Dialoghi sull’ Agroindustria: “Biofortificazione degli alimenti: una nuova frontiera”

Dialogo con Giovanni Giuliano, Dirigente di Ricerca, Centro Ricerche Casaccia-Roma.

Paolo Ranalli e Giovanni Giuliano 09 July 2025

Ranalli - Giovanni, una frontiera avanzata delle ricerche nell’agroindustria è l’aumento del contenuto di specifici micronutrienti nelle parti commestibili delle piante (tuberi, semi, frutti o foglie) (biofortificazione), senza compromettere la resa in campo. Ritieni che questo target sia in generale perseguibile?

Giuliano - Vi sono alcune domande di base a cui bisogna dare risposta prima di intraprendere una strategia di biofortificazione, quali: Esiste una reale carenza nutrizionale per il micronutriente sotto studio? Quali ne sono le cause? Le vie biosintetiche - o nel caso di micronutrienti minerali come ferro, zinco e iodio, i fattori che ne mediano assorbimento ed accumulo – sono adeguatamente studiate? La loro ingegnerizzazione interferisce con la produttività/resilienza della pianta? Esiste sufficiente variabilità genetica per il micronutriente sotto studio, o bisogna ricorrere ad approcci biotecnologici? La modifica del micronutriente può provocare accumulo di metaboliti indesiderati? Il micronutriente è stabile durante la conservazione della derrata e facilmente assimilabile (biodisponibile)? Esistono alternative facili e poco costose alla biofortificazione? La tecnologia usata ed il contesto regolatorio permettono un rapido trasferimento al mercato del prodotto?
Mi aiuto con qualche esempio: L’avitaminosi A è un grave problema nutrizionale che, in forma subclinica o clinica, colpisce oltre il 40% della popolazione in Asia ed Africa, principalmente i bambini, con conseguenze importanti sulla loro salute. Il “golden rice II”, ottenuto tramite espressione nel seme di due enzimi per la biosintesi dei carotenoidi, contiene livelli di beta-carotene (provitamina A) sufficienti ad assicurare la dose giornaliera consigliata di vitamina A in popolazioni per cui il riso è una fonte primaria di calorie (principalmente Asia meridionale e Sud-orientale); la conversione del beta-carotene in vitamina A è alta (2:1 su base molare). 

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Strategia europea per le scienze della vita e bioeconomia: un percorso evolutivo e le nuove sfide

Antonio Di Giulio 09 July 2025

Il 2 luglio 2025 la Commissione europea ha pubblicato una nuova comunicazione sulla strategia per le scienze della vita dal titolo “Scegli l’Europa per le scienze della vita: Una strategia per fare dell’UE il luogo più attrattivo al mondo per le scienze della vita entro il 2030”, che si inserisce anche nel solco tracciato dalla prima strategia europea sulle scienze della vita del 2002. Quest’ultima, importante punto di partenza, aveva già definito le scienze della vita come un settore cruciale per l’innovazione e la competitività dell’Unione Europea (UE). Nel frattempo, anche la strategia europea per la bioeconomia, avviata nel 2012 e aggiornata nel 2018, ha rappresentato un tassello fondamentale, enfatizzando l’uso sostenibile delle risorse biologiche per sviluppare un’economia verde e circolare. Ora, la nuova comunicazione fa un passo avanti proponendo azioni concrete per il rafforzamento delle scienze della vita per meglio comprendere i sistemi viventi, dall’essere umano, agli animali, alle piante, ai microrganismi fino agli ecosistemi e alle loro interconnessioni, attraverso discipline spesso interrelate. Il progresso nella comprensione dei meccanismi biologici ha aperto nuove opportunità per applicazioni in diversi settori, come la salute, il cibo e l’agricoltura. La forza innovativa risiede anche nell’uso di tecnologie come le biotecnologie, la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale (IA). Tra l’altro le biotecnologie, essenziali per avanzare nella conoscenza delle scienze della vita, rappresentano anche un settore a sé stante, con applicazioni che spaziano dal settore alimentare e sanitario a quello industriale e cosmetico.

Importanza del settore delle scienze della vita e della ricerca & innovazione
La comunicazione riporta l’importanza dei settori europei delle scienze della vita quali ad esempio, salute, agricoltura, alimentazione, settori basati su risorse biologiche, l’ambiente, che contano 29 milioni di occupati (2022) ovvero 13,6% dell’occupazione totale nell’UE e generano un valore aggiunto di 1.5 mila miliardi di euro, circa il 9,4% del PIL dell’Unione. Negli ultimi dieci anni, questi settori hanno registrato una crescita annuale costante tra il 4% e il 7% del loro valore aggiunto. Inoltre, la nuova strategia pone l’accento sul potenziamento della ricerca e sviluppo, valorizzando le sinergie tra università, centri di ricerca e imprese e promuovendo un approccio integrato e coordinato lungo tutta la catena del valore. Un elemento fondamentale della strategia è la valorizzazione della ricerca e sviluppo (R&S) per sostenere la competitività e l’innovazione in tutti i segmenti delle scienze della vita. A tal proposito, la comunicazione evidenzia come l’intensità degli investimenti privati in R&S (Lasarte-López et al., 2025), vari significativamente tra i diversi settori: le biotecnologie per la salute mostrano un’intensità di investimento pari al 15% del valore aggiunto, mentre i settori dell’agricoltura e dell’alimentazione si attestano rispettivamente intorno al 3% e al 4%. Questi dati sottolineano l’importanza di un forte impegno nella ricerca per mantenere e rafforzare la leadership europea nei settori strategici.

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Packaging e sostenibilità: il ruolo chiave dell'Industria Alimentare

A colloquio con Gabriele Cardia, Vicedirettore di Federalimentare, Responsabile Area Ambiente.

Giulia Bartalozzi 09 July 2025

In un settore agroalimentare moderno dove il packaging ha assunto un ruolo strategico fondamentale, andando ben oltre la sua funzione originaria di semplice contenitore, l'industria sia affrontando le sfide legate alla sostenibilità, alla sicurezza e all'innovazione nel confezionamento. In questo contesto dinamico, il Dott. Cardia ci ha fornito la prospettiva di Federalimentare, illustrandoci il punto di vista dell’industria alimentare riguardo al ruolo del packaging nell’ottica della transizione verso un'economia più sostenibile e competitiva.

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Il Presidente dei Georgofili tra i premiati del Premio Internazionale Carlo Levi 2025

Stefania De Pascale 09 July 2025

Il Presidente dell’Accademia dei Georgofili, Prof. Massimo Vincenzini, è stato insignito del prestigioso Premio Internazionale Carlo Levi, riconoscimento che celebra personalità del mondo della cultura, della scienza, dell’arte e dell’informazione distintesi per l’impegno nella valorizzazione del Mezzogiorno e nella promozione dell’identità culturale italiana.

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