Notiziario







Quale Domani per l’ Agricoltura italiana?

Oggi, l’agricoltura italiana che, per l’ultimo mezzo secolo ha goduto di una continua protezione a livello nazionale ed europeo, si trova notevolmente spiazzata in quanto, di fatto, non è autosufficiente per le principali produzioni alimentari, principalmente per la carenza del territorio necessario per tali produzioni. Infatti sono oggi coltivati in Italia circa 12,5 milioni di ettari; il che significa che, per ognuno degli oltre 60 milioni di persone che abitano nel nostro Paese, sono disponibili poco più di 2.000 metri quadri di terreno agrario: solo un ettaro per 4-5 persone. Da ora in poi dovrà essere un imperativo strategico non sottrarre altre aree produttive per la nostra alimentazione! 

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Hamburger di successo

La qualità culinaria degli hamburger è ottenuta con una tecnica apparentemente semplice, ma molto raffinata: quella della trasformazione della carne in piccole particelle. Le carni, fresche o congelate, sono lavorate con macchine specializzate che suddividono i muscoli in piccolissime parti che senza farne uscire i succhi sono assemblate in un reticolo formando gli hamburger di forma e spessore adatti alla cottura sulla griglia. Gli hamburger, dopo verifica dello spessore ed eliminazione di eventuali imperfezioni di forma, sono surgelati e la catena del freddo è mantenuta fino alla cottura nei ristoranti, con controlli durante il percorso. La carne per l’hamburger deve essere una giusta miscela di magro (70-80%) e grasso (20-30%) per avere sapore e morbidezza. La macinatura va secondo il gusto, ma è essenziale: c’è chi la preferisce fine e chi grossolana, ma non troppo, altrimenti l’hamburger rischia di non stare insieme e sbriciolarsi. La macinatura è essenziale perché si tratta di carni dure e nella formazione dell’hamburger crea spazi tra le particelle, producendo un reticolo di spazi che sulla griglia permette il passaggio del calore durante la cottura. Perché l’hamburger rimanga morbido bisogna che fra una particella di carne e l’altra vi sia uno spazio nel quale possano espandersi i succhi e il grasso che si scioglie, rendendo l’insieme succulento. La cottura dell’hamburger deve avere il suo giusto tempo, da alcuni minuti a più minuti per gli hamburger più alti. L’hamburger al sangue è poco salubre ed è una buona norma portarlo a una cottura media, con una temperatura minima al cuore di 65-70° gradi. Non schiacciare con la paletta l’hamburger sulla piastra pensando di accelerare la cottura o formare una crosticina, perché l’unico effetto è eliminare gli umori dell’hamburger che risulterà duro e asciutto. 
L’attuale, innegabile successo degli hamburger deriva da quattro ordini di fattori. Il primo è il costo limitato della carne di parti e tagli gastronomica-mente poco pregiati, in buona parte proveniente da bovini da latte a fine carriera, una carne nutrizionale, sana e sicura, ma non adatta alle moderne tecniche della gastronomia. Il secondo elemento è di assicurare un sia pur limitato reddito agli allevatori di bovine da latte a fine carriera. Il terzo elemento consiste nell’aver inventato e messo a punto una tecnica di preparazione dell’hamburger con la quale la carne è ridotta in piccole particelle e così superando il problema della durezza e al tempo stesso formando una struttura reti-colare che durante la cottura permette l’uniforme penetrazione del calore, men-tre tra una particella di carne e l’altra vi è uno spazio nel quale si espandono i succhi e il grasso che si scioglie, rendendo l’insieme succulento. Il quarto elemento è l’industrializzazione della ristorazione rapida che mette a disposizione di tutti una preparazione di carne, l’hamburger, in una presentazione facile da mangiare, in un vantaggioso rapporto tra prezzo e qualità.

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Presentazione risultati finali del Progetto COBRAF (Coprodotti da BioRAFfinerie) mercoledì 6 settembre all’Accademia dei Georgofili

Mercoledì 6 settembre 2017 alle ore 9.30, nella sede dell’Accademia dei Georgofili, l’associazione “Chimica Verde Bionet” in qualità di capofila del progetto COBRAF (COprodotti da BioRAFfinerie), finanziato dalla misura 16.1 del Piano di Sviluppo Rurale, presenterà il Progetto Strategico finale per l’avvio di filiere agroindustriali in Toscana a partire da quattro piante oleaginose idonee alle condizioni pedoclimatiche delle aree cerealicole toscane: camelina (FOTO), canapa, cartamo e lino.
I bioprodotti, ossia prodotti di origine vegetale per usi non alimentari o per la nutraceutica, rappresentano infatti una nuova opportunità di reddito e di innovazione per le aziende agricole e industriali toscane. 
Il progetto COBRAF si è posto come obiettivo strategico la creazione di una piattaforma logistica regionale, articolata in alcune bioraffinerie territoriali, in grado di trasformare le diverse materie prime delle quattro colture – olio, panello residuo, paglie e in alcuni casi foglie e fiori – da destinare a diversi settori industriali toscani.
Il progetto COBRAF era stato presentato sempre all’Accademia dei Georgofili, lo scorso mese di aprile.

Link di approfondimento sul progetto: http://www.georgofili.it/detail.asp?IDN=1663


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La falena dal “bel sedere che scorre sul dorato”

E’ questo il significato del binomio Euproctis chrysorrhoeaassegnato, da Linneo, a un pernicioso lepidottero defogliatore. Il binomio coglie due aspetti peculiari delle femmine, di colore bianco, con un’apertura alare di circa 4 cm che, nella parte terminale dell’addome, hanno un folto ciuffo di peli dorati con i quali ricoprono le uova che depongono

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Sale e salute a tavola

Fino dai tempi antichi il sale è un alimento indispensabile. La parola latina sal si correla a salus o salute e a salubritas o sanità, e salve è l’augurio per un'ottima giornata. Nella lingua greca antica la parola als usata per il sale indica anche il mare, da dove si estrae. Sull'utilizzo del sale abbiamo documentazioni già nelle prime civiltà dei Sumeri, Egizi, Cinesi (3000 a. C.), Ittiti ed Ebrei (2000 a. C.).  I Romani utilizzano il sale nelle offerte votive agli dei, lo assumono come farmaco e lo usano nella conservazione degli alimenti, come gli Egizi, Etruschi e altri popoli. La storia dei popoli mediterranei coincide con la storia del sale, più prezioso dell'oro.

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Un confuso declino della nostra olivicoltura

Da troppo tempo si parla di crisi della nostra eterogenea olivicoltura e si continua a indicare varie plausibili cause (cambiamenti climatici, attacchi parassitari, ecc.), ma si tace sulla crescente carenza di cure colturali adeguate. Stiamo così perdendo olivi produttivi, ornamentali e paesaggistici che siano. Il “Trattato di olivicoltura” di Alessandro Morettini (1950) illustrò le nuove conoscenze sulle peculiarità dell’olivo, definendolo come pianta particolarmente generosa, se ben trattata. Una “Breve storia dell’olivicoltura”, autorevolmente scritta e pubblicata dal prof. Angelo Godini (su “Oleofficina” del 13 giugno scorso), offre un quadro dell’attuale situazione nazionale, con una esplicita indicazione degli errori commessi anche da Bruxelles nell’erogare sussidi, mettendo sullo stesso piano tutti gli olivicoltori e applicando criteri di “disaccoppiamento” e di “condizionalità”, che avrebbero spinto il progressivo declino delle cure colturali, accompagnato da un coro di “chi me lo fa fare?”, soprattutto da parte di chi possiede un oliveto, anche se piccolo, ma che svolge altrove attività diverse, godendo di propri stipendi esterni (mantenendo il titolo di coltivatore), nonché di chi fa i conti e scopre che gli conviene ridurre al minimo le cure, accontentandosi poi di un prodotto modesto che, unito ai sussidi, possa coprirei i costi e fornire anche un pur modesto reddito. Richiamo l’attenzione, ad esempio, sulla tendenza che va diffondendosi, a potare “capitozzando” grosse branche con motoseghe e a distanza di alcuni anni. I costi si riducono, ma aumenta l’alternanza di produzione. I grossi tagli, inoltre, favoriscono l’insorgere della patologica marcescenza del legno. Sembra dimenticata l’operazione della “slupatura”, attuata da secoli. Bisogna ritornare a curare gli olivi razionalmente. Non essendo risultati utili i sussidi condizionanti e non eterni, bisognerà usare i fondi disponibili per offrire sostegni finanziari alle vere imprese agricole, razionali produttrici di olive, che conoscono il da farsi, forse meglio di gran parte dei funzionari dopo che sono stati improvvidamente sciolti gli efficienti ispettorati agrari. Sulla base di singoli progetti, le imprese (piccole o grandi che siano) potrebbero essere finanziate per applicare liberamente le loro idee e sperimentare soluzioni valide. I risultati delle multiple iniziative così realizzate farebbero da guida nel futuro, come è sempre avvenuto nella storia dell’agricoltura. Non si può comunque rimanere ulteriormente indifferenti ed inerti di fronte ad una statica realtà palesemente negativa.

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Protocollo di intesa tra Accademia dei Georgofili e Assofertilizzanti

È stato firmato l’11 luglio u.s. a Firenze il protocollo di intesa tra l’Accademia dei Georgofili e Assofertilizzanti-Federchimica, alla presenza dei due presidenti, Giampiero Maracchi e Francesco Caterini.

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Animali sentinelle dell’inquinamento ambientale

Quando Noè vuole accertarsi che dopo il diluvio la terra sia ritornata vivibile libera due uccelli, un corvo ed una colomba, traendone le relative conseguenze. Gli animali sono i primi esseri viventi che salgono su una mongolfiera e solo in seguito l’uomo si azzarda a volare. Sono la cagnetta Laika e alcune scimmie che precedono l’uomo nello spazio. Nel milleottcento i minatori saggiano la pericolosità dell’aria nelle miniere di carbone con canarini sensibili al gas tossico grisou. Recentemente i giapponesi usano i canarini per controllare le gallerie della metropolitana di Tokyo a seguito di un attentato con il gas nervino sarin. Gli animali sono utili anche se manca un rischio specifico, come avviene in un’epidemia di persone “letargiche” di un paese vicino a Lucca e quando, escludendo l’acqua e l’aria, importante è constatare che gli animali non presentano l’inquietante fenomeno, che è poi ricondotto ad una impropria somministrazione di farmaci.
Molti sono gli esempi di animali sentinella indicatori della vivibilità e qualità ambientale e del loro ruolo nel controllo dell’inquinamento ambientale, sfruttando due particolari aspetti. Da una parte la diversa sensibilità delle singole specie animali ai tossici e da un’altra parte la bioconcentrazione attraverso le catene alimentari degli elementi a rischio.

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Verso l’enologia 4.0: l’innovazione per il remuage

Il processo di produzione dello spumante secondo il metodo classico (champenois) prevede la fase di “remuage” dopo la fermentazione in bottiglie. L’obiettivo è quello di raccogliere i lieviti ormai esausti nella punta del collo della bottiglia chiusa, solitamente, con un tappo a corona. Così facendo sarà possibile effettuare la successiva fase di sboccatura grazie all’impiego di bagni, solitamente di acqua glicolata a bassa temperatura, che indurranno un veloce congelamento della parte di vino in cui si sono raccolti i lieviti e la sua successiva eliminazione.
Tradizionalmente il remuage viene effettuato sulle cosiddette “pupitre”, strutture di legno in cui le bottiglie sono collocate con una posizione inclinata al fine di favorire la sedimentazione dei lieviti nel collo tramite anche un movimento rotatorio effettuato giornalmente dai “remueurs” per un periodo di due settimane circa. Gli impianti più moderni utilizzano appositi telai azionati meccanicamente, nei quali le di bottiglie sono sottoposte automaticamente ad una rotazione e variazione di inclinazione affinché, per effetto della gravità, i lieviti vengano raccolti nel collo della bottiglia.
L’uso di queste macchine garantisce un abbattimento dei costi di manodopera e una riduzione dei tempi per il processo a circa la metà rispetto alla pratica manuale. Anche in questo modo, tuttavia, il tempo di attesa potrebbe non consentire a una cantina di soddisfare un improvviso aumento della domanda. Risulta, pertanto, di grande interesse l’introduzione di metodi innovativi in grado di ridurre ulteriormente la durata dell’operazione.

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Problemi con le formiche

La recente notizia di una paziente di Napoli su di un letto di ospedale pieno di formiche ha suscitato generale indignazione.  Dai numerosi commenti emerge però come i problemi provocati da insetti siano complessivamente poco conosciuti e generalmente sottovalutati.
Eppure le formiche sono insetti “famosi” e manifestano in modo accentuato certe caratteristiche. Un libro dedicato agli insetti, nel 1968, dall’autorevole entomologo di Bologna Guido Grandi, ha il significativo titolo “Gli insetti: un mondo occulto di dominatori”. A tal proposito si può citare anche una frase di Marcello Marchesi, “anche le formiche, nel loro piccolo, si incazzano” ripresa come titolo di una fortunata serie di libri di Gino & Michele.

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Innovazione, formazione, lavoro e qualità sono il futuro dell’agricoltura

Il 4 luglio scorso l’Accademia dei Georgofili ha promosso una giornata di studio sul tema “Impresa e lavoro nel settore agricolo, agroalimentare e forestale in Toscana: analisi e riflessioni per prospettive di studio e ricerca”.
L’iniziativa ha permesso di affrontare, con questo primo confronto tra gli operatori economici del mondo agricolo-forestale e agroalimentare, l’importante tema del lavoro sotto i vari aspetti occupazionali. 
E’ emerso che oltre la metà degli agricoltori toscani ha più di 60 anni, mentre i giovani sotto ai 40 anni ammontano a meno del 10% del totale. Tuttavia, si stima che le aziende condotte dai giovani abbiano una produttività maggiore rispetto alle altre di circa il 7%.
Altro dato interessate è che, a differenza del resto dell’economia in costante flessione, la produzione toscana a prezzi correnti e con anno di riferimento 2010 è cresciuta del 16% e il valore aggiunto a prezzi correnti del 13%. 
La Toscana si dimostra una regione molto dinamica, vocata alla produzione agricola, con export in aumento, con tassi di lavoro irregolare inferiore rispetto alla media nazionale e con la massima presenza di agriturismi e attività di ricezione agricola (con oltre 3,5 milioni di presenze all’anno).
Tutti questi dati, queste informazioni e questi spunti sono stati alla base della tavola rotonda. 
Un confronto e una condivisione “a tutto tondo” che ha evidenziato una coesione tra i vari attori della filiera e una crescente consapevolezza che, lavorando con visioni comuni, si possono ottenere risultati di tutto rispetto.
In particolare dal dibattito sono emersi contributi che hanno permesso alle varie categorie economiche e alle istituzioni presenti una serie di spunti di riflessione utili per meglio definire le future politiche del lavoro anche utilizzando le opportunità che i programmi regionali, nazionali ed europei offrono agli operatori (come i finanziamenti alla ricerca scientifica). 

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Vegetariani e vegani con voglia di latte e carne

Sulle ingannevoli denominazioni riguardanti il latte (ad esempio latte di soia) e derivati (burro di arachidi, formaggio di tofu) si è recentemente espressa la Corte di Giustizia della Unione Europea con una sentenza nella quale si afferma che i prodotti puramente vegetali non possono, in linea di principio, essere commercializzati con denominazioni come latte, crema di latte o panna, burro, formaggio e yogurt, che il diritto dell’Unione riserva ai prodotti di origine animale.

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Cambiamenti climatici e caldo: impatto sulla salute e produttività dei lavoratori

Giovedì 13 luglio all’Accademia dei Georgofili, dalle ore 9.30 si svolgerà un seminario su “Cambiamenti climatici e caldo: impatti sulla salute e produttività dei lavoratori impegnati in ambiti agricoli”.
L’iniziativa si propone di affrontare una tematica di crescente interesse e che riguarda l’impatto dei cambiamenti climatici, ed in particolare del caldo, sulla salute e sulla produttività dei lavoratori. Questo argomento è trattato con grande dettaglio nell’ambito del Progetto Europeo (Horizon 2020) “Integrated inter-sector framework to increase the thermal resilience of European workers in the context of global warming (HEAT-SHIELD)” il cui obiettivo è quello di individuare soluzioni tecnologiche innovative, misure preventive e linee guida comportamentali specifiche per i lavoratori. 
Il comparto agricolo appare sicuramente come uno dei settori maggiormente influenzati dalle mutate condizioni climatiche che stanno manifestando gli effetti maggiori proprio durante la stagione estiva, sia in termini di calo delle produzioni agricole, sia in termini di effetti sul personale impegnato direttamente nelle operazioni di campo. Questo, sempre più spesso, si trova ad operare in condizioni climatiche potenzialmente rischiose per la propria salute, caratterizzate da esposizione diretta alla radiazione solare, temperature particolarmente elevate e spesso associate ad elevati tassi di umidità dell’aria. Tali condizioni, soprattutto se persistenti e associate a intense attività fisiche, spesso effettuate con indumenti poco traspiranti, possono determinare varie complicanze per la salute dei lavoratori. Ad esempio: il disagio da caldo che nei casi più estremi può determinare un colpo di calore, un incremento significativo del rischio di infortuni, una maggiore esposizione a infezioni trasmesse da vettori, con conseguente calo della produttività. 
Lo scopo del seminario è quindi quello di discutere dell’argomento “cambiamenti climatici, caldo e lavoratori” portando a conoscenza varie esperienze progettuali europee che stanno affrontando questa tematica da punti di vista differenti e che, con il loro contributo, possono trovare sinergie utili a migliorare le conoscenze in questo ambito stabilendo strategie di intervento mirate alla tutela della salute dei lavoratori e della loro produttività in ambito agricolo. 


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Pane e Diabete: un possibile semaforo verde

Il pane costituisce una fonte importante di carboidrati nella dieta di tutti i giorni, e nonostante la percezione comune, anche nei soggetti con diabete di tipo 2 (quello “dell’adulto”), che in genere non viene trattato con insulina, ma con una dieta adeguata e farmaci orali.

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L’agricoltura associata può essere più competitiva?

Il titolo di questo testo è chiuso da un punto interrogativo, non per dubbio sulla fattibilità di nuove gestioni agrarie associate, ma per i tanti ostacoli, di ogni genere, spesso creati dalla pesante e lenta burocrazia, con l’aggiunta della torbida palude nella quale sembra caduta la nostra politica e in cui è diffusa la corruzione, ogni forma di criminalità, gli interessi dei “forti poteri marci”, ecc. Lo Stato deve quindi essere più autorevole e pronto a recepire, valutare e avvallare nuovi percorsi che gli imprenditori possano liberamente scegliere. 

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All’Accademia dei Georgofili presentazione del progetto nazionale MiSoTaKy - Miglioramento e Sostenibilità del Tabacco Kentucky

E’ stato presentato ieri nella sede dell’Accademia dei Georgofili il progetto nazionale triennale MiSoTaKy (Miglioramento e Sostenibilità del Tabacco Kentucky), nato dalla collaborazione tra i Georgofili, il CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria), Manifatture Sigaro Toscano S.p.A. e l’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Obiettivi generali del progetto sono la razionalizzazione della coltura, la riduzione dell’impatto ambientale e degli input chimici di sintesi.
Alla fine dei tre anni, l’insieme delle conoscenze - acquisite con la ricerca o già stratificate nella filiera - sarà reso disponibile per l’imprenditoria tabacchicola nella forma di un disciplinare che fornisca informazioni utili per la produzione di “tabacco Kentucky di qualità sostenibile sul piano economico e ambientale”.
Il Presidente dell’Accademia dei Georgofili Giampiero Maracchi: “Oggi è stato presentato l’inizio di un percorso molto importante e concreto, che prevede di esaminare subito dati e proporre soluzioni concrete, all’interno di un percorso di ricerca e innovazione che i Georgofili seguiranno attentamente e del quale attendono con soddisfazione le prossime tappe”.

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Impresa e lavoro agricolo, agroalimentare e forestale in Toscana: analisi e riflessioni per prospettive di studio e ricerca all’Accademia dei Georgofili

Martedì 4 luglio, dalle ore 9.30 si svolgerà nella sede dell’Accademia dei Georgofili una giornata di studio su Impresa e lavoro agricolo, agroalimentare e forestale in Toscana: analisi e riflessioni per prospettive di studio e ricerca che intende affrontare, con il confronto tra gli operatori economici del mondo agricolo-forestale e agroalimentare, l’importante tema del lavoro sotto i vari aspetti occupazionali. 
Qualità del lavoro, fabbisogni formativi, nuove figure professionali, innovazione tecnica e organizzativa, imprenditorialità, rappresentano tematiche di rilievo in un momento in cui al settore agricolo e agroindustriale sono rivolte le attenzioni anche da parte di giovani in cerca di prima occupazione. Da tale confronto, si auspica possano emergere contributi e idee capaci di fornire alle categorie economiche e alle istituzioni spunti di riflessione utili per meglio definire le future politiche del lavoro anche utilizzando le opportunità che i programmi regionali, nazionali ed europei offrono agli operatori (finanziamenti alla ricerca scientifica). 
La Giornata è mirata ad individuare l’interesse degli operatori economici e dei sindacati allo svolgimento di analisi socio-economiche volte ad esplorare il mondo produttivo agroalimentare toscano sul piano della qualità dell’impresa, del lavoro e della istruzione e formazione e della qualità delle relazioni di filiera, al fine di fornire strumenti conoscitivi atti a favorire la creazione di un compiuto e coerente sistema integrato agroalimentare. 
Nel corso della Giornata sarà inoltre presentato AgroInnovation Award, il premio per tesi di laurea istituito da Image Line in collaborazione con l’Accademia dei Georgofili. Il premio, al quale potranno candidarsi gli studenti laureati con tesi in discipline tecnico-agrarie, è inserito all’interno di AgroInnovation EDU, il progetto di digitalizzazione delle scuole e facoltà di agraria pensato da Image Line.




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