdown in productivity growth could result in high agricultural commodity prices and added environmental stress.

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Terre demaniali

L’epoca storica delle riforme fondiarie nei paesi sviluppati si è conclusa nei decenni immediatamente seguenti la fine della seconda guerra mondiale, mentre in quelli in ritardo di sviluppo è proseguita in quelli successivi, anche se sembra essersi chiusa nell’ultimo quarto del ‘900. Le difficoltà economiche e sociali della crisi nel nostro Paese hanno fatto anacronisticamente riemergere da un lungo oblio la questione dell’utilizzo di terre appartenenti ai demani pubblici. Essa è nata nel quadro della ventilata cessione di parte degli  immobili pubblico con l’obiettivo di ridurre l’entità del debito pubblico e, quindi, dei relativi interessi. I modesti risultati  conseguiti  dipendono dalla natura dei beni messi in vendita e dal crollo del mercato. Ad un certo punto furono inseriti, accanto agli edifici, anche i terreni agricoli per i quali la domanda è rimasta elevata. Su un’operazione di (tentato) risanamento del bilancio, si è inserito il forte impatto mediatico della motivazione offerta all’opinione pubblica: mettere terreni agricoli a disposizione di giovani agricoltori per incrementare l’occupazione agricola, la produzione e quindi far crescere il Pil. 

State-owned lands
In our country, the economic and social difficulties deriving from the crisis have anachronistically made the question of the use of state-owned lands resurface after remaining in obscurity for a long time. On (an attempt at) fiscal consolidation, high media profile of the reasons offered to the public has been supplied: make agricultural lands to young farmers to increase agricultural employment and production, thus increasing the GDP.

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Una macchina animale perfetta: il dromedario

Sta nascendo in Europa ed in Italia la moda del dromedario; l’anno scorso l’Europa ne ha autorizzato la vendita del latte e quest’anno un veterinario di Messina ne ha creato un allevamento.

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La selvicoltura giurassica: conseguenze forestali e umane

Colpisce il modo con cui la  fisionomia di alcune di queste macchine ricordi da vicino quella dei rettili giganteschi del Secondario.

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La ricerca biologica vegetale e l’agricoltura

In una recente INFO riportavo la presa di posizione dei biologi delle piante statunitensi circa la scarsità del numero di ricercatori assunti dai centri di ricerca (delle Università o di altre Istituzioni) per lo studio delle piante, rispetto all'effettiva necessità degli USA. L'articolo esortava energicamente i poteri pubblici a trovare rapide ed efficaci soluzioni, ritenendo, tra l'altro, che la sproporzione rilevata non fosse solo riscontrabile in Nord America, ma, sostanzialmente, in tutto il pianeta.
Messo in questi termini, il problema della ricerca in biologia vegetale sembrerebbe  quindi di tipo quantitativo: abbiamo bisogno di più esperti nello studio delle piante coltivate. In quell'articolo nulla veniva detto circa il livello qualitativo della ricerca, eppure quest'ultimo aspetto non è certamente argomento secondario. E' fuori di dubbio che la ricerca in biologia vegetale debba essere di buona qualità affinché i suoi risultati possano essere utilizzati proficuamente per il miglioramento della produzione agraria vegetale. Su questa tematica si è discusso a lungo ed è probabile che si discuta ancora nel futuro, perché c'è una difficoltà di fondo nella scelta dei parametri sui quali si basa il giudizio circa la qualità.

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Il melograno: potenziale coltura industriale con valenza nutraceutica

In questi ultimi anni, il melograno è stato al centro di sempre maggiori attenzione come possibile coltura in grado di alimentare una filiera agro-industriale innovativa nel nostro Paese. In recenti convegni e tavole rotonde sono state condivise le prime evidenze scientifiche ottenute in vari ambiti dalla ricerca, identificate le criticità della filiera e delineate le aspettative della coltura nel territorio italiano.
Il melograno è coltivato soprattutto in ambienti con clima mediterraneo (Cina, India, Iran, Turchia e Israele sono i maggiori produttori), ma prove effettuate in Emilia Romagna dimostrano che l’areale di coltivazione può essere espanso anche in aree settentrionali, utilizzando germoplasma adatto. Il panorama varietale è formato principalmente da ecotipi: da ciò lo sforzo di sviluppare nuove selezioni adatte a vari areali colturali e con frutti idonei a diversi utilizzi.
L’interesse per questa specie negletta è suscitato dalle qualità nutraceutiche del frutto e dalla rusticità della pianta, che si adatta a vivere anche in zone marginali. Il succo di melograno è un'eccellente sorgente di vitamine C e del gruppo B, di potassio e di notevoli quantità di polifenoli antiossidanti.

Pomegranates: a potential industrial crop with nutraceutical value
Pomegranates are mainly cultivated in areas with a Mediterranean climate, but tests carried out in Emilia Romagna have shown that the crop’s distributional area can also be extended to northern areas, using the right germ plasm. The interest in this species has been spurred by the fruit’s nutraceutical quality and the plant’s hardy nature that also adjusts to marginal areas.

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Il tartufo: da prodotto locale ad opportunità nazionale

Il tartufo, essendo prodotto di nicchia e quindi molto pregiato, è fonte di ‘taroccamenti vari’ e il mercato è sempre più invaso da tartufi che provengono da altri Paesi Europei ed extra Europei che non hanno certamente le caratteristiche sensoriali dei nostri tartufi. Nello stesso tempo i raccoglitori locali di tartufi si sono riuniti in una miriade di Associazioni che in genere corrispondono a un determinato territorio con lo scopo  di valorizzare il prodotto e di conseguenza anche il territorio.  Più o meno recentemente in Toscana  sono fiorite tante sagre o mostre,  fra le più conosciute la Mostra mercato di San Miniato (Pisa), la Mostra mercato delle Crete Senesi a S. Giovanni D’asso (Siena), dove è stato organizzato anche un interessante museo del tartufo, che hanno attirato moltissimi visitatori. La crescente importanza del tartufo ha richiamato una maggiore attenzione anche del mondo scientifico, che  è stato coinvolto  per  venire incontro alle esigenze delle Associazioni dei Tartufai e degli Enti locali. Ormai in Italia ci sono gruppi di lavoro nei vari Dipartimenti Universitari  o del Consiglio Nazionale delle Ricerche che lavorano, mediante svariate metodologie (biochimiche, genomiche, ecc.) per valorizzare, garantire la sicurezza e tracciabilità del prodotto oppure, a livello fitogeografico, studiano le relazioni esistenti fra specie vegetali  arboree e micorrizze, rappresentando un forte valore aggiunto sia per la ricerca che per la qualità del prodotto. 

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Olio d'oliva e salute

Mai come negli ultimi anni, l’olio d’oliva ci appare come il principe degli alimenti all’interno di un’alimentazione sana ed equilibrata. Nella dieta mediterranea esso  fa da padrone e si stanno mettendo in luce le sue già ben note proprietà benefiche per la salute e la qualità della vita dell’essere umano.
Caratterizzato da un contenuto molto elevato di grassi monoinsaturi, l’olio d’oliva si ricava dalla spremitura meccanica dell’oliva, frutto della specie Olea Europaea.
E’ ricco di acidi grassi monoinsaturi, nello specifico quello che lo caratterizza è l’acido oleico.
Proprio da esso deriva uno dei principali effetti benefici dell’olio:  quello di regolatore dei livelli di colesterolo ‘cattivo’  nel sangue: diminuendo così il rischio di malattie legate ad ostruzione dei vasi sanguigni del sistema cardiovascolare.
Un altro effetto importante dell’olio di oliva sembra essere la sua azione antiossidante: è infatti ricco di molecole, come la Vitamina E o diversi composti fenolici, che difendono il nostro corpo dall’azione dei radicali liberi, forme estremamente reattive dell’ossigeno, in grado di provocare danni cellulari, andando a colpire il DNA stesso. Sembra inoltre in grado di migliorare i processi digestivi, riducendo la secrezione di acidi gastrici ed avendo un elevato potere disintossicante ed in ultimo un’azione di inibizione sui processi di infiammazione cronica del corpo umano, soprattutto nel tratto gastrointestinale.

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Ritorno alla terra in una logica di sviluppo

L’incremento della disoccupazione, in particolare di quella giovanile, rappresenta forse l’aspetto della crisi che più preoccupa l’opinione pubblica del nostro paese. Come in un drammatico bollettino di guerra si susseguono i dati delle rilevazioni che indicano come il fenomeno non si sia ancora esaurito ed anzi, anche nelle previsioni per il 2015, sia destinato a proseguire, almeno fino al concretizzarsi della tanto sospirata ripresa. In un panorama così sconfortante destano grande attenzione i dati forniti da alcuni osservatori in base ai quali in agricoltura sarebbe in corso un fenomeno opposto, con un incremento dell’occupazione ed un inatteso ritorno alla terra. Al di là della consistenza delle cifre presentate che sono oggettivamente difficili da gestire e da interpretare, si accompagna ad esse, come una conferma, un certo incremento delle iscrizioni alle scuole superiori ad indirizzo agrario ed ai corsi di laurea della stessa area. Anche questo, però,  di difficile lettura. Il vero punto  da chiarire non sono i numeri, ma la logica con cui va affrontato oggi il problema dell’occupazione in un’economia in crisi. Una logica che è ben diversa da quella dell’ 800 o del periodo post bellico. 
La dinamica dell’occupazione è un fenomeno difficile da rilevare e da interpretare per la sua complessità. Le stesse statistiche ufficiali sembrano confondere le idee più che chiarirle. Per evitare errori occorre usare sempre lo stesso tipo di rilevazione e seguirne l’evoluzione per un periodo di tempo abbastanza lungo per cogliere la dinamica del fenomeno e non una sua immagine istantanea. Così si vede che  l’occupazione agricola prosegue nel suo calo tendenziale, sia sulla base dei dati annuali dell’ultimo quinquennio sia, in particolare, di quelli dell’ultimo triennio ricavati dalle rilevazioni trimestrali. 

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Kiwi: una grande opportunità per la piana di Rosarno

La piana di Rosarno, nota per le sue coltivazioni di ulivi e di agrumi, è  ormai endemicamente in crisi per la  incapacità di rinnovare le sue strutture arboree, ma anche per le difficoltà obbiettive che derivano dalla competizione con i paesi produttori  del bacino del Mediterraneo,  più poveri del nostro e quindi in grado di praticare una politica dei prezzi, per i produttori Italiani, impercorribile, se non con la alta qualità, in segmenti di nicchia, cui globalmente non è possibile  accedere. In questa realtà così problematica di semi abbandono,  la presenza di un vero e proprio bosco di ulivi delle dimensioni di circa 30.000 e la presenza di circa 8.000 ha di agrumi  ha comportato cambiamenti climatici ed  un aumento delle malattie fungine, legato ad una maggiore umidità , che ha indubbiamente favorito , nel corso degli ultimi 20 anni, la  coltivazione del  kiwi,  dapprima in quantità modesta ed oggi in ragione di circa 150-200 ha/anno.

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Il Pianeta necessita di un maggior numero di ricercatori sul mondo vegetale

Così ha titolato la sua rubrica "Opinione" il mensile nord-americano"The Scientist", rivista di scienze della vita, nel numero di Ottobre 2014. Il messaggio è chiaro: l'Accademia non forma un numero sufficiente di Ph.D. (ricercatori) nell'ambito della biologia delle piante, in grado di affrontare le sfide, numerose e serie, della produzione agraria vegetale in rapporto al continuo aumento della popolazione. L'affermazione risente, come è ovvio, della situazione specifica degli USA e del Canada, ma si possono anche fare considerazioni analoghe per la nostra parte di mondo. L'articolo è una riflessione sulla presa di posizione di quattro illustri ricercatori del settore biomedico che hanno denunciato, su PNAS (Proceedings National Academy of Sciences) dell'Aprile 2014, la tendenza da parte delle Università americane, a spendere progressivamente sempre meno per assumere ricercatori (a tempo indeterminato, diremmo noi). Nel contempo, le stesse strutture chiedono incessantemente nuovi laboratori per ospitare giovani Ph.D. i quali, peraltro, per poter lavorare, devono reperire i fondi necessari entrando in forte competizione tra di loro per risorse finanziarie continuamente in decrescita. In poche parole si innesta una spirale che comporta più contratti di ricerca, quindi più edilizia (perché occorrono spazi per ospitare sempre più giovani "precari"), ed infine più Ph.D., ma anche minori possibilità di assumere post-doc per mancanza di posti di lavoro. 

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La fenologia e la senescenza delle foglie riusciranno ad adeguarsi al climate change?

Le recenti modifiche nelle date delle principali fasi fenologiche delle piante arboree, evidenti in particolar modo nell’anno in corso, che ha registrato un precoce germogliamento e una tardiva caduta delle foglie, sono un segno che il cambiamento climatico sta già avendo impatti importanti sugli ecosistemi. In linea teorica il sequestro del carbonio aumenta con stagioni di crescita più lunghe, ma ci sono evidenze contrastanti poiché è stato mostrato che, in alcuni casi, il tasso di respirazione aumenta in misura maggiore rispetto alla fotosintesi, rendendo il bilancio negativo. 
Dal punto di vista scientifico è importante capire quali saranno i “drivers” ambientali che guideranno le possibili modifiche nella fenologia. Il fotoperiodo esercita uno stretto controllo sulla senescenza fogliare a latitudini dove gli inverni sono freddi, mentre la temperatura assume un’importanza maggiore nel regolare questo fenomeno nelle zone più temperate con lo stress idrico che può, talvolta, avere un'influenza supplementare.

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Come distinguere il riso “biologico” dal “convenzionale”?

La trasmissione di  Report  andata in onda domenica 14 Dicembre 2014 su Rai 3 ha messo in luce alcune incongruenze del mercato del riso “biologico” in Italia. Secondo i dati S.I.N.A.B., nel 2013 la superficie a riso  certificata in Italia come “biologica” è stata di 8.405 ettari, dai quali sono state raccolte 57.000 tonnellate di risone, con una produzione di 6,78 t/ha, rispetto ad una media  nazionale che per lo stesso anno l’Ente Nazionale Risi ha certificato in 6,6 t/ha . Dati sbalorditivi per gli addetti ai lavori, e non solo.   

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COMUNICAZIONE DEL PRESIDENTE

Questo settimanale digitale Georgofili INFO ha ormai raggiunto una visualizzazione media mensile nel mondo di circa 15mila utenti. Considerato il crescente interesse manifestato, si è ritenuto opportuno offrire la possibilità di renderlo leggibile anche a chi non conosce la nostra lingua, allargando i nostri strumenti di una ormai indispensabile comunicazione digitale. Il Consiglio Accademico ha approvato l'adeguamento del Notiziario settimanale Georgofili INFO a partire dall'inizio del 2015, integrando i singoli articoli e le news con sintesi in inglese ...

The digital weekly Georgofili INFO has now reached an average monthly display around the world of about 15,000 viewers. Considering the growing interest shown, we have decided to make it also available to those who do not know Italian, increasing our tools for the now indispensable digital communication. The Academy Council has approved this modification of the weekly Georgofili INFO beginning in 2015, supplementing specific articles and news with English abstracts ...

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Genio italico e denominazioni

Recenti  episodi giunti alla ribalta della stampa e della televisione hanno riportato in luce la complessa situazione delle denominazioni per i prodotti agricoli ed alimentari. Ora si sono accesi i riflettori sui prodotti biologici e a “chilometro zero”, in precedenza su quelli a denominazione d’origine, sempre su quelli contraffatti e sui danni che arrecano all’alimentare italiano.

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Indennità di cittadinanza - anche a chi non cerca lavoro?

Viene talvolta manifestato l'intento di concedere a tutti i giovani disoccupati un salario minimo, quale “diritto di cittadinanza” (chiamato anche con altri termini diversi). Vi sono però molti motivi per ritenere che non si stia considerando la dimensione finanziaria di un tale onere per lo Stato (quindi per i contribuenti) e neppure le conseguenze morali che potrebbero derivarne se fosse concesso senza qualificarlo in qualche modo come corrispettivo di un qualsiasi lavoro. Cioè se venisse formalmente espresso, come adempimento di un dovere della società e solo come un discutibile diritto di chiunque, anche se immeritevole. 
Nella Unione Sovietica, quando vigeva ancora il rigido governo di Brežnev, ho visto piccoli gruppi di uomini e donne che, con incredibile lentezza, pulivano marciapiedi e aiuole. Sapevo che il Paese vantava di non avere disoccupati e mi fu chiaro allora quale fosse il metodo semplice per conseguire questo risultato. Bastava corrispondere a tutti un salario, anche se minimo e molto simile a una elemosina, ma configurato come corrispettivo di un apparente lavoro, non importa se reale ed efficiente, purchè formalmente così registrato. 
A questo riguardo, anche la nostra agricoltura offre oggi alcuni motivi di riflessione. Il settore soffre complessivamente per una carenza di manodopera. Perché allora dare un "salario minimo" anche a coloro che non cercano lavoro o non accettano quello dei campi, spesso già svolto dai loro nonni o genitori? La risposta è semplice: si è lasciato che venisse meno agli agricoltori l'indispensabile ed equo reddito. 

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