Varie sono le cause delle recenti gravi infestazioni sostenute dall’afide Cinara cupressi, che ha fatto la sua prima comparsa in Sicilia e che ha danneggiato i cipressi della Toscana, nel 1976-78 e alla fine degli anni ’90, favorito dalla presenza di conifere soprattutto Cupressacee dei generi Cupressus, Juniperus e Thuja. Nei nostri ambienti, come evidenziato dagli studi di Andrea Binazzi, l’afide si riproduce per partenogenesi: nel corso dell’intero anno e può svolgere fino a 12 generazioni, con picchi di presenze in primavera e in autunno. In tali periodi forma dense colonie nelle parti più interne dei cipressi; tuttavia, nei casi di forti infestazioni, si sposta verso le zone esterne della chioma causando i vistosi arrossamenti e disseccamenti a seguito dell’immissione, con le punture di suzione, di saliva tossigena nei tessuti vegetali. Il potenziale biotico dell’afide è elevato: una singola femmina, che è in grado di partorire fino a 50 figlie, dopo 10 generazioni, avrà una discendenza di circa 2 milioni di miliardi di individui. L’abbondante melata, escreta dall’apertura anale, non viene raccolta dalle formiche e pertanto, su tale substrato, si insediano le nere fumaggini. Le basse temperature invernali e quelle alte estive, rallentano, o inibiscono, lo sviluppo dell’afide; inoltre le piogge e il vento disperdono le colonie causando elevate mortalità. I fattori biotici sono rappresentati da funghi entomopatogeni e da numerosi entomofagi. Le principali cause scatenanti le infestazioni vanno ricercate nel favorevole andamento climatico per il fitomizo e potrebbero anche essere collegate alle gelate tardive che non hanno eliminato le forme svernanti dell’afide, ma hanno falcidiato i suoi limitatori naturali; questi ultimi impiegano più tempo per ricostituire densità di popolazione adeguate a contrastare le infestazioni. Il trattamento con acqua e tensioattivo, se effettuato con getto energico, dovrebbe far cadere al suolo le colonie dell’afide risparmiando, in gran parte i numerosi entomofagi. Nei prossimi mesi le alte temperature avranno un’influenza negativa sull’afide e positiva sui cipressi che dovrebbero emettere nuova vegetazione. Una ripresa delle infestazioni si verificherà presumibilmente in autunno e nella primavera prossimi; in quest’ultimo periodo, dopo avere monitorato le popolazioni afidiche, potrebbe essere effettuato un trattamento con un aficida specifico che, di norma, è sufficiente per ridurre significativamente le infestazioni. Queste debilitano i cipressi sui quali, spesso, si insediano i perniciosi Scolitidi del genere Phloeosinus, che sono vettori del fungo patogeno responsabile della malattia del cancro corticale. Le attuali norme stabiliscono che, nelle aree urbane, gli interventi fitosanitari possono essere effettuati di concerto con le Unità Sanitarie competenti per territorio e rispettandone le prescrizioni. La problematica è certamente complessa ma gestibile; il Servizio Fitosanitario della Toscana ha tutte le competenze tecniche per fronteggiare le infestazioni; purtroppo, come in altre regioni, non sempre è possibile disporre delle risorse economiche necessarie per attuare, tempestivamente, razionali misure di controllo demografico di organismi dannosi.
The aphid that “burns” cypresses
There are many causes for the recent severe infestations of the aphid Cinara cupressi, which appeared first in Sicily and damaged Tuscany’s cypresses in 1976-78 and in the late 1990s. In our environment, the aphid reproduces parthenogenetically throughout the entire year and up to twelve generations, with peaks in spring and autumn. In those periods, they form dense colonies in the innermost parts of the cypresses. However, in case of severe infestations, they move towards the outer parts of the foliage causing reddening and withering. The high temperatures over the next months will have a negative influence on the aphid and a positive one on the cypresses that should grow. The problem is complex but can be managed. Tuscany’s Plant Health Service has all possible technical expertise to face these infestations. Unfortunately, as in other regions, it is not always possible to have the necessary economic resources to implement rational demographic control measures of noxious organisms at the proper time.