Mele e locuste furon le vivande, che nudriro il Battista nel diserto,
canta Dante Alighieri (Divina Commedia, Purgatorio, canto XXII, vv.
293-294) perché secondo gli evangelisti Matteo e Marco, Giovanni il
Battista ha un vestito di peli di cammello, una cintura di pelle attorno
ai fianchi e il suo cibo sono locuste e miele selvatico. Le locuste,
spesso confuse e assimilate alle cavallette, secondo la legge mosaica
per gli ebrei sono un cibo puro, quindi permesso, ma come erano
mangiate? Qual è la cucina di Giovanni il Battista? Considerando gli
stili di vita concessi dal deserto, il modo più probabile di mangiare le
locuste è di cuocerle sulla fiamma dopo averle infilate su uno stecco,
fino a renderle croccanti e facendone degli spiedini. E il miele, molto
probabilmente, è aggiunto, quasi sgocciolato, sugli spiedini di
cavallette, con una ricetta simile a quelle ancor oggi in uso in Africa e
in Asia, anche se oggi il miele è spesso sostituito dal più economico
zucchero caramellato. In ogni modo, in Italia le cavallette non sono il
cibo tradizionale per la festa di Sam Giovanni Battista (24 giugno) che
invece, secondo le zone, comprende le chiocciole (le cosiddette
lumache), tortelli e altri piatti.
Locuste o cavallette croccanti
associate al morbido e dolce miele, una leccornia che forse mal si
concilia con l’idea di una rinuncia ai piaceri del cibo, che siamo
soliti associare agli eremiti del deserto. Mangiare insetti, presso i
romani antichi non è, infatti, segno di privazione, ma una preziosità
gastronomica e il
cossus romano è un piatto molto ricercato a base di larve di
Lucanus cervins
allevate su farina e vino. Mangiare insetti, quindi, niente di nuovo
sotto il sole. In area mediterranea ancora oggi si mangiano formaggi nei
quali si sono sviluppate larve d’insetti: il
Furmai Nis piacentino, il
Casu marzu o
Casu fràzigu sardo, il
Gorgonzola coi grilli genovese, il
bross ch’a marcia (formaggio che cammina) piemontese, e altri formaggi di diverse regioni italiane, nei quali gli enzimi lipolitici delle larve (
saltarei)
sono alla base di caratteristiche gastronomiche piccanti particolari.
Anche il miele é prodotto da insetti, le api, che nel loro interno
elaborano il nettare dei fiori trasformandolo nel miele che depositano
nei favi come alimento per il proprio alveare e che l’uomo preleva, come
il latte della mucca e altri animali che, destinato ai propri nati, é
invece usato come cibo dall’uomo. Nel nostro passato, vi é anche l’uso
alimentare delle larve del baco e come sottoprodotto di una bachicoltura
che produceva la seta e oggi gli scienziati cinesi studiano il
Bombix mori
come cibo degli astronauti in lunghi viaggi spaziali. Gli insetti
inoltre fanno parte della dieta non solo degli ominidi, ma anche dei
loro progenitori e ancora oggi delle scimmie e di molti altri animali.
Gli
insetti rappresentano una delle più vaste categorie fra gli organi-smi
viventi e, fino a oggi, sono state classificate o descritte circa un
milione e mezzo di specie, ma si stima che quelle ancora sconosciute
siano diversi milioni. Questi organismi occupano quasi tutti gli
ambienti compatibili con la vita, hanno strette relazioni con l'uomo e
le sue attività, e pertanto hanno da secoli stimolato l'interesse
dell'uomo, non ultimo quello alimentare. Secondo la FAO si stima che gli
insetti siano parte delle diete tradizionali di almeno due miliardi di
persone. La raccolta di insetti ed il loro allevamento potrebbe offrire
occupazione e reddito, per il momento solo a livello familiare, ma
potenzialmente anche a livello commerciale.
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