Notiziario

Errare humanum est ...

Nel corso della formazione dell’attuale Governo Monti, ad un certo punto il “Toto-Ministri” aveva omesso di considerare il Ministero dell’Agricoltura. Si diffuse allora il timore, autorevolmente condiviso, che si intendesse abolirlo. Data la sempre più scarsa considerazione nei confronti del nostro settore primario e tenuto conto che l’intento di abolire questo Ministero non è nuovo nel nostro Paese (anche perché approvato con un referendum popolare nel 1993), quei timori non erano infondati e tenevano conto anche dalla indicazione che si stava decidendo di ridurre il numero dei Ministeri.
Per l’agricoltura fu giustamente nominato un Ministro con portafoglio. Nessuno però ha sentito il bisogno di chiarire e smentire la cause di quei timori.
Nei giorni scorsi, la nomina dei Sottosegretari ha riacceso ancora qualche perplessità. Nell’elenco ufficiale diramato con i nomi dei Sottosegretari ne figurava anche uno per l’agricoltura: “Francesco Braga”. Nessuno però lo ha visto firmare e giurare al Quirinale martedì mattina e le agenzie di stampa hanno interpellato due professori, Francesco Braga e Franco Braga (rispettivamente della Cattolica di Milano e della Sapienza di Roma). Pare che nessuno dei due sia il designato. Siamo quindi ancora in attesa di sapere se e chi sarà il Sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura.
E’ incredibile che il settore primario possa essere così trascurato. Non si può indebolire l’immagine del Ministero che rappresenta la nostra Nazione nei consessi mondiali nei quali l’agricoltura è oggi al centro delle soluzioni di grandi problemi quali la sicurezza alimentare, gli effetti dei cambiamenti climatici, le risorse energetiche rinnovabili, ecc..
Qualcuno dia una dovuta, autorevole spiegazione.

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CHI E' IL SOTTOSEGRETARIO ALLE POLITICHE AGRICOLE?

Di quasi certo c'e' solo il nome: Francesco o Franco Braga. Per il resto sul nuovo Sottosegretario all'Agricoltura aleggia il mistero. Franco Braga, professore ordinario di tecnica delle costruzioni alla Sapienza di Roma, interpellato al telefono, risponde candidamente di non sapere ancora se e' lui la persona nominata dal presidente Monti. Francesco Braga, docente all'Universita' di Guelph (Canada) e collaboratore dell'alta scuola di economia agroalimentare dell'Universita' Cattolica del Sacro Cuore, raggiunto al telefono da conoscenti, dice di non saperne nulla. Il segretariato della Presidenza del Consiglio intanto pare propendere per il primo, ma anche in questo caso senza dare per ora conferme. Comunque né l'uno né l'altro ha partecipato alla cerimonia del giuramento nelle mani del presidente del consiglio Mario Monti.

Mentre scriviamo, mercoledì 30 novembre 2011 alle ore 10.00, la pagina web del sito del MiPAAF (http://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/173) non riporta ancora alcun nome alla voce Sottosegretario.

(Da Agrapress ANNO XLIX - N. 359 del 29/11/2011)

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Paolo De Castro e la nuova PAC ai Georgofili

Il georgofilo Paolo De Castro ha svolto a Firenze, il 24 novembre, presso la sede accademica, una lettura su “La Nuova Politica Agraria Europea”, organizzata in collaborazione con la UNASA (Unione Nazionale Accademie per le Scienze Agrarie).

Ha illustrato il complesso metodo di lavoro adottato dalla U.E. dopo il Trattato di Lisbona ed è entrato nel merito dei contenuti della nuova PAC 2013-2020, da poco approvata dalla Commissione Europea. Ha evidenziato alcune incognite relative ai tagli previsti nei bilanci europei ed ha previsto una lunga discussione che certamente porterà a modifiche del testo attuale (ancora non disponibile in lingua italiana), con il conseguente rischio che la PAC non entri in vigore alla scadenza del 1° gennaio 2014.

Non ha mancato di evidenziare la necessità che la PAC contempli anche problematiche nuove rispetto al passato, a cominciare da quelle relative alla sicurezza alimentare, all’instabilità dei mercati, all’aumento costante dei prezzi destinato ulteriormente a salire, alla crescita della domanda di commodities alimentari (già doppia rispetto all’ offerta), dovuta non solo all’aumento demografico mondiale ma anche all’incremento dei redditi soprattutto nei Paesi “BRIC” (Brasile, Russia, India, Cina). Mentre i terreni coltivabili sulla Terra non sono ulteriormente estensibili ed è necessario puntare sull’incremento delle produzioni unitarie, facendo assegnamento sulla ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico.
“Se tutta la popolazione mondiale dovesse cibarsi seguendo il modello degli occidentali, non si potrebbe sfamarla neppure colonizzando altri pianeti!”.

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L’utopia tranquilla delle piante – beati i miti perché erediteranno la terra

Le piante hanno comportamenti sofisticati ed evoluti,  una vita sociale meravigliosamente ricca ed, in generale, una affascinante complessità che per millenni è rimasta sepolta sotto la loro apparente immobilità. Mitezza contro violenza, fissità contro movimento, autotrofia contro eterotrofia, lentezza contro velocità, piante ed animali sono il risultato di scelte evolutive opposte. Inermi, alla base della catena alimentare, eppure capaci di colonizzare la Terra fino a rappresentarne il 98% della biomassa, nella vita delle piante esiste un’idea utopistica e rivoluzionaria, che ne rende avvincente ed imprevedibile il loro studio.  Unici organismi viventi realmente “verdi” (in tutti i sensi), hanno evoluto strategie di comportamento così diverse da quelle degli animali da essere per noi una fonte inesauribile di originalissimi insegnamenti. Senza l’aggressività e prepotenza degli animali, senza la pressante necessità di uccidere per sopravvivere, le piante sono la realizzazione terrena del discorso della montagna: sono loro i miti che un giorno erediteranno la terra.

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Cavour ai Georgofili

E’ aperta al pubblico presso l’Accademia dei Georgofili l’esposizione itinerante “Camillo Benso di Cavour e il suo tempo”, che completa il suo giro nelle tre capitali d’Italia: Roma, Torino e Firenze, nel quadro delle manifestazioni per il 150° anniversario dell’Unità nazionale.  A Roma è stata inaugurata il 18 gennaio 2010 alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
A Firenze la mostra è stata allestita presso i Georgofili, ed arricchita con documenti e manoscritti unici tratti dall’archivio dell’Accademia, in quanto Camillo Benso di Cavour ne è stato accademico onorario dal 1851.
Egli apprezzava e perseguiva le concezioni liberistiche dei mercati; in una lettera (esposta in mostra), auspicava che la Toscana ed il Piemonte potessero servire l’una di esempio all’altro: la prima quale “portatrice delle verità economiche”, il secondo quale felice esempio dell’applicazione di “quelle politiche”. Era un agricoltore appassionato ed innovativo: la sua opera agraria fu apprezzata da Cosimo Ridolfi che ne riferì in una apposita Memoria letta in Accademia il 5 settembre 1858.

L’esposizione sarà visitabile fino al 16 dicembre p.v., con ingresso libero (il pomeriggio dalle 15 alle 18, dal lunedì al venerdì).

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Applicazioni della genomica per la zootecnia

La disponibilità di nuove tecnologie di genetica molecolare ha permesso  un forte sviluppo della genomica come disciplina scientifica risultante dalla convergenza di genetica, biologia molecolare e bioinformatica.  In particolare l’applicazione di questi nuovi e potenti strumenti di ricerca e di studio alla  zootecnia e la loro continua innovazione ha messo a disposizione una enorme mole di  informazioni  sulle sequenze dei genomi della maggior parte delle specie allevate e numerosi geni e marcatori associati con la variabilità fenotipica di  caratteri di interesse zootecnico. E’ stato portato a termine per  quasi tutte le specie di interesse zootecnico il sequenziamento completo del genoma.
La conoscenza del genoma rappresenta lo strumento più importante per introdurre rilevanti innovazioni nel campo del miglioramento genetico. I progressi scientifici nell’ambito della genomica riguardano sia la genomica strutturale che la genomica funzionale.

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Il legno materiale per un'edilizia sostenibile

Il legno si può considerare appieno un materiale “bio” e “tecnologico”, ossia caratterizzato da una matrice di origine biologica che si presta a essere plasmata da interventi di tipo tecnologico, di differente intensità, che consentono di realizzare edifici e strutture anche di notevoli dimensioni. Non va però dimenticato che, qualsiasi sia la costruzione realizzata, è fondamentale si crei uno stretto collegamento tra gli elementi architettonico-ingegneristici e quelli propri dell’approvvigionamento della materia prima e della gestione delle foreste da cui essa deriva.
Solo in questo modo il crescente interesse nell’utilizzo del legno per costruzioni di tipo civile potrà tradursi in uno stimolo all’intera filiera foresta-legno-edilizia.
I vincoli progettuali di un fabbricato di legno debbano confrontarsi con il materiale impiegato, la struttura o la forma del fabbricato e delle sue componenti, la realizzazione o il montaggio, le funzioni e l’utilizzazione del fabbricato.
Benché il legno manifesti una serie di elementi critici (limitata durabilità, infiammabilità, fragilità), l’attenta scelta della specie, le modalità di impiego e le lavorazioni cui può essere sottoposto, consentono di ottenere un materiale per impieghi strutturali con prestazioni del tutto comparabili con quelle dell’acciaio e superiori a quelle del calcestruzzo armato.
Costituiscono una valida testimonianza a queste considerazioni i grandi edifici, realizzati anche nei secoli scorsi, e che ancora oggi manifestano resistenza e funzionalità.

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TOTO-MINISTRI: omissioni colpose o errori strategici?

Il Toto-Ministri aperto dai mass media è stato definito fantasioso. Ciò nonostante può essere significativo il fatto che esso abbia costantemente ignorato il Ministero dell'Agricoltura.
Può trattarsi di un altro sintomo dello scarso interesse del mondo politico e dei mass media nei confronti del settore primario, ormai diffusosi anche nell'opinione pubblica. Ma potrebbe invece trattarsi di un intento, già ripetutamente manifestatosi nel passato, di cancellare il Ministero dell'Agricoltura, affidandone le funzioni eventualmente ad un Sottosegretariato.
Questa sensazione è stata percepita da numerose ed autorevoli organizzazioni agricole (Confagricoltura, CIA, Copagri, Agci Agrital, Lega Pesca, Coldiretti) e dagli stessi Presidenti delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato (Paolo Scarpa Bonazza Buora e Paolo Russo), dai rappresentanti PD nella Commissione Agricoltura della Camera (Angelo Zucchi e Luciano Pizzetti), nonché dal Ministro uscente Saverio Romano, che hanno già aperto una corale e giusta protesta, espressa anche questa mattina, come tempestivo invito al Presidente del Consiglio incaricato, Prof. Monti, a non rendersi colpevole di una decisione storica che metterebbe in dubbio il suo valore anche di studioso,  conoscitore dei problemi socio-economici mondiali e della importanza strategica globale dell’agricoltura.

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Come i denti di leone ci insegnano a volare

La natura fornisce un database meraviglioso da cui prendere in prestito idee, concetti e disegni e la biomimetica nasce proprio con lo scopo di trovare soluzioni ai problemi ingegneristici grazie al trasferimento tecnologico di soluzioni semplici provenienti dal mondo biologico.
L’elevata affidabilità che caratterizza queste soluzioni biologiche sta nel fatto di essere il risultato della lunga evoluzione della vita sulla terra, e la crescente attenzione che questa nuova disciplina sta avendo a livello europeo, risiede nella produttiva combinazione di competenze ingegneristiche e biologiche, che insieme contribuiscono allo sviluppo di applicazioni, dall’alta tecnologia alla vita quotidiana.
L’Advanced Concepts Team dell’Agenzia Spaziale Europea  (ESA)  sta, tra le altre cose, studiando i meccanismi di dispersione dei semi per estrarre nuove idee e concetti utili ai fini dell’esplorazione spaziale: metodi di locomozione derivanti dai cespugli rotolanti del deserto, trivelle ispirate dai semi che si auto-sotterrano e piccoli paracaduti presi in prestito dai denti di leone.
Se le piante sono riuscite a colonizzare ogni angolo della Terra con i propri semi, perché noi non possiamo provare a prendere qualche spunto da loro per l’esplorazione del sistema solare?

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La riduzione della superficie agraria in Toscana dall'Unità nazionale ad oggi

Generalmente, in ambito nazionale e non, si fa riferimento al concetto di consumo del suolo come misurazione, in rapporto alla superficie disponibile, del territorio occupato da insediamenti o infrastrutture.
Per quanto riguarda la situazione italiana, l’Osservatorio Nazionale sul consumo di suolo ha messo in evidenza una generale mancanza di dati, aggiornati ed affidabili, la mancanza di una codifica che consenta l'effettuazione di confronti coerenti, l’utilizzo insufficiente e non sistematico di tecnologie e dati da remote sensing, come l’inadeguato aggiornamento di quadri regionali da cui deriva in molti casi l’impossibilità di effettuare confronti, alla medesima soglia storica, di dati provenienti da più regioni.
L’irreversibilità delle trasformazioni che determinano dissipazione della risorsa suolo è destinata a tradursi in grave limite al benessere, allo sviluppo sociale, alle opportunità concesse alle future generazioni con perdita e/o degradazione di superfici idonee alla produzione agricola, di biodiversità e qualità paesaggistica; crescente inefficienza energetica e funzionale di un modello insediativo estensivo ad alta domanda di trasporto e conseguente generazione di inquinamento atmosferico, perdita dei sistemi regolativi connessi ai cicli biogeochimici e a quelli idrogeologici che nel suolo hanno sede.

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Firenze, 4 novembre: l’Accademia dei Georgofili ricorda l’alluvione

L’Accademia dei Georgofili ha conservato nel proprio salone di ingresso il ricordo costante della terribile alluvione del ’66. Un grande affresco e 12 litografie del Maestro Luciano Guarnieri che non vengono esposti solo il 4 di novembre, ma restano lì sempre, ogni giorno, offrendo a tutti un luogo che ricorda quel terribile evento.
Il Maestro Luciano Guarnieri realizzò un affresco dedicato al “Salvataggio della Croce del Cimabue” e 12 litografie raffiguranti vari scorci di Firenze devastata dalla inondazione dell’Arno. Le litografie furono subito riprodotte e messe in vendita per beneficenza in favore delle famiglie alluvionate. L’affresco fu presentato al museo “Come nasce un affresco” nella sala del Capitolo della chiesa del Carmine , poi fu ospitato in Santa Croce e in Santa Maria del Fiore e infine definitivamente donato all’Accademia dei Georgofili insieme alle 12 litografie originali, rimaste in mano al Maestro.
Quel crocifisso, diventato simbolo dell’arte fiorentina offesa ma non distrutta, è stato accolto nella Sede accademica, non a caso dopo il restauro che seguì l’atto dinamitardo da questa subìto nel 1993.

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Scoperta la resistenza delle piante alle inondazioni grazie al loro sensore per l'ossigeno

Un gruppo di ricercatori europei ha fatto una importante scoperta concernente il meccanismo messo in atto dalle piante per resistere alla sommersione.
Da alcuni decenni si cercava di capire come certe specie vegetali  fossero particolarmente adattate a queste condizioni, mentre molte altre non riescono a sopravvivere.
Gli studiosi hanno scoperto che la proteina delle cellule vegetali RAP2.12, viene costantemente distrutta nelle normali condizioni di presenza di ossigeno, ma - e questo è il significato centrale  della scoperta - in condizioni di minore disponibilità di ossigeno (ad es. sommersione), la stessa proteina rimane stabile ed attiva una risposta di adattamento alla nuova situazione avversa.
Il risultato è doppiamente importante perché rappresenta un'acquisizione di nuova conoscenza sul piano strettamente biologico-vegetale, ma, come accade per tutti gli studi severamente condotti, è ricco di risvolti sul piano applicativo, basti pensare quanto il flagello delle improvvise e massicce sommersioni si abbatta su vaste aree agricole del pianeta; pertanto la selezione di varietà coltivate per ambienti soggetti ad eventi alluvionali sarà certamente favorita.

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Il futuro appartiene alla idee innovative: la biomimetica ce lo insegna

Liberiamoci dal pregiudizio che le piante siano esseri inanimati, incapaci di sentire e di agire con una loro intelligenza. Osserviamole attentamente, come da anni stanno facendo i  ricercatori del LINV (laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale) guidati dal prof. Stefano Mancuso e scopriremo che il mondo vegetale ha tanto da insegnarci. Dall’analisi del comportamento dei vegetali è infatti possibile trarre ispirazione per innovazioni tecnologiche utili all’Uomo. A realizzare materialmente queste invenzioni poi ci pensa il Centro di MicroBioRobotica dell’IIT, Istituto Italiano di Tecnologia, la cui coordinatrice Barbara Mazzolai è stata, assieme a Stefano Mancuso, l’ideatrice del workshop internazionale che si è svolto il 24 ottobre 2011 presso l’Accademia dei Georgofili.
Hanno partecipato esperti provenienti da tutta l’Europa (UK, Olanda, Germania, Spagna e, ovviamente, Italia), a spiegare per esempio come l’ESA abbia utilizzato i movimenti dei semi che cadono dalle piante per progettare il volo di certe navicelle spaziali, come si stia cercando di imitare i movimenti di alcune velocissime piante carnivore per nuovi sistemi di attuazione, come nel mondo vegetale esistano dei materiali così resistenti  che possiamo utilizzare nella costruzione di oggetti utili all’uomo.
Le piante sono come esseri umani “rovesciati”: la parte che “pensa” e che si nutre è collocata in basso. Secondo le scoperte del prof. Mancuso, gli apici radicali riescono a dialogare tra loro attraverso impulsi elettrici e modificano il loro comportamento adattandosi a quello che percepiscono intorno a loro. Dall’imitazione di tutto questo è nato il plantoide, il primo robot ispirato al mondo vegetale, che aiuterà l’Uomo nelle indagini del suolo, utilizzando dei veri e propri apici radicali meccanici, progettati nel Centro di Ricerca dell’IIT.

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Produzione di bioidrogeno ed energia rinnovabile da residui agro-zootecnici

Continuare a dipendere in modo sostanzialmente esclusivo da sorgenti energetiche fossili pone, già dal prossimo futuro, sfide insostenibili in termini sia di sicurezza di approvvigionamento, sia di effetti delle emissioni sul clima del pianeta e sulla qualità dell’aria nelle aree urbane.
L’idrogeno, grazie alle sue caratteristiche di altissima sostenibilità ambientale, rappresenta una delle più promettenti alternative prese in considerazione per gli scenari energetici del futuro. Oggi è principalmente ricavato da idrocarburi, ma è del tutto evidente che il complesso di benefici legati alla sua introduzione nel sistema energetico non può prescindere dallo sviluppo di filiere basate su fonti rinnovabili, e non su quelle fossili.
Accanto all’elettrolisi dell’acqua e al frazionamento termochimico di composti organici, la produzione di idrogeno per via biologica (il bioidrogeno) costituisce un processo molto promettente, con interessanti potenzialità applicative messe in luce da diverse ricerche di laboratorio condotte negli ultimi anni.
Il progetto AGRIDEN finanziato da Regione Lombardia – D.G.Agricoltura ha considerato, in particolare, una semplice variante del classico processo di digestione anaerobica, basata su una tipologia di reattori bi-stadio nei quali, accanto alla produzione di biogas ricco in metano, si realizza una produzione aggiuntiva di quantità significative di bioidrogeno.
Dato l’enorme potenziale di diffusione nelle aree agricole del nord del Paese, le biomasse studiate nel progetto sono state effluenti zootecnici miscelati a scarti ortofrutticoli, perseguendo l’idea piuttosto affascinante di produrre idrogeno -il vettore energetico più pulito che si conosca- a partire da biomasse di scarto che, se non opportunamente trattate, costituirebbero un macroscopico fattore di impatto ambientale.

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Alberi in città

L’ONU ha dedicato l’anno 2011 alle foreste e patrocinato centinaia di eventi scientifici e divulgativi su tale tema. La Facoltà di Agraria di Pisa ha organizzato in questo contesto una giornata di studio, svoltasi il 14 ottobre e dedicata agli “Alberi in città”.

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Ampelografia per immagini

Nel 1898,  Mazade, professore d’ampelografia a Montpellier, scriveva: “In un dato ambiente, passare frequentemente in vigneto consente d’ottenere un ricordo visivo dei vitigni principali. Questo ricordo visivo è preferibile alla migliore delle descrizioni perché è proprio la fisionomia del vitigno che rimane impressa nella memoria e serve da riferimento e termine di paragone. Questa fisionomia è certo il risultato dell’impressione causata dall’insieme di elementi parziali. Ma, in genere, questi caratteri parziali, non essendo stati oggetto d’un esame separato condotto con sufficiente attenzione, sfuggono al ricordo. Semplicemente dall’insieme emerge un’immagine complessiva, specifica per ciascun vitigno, impressione che serve da guida nella maggior parte dei casi”.
Nelle descrizioni ampelografiche sono riportate caratteristiche:
•    morfologiche,
•    fenologiche,
e osservazioni  su attitudini:
•    colturali,
•    produttive,
•    esigenze pedoclimatiche,
•    resistenza eventuale a patogeni, ecc.

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Fabbricati rurali: al via le variazioni catastali

I fabbricati rurali sono solo quelli iscritti in catasto nella categorie A/6 e A/6-R (per gli abitativi) e in categoria catastale D/10 (per i non abitativi). Tutti i fabbricati comunque denominati appartenenti alle altre categorie non sono “rurali” almeno ai fini fiscali. Si tratta di una conclusione non prevista in quanto anche l’Agenzia del territorio era di diverso avviso ma è prevalso l’orientamento della Corte di Cassazione.
Con il Decreto del Ministro dell’Economia e delle  Finanze del 14 settembre 2011 (Pubblicato della  G. U. n. 220 del 21 settembre 2011)  sono state definite le modalità di presentazione delle domande di variazione catastale e delle relative autocertificazioni di cui all’art. 7, comma 2- bis e seguenti del D.L. n. 70/2011 per le quali i fabbricati iscritti in catasto per i quali sussistono i requisiti di ruralità di cui all’art. 9 del D.L. n. 557/93 ma non censiti nella categorie rurali A/6 e D/10.

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“VERTICAL FARMING”: un’idea affascinante ma troppo poco sostenibile

Negli ultimi anni si parla sempre più frequentemente di vertical farming come testimoniato dal moltiplicarsi di convegni, dibattiti e seminari sui vari aspetti del tema. Purtroppo, all’infittirsi di proposte, progetti e realizzazioni, non sempre si accompagna un lavoro di approfondimento scientifico e di conoscenza che, a mio parere, rappresenta la condizione necessaria perché si possano realmente valutare i potenziali benefici di questa tecnica. Questo sistema ideato da Dickson Despommier, retired professor di Scienza della Salute ambientale alla Columbia University di New York, prevede  la costruzione di una fattoria verticale, ossia un grattacielo-serra che produce cibo ed è in grado di sfruttare il terreno in modo molto più intensivo rispetto all'agricoltura tradizionale.
Un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore di venerdì 7 ottobre 2011, analizza in modo corretto i pro ed i contro di questo sistema, indubbiamente affascinante, ma che presenta numerosi problemi che non sono soltanto relativi ai costi, ma alla reale sostenibilità ambientale di queste realizzazioni, la cui “carbon footprint” nessuno ha calcolato ma che, con ragionevole certezza, è, al momento attuale, notevolmente superiore ai benefici ambientali apportati. A commento dell’articolo, deve inoltre essere evidenziato che le vertical farms altro non sono se non l'apoteosi di un concetto più vasto che già oggi rappresenta una realtà per nulla trascurabile, cioè quello dell'agricoltura urbana, al cui interno si trovano realtà molto più modeste, ma di assai più facile e rapida realizzazione, quali le serre e gli orti urbani, i tetti verdi ad uso anche alimentare, le microcoltivazioni domestiche, ecc., che, a mio avviso, meritano di avere lo stesso rilievo del vertical farming.

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Il legno come fonte per l'industria

L’anno 2011 è stato proclamato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite e dalla FAO, l’Anno Internazionale delle Foreste, per celebrare e rendere partecipe l’opinione pubblica mondiale dell’essenziale ruolo ambientale e produttivo che sempre più viene riconosciuto agli alberi e alle foreste, a livello internazionale. L’attualità registra, infatti, un interesse crescente per gli ecosistemi forestali come importanti sistemi di regolazione del clima e di assorbimento e mitigazione dei gas serra e di altri composti inquinanti, che stanno svolgendo un ruolo fondamentale anche nelle varie conferenze mondiali sull’ambiente e sul clima, come nella prossima Conferenza di Durban in Sud Africa, in programma quest’anno nel mese di dicembre, dove i governi di tutto il mondo saranno chiamati ad avviare il nuovo Protocollo di Kyoto, o Kyoto2, sui cambiamenti climatici. I drammatici eventi di inondazioni e frane che si ripetono negli anni, in tutte le regioni italiane, ci ricordano però che gli alberi, i rimboschimenti e le foreste svolgono soprattutto un ruolo insostituibile  per la conservazione del suolo, la difesa idrogeologica e la regolazione dei deflussi idrici che dai bacini montani scendono verso la pianura e il mare. Lo sfruttamento eccessivo dei boschi e la loro sistematica devastazione dovuta agli incendi ricorrenti, elimina il mantello verde che trattiene il terreno e lo protegge dall’erosione e dal trasporto a valle, dove può provocare danni incalcolabili alle popolazioni e alle infrastrutture.
Ma agli alberi e alle foreste viene anche chiesto di fornire, in misura sempre crescente, legname per l’industria dell’arredamento, del mobile e della carta, per le strutture edilizie, come le case costruite di recente in Abruzzo, e per le energie rinnovabili.
L’industria di trasformazione del legno è una delle più importanti e fiorenti attività economiche del nostro Paese; comprende circa 2.300 aziende che occupano oltre 400.000 addetti, realizzando un fatturato annuo di circa 40 miliardi di euro ed esportando il 35% circa della produzione.

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