Notiziario








L’Agricoltura 4.0 tra leggenda e realtà: il progetto AGRIDIGIT

Sotto il nome di Agricoltura 4.0 si può identificare quel complesso di ausili tecnologici e formativi che inducono una conoscenza ed una intelligenza aumentata, di cui devono poter disporre tutti, in qualsiasi luogo e per qualsiasi segmento produttivo.

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L’agricoltura produce ancora un bel paesaggio

E’ la cura, l’azione umana, che crea l’ordine dei campi, la trama, la diversità o l’omogeneità paesaggistica a conferire bellezza ed a farci apprezzare, ancora oggi, come in passato, la meraviglia della natura. Perché è questa natura addomesticata che noi apprezziamo, da cui traiamo pace e godimento.

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Promuovere e tutelare i prodotti tipici toscani: ai Georgofili nuovo incontro sul Valdarno Inferiore

Continua con successo il ciclo di incontri “I territori della Toscana e i loro Prodotti”, organizzato da Accademia dei Georgofili e Anci Toscana, con il patrocinio di Unicoop Firenze, nella sede dell’Accademia agli Uffizi. Il prossimo appuntamento è previsto nella mattinata di mercoledì 8 novembre e sarà dedicato al Valdarno Inferiore, ovvero ai territori della valle del fiume che vanno da Firenze alla foce.
Obiettivo degli incontri: coinvolgere le aziende locali, tutelare le piccole produzioni, individuare i punti di forza dal punto di vista nutrizionale e gastronomico, rinnovare il marketing puntando sulla qualità e l’unicità, inserirsi fra i prodotti di nicchia della grande distribuzione.
Ad aprire i lavori alle 9.45 sarà Giampiero Maracchi, presidente dell’Accademia dei Georgofili e Vittorio Gabbanini, referente di settore Anci Toscana e sindaco di San Miniato. Interverranno poi Giulia Deidda, sindaco di Santa Croce sull’Arno; Giulio Nardinelli assessore di Castelfranco di Sotto; Samuele Fiorentini assessore di Montopoli.
Le relazioni saranno di Delio Fiordispina, presidente della Fondazione San Miniato Promozione; Giovanni Belletti dell’Università di Firenze; Manuela Giovannetti del Centro Nutrafood Università di Pisa; Francesco Cipriani della Azienda USL Toscana Centro; Fabio Voller dell’Agenzia Regionale di Sanità; Franco Cioni di Unicoop.
A seguire gli interventi programmati: Guido Franchi, vicepresidente dell’Associazione Tartufai delle colline sanminiatesi; Leonardo Beconcini, presidente dell’Associazione Vignaioli di San Miniato; Andrea Falaschi dell’omonima Macelleria Norcineria di San Miniato; Maurizio Castaldi della Macelleria Lo Scalco; Paolo Gazzarrini del  Cantuccio di Federigo; Claudio Savini di Savitar; Angelo Scaduto presidente della Pro Loco di Santa Croce sull’Arno; Luca Collecchi enologo della Fattoria Varramista di Montopoli; Antonio Morelli del Pastificio Morelli San Romano di Montopoli;
L’incontro si chiuderà con la presentazione e la degustazione dei prodotti tipici del Valdarno Inferiore (tartufo bianco di San Miniato, fegatelli, rigatino finocchiato, salame al vino, spuma di gota di maiale, mallegato ecc.), a cura di Lucia Alessi Condotta di Slow Food.

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Giovani e cooperazione agricola, se ne parla ai Georgofili il 9 novembre

Il ricambio generazionale in agricoltura è un obiettivo strategico della politica agricola che, a partire dalle Direttive socio-strutturali del 1972, è stato costantemente incentivato in tutte le riforme della PAC che si sono succedute fino ad oggi. Lo sarà ancor più in futuro in quanto presupposto della competitività dell’agricoltura legata a percorsi di innovazione a tutto campo che le giovani generazioni di agricoltori sono in grado di meglio assimilare. La scelta del modello cooperativo per affrontare problemi occupazionali e reddituali dei giovani che decidono di restare in agricoltura o di intraprendere una propria attività in tale settore appare oggi portatrice di molteplici opportunità. Il modello cooperativo infatti può essere utilizzato in attività di diversa natura: dalla conduzione dei terreni, alla prestazione di servizi e alla trasformazione dei prodotti. Esso favorisce l’affermarsi di nuova imprenditorialità con uno spirito di socializzazione favorito dai nuovi mezzi di comunicazione diffusi anche nelle campagne.

Con la giornata di studio su “Giovani e cooperazione agricola, insieme si può!” che si svolgerà nella sede accademica il 9 novembre 2017, dalle ore 9 alle 13,  l’Accademia dei Georgofili e l’Alleanza delle Cooperative Italiane – Agroalimentare intendono promuovere un momento di discussione sul tema della cooperazione, illustrando sia gli strumenti normativi oggi disponibili per favorire l’ingresso dei giovani nel settore agricolo, sia presentare alcune esperienze cooperative significative presenti in Italia.

Sarà presente Luca Sani, presidente Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.

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Clima e Mezzogiorno: una proposta operativa

Sempre più spesso i mass media riportano notizie riguardo probabili cambiamenti del clima, sia a livello globale che locale, probabilmente causati da una serie di inconvenienti creati dallo sviluppo della civiltà tecnologica attuale: effetto serra, legato all’incremento della CO2 ed altri gas che inducono la desertificazione, la continua riduzione dei grandi polmoni del mondo (le foreste tropicali), il riscaldamento e l' inquinamento dei mari ecc.

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Food defense e comunicazione del rischio alimentare

Food Defense o Tutela dell’Alimento parte da un piano diffuso dallo FSIS (Food Safety and Inspection Service degli USA) per prevenire, proteggere, mitigare, rispondere e contrastare una contaminazione intenzionale degli alimenti compiuti come atti terroristici allo scopo di provocare panico, shock e danni economici, iniettando veleni in prodotti alimentari già pronti per il consumo. Un pericolo che è associato anche al terrorismo.

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Le piante da profumo nella tradizione italiana

La storia dei profumi risale all’antichità, legata a riti religiosi e alle usanze cosmetiche.
Dopo la parentesi medioevale, in cui furono messi al bando i piaceri della vita, l’uso dei profumi importati dal mondo arabo ebbe grande diffusione in Italia a partire dal Rinascimento. Il profumo diventa un segno di distinzione dei nobili e dei ricchi, un marchio odoroso che allontana dagli effluvi popolari e dalla dilagante sporcizia. Nelle classi agiate, il profumo assume un ruolo fondamentale nell’igiene personale, come unica possibilità di pulizia, essendo stato progressivamente eliminato l’uso dell’acqua. Motivi di carattere religioso, che consideravano le terme luoghi peccaminosi più che utili alla cura personale, ma anche la convinzione medica che l’acqua ed i bagni caldi fossero vettori di malattie attraverso i pori della pelle, avevano indotto ad una specie di pulizia “a secco”. Pertanto, creme, pomate, unguenti, polveri, profumi avevano il compito di celare i cattivi odori. 
Nella Firenze rinascimentale si affermò la corporazione degli speziali, a cui appartenevano anche i profumieri che sollecitati dalle richieste di donne famose, Isabella d’Este, Caterina dei Medici, Lucrezia Borgia, di e Firenze fu per lungo tempo il centro della creazione europea. Verso la fine del XVII secolo, la creazione dell’acqua di Colonia segnò il declino della profumeria italiana e l’inizio di quella moderna.
Per la nota dolce e soave e la delicatezza della fragranza, la rosa costituisce la più larga base impiegata in profumeria. L’industria delle essenze utilizza la rosa muschiata, la rosa rifiorente “Ulrich Brunur”, nel passato coltivata in riviera, come la “Rosa d’Italia, la rosa centifoglia e la rosa damascena. Un ettaro di piantagione produce circa 4-5 t di petali, da cui si estrae un kg di essenza. Il profumo dell’assoluta di “Rosa di Maggio”, è presente nel profumo più costoso del mondo “Joy” creato dallo stilista Jan Paton nel 1930. 
L’essenza di agrumi hanno un ruolo importante per la nota olfattiva di freschezza e di armonia, che il creatore di profumi di classe utilizza nelle sue composizioni. Le essenze agrumarie hanno avuto grande successo nel passato nella preparazione di acque aromatiche, fra cui la famosa “acqua ninfa” e l’universale acqua di colonia, attribuito all’italiano Giovanni Maria Farina, stabilitosi a Colonia per commerciare profumi nei primi anni del 1700.
L’acqua di colonia passò nel 1862 in proprietà della casa Roger e Gallet, conosciuta come “Eau de Cologne” divenendo un’acqua di toilette incomparabile, per le proprietà toniche e rinfrescanti. 

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“Vino naturale” e “vino logico”: due mondi e due modi di intendere l’enologia

L’enologo Roberto Potentini, svolgerà una lettura sul tema “vino naturale”e “vino logico” presso l’Accademia dei Georgofili, giovedì 26 ottobre alle ore 16.30

L’enologia del terzo millennio si caratterizza per la ricerca dell’armonia con la Natura. Oltre ai vini Biologici e Biodinamici che si realizzano all’interno di percorsi ufficiali di certificazione, oltre all’agricoltura di precisione impegnata nella ricerca della “sostenibilità” ambientale, stanno avendo sempre maggiore interesse i cosiddetti vini “Naturali”, sorti come movimento spontaneo ancora non legalmente riconosciuto e che rappresentano una piccola ma significativa parte della produzione vitivinicola nazionale ed europea.
Il successo del vino naturale è legato alle esigenze di quella parte di produttori e consumatori che, legittimamente, seguono un’idea di “naturalità” che fa leva più sull’emotività che sulla razionalità e sulla conoscenza scientifica. Spesso queste attività produttive si sviluppano, intenzionalmente, senza le necessarie cognizioni scientifiche e tecniche, nella convinzione che è la natura a trasformare l’uva in vino.  La forte esposizione mediatica di questi vini naturali ne ha amplificato l’effettiva dimensione sul mercato e ha approfondito la frattura con il vino convenzionale. Bisogna uscire dalla logica distruttiva del conflitto, confrontare serenamente “Vino Naturale” e“Vino Logico” per capire quale potrebbe essere la giusta informazione per il consumatore e creare sinergia nel mercato del vino.


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I droni per l’agricoltura di precisione

L’agricoltura di precisione, contrariamente a quanto spesso divulgato dalla stampa specializzata e non, non è solamente indirizzata all’automazione del controllo operativo ma punta a migliorare la qualità gestionale attraverso una razionale integrazione tra tecnologie informatiche e pratiche agronomiche.

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Allagamento controllato di suoli differentemente coltivati

La tematica delle alluvioni è attualmente una delle problematiche ambientali maggiormente trattate a livello mondiale a causa del sempre maggior peso economico che questi eventi disastrosi hanno sull’ambiente nel suo complesso e sulla società. Basti pensare che tra il 1998 e il 2002, in Europa si sono verificate più di 100 grandi alluvioni, tra le quali si ricorda per importanza catastrofica l’alluvione del Danubio nel 2002 e nel 2005 (Danube Watch 2005/4).

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Il caso del fipronil nelle uova e Dermanyssus gallinae

Durante l’agosto scorso sui principali media europei ed italiani è stato trattato con molta enfasi il caso del “fipronil” rinvenuto nelle uova. La maggior parte degli articoli sulla stampa riportavano che il principio attivo, “era stato utilizzato impropriamente durante la disinfestazione degli allevamenti”. Escludendo in primis che la “contaminazione” potesse essere imputabile all’alimento per le galline, in quanto tracce del principio attivo erano state rinvenute sugli stabulari e all’interno degli allevamenti. Quale potrebbe essere allora la vera ragione della presenza di residui nelle uova?  Cerchiamo di chiarine alcuni punti salienti: il bersaglio del “fipronil” è un acaro, comunemente noto come “pidocchio rosso dei polli”.
Si tratta di una vecchia conoscenza degli allevatori in quanto esso è ritenuto un vero e proprio flagello per i produttori di uova di tutto il Mondo. Questo acaro può essere rinvenuto –assieme ad altri insetti (i veri pidocchi pollini) e altri acari- nei nidi di molti uccelli selvatici, non creando mai problemi eccessivi ai suoi ospiti. Quando però D. gallinae infesta gli allevamenti intensivi trova sua disposizione - anche per periodi prolungati di 12-24 mesi -  un ospite del tutto indifeso, che gli consente una alimentazione “ad libitum” permettendogli di moltiplicarsi senza limitazione alcuna. L’acaro è ematofago e per compiere il proprio ciclo ha necessità di compiere il pasto di sangue. Alcuni stadi giovanili, ma soprattutto le femmine si “ingorgano”con il sangue delle galline per far maturare le proprie uova.
In alcuni casi si è stimata la presenza di 50.000 sino a 250.000 acari per pollo! Le ovaiole sottoposte alle ripetute punture manifestano stress, anemia, sino a casi estremi la morte. Con ricadute economiche sulla produzione di uova importantissime. Inoltre, D. gallinae è responsabile della trasmissione di diverse patologie aviarie e nell’uomo sono stati documentati casi di fenomeni allergici –anche gravi- dovuti a ripetute punture dell’acaro. Gli allevatori ne parlano malvolentieri in quanto i loro prodotti vengono deprezzati sul mercato non appena siano presenti i segni lasciati sul guscio dell’uovo dallo schiacciamento di esemplari presenti sui nastri trasportatori o dalle loro feci.

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Gestire il bosco: una responsabilità sociale. Le foreste incontrano i rappresentanti della politica nazionale.

Per portare all’attenzione della politica la necessità di una corretta ed efficace gestione del patrimonio forestale nazionale, mercoledì 25 ottobre, alle ore 15.00, nella Sala Capranichetta dell’ Hotel Nazionale in Piazza Montecitorio a Roma, si terrà un incontro promosso dall’Accademia dei Georgofili insieme a numerosi soggetti del mondo accademico-scientifico, produttivo-imprenditoriale e sociale-ambientale.
L’iniziativa, è rivolta principalmente ai rappresentanti della politica nazionale e regionale (parlamentari sia della Camera che del Senato della Repubblica che Assessori all’Agricoltura, Foreste e Ambiente delle Regioni e Province Autonome), alla stampa e mass media in generale.
Vuole sensibilizzare i rappresentanti politici sull’importanza del bosco e delle sue funzioni.
Tutelare, valorizzare e quindi, gestire attivamente il patrimonio forestale nazionale è una necessaria e urgente responsabilità che il Paese deve assumersi. Una responsabilità sociale, economica, ambientale e quindi politica non più rinviabile, resa anche evidente con gli eventi estremi dell’estate 2017.
Il patrimonio forestale nazionale e le  sue filiere produttive, ambientali e socioculturali assumono un ruolo sempre più strategico e trasversale per il futuro del  nostro Paese. Una corretta gestione delle foreste può rispondere efficacemente alle attuali necessità di governo del territorio, assetto idrogeologico, prevenzione antincendio e alle moderne esigenze economiche, produttive e occupazionali delle aree di montagna e interne del Paese, nonché ai precisi obblighi internazionali ed europei assunti dal Governo italiano in materia di ambiente e paesaggio, bioeconomia e green economy, in particolare di lotta al cambiamento climatico.
Eppure si assiste a una sempre più diffusa mancanza di conoscenze e informazioni sulla materia che, oltre ad accrescere la perdita di una “cultura del bosco”, genera conflitti pretestuosi tra i diversi interessi di gestione e delle foreste .

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La valorizzazione del territorio pugliese attraverso antiche testimonianze

La Murgia è un disteso altopiano che domina il paesaggio della Puglia centrale. Sotto l’aspetto orografico può definirsi "la spina dorsale della Puglia", costituita dal poderoso basamento calcareo che partendo dal limite della pianura di Foggia "il Tavoliere" si estende a quella di Brindisi, per terminare da una parte nelle serre salentine e dall’altra scendendo gradatamente verso il mare Ionio.

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Pesto genovese e la guerra delle salse

La recente disputa sui pesti pronti venduti nei supermercati inglesi con l’accusa di contenere troppo sale e troppi grassi sembra mettere accusa il celebre Pesto Genovese con le sue diverse varianti tradizionali e merita alcune considerazioni.

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Il clima sta cambiando la nostra agricoltura

Nel 1980 si tenne la prima Conferenza Mondiale sul Clima a Ginevra organizzata dalla Organizzazione Meteorologica Mondiale nella quale i climatologi di tutto il mondo convennero sul fatto che a causa della combustione dei combustibili fossili durante tutto il ventesimo secolo il riscaldamento globale del pianeta, che già si misurava, avrebbe avuto come conseguenza un cambiamento del clima globale. In effetti a partire dai primi anni 90 iniziarono a verificarsi quegli eventi che erano stati previsti e che si sono aggravati sempre di più fino ad oggi. Infatti il riscaldamento globale in particolare degli oceani e per quanto ci riguarda dell’oceano atlantico significa una maggiore quantità di energia in gioco. I fenomeni meteorologici sono tutti a base di energia e quindi abbiamo assistito all’aumento dei fenomeni estremi. Per  quanto  riguarda  il  nostro  paese  in  particolare  le  piogge  intense che  dai  40- 50  mm  in  poche  ore  degli  anni  precedenti  al  90  e  con  una  frequenza  decennale , sono  passati  spesso  ai  200  mm  degli  ultimi  anni  con  conseguenti  fenomeni  alluvionali  che  abbiamo  calcolato  hanno  gravato  sul  bilancio  pubblico  del  paese  per  quasi  3  miliardi  di  euro  l’anno  insieme  ad  altri  eventi  come  le  tempeste  di  vento  anche  queste  aumentate  di  frequenza  e  la  siccità. Basti vedere come dal 2000 in Toscana si sono avuti   20 eventi con piogge superiori a 200 mm come l’ultimo di alcune settimane fa a Livorno con conseguenze devastanti.  In effetti il riscaldamento globale non significa che fa più caldo sempre e dappertutto ma che si è modificata la grande circolazione atmosferica ed oceanica che costituisce la macchina del clima, ad esempio si assiste ad una espansione verso nord della cella di Hadley, che rappresenta uno dei meccanismi principali della circolazione. Si tratta infatti di aria calda che sale all’ equatore e un tempo scendeva intorno ai 23 ° di latitudine mentre ora si estende sempre di più sul Mediterraneo attraverso l’anticiclone della Libia. 
Questo infatti tende a sostituire specialmente nei mesi estivi l’anticiclone delle Azzorre, responsabile delle caratteristiche del clima mediterraneo di una volta, che viene spinto verso nord interessando addirittura l’Inghilterra che tende ad avere estati che assomigliano sempre di più a quelle mediterranee. Questo fenomeno dà luogo alle cosiddette “ondate di calore”, periodi cioè con temperature di 4 – 5 ° superiori a quelle normali del periodo. Un altro fenomeno che contribuisce a modificare il clima è la modifica della posizione e della forma della cosiddetta “corrente a getto”, una corrente di aria che gira intorno al pianeta a circa 10 Km di quota da ovest verso est responsabile di portare  le  perturbazioni  sulle  aree  su  cui  passa . Negli ultimi anni la corrente nei mesi autunnale si è, tendenzialmente spostata verso nord creando lunghi periodi di siccità sul Mediterraneo. Poiché in   le riserve idriche, acqua di pioggia nelle falde e nei corsi di acqua, si riforniscono di autunno e di inverno, la conseguenza come nell’anno trascorso è rappresentata da gravi carenze idriche durante i mesi estivi.  Infatti era già chiaro nel mese di marzo che l’estate 2017 sarebbe stata gravemente carente ma gli allarmi dati già in quel periodo anche dal sottoscritto non furono presi in considerazione se non quando era ormai troppo tardi. 
L’insieme di questi fenomeni richiede una riflessione profonda sul tipo di agricoltura da mettere in pratica. 

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Le prossime attività all’Accademia Georgofili

Giovedì 12 ottobre alle ore 16 nella sede dell’Accademia dei Georgofili, si terrà la presentazione del volume “L’aglione della Val di Chiana” di Graziano Tremori e Gianfranco Santiccioli.
Nell’occasione, il prof. Piero Luigi Pisani Barbacciani svolgerà una relazione su: “Alla riscoperta di un antico prodotto, l’aglione della Val di Chiana”; la dott.ssa Virginia Lucherini parlerà delle “Proprietà nutrizionali dell’aglione”.

Giovedì 19 ottobre alle ore 9 si terrà il convegno: “La gestione della fauna selvatica ungulata tra insostenibilità dei danni in agricoltura, tutele e opportunità”, sul tema della ricerca di condizioni di compatibilità fra le esigenze di conservazione e valorizzazione delle risorse naturali, e della fauna selvatica in particolare, e quelle della tutela delle attività produttive del settore primario e della salvaguardia degli ecosistemi agricoli e forestali.

Infine, venerdì 20 ottobre alle ore 9.30, nella sede accademica, si svolgerà il secondo incontro di un ciclo sui territori e i prodotti della Toscana, organizzato dai Georgofili in collaborazione con Anci Toscana, con il patrocino di Unicoop Firenze. Dopo la prima puntata svolta lo scorso giugno sulla Lunigiana, in questa seconda iniziativa si tratterà dei prodotti tipici della Garfagnana e della Mediavalle del Serchio: la loro valorizzazione, le proprietà salutistiche e le ricette più famose.

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Un problema ricorrente: la pediculosi

Con la riapertura delle scuole, è puntualmente iniziata la richiesta di notizie e consigli da parte di genitori e di nonni, preoccupati per la presenza nella classe di figli e nipoti, di casi di pediculosi; tale parassitosi, peculiare della specie umana, negli USA, interessa annualmente da 6 a 12 milioni di bambini in età scolare. Il Pidocchio dell’uomo infestava già gli antichi egizi, sulle cui mummie sono state trovate le caratteristiche uova. Pur non essendo un problema di stretta pertinenza dell’entomologo agrario, dietro pressanti sollecitazioni, mi limito a dare basilari informazioni sul parassita e sulle modalità di controllo.

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Possibili interventi irrigui in agricoltura

Facendo seguito a quanto riportato nella prima nota, relativamente alla sperimentazione condotta nel Metapontino (TA), di confronto fra tre metodi irrigui su pomodoro da industria, i risultati produttivi ottenuti, oltre ad evidenziare le maggiori produzioni realizzate con l’irrigazione a goccia rispetto a quelle riscontrate con l’aspersione e l’infiltrazione laterale da solchi,  metterebbero in evidenza: a) la maggiore efficienza distributiva dell’acqua con l’irrigazione a goccia rispetto all’aspersione ed all’infiltrazione laterale da solchi;  b) l’importanza della corretta definizione, per l’irrigazione a goccia, del turno irriguo e del volume specifico di adacquamento al fine del raggiungimento di elevati valori di efficienza distributiva e di efficacia produttiva  dell’acqua e di risparmi idrici.

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Galline urbane da compagnia

In Francia e in altri paesi, ed ora anche in Italia, la gallina sta divenendo un nuovo animale da compagnia, inserendola tra gli altri NAC o Nuovi Animali da Compagnia. Si dimentica però che questo animale è tra i primi a essere stato addomesticato dall’uomo che ha intuito e approfittato delle sue attitudini sociali. Galline e polli sono stati allevati per la produzione delle uova e di carne, i galli sono divenuti i protagonisti di combattimenti e entrambi, galline e galli, sono divenuti animali da ornamento in base alle loro caratteristiche di taglia (razze nane) e di piumaggio delle diverse fogge e colori. Oggi conosciamo circa duecento razze diverse di galline, alcune per la produzione di uova o di carne e altre come animali sociali che si affezionano all’uomo e che possono vivere fino all’età di dieci anni.
Se l’uso di galline come animale da compagnia non era raro nelle campagne, dove ogni massaia “conosceva i suoi polli”, come dimostra il detto ora citato, diverso è il mantenimento di una o due galline in città, anche se si ha in piccolo giardino o un ampio terrazzo, per non parlare di un semplice balcone, non dimenticando che non si tratta di un animale che, come un cane o un gatto, non può essere facilmente portato con sé in vacanza o durante i viaggi. Le galline per il loro benessere hanno bisogno di una protezione contro le infezioni i loro parassiti e dei “bagni di sabbia” per i quali bisogna attrezzare una piccola sabbiera simile a quelle utilizzate per i giochi dei bambini e dove le galline puliscono le penne razzolando sulla sabbia e lanciandosela sul dorso con l’aiuto delle zampe e delle ali. Il fondo del pollaio deve avere un substrato assorbente ed asciutto come la segatura mista a sabbia o paglia triturata.
L’idea di usare una o due galline come un facile sistema per eliminare i residui organici della alimentazione familiare non è una pratica efficace e contrasta con il benessere degli animali che in buona parte sono granivori e tra l’altro hanno bisogno o di cibi preventivamente triturati (come negli allevamenti) o di sassolini, o grit, per la loro triturazione nello stomaco muscolare, essendo gli uccelli privi di denti. Se si scelgono galline di razze ornamentali, in genere piccole, ben scarso è il numero di uova che depongono. Inoltre non si può pensare che chi ha una gallina da compagnia poi, dopo molti anni, se la mangi!
Oltre le considerazioni sui Nuovi Animali da Compagnia (Georgofili INFO del 26 aprile 2017) e quanto molto chiaramente espresso dal Prof. Dario Casati (Romeo e i nuovi animali da compagnia - Georgofili INFO del 10 maggio 2017) non bisogna cadere in facili entusiasmi e prendere in seria considerazione il fatto che in Italia la gallina non è considerata un animale da compagnia o pet

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Le sfide del futuro per l’alimentazione globale

Tenuto conto che, a livello mondiale, in base ad una serie di analisi recentemente effettuate, è ormai chiaro che l’estensione di nuovi terreni da destinare all’agricoltura sono limitati ad un possibile incremento di non più del 5% del totale attuale, a meno di provocare gravi squilibri ambientali. Non resta che concludere che sarà necessario perseguire un ulteriore aumento della produttività dei terreni agrari già esistenti.
L’incremento della produttività alimentare verificatosi dagli anni ’50 a metà anni ’80 dovrebbe fornire agli attuali responsabili dello sviluppo umano una chiara indicazione sul da farsi: solo con un nuovo ed adeguato sforzo finanziario, che permetta un ulteriore importante contributo alla ricerca applicata nei vari settori coinvolti, si potrà fornire all’umanità il cibo necessario per il prossimo futuro.
Già nel 52° volume della rivista “Crop Science” del Maggio-Giugno 2012, ben 18 membri della Crop Science Society of America hanno pubblicato una nota riguardo i principali problemi della produzione vegetale, che si dovranno affrontare nell’attuale secolo. Questa pubblicazione riassume una serie di studi ed incontri scientifici che questa Società ha condotto dal 2009 al 2012. Riteniamo utile riportare in sintesi i risultati, anche perché dopo 5 anni le cose non sono certo cambiate. 
La pubblicazione, dopo di aver sottolineato che l’obiettivo fondamentale della Società umana è “assicurare una adeguata e sostenibile produzione di cibo per l’uomo, di alimenti per gli animali domestici, di energia e di fibre per la sempre crescente popolazione mondiale”, ha identificato 6 grandi sfide e quindi obiettivi fondamentali da conseguire in futuro con strumenti, tecnologie e soluzioni adeguate a risolvere appunto tali principali future problematiche del settore. Riteniamo inoltre che i suggerimenti avanzati possano avere una valenza globale, non solo limitata agli USA.

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