Notiziario







Corrente elettrica prodotta dalle piante

Da molto tempo è noto che correnti elettriche agiscono su molteplici aspetti dello sviluppo delle piante, quali i movimenti in piante carnivore per intrappolare gli insetti, la crescita in lunghezza delle cellule e fenomeni di polarità. Per esempio, correnti elettriche entrano all’estremità del tubetto pollinico in accrescimento e fuoriescono lateralmente dalle zone retrostanti. Con modalità simile flussi elettrici penetrano nella zona apicale delle radici e dei peli radicali ed escono dalle parti sovrastanti. Quando queste correnti sono inibite la crescita polarizzata di queste cellule o delle radici cessa. Anche lo sviluppo delle piante viene alterato quando sono poste sotto l’influsso di campi elettrici (e magnetici). D’altra parte la produzione di elettricità è connaturata alla fisiologia stessa delle piante. Se si pensa, infatti, al processo fotosintetico, si può considerarlo come un sistema di produzione di corrente elettrica dato il flusso di elettroni che deriva, attraverso la scissione dell’acqua e la clorofilla, dall’energia solare per essere poi convertito nell’energia chimica contenuta negli zuccheri. Questa corrente potrebbe essere utilizzata come quella fornita da una pila elettrica. L’idea potrebbe apparire quasi fantascientifica, tale da essere facilmente abbandonata dal ricercatore. Bene, invece, recentemente, all’Università di Stanford alcuni ingegneri guidati da WonHyoung Ryu, hanno realizzato con un nanoelettrodo di oro molto sottile inserito nei cloroplasti di cellule algali, un dispositivo capace di intercettare gli elettroni di origine fotosintetica (il lavoro è stato pubblicato nella rivista Nano Letters del Marzo 2010).

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L'incompatibilità nelle piante da frutto: svelati i meccanismi del rigetto pollinico

Nelle piante da frutto è abbastanza frequente la S-incompatibilità fiorale di tipo gametofitico, per cui sul piano applicativo occorre avere sempre la compresenza in campo di adatti impollinatori per ottenere una buona fruttificazione.
Nello scorso giugno si è svolto a San Michele all’Adige e Bologna, nell’ambito della Scuola Internazionale di Dottorato sulla “Fisiologia e genomica delle specie da frutto”, un workshop (60 partecipanti da tutto il mondo), per fare il punto sul meccanismo d’azione dei geni localizzati nel locus S e, in particolare, sulla genotipizzazone degli alleli dalla cui combinazione dipende il compimento del processo fecondativo.
Per alcune specie (es. ciliegio e pero) sono stati identificati decine di alleli e con questi la mappa dei gruppi varietali intercompatibili o interincompatibili, utile per la scelta delle varietà da consociare nei nuovi impianti. È stato accertato che il blocco della crescita del tubetto pollinico entro lo stilo, nel caso della “self-pollination” è mediato da un enzima stilare, la S-RNasi (determinante ♀) le cui forme interagiscono con proteine polliniche codificate da geni con dominio Fbox (determinante ♂). Questi geni sono co-localizzati nel Locus S che, nel pero, è stato mappato nel Linkage Group 17, mentre nelle specie appartenenti al genere Prunus nel Linkage Group 6.

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Agroenergie: è necessaria una filiera che renda competitivi gli agricoltori, nel rispetto dell’ambiente

Nel corso della tavola rotonda che si è svolta presso l’Accademia dei Georgofili il 23 settembre 2011, nell’ambito del Festival dell’Energia, si sono confrontate le opinioni di autorevoli esperti in materia di agroenergie e biocarburanti quali Federico Vecchioni, Vittorio Prodi e Guido Ghisolfi. Moderatore il giornalista Maurizio Mannoni.

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Agricoltura toscana in mostra: dal Granducato Lorenese all’Unità d’Italia

Che le pubbliche esposizioni (che vantano in Toscana una lunga tradizione) fossero occasione per verificare le attività presenti su un territorio è cosa attestata, e allorché queste manifestazioni valicarono i confini e spaziarono negli Stati italiani pre-unitari e addirittura negli oltramontani, esse furono anche momento di messa a confronto,  di elaborazione di progetti e di strategie per il progresso economico del proprio paese.
In questo contesto significa aver presente l’attività dell’Accademia dei  Georgofili che costituì nel Granducato prima, nell’Italia Unita poi, palestra di idee e strumento efficace per il progresso agricolo ed economico.
L’Accademia è stata sempre attiva protagonista del rinnovamento economico della Toscana lorenese e alla sua attività propulsiva si deve la prima esposizione di arti e manifatture allestita nelle sue sale di via del Cocomero (l’attuale via Ricasoli) nel 1838.

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Soluzioni tecnologiche dal mondo delle piante

La biomimetica è una recente disciplina scientifica che studia i processi biologici e biomeccanici naturali come fonte d’ispirazione per il miglioramento delle attività e tecnologie umane. Nell’ambito della biomimetica molteplici soluzioni arrivano dal regno vegetale il quale rappresenta una straordinaria fonte d'ispirazione per la progettazione e sviluppo di soluzioni intelligenti in diversi campi della tecnologia.
Per discutere delle possibilità offerte dalla biomimetica vegetale, il prossimo 24 di ottobre, l’Accademia dei Georgofili ospiterà un workshop internazionale organizzato in collaborazione con l’università di Firenze e l’Istituto Italiano di Tecnologie (IIT), intitolato Smart Solution from the Plant Kingdom – Beyond the animal model

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Olio di oliva: occorre fare chiarezza per la tutela del consumatore!

Gli oli di pressione, ovvero le “spremute” di oliva in ordine decrescente di qualità vengono classificate come “olio extravergine”, “olio vergine” ed “olio lampante”.
Agli oli di pressione si contrappongono gli oli di raffinazione che non si ottengono per mezzo di una semplice spremitura delle olive ma attraverso processi chimico fisici cui sono sottoposti gli oli di pressione di qualità più scadente

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EXPO RURALE a Firenze dal 15 al 18 settembre

Promossa e organizzata dalla Regione Toscana, assessorato Agricoltura e foreste, attraverso l'Agenzia regionale per la promozione economica della Toscana (Toscana Promozione), in collaborazione con il Comune di Firenze e altri enti, l’Expo Rurale è una manifestazione poliedrica che propone la rassegna organica delle filiere agricole, forestali e zootecniche protagoniste dell'agricoltura in Toscana.

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Conclusa con successo la mostra “Fiorenza 2011”, la Società Toscana di Orticultura dà appuntamento a tutti gli appassionati di fiori e piante presso il Giardino dell’orticoltura, il 1° e 2 ottobre prossimi

Il prossimo appuntamento per gli appassionati di fiori si svolgerà a breve, come di consueto, il primo weekend di ottobre presso la sede tradizionale, ovvero il Giardino del Pellegrino, tra Via Bolognese e Via Vittorio Emanuele II.
Tra i 50 espositori ci saranno i migliori florovivaisti italiani: le novità di quest'anno sono le orchidee di Corazza (BS), le peonie di Tesoniero (LT), gli animali in ferro battuto riciclato di Donà, le erbacee perenni di Consigliere (MI).
Orario della mostra: dalle ore 9 alle 19.00. Ingresso libero.

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Agricoltura nello spazio: un ponte tra fantascienza e realtà nel terzo millennio

Le sfide che l’agricoltura dovrà affrontare  in questo primo secolo del terzo millennio sono certamente molte e tra queste la più importante, per non dire vitale,  da vincere è senza dubbio legata alle previsioni di incremento della popolazione umana ed alla necessità di soddisfacimento delle richieste alimentari. Sfida resa più ardua dai fenomeni tipici dell’antropocene quali il cambiamento climatico e l’inquinamento di aria, acqua e suolo, e l’approvvigionamento energetico. Ma un’altra sfida di estremo interesse, per non dire affascinante dal punto di vista scientifico, ed in parte legata alle problematiche di incremento demografico è certamente quella della colonizzazione di pianeti extraterrestri quali, nelle previsioni, Luna e Marte. Tale progetto prevede come condizione necessaria, anche se non sufficiente, l’attivazione di una nuova  tipologia di agricoltura, definita space farming alla cui realizzazione  tutte le discipline biologiche afferenti al settore agrario, assieme ad altre di tipo ingegneristico, dovranno fornire un contributo determinante.

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Piante parassite: flagello per l'agricoltura e risorsa per la ricerca

Le straordinarie interazioni chimico-fisico-biologiche che si instaurano fra piante parassite ed ospiti offrono interessantissimi spunti di ricerca che sempre più travalicano gli ambiti dell’agricoltura o della botanica per spostarsi nei campi delle biotecnologie, della genetica e persino della medicina, prefigurando nuovi scenari e nuove possibili applicazioni. 
Le piante parassite sono organismi vegetali che dipendono, per parte o tutto del loro ciclo vitale, da un'altro organismo vegetale. Spesso tali piante parassite sottraggono ai loro ospiti sostanze nutritive, acqua, metaboliti, o le utilizzano come "supporto" per la loro crescita; in altri casi percepiscono dei segnali chimici emessi dai loro ospiti per avviare o svolgere alcune importanti fasi del loro ciclo biologico, come la germinazione dei semi.
Nel mondo  si conoscono oltre 4000 specie di piante parassite appartenenti a 19 generi: fra esse si annoverano anche specie di straordinaria importanza ecologica ed ambientale, quale ad esempio ‘Rafflesia arnoldii’, che produce il più grande fiore conosciuto, o specie del genere ‘Hydnora’, le cui piante svolgono tutto il ciclo, compreso la fioritura, sotterraneamente.
Le piante parassite dei generi Striga ed Orobanche sono fra i più dannosi organismi delle colture agrarie. Le specie di Orobanche parassitano importanti colture agricole in tutto il mondo come legumi, crocifere, girasole, canapa, tabacco e pomodoro. Le specie di Striga causano invece disastrosi danni alle colture di cereali e costituiscono addirittura il principale danno biotico per tali colture nelle regioni sub-sahariane. Le possibilità di controllo di queste infestanti sono piuttosto limitate, e nessuno dei metodi di controllo tradizionali studiati finora ha dimostrato di essere completamente efficace.

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Agricoltura nazionale, europea e mondiale oltre il 2013

L’antica Accademia dei Georgofili, che è sempre attivo punto di riferimento per approfondire e discutere nuovi problemi, acquisizioni scientifiche ed idee, ha già da tempo avvertito e cercato di comunicare alcune emergenze di una realtà globale che va imponendosi come irreversibile. Anche se tuttora fortemente condizionata da indirizzi dei vari partner in un mondo che va modificandosi con inedita rapidità, attraverso diverse strategie e sistemi socio-economici e politici non convergenti, non unidirezionali e per di più instabili e cangianti.
Alla base di ciascuno dei grandi problemi globali, ormai tutti riconoscono che vi è l’agricoltura, destinata ad avere quindi un ruolo importante e talvolta determinante per il futuro dell’umanità.
La FAO ha chiaramente evidenziato la necessità di incrementare le produzioni unitarie per raggiungere circa il raddoppio degli alimenti disponibili nel nostro pianeta, quando intorno al 2050 si prevede che la popolazione raggiunga i 9 miliardi.

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La conservazione in vitro di specie ornamentali a fiore reciso: una tecnica al servizio dei produttori

E’ in corso, presso l'Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree (Ivalsa) del CNR di Sesto Fiorentino (FI), uno studio teso a ottimizzare il sistema di conservazione in vitro di linee selezionate di anthurium e ranuncolo, due specie a fiore reciso di grande interesse commerciale

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Informazione e notizie: l’importanza della fonte anche (e soprattutto) in agricoltura

Da docente universitario e ricercatore rimango sempre alquanto sorpreso dalla pubblicazione sui maggiori quotidiani di notizie, spesso presentate con “headlines eclatanti”, senza che si chiedano chiarimenti, spiegazioni o che almeno si senta l’opinione degli esperti di settore. Eppure in Italia operano ricercatori qualificati e internazionalmente stimati che, pur operando in ristrettezze di mezzi tecnici, di finanziamenti ed anche di personale, riescono ancora a primeggiare nel panorama scientifico.
L’articolo pubblicato su “La Repubblica” di domenica 28 agosto, a firma di Elena Dusi (Foreste artificiali contro CO2 “Un Clone degli alberi ci salverà"), si limita a riportare una notizia e, seppur avanzando qualche dubbio sui costi e sullo smaltimento dei prodotti di scarto di questa nuova “tecnologia”, non analizza l’argomento con la dovuta scrupolosità, riportando anche l’opinione di ricercatori che si occupano di cambiamenti climatici e abbattimento del biossido di carbonio.
Nell’articolo, per la verità, si cita il costo di ogni “albero artificiale”, affermando che può essere ridotto fino a 20000 dollari (quindi adesso è molto superiore). Mi preme sottolineare che, con lo stesso prezzo, si possono piantare mediamente 100 alberi, con nessun costo per lo smaltimento dei prodotti di scarto (anzi, in linea teorica, il legname costituisce un’ulteriore fonte di reddito) e con benefici decennali, se non secolari. E, cosa grave, ci si limita a parlare dell’abbattimento di CO2, molto superiore, è vero, a quello di una singola pianta, ma non si fa menzione della produzione di ossigeno.
Studi passati e recenti hanno evidenziato che un ettaro di alberi produce mediamente circa 6.2 tonnellate di ossigeno per anno. Considerando che una persona consuma circa 180 kg di ossigeno/anno, secondo questi studi, condotti negli Stati Uniti, un ettaro di alberi può produrre ossigeno per circa 35 persone. Ancora, pur variando la produzione netta annua di ossigeno in funzione delle specie arboree, delle dimensioni, dello stato sanitario e dell’ubicazione si stima che un albero sano, come ad esempio un frassino alto 10 metri, produca circa 118 kg di ossigeno netto all’anno. Quindi due alberi sani, di medie dimensioni, possono fornire l’ossigeno richiesto da una singola persona nel corso di un anno. Allora, questi alberi artificiali quanto ossigeno producono?
Infine, nell’articolo non si tiene conto di tutte le altre, altrettanto importanti, esternalità positive legate alla presenza di alberi. Infatti, è fondamentale il ruolo esercitato dalla vegetazione, in particolar modo arborea, sulla riduzione dell’inquinamento dell’aria da particelle microscopiche sospese che, potenzialmente, può causare le più severe e dannose malattie per l’apparato respiratorio che si possano riscontrare in ambiente urbano o extraurbano. Non meno importanti sono i benefici collegati con il risparmio energetico che la presenza degli alberi produce, in termini di minori spese di condizionamento (ombreggiamento) e di riscaldamento (effetto protezione dal vento).

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Buon Compleanno a “Georgofili INFO”

“Georgofili INFO” compie un anno. Il 1° settembre 2010 usciva il primo numero con un saluto ai lettori del Presidente Franco Scaramuzzi, il quale sottolineava la volontà dei Georgofili di rendere più facile ed immediata la comunicazione delle notizie che interessano il mondo legato alle attività agricole, dichiarando la completa disponibilità al dialogo con i lettori.
Sappiamo che la strada da percorrere è ancora molta, ma crediamo di essere riusciti a dare un buon contributo alla diffusione di informazioni attendibili ed autorevoli su tutto quanto ruota intorno al “settore primario”, oggi troppo spesso ignorato, trascurato e considerato “secondario”, a dispetto del suo ruolo che è legato alla stessa sopravvivenza del genere umano.
La realizzazione di questo sito di informazione, così come l’apertura di una pagina dell’Accademia dei Georgofili su Facebook, ci ha permesso di dialogare anche al di fuori del mondo scientifico. Desideriamo ringraziare tutti coloro che hanno offerto la loro collaborazione, anche solo ponendoci domande e dandoci suggerimenti, per consentirci di migliorare sempre più il compito che ci eravamo proposti.

                                                                         

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Olio: la cultura del prodotto a tutela del consumatore

Il vero problema che attanaglia l’olio extravergine di oliva, limitandone il consumo e la crescita sui mercati è la sua scarsissima conoscenza da parte del consumatore

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La natura lo sa meglio!

Se voi passaste in campagna accanto ad un cardo di montagna e aveste la sgradevole sensazione dei fiori che vi si attaccano al vestito, che cosa fareste ? Li togliereste.

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Genomica e Biotecnologie applicate all’Agricoltura: quali prospettive?

Si è svolto il 26 luglio scorso a Roma nella sede del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali il workshop: Genomica e Biotecnologie applicate all’Agricoltura: quali prospettive?  Iniziativa che, alla luce delle nuove acquisizioni di conoscenza globale dei genomi, si proponeva come obiettivo un confronto di idee sulle prospettive di sviluppo della genomica e delle biotecnologie e delle loro applicazioni in agricoltura, così da iniziare a definire una strategia-paese.
Le relazioni dei genetisti Michele Morgante, Elisabetta Lupotto e Luigi Cattivelli hanno evidenziato con grande chiarezza i contributi che la genetica ha fornito in termini di nuove varietà coltivate dagli agricoltori, indicando le nuove grandi prospettive che si aprono con la genomica e la “necessità” pertanto di continuare a modificare geneticamente le piante e a selezionarle per assicurare quantità e qualità di cibo all’umanità.  Non solo con incrocio, mutagenesi e selezione ma anche con le tecniche di ingegneria genetica che hanno ormai portato 15 milioni di agricoltori a coltivare nel mondo 150 milioni di ettari di piante geneticamente modificate (PGM o OGM). Molti problemi di suscettibilità alle fitopatie possono essere risolti nella vite trasferendo geni di resistenza da varietà selvatiche, così pure il “brusone batterico” del riso, le “fusariosi” del grano o la ticchiolatura del melo.
Dobbiamo convincerci che cibo, energia, ambiente sono un insieme inscindibile e ineludibile che richiede scelte coraggiose e non parziali. Il problema non si esaurisce all’interno del Ministero delle Politiche Agricole e la soluzione non sta in una presunta (falsa) superiore qualità del prodotto non-ogm. Il cibo e l’agricoltura sostenibile riguardano  anche i Ministeri dell’Ambiente, dello Sviluppo Economico, della Ricerca scientifica,  della Salute, del Turismo, della Cultura,  e degli Affari Esteri. Una parte del lavoro che i governi dovrebbero fare lo stanno già facendo gli agricoltori, i ricercatori e le imprese. E’ necessario costruire una governance in sede locale, nazionale e internazionale.

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Lactalis - Parmalat: la latitanza della politica industriale italiana

Si è chiuso in sei mesi il blitz di Lactalis sul gruppo Parmalat, tanti quanti ne sono occorsi per portare la sua quota di proprietà da pochi punti percentuali ad oltre l’80% del capitale. Finisce così la storia di Parmalat, protagonista di uno dei più gravi scandali finanziari e poi di un risanamento che ne  ha dimostrato le potenzialità. E si apre la strada ad una doppia serie di riflessioni.
La prima riguarda la grande attenzione iniziale, concentrata su tre questioni: la salvaguardia dell’italianità delle nostre imprese,  la strategicità del settore, la latente tensione con la Francia. Tre argomenti che hanno smosso il Governo a decretare d’urgenza sulla salvaguardia dei settori strategici, comunque troppo tardi, e a rendere disponibile la Cassa Depositi e Prestiti per compiti impropri. La seconda, più amara, è che l’attenzione è scesa e al dunque nessuno si è mosso: né le banche, ancora una volta ambigue, né qualche imprenditore in veste di Cavaliere Bianco.

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Piante rampicanti e adattamento

Tra i molteplici adattamenti morfo-fisiologici delle piante all’ambiente, facilmente osservabili e, forse, per questo, poco considerati, sono quelli delle piante rampicanti. Questi adattamenti coinvolgono modificazioni di differenti parti vegetali (fusto, foglia, radice) e conseguenti cambiamenti anatomici interni.

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Carne clonata: nessun rischio per la salute

Sempre più spesso i mezzi di comunicazione danno grande rilevanza a notizie, che spesso notizie non sono, riguardanti possibili prodotti derivati da animali clonati o presunti tali, che sarebbero stati introdotti nella catena alimentare umana.  Le agenzie accreditate ad esprimere giudizi in merito alla sicurezza alimentare (EFSA e FDA), dopo un lungo processo di valutazione dei dati scientifici disponibili, hanno concluso che non esiste un rischio per il consumo di latte e carne proveniente da animali clonati e non si capisce perché si continui a prospettare l’eventuale consumo di questi prodotti come un attentato alla salute umana!

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Chi produrrà gli alimenti primari?

Si deve rilevare una pericolosa tendenza ad uno sviluppo che prescinde dalle attività agricole. Questo è il più grave errore che viene oggi diffusamente commesso da parte di chi misura l’importanza dell’agricoltura solo attraverso il fuorviante metro del PIL. Si dimentica che il problema delle morti per fame nel mondo è tutt’altro che superato e che la FAO, previsto il forte aumento della popolazione mondiale e delle sue esigenze alimentari nei prossimi decenni, ha dichiarato la necessità di raddoppiare la complessiva produzione agricola attuale di questo settore. Non ritenendo però possibile estendere le superfici arabili mondiali, anche per ragioni di tutela ambientale, la stessa FAO ritiene che occorrerà soprattutto aumentare ulteriormente le produzioni unitarie, facendo leva sulle potenzialità delle nuove acquisizioni scientifiche, a cominciare da quelle sulla genetica molecolare. Anziché continuare ad incrementare la fertilità ambientale con dosi più elevate di elementi nutritivi (acqua, concimi, ecc.), peraltro sempre meno disponibili e sempre più costosi ed inquinanti, dovremo confidare nella disponibilità di nuove piante geneticamente modificate, capaci di incrementare e migliorare le produzioni anche in condizioni ambientali meno fertili e favorevoli.

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