Notiziario















Un grillo occasionalmente presente su olivo in Calabria

Riordinando parte del materiale fotografico, collezionato nel corso degli anni passati nella Facoltà di Agraria di Reggio Calabria, mi sono imbattuto nelle diapositive degli insetti riscontrati, nel giugno del 1995, in un giovane oliveto di San Cosmo Albanese, piccolo centro della provincia di Cosenza, nel versante settentrionale della Sila Greca, i cui abitanti, di origine albanese, hanno mantenuto la cultura, la lingua, i costumi e il rito bizantino dei progenitori e hanno creato un suggestivo scenario di oliveti. Nel corso del sopralluogo ho constatato che l’abbondante melata, presente sulla chioma degli olivi, era escreta da numerosi adulti del Rincote Isside Hysteropterum grylloides, noto per gli occasionali danni all’Olivo, e le cui forme giovani vivono su piante erbacee. Sulla nuova vegetazione degli Olivi erano anche presenti alcuni esemplari di un Ortottero Ensifero Tettigonide, lungo circa 2 cm, con il capo col vertice giallo-bruno, guance e fronte verde-chiaro, con le ali anteriori brevi, in gran parte scoperte, ascrivibile al genere Metaplastes. Sulla base delle altre caratteristiche morfologiche, descritte dal prof Marcello La Greca, ho ritenuto potesse trattarsi di Metaplastes ippolitoi.

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Filetto duro: di chi è la colpa?

Già nella Bibbia sono magnificate le carni grasse e succulente, quindi tenere, mentre oggi si vogliono carni magre e poi ci si lamenta che sono dure. La diminuzione dei consumi delle carni bovine ha molte cause e tra queste anche l’opinione di un calo della loro qualità gastronomica, soprattutto la mancanza di tenerezza, oltre che la succosità, il sapore e l’odore, il calo di conservazione e di cottura. Perché oggi ci si lagna delle carni bovine che si ritengono dure? È vero? Di chi é la colpa?

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Impatto economico del cambiamento climatico in vitivinicoltura

I numerosi studi condotti negli ultimi anni dimostrano che il cambiamento climatico avrà un impatto economico importante sulla vitivinicoltura e renderà necessari mutamenti nelle strategie aziendali e nelle politiche di settore.
Gli studi disponibili dimostrano che il cambiamento climatico avrà effetti di breve e di medio/lungo termine, che saranno negativi o positivi nelle diverse aree viticole. Nel breve termine sono attese modifiche delle rese, della qualità dei vini, dei prezzi e quindi dei redditi e dei profitti. Nel medio-lungo termine invece si prospettano variazioni nella disponibilità di risorse per la produzione (negative nelle aree mediterranee), cambiamenti importanti della geografia vitivinicola con conseguenti impatti sociali, cambiamenti nei valori fondiari, modifiche nei rapporti competitivi.
Le analisi puntuali sugli effetti economici del cambiamento climatico in Italia sono piuttosto limitate, ma quanto già pubblicato e le evidenze empiriche restituiscono un quadro problematico. Studi in Franciacorta rivelano che l’imprevedibilità dell’evoluzione fenologica rende più difficile la programmazione delle attività produttive rendendo più difficile l’ottimizzazione dei costi. In Toscana si lamenta una riduzione della produzione di uva ad alto potenziale enologico. In Emilia Romagna un’estesa indagine presso viticoltori rivela una marcata percezione del problema e la necessità di adattare le tecniche di produzione alle nuove condizioni climatiche con un tendenziale aggravio di costi. Relativamente alle regioni meridionali, la notevole riduzione delle superfici, ben maggiore di quella media nazionale, trova le sue cause, probabilmente, anche nel cambiamento climatico.
In questo quadro complesso, le misure già in essere nella politica agricola comunitaria nell’ambito dell’intervento settoriale per il settore vitivinicolo e nei programmi di sviluppo rurale possono assistere le imprese e le loro organizzazioni negli interventi di adattamento al cambiamento climatico. In particolare per quanto l’OCM, la misura per la ristrutturazione dei vigneti e quella sugli investimenti possono favorire le trasformazioni in vigneto e in cantina che l’adattamento al cambiamento climatico rendono necessarie.

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Incontro ai Georgofili su giardini, paesaggi e la scuola di Marco Pozzoli

Martedì 26 giugno 2018 alle ore 9, nella sede dell’Accademia dei Georgofili si svolgerà un incontro dedicato al tema del giardino e del paesaggio, l'identità e il rapporto nelle opere di Marco Pozzoli, agronomo e architetto paesaggista fiorentino.

La Toscana è dai tempi più remoti meta di viaggiatori assetati di conoscenza e di bellezza, affascinati dalle ville e dai giardini, dal paesaggio che li circondava e di cui facevano parte integrante, in un rapporto di grande equilibrio. A partire dalla metà del XX secolo questa reciproca corrispondenza è andata sempre più affievolendosi, rendendo necessario individuare nuove forme di comunione e comunicazione tra paesaggio e giardino.

L'intento del seminario è di analizzare il lavoro di Pozzoli, gli elementi che si compongono nella sua ideazione e costruzione paesaggistica, in un susseguirsi di progetti realizzati dal 1970 in Italia ed Europa, tendenti ad un'immagine complessiva nella ricerca di un paesaggio ideale. Marco Pozzoli è stato allievo di Pietro Porcinai, il primo, e forse unico, “paesaggista” che nella metà del secolo scorso ha tentato l’opera di rinnovamento, inaugurando un nuovo modo di progettare giardini, in comunione con il paesaggio, le piante ed i materiali caratteristici della Toscana.

PROGRAMMA

Introduzione al tema: SILVIA MARTELLI

Relazioni:
ELISABETTA NORCI - Cosa differenzia un giardino da un paesaggio?
LORENZO GNOCCHI - I giardini e il Genius loci
FRANCESCO FERRINI - Gli alberi nella progettazione paesaggistica
INES ROMITTI - La progettazione del paesaggio
MARCO POZZOLI - L’idea di giardino

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Progetto “HEAT-SHIELD”: sistema di allerta caldo per i lavoratori del settore agricolo e altri ambiti occupazionali

Il Progetto “HEAT-SHIELD”. prevede la realizzazione di una piattaforma previsionale specifica per il rischio caldo per l’intera Europa, ed indirizzata a cinque settori produttivi: agricolo, costruzioni, trasporti, turismo e manifatturiero. Il sistema previsionale fornirà all’utente una previsione personalizzata del rischio da caldo con suggerimenti dettagliati fino a 5 giorni.

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Le coccinelle dell’Etna

Numerose specie di insetti compiono spettacolari migrazioni raggiungendo, in volo, località molto distanti; non meno interessanti sono le migrazioni, su distanze minori, effettuate da alcune specie presenti anche nostri ambienti

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Rischio piombo nella cucina di selvaggina

Il piombo è stato accusato di avere intossicato la classe dirigente romana favorendo la caduta dell’Impero Romano, quando vi era l’abitudine dolcificare il vino con sali di piombo, una pratica che provocava comportamenti anomali e schizofrenici come quelli di alcuni imperatori. Inoltre gli antichi Romani conservavano il vino in recipienti di piombo dove l'acidità del vino provocava la formazione di sali solubili molto tossici e per la sua tossicità il piombo è stato bandito anche dagli utensili di cucina.
Il piombo è un importante inquinante ambientale e, secondo stime non recentissime, nelle zone umide dei Paesi dell’Unione Europea ogni anno con la caccia erano immesse da 2400 a 3000 tonnellate di piombo, di cui 148 tonnellate in Italia, dove ogni anno a seguito dell’attività venatoria era-no disperse nell’ambiente 25.000 tonnellate di pallini di piombo, pari a circa 700 milioni di cartucce. Per questo nelle munizioni usate nella caccia di piccoli e grandi animali il piombo deve essere sostituito con altri metalli o leghe di altri metalli. Tra gli animali selvatici molto sensibili al piombo sono gli uccelli nei quali l’avvelenamento avviene quando questi animali ingeriscono i pallini di piombo che nel ventriglio subiscono un processo di erosione e quando a causa dell’acidità̀ gastrica (pH 2,5) dal piombo metallico si formano sali molto tossici e che sono assorbiti dall’intestino.
Il piombo è stato bandito dalla cucina, ma può ancora entrarvi attraverso la cacciagione, soprattutto per due vie. Una prima via è il consumo di animali intossicati da piombo e che contengono significative quantità di sali di piombo in forma assorbibile. Una seconda via è la selvaggina abbattuta con proiettili di piombo. Nell’uomo i pallini di piombo eventualmente ingeriti con la carne di un selvatico cacciato non si fermano nello stomaco e in genere sono espulsi con le feci senza determinare significativa assunzione di piombo. Non bisogna però dimenticare che le carni di animali selvatici contengono dei pallini o frammenti delle munizioni il piombo metallico e che durante i procedimenti di cucina si possono formare composti di piombo solubile che quando sono assorbiti divengono molto rischiosi per chi mangia queste carni.
In diverse regioni mediterranee e in Italia vi è la tradizione di mettere la selvaggina, prima della cottura, in salmì o in una marinatura costituita da diversi ingredienti acidi, tra questi vino e aceto, o cuocere la carne con aceto, vino e pomodoro che con la loro acidità trasformano il piombo metallico in sali di piombo solubili molto tossici. Ovviamente importante è la quantità di frammenti di piombo presenti nella carne ma è certo i metodi di cottura con condimenti acidi portano alla formazione di piombo solubile che diffonde nella carne contaminandola per cui, dopo la cottura, è inutile togliere il pallino o i frammenti di piombo. Se è probabile che una più o meno lunga frollatura delle carni possa favorire il formarsi dei pericolosi sali di piombo solubili è indubbio che tra i diversi metodi di cottura la marinatura con aceto e vino e la cottura con aceto, vino e pomodoro sono pericolosi, mentre per ora mancano precise ricerche per altri sistemi di cucina, ad esempio l’arrostimento e la grigliatura.

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Le fake news nei media: quante, quali e perché

Oggi si verifica spesso un eccessivo e troppo disinvolto uso del termine inglese “fake news”, abbinato a qualsiasi tipo di notizia che non si riveli vera e usato in politica anche come insulto nei confronti delle tesi avanzate dagli avversari.
In realtà il termine va riferito solo ed esclusivamente a notizie che, oltre a essere false, sono anche state create e diffuse in maniera ragionata e pianificata per arrecare danno a persone, organizzazioni o tesi.

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Il ministro Centinaio e le attese dell’ortofrutta

Dunque Gian Marco Centinaio nuovo ministro delle Politiche agricole. Pavese, 47 anni, ex dirigente nel settore turistico, è il secondo ministro agricolo espresso dalla Lega dopo Luca Zaia. In campagna elettorale Salvini aveva chiesto esplicitamente l’Agricoltura per la Lega. L’ha ottenuta, anche perché forse non c’era la fila di pretendenti. Sullo sfondo il tema della difesa del made in Italy, esplicitamente richiamato nel capitoletto agricolo del contratto di governo Lega-5 Stelle.
Il tema è quanto mai generico: chi non vuole la difesa del made in Italy?

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Il suolo come organismo vivo: la rivoluzione agraria del prossimo futuro

Evoluzione, tecnologia, innovazione sono tutti aggettivi riferibili al mondo dell’agricoltura di oggi. Lo scenario che prospetta il prossimo ventennio descrive un cambiamento radicale nel concepire le modalità di sfruttamento ed utilizzazione del suolo grazie alle recenti scoperte che vedono sempre più affermarsi come protagonisti in ambito scientifico discipline come la  microbiologia legata all’utilizzo dei microrganismi in grado di abitare il suolo, proteggerlo e fortificarlo dagli attacchi di funghi o batteri dannosi per le coltivazioni e per l’uomo con la finalità di tutelare e preservarne il capitale a favore del suo utilizzo per le generazioni a venire.
Ed è proprio in questo contesto che il concetto di suolo viene reinterpretato in una rinnovata, migliore e adeguata definizione che ne definisce stavolta il ruolo considerandolo come organismo vivente al pari della pianta da esso ospitata. Solo così possiamo pensare a delle tecnologie in grado di tutelarlo e preservarlo.
La desertificazione incalzante e l’incapacità di fronteggiare in maniera sufficiente la domanda alimentare globale con risorse rinnovabili ed in grado di sostentare le popolazioni sempre più numerose del nostro pianeta, pongono altresì allo scienziato del suolo numerosi ed urgenti quesiti che spingono alla necessità di integrare etica e tecnologia insieme. E’ cosi che la conferma di numerose evidenze scientifiche tra cui quelle della relazione endofitica tra microrganismo e pianta diventano essenziali per spiegare fino a che punto questo cambiamento nella visione e nella descrizione della vita nel suolo, sia poi a cascata in grado di rivoluzionare l’intero sistema della produzione agricola moderna. Caratteristica essenziale ed estremamente innovativa dei microrganismi è quella di essere in grado di creare delle vere e proprie reti di interscambio di elementi nutrizionali che in taluni casi riescono ad evolversi ulteriormente realizzando proprio quella relazione endofitica con la pianta che sarà in grado di essere aiutata e sostenuta per fronteggiare i maggiori stress biotici e abiotici che si presenteranno durante il ciclo vitale.

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“TRA CIELO E TERRA”: OPERE DI PITTURA CINESE IN MOSTRA AI GEORGOFILI

Si inaugura giovedì 7 giugno alle ore 17, nella sede dell'Accademia dei Georgofili, la mostra “Tra cielo e terra” con opere di pittura ad inchiostro e pennello di cinque maestri cinesi contemporanei.
Il titolo sintetizza l’intento con il quale si è deciso di ordinare la mostra: presentare nella città del Rinascimento una visione della natura tutta cinese. La sede dell’Accademia dei Georgofili, luogo dello studio di quella parte di natura armonica ai bisogni dell’uomo, ben lontana dall’essere luogo neutro, aggiunge significato al tema generale e valorizza l’arte e il pensiero degli artisti presenti in mostra.
La pittura cinese contemporanea ad inchiostro si concentra sulla libertà della pennellata e sull'immaginazione dello spazio ‘extra’, così come sulla ricerca spirituale verso il Regno più alto.
La combinazione di pittura cinese contemporanea ad inchiostro e architettura classica occidentale è un incontro frontale tra arte cinese e occidentale: è una combinazione antica di passato, presente e futuro, sia per l'arte orientale che per l'arte occidentale. La generosità geografica e ideologica degli scambi culturali è quella dell'espressione dell'esistenza della realtà intrecciata con la libera immaginazione.
 
La mostra rimane aperta fino al 18 luglio.
Orario: da lunedì a venerdì, 15.00 – 18.00
Ingresso libero
 
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Gelato: appunti sullo scenario evolutivo del settore

In generale tutto il mercato appare essere pilotato da sei grandi valori: il gusto, le caratteristiche di naturalità, tipicità, le caratteristiche dietetiche, funzionali, e la manualità della preparazione (che definisce l’artigianalità del gelato).
Occorre considerare che nella strutturazione del sistema produttivo del gelato operano attori molto diversi tra loro. Tra questi stanno assumendo un’importanza sempre maggiore i fornitori di preparati e di tecnologie in grado di ridurre i tempi di elaborazione e di semplificare l’operatività dei punti di somministrazione.
L’attenzione di questi operatori ai grandi valori sopra citati è molto diversa a seconda dell’inclinazione dell’impresa. In particolare le caratteristiche di naturalità e di tipicità sembrano essere inversamente proporzionali ai livelli di prezzo ed all’accuratezza delle preparazioni.

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Ricordo di Filiberto Loreti

Il 25 maggio u.s. si è svolta a Pisa, nell’Aula Magna della facoltà di Agraria, una giornata di studio sulla “Propagazione delle specie legnose”, per ricordare il prof. Filiberto Loreti nel primo anniversario della sua scomparsa.
L’iniziativa e l’organizzazione sono state guidate dal Dipartimento di Scienze Agrarie, con la collaborazione della Sezione Centro-Ovest dell’Accademia dei Georgofili. Sono state presentate varie relazioni ad un numeroso pubblico, al quale si è unito un discreto numero di studiosi di Arboricoltura presso varie Università nazionali.

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Nel contratto di governo ‘agricolo’ Lega-5 Stelle tanta voglia di protezionismo

Non si sa quale fine farà il contratto di governo Lega-5 Stelle alla luce degli sviluppi della crisi politico-istituzionale in corso. Temiamo però che il governo Cottarelli avrà vita breve. Si annuncia un governo ‘balneare’ nello stile Prima Repubblica, quindi non attendiamoci grandi cose da chi farà il ministro delle Politiche agricole. Allora vale la pena guardare cosa c’era scritto al capitolo “Agricoltura-Made in Italy” del contratto di governo Lega-5 Stelle. A prima vista emerge che il ‘peso’ dell’agricoltura nel programma complessivo era irrilevante: una paginetta scarsa su un totale di oltre 50. Poi vediamo i concetti fondamentali, che riassumiamo. 1) l’agricoltura italiana ‘sopravvive’ nella competizione globale 2) Storicamente l’Italia è stata troppo remissiva in Europa ed ha lasciato il campo ad interessi europei opposti rispetto alle esigenze nazionali. Quindi è  necessaria una nuova presenza del Governo italiano a Bruxelles per riformare la Politica agricola comune 3) Difesa della sovranità alimentare dell'Italia e tutela delle eccellenze del Made in Italy 4) Dobbiamo contare di più in Europa e “garantire tempi certi nell’attribuzione ed erogazione, da parte delle Regioni, dei fondi della PAC” 5) Nuovo approccio europeo agli accordi di libero scambio con i paesi terzi, che vanno ratificati dai Parlamenti nazionali 6) A tutela del Made in Italy è prioritario adottare un sistema di etichettatura corretto e trasparente che garantisca una maggiore tutela dei consumatori 7) Vanno riformate Agea e Sian.
Che dire? Che l’agricoltura italiana sopravviva è un dato di fatto incontestabile. Che siamo stati troppo ‘remissivi’ in Europa è altrettanto incontestabile causa il combinato disposto tra inadeguatezza dei vari ministri, scarsa efficienza del Ministero e poca voglia di lavorare dei nostri europarlamentari (salvo rare eccezioni). Che dobbiamo contare di più in Europa è un pio desiderio di tutti: dipende dagli uomini e da come si muove il sistema Paese. Circa l’efficienza delle Regioni da migliorare nell’erogazioni dei fondi Pac, se il Governo ha la bacchetta magica, che la usi.  Sull’etichettatura siamo tutti d’accordo, abbiamo fatto passi avanti per decreto in attesa che l’Europa detti le regole. Etichetta d’origine su tutto? Benissimo, nella consapevolezza che non è la soluzione miracolistica per mettere i nostri prodotti al riparo dalle crisi (vedi ortofrutta). Riforma Agea e Sian: chi riuscirà a farle funzionare sia proclamato ‘santo subito’. Ho lasciato volutamente fuori i punti 3 e 5. Circa la sovranità alimentare e la tutela delle nostre eccellenze, alzi la mano chi non le vuole. Il problema è un altro: come si realizzano questi due obiettivi certamente condivisibili. Tornando al protezionismo, mettendo dazi e barriere?  Il nostro è un paese che vive di export; scatenare guerre commerciali sarebbe un autogol clamoroso. Inoltre non siamo autosufficienti: il deficit agroalimentare (soprattutto agricolo) è una realtà fatta di numeri pesanti. Un particolare forse sfuggito agli estensori del programma di governo. 

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Giornata in ricordo di Giampiero Maracchi

Il prossimo 11 giugno 2018 a Firenze, nell’Aula Magna del Rettorato (Piazza San Marco, 4) si svolgerà una giornata dedicata al ricordo del Prof. Giampiero Maracchi, a tre mesi dalla sua scomparsa, organizzata dall’Accademia dei Georgofili insieme all’Università di Firenze e al Consiglio Nazionale delle Ricerche.
La giornata, nel presentare alcune delle molte attività a cui Maracchi si è dedicato, ne vuole illustrare i significati e le ricadute sia sul piano scientifico che su quello pratico, evidenziandone i possibili sviluppi futuri.


Ore 9.00 – Saluti istituzionali:
- Luigi Dei, Rettore dell’Università degli Studi di Firenze
- Franco Scaramuzzi, Presidente Onorario Accademia dei Georgofili
- Massimo Inguscio, Presidente del CNR
- Federica Fratoni, Assessore Ambiente e difesa del suolo della Regione Toscana
- Rappresentante dell’Amministrazione Comunale di Firenze
- Donatella Carmi, Vice Presidente Fondazione CR Firenze
- Antonio Ricciardi, Comandante Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri
- Robert Stefanski, Chief of WMO Agricultural Meteorology
- Salvatore Parlato, Presidente del CREA

Ore 10.00 – Apertura dei lavori
Pietro Piccarolo, Presidente F.F. dell’Accademia dei Georgofili

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