Notiziario










"Foraging", nome nuovo per erbe antiche

Fitoalimurgia oggi è l’approccio scientifico di botanica ed etnobotanica applicate alla alimentazione umana con piante selvatiche, una consuetudine che si perde nella notte dei tempi e che prende origine dall’alimentazione delle specie che ci hanno precedute.

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Insetti dannosi: emergenze vecchie e nuove

Le Giornate Fitopatologiche si tengono con cadenza biennale e costituiscono uno degli eventi più importanti per seguire i cambiamenti di tutto quanto è connesso alla difesa antiparassitaria delle colture. Nell’edizione che si è recentemente svolta (Chianciano Terme, 6-9 marzo 2018) sono stati sviluppati alcuni interessanti aggiornamenti sulle emergenze causate da insetti dannosi.

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Messa in suffragio di Giampiero Maracchi

La Famiglia, nella ricorrenza del trigesimo della scomparsa dell’Illustre Prof. Giampiero Maracchi, già Presidente dell’Accademia dei Georgofili, invita alla celebrazione di una Santa Messa in Suo suffragio mercoledì 11 aprile 2018, alle ore 11.00, nella Parrocchia di San Francesco (Piazza Savonarola 2 – Firenze).

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Le pinete litoranee: costo o risorsa? Ovvero “Prima che l’ultimo pino vada bruciato…”. Una mozione da sottoscrivere qui.

Al termine della giornata di studio i partecipanti hanno sottoscritto una mozione che potete leggere qui e sottoscrivere inviando una e-mail a: prolocomarinaprincipina@gmail.com

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Acqua e Allevamenti Animali, un seminario a Viterbo il 22 marzo

La giornata mondiale dell’acqua si celebra il 22 marzo per ricordare a tutti il valore del bene più prezioso per la vita. Quest’anno l’Accademia dei Georgofili, per iniziativa del Comitato consultivo per gli Allevamenti e le Produzioni Animali, organizza il seminario “Acqua e Allevamenti Animali” a Viterbo, città italiana dell’acqua, in collaborazione con ASPA, Commissione Sostenibilità Ambientale degli Allevamenti, e il Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali, Università della Tuscia.

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Povera e nuda vai, Agricoltura

L’esito delle tanto attese ed enfatizzate elezioni politiche è ormai archiviato e si traduce nell’evidenza dei numeri. Dopo l’ora della contesa è giunta, o meglio dovrebbe esserlo, quella della politica e del rimettersi al lavoro. Invece infuria un chiassoso dibattito mediatico, tanto inutile quanto vuoto, centrato sulle possibili combinazioni dei numeri alla ricerca di una maggioranza che appare, secondo logica e buon senso, quasi impossibile. L’aspetto più sorprendente è dato proprio dalla ricerca affannosa di soluzioni numeriche per arrivare, finalmente, a governare. La politica sembra dimenticare che l’obbiettivo non è una maggioranza purchessia, ma la realizzazione di un programma di governo che funzioni.
In questo quadro la situazione del settore agricolo è forse il triste paradigma del paese. L’agricoltura proviene da almeno un triennio di prezzi bassi, di redditi compressi, di disorganizzazione della politica e di carenza tragica di strategie. Il tutto coperto di lustrini e belletto, come un tempo usava per i nobili decaduti, forniti dai mezzi di comunicazione sui successi dell’alimentare italiano. È la tragica eredità dell’EXPO 2015 che emerge dagli abissi di un autocompiacimento che non corrisponde alla realtà dell’agricoltura. Questa non è l’enogastronomia tanto di moda e che a certe condizioni è anche redditizia, ma ne è la base essenziale e insostituibile. Il sintomo importante e significativo di questo stato di abbandono, anche se nella sostanza poco rilevante, è il fatto che, in attesa della soluzione al rebus del governo, il Ministro dell’Agricoltura abbia lasciato il suo posto per occuparsi d’altro. Certo, l’interim viene coperto dal Presidente del Consiglio, ma è ovvio che sia una soluzione di ripiego, provvisoria. Appunto. Questo settore, il nostro, che viene decantato con stolta baldanza, come l’asse portante della ripresa economica del paese, dell’occupazione, delle esportazioni non è esattamente in queste condizioni. Il contributo al Prodotto interno lordo da oltre un decennio è fermo e comunque sotto al 2%, l’occupazione, come è logico che sia in un’economia sviluppata, è in costante leggero calo tendenziale, l’export in crescita è quello dei prodotti alimentari, e non quello dei prodotti agricoli di base. La verità è che il paese anche nell’aggregato agricolo alimentare si rivela grande e abile trasformatore. Ma spesso dimentica che ciò che esportiamo in realtà si regge sul contributo delle materie prime importate e lavorate da noi con sapienza e ingegno.
L’ambiente che l’agricoltura tutela e conserva in realtà le viene conteso, sottratto e precluso dalle normative elaborate con altri obiettivi che non sono quelli agricoli. Le infrastrutture per l’agricoltura che gioverebbero al territorio assicurandone la stabilità a vantaggio dell’intero paese, sono ferme a logiche e realizzazioni vecchie di decenni.
Manca da anni una vera politica agricola che sarebbe, ed è, possibile pur con i limiti europei che si accompagnano alle poche risorse finanziarie per l’agricoltura.

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Pietro Piccarolo nominato Presidente facente funzione dell’Accademia dei Georgofili

A seguito della dolorosa e improvvisa scomparsa del Presidente dell’Accademia dei Georgofili, Prof. Giampiero Maracchi, il Consiglio Accademico riunitosi in seduta straordinaria il 15 marzo 2018 ha nominato all’unanimità il Vicepresidente dell’Accademia, Prof. Pietro Piccarolo, quale Presidente facente funzione.
Il Prof. Piccarolo è stato professore ordinario di Meccanica Agraria all’Università di Torino, già Presidente della 5° sezione dell’AIIA (Associazione Italiana Ingegneria Agraria) e Vicepresidente della 5° Sezione della CIGR (International Commission of Agricultural and Biosystems Engineering). Attualmente è Presidente dell’Accademia di Agricoltura di Torino.

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Rischi da nuovi surrogati alimentari

Un triste periodo, quello dei surrogati, perduto? Tutt’altro. Basta dare uno sguardo agli scaffali degli alimentari e ai locali di ristorazione cosiddetta alternativa per bisogna rendersi conto che oggi la questione dei surrogati dilaga con nuove e diverse conseguenze.

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Sesto incontro del ciclo sui territori toscani: il 21 marzo ai Georgofili

Come riscoprire, sostenere e promuovere le specialità gastronomiche del Casentino: è questo il tema del sesto incontro del ciclo “I territori della Toscana e i loro Prodotti”, che si svolgerà mercoledì 21 marzo all’Accademia dei Georgofili.

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Una giornata sull’agricoltura biologica, a Firenze il 22 marzo … in attesa di “Firenze Bio”

Giovedì 22 marzo 2018 si svolgerà presso il Teatrino Lorenese nella Fortezza da Basso a Firenze, una giornata di studio su “Quale ricerca e quali strumenti di trasferimento dell’innovazione per l’agricoltura biologica”, organizzata dall’Accademia dei Georgofili in collaborazione con Federbio, alla vigilia della rassegna “Firenze Bio” che si svolgerà sempre alla Fortezza da Basso dal 23 al 25 marzo.
In Italia, al pari di molti altri Paesi del Mondo, il mercato del biologico è in continua crescita; nel nostro Paese, secondo studi recenti, le vendite dei prodotti certificati biologici sono cresciute del 10,3% nei primi sei mesi del 2017, dato che conferma il 13,4% registrato nei dodici mesi precedenti. Il valore delle vendite del settore è quintuplicato rispetto al 2000 e nel 2016 l’export del bio italiano è aumentato del 15% ed è risultato pari al 5% dell’intero export agroalimentare nazionale.
In attesa che la ricerca nel nostro Paese torni ad avere il ruolo che le compete, con questa iniziativa l’Accademia dei Georgofili, in collaborazione con FederBio, intende fornire un contributo al rilancio della ricerca in agricoltura biologica. Nello specifico, l’obiettivo è di sottolineare, oltre all’aspetto economico, il ruolo strategico nella conservazione dell’ambiente, della biodiversità e nel governo sostenibile del territorio e analizzare gli scenari nazionali e internazionali che si vanno delineando in termini di fabbisogno di ricerca e innovazione nel settore delle produzioni vegetali e animali.
La giornata di studio si svolge con il patrocinio di Conferenza Regioni e Province Autonome, ANCI Toscana, CNR, Crea, TP – Organics-European Technology Platform.
Al termine, alle ore 13 circa, si terrà una conferenza stampa di presentazione del protocollo di intesa tra Accademia dei Georgofili e Federbio.


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Lutto all'Accademia dei Georgofili


Il prof. Giampiero Maracchi, già illustre docente ordinario ed emerito dell’Ateneo fiorentino e da lungo tempo autorevole membro dell’Accademia dei Georgofili, della quale era attualmente attivo Presidente, è deceduto la mattina di domenica 11 marzo, affrontando una micidiale malattia con molto coraggio senza manifestarne le sofferenze e senza bloccare del tutto la sua attività.

Per suo fermo volere, l'inevitabile fine viene comunicata solo dopo aver completato le private esequie.


Un ricordo dell'allievo Simone Orlandini



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Un ignoto artista entomologo del XIV secolo

Già nel XIII secolo rappresentazioni, più o meno realistiche, di animali, insetti compresi, si trovano in libri di medicina, in erbari, in bestiari, e in testi liturgici. Tuttavia, a causa delle sommarie conoscenze sulla morfologia degli insetti, la loro raffigurazione veniva spesso grossolanamente schematizzata. Ai primi decenni del XIV secolo risale un Codice il cui testo è stato attribuito a un nipote di tale Pellegrinus Cocherellus, componente della famiglia genovese Cocharelli, che avrebbe raccolto e riportato gli insegnamenti del suo avo al figlio Giovanni. Le miniature, che impreziosiscono il testo, arbitrariamente attribuite a un fantomatico monaco Cybo, sono state eseguite da un ignoto artista entomologo che ha raffigurato oltre 20 specie di artropodi molto comuni in Nord Italia.

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Siccità e serbatoi artificiali, che fare?

Alla luce di questi impatti devastanti che portano ad azzerare o compromettere le produzioni con danni pesantissimi per l’agricoltura è stata evidenziata con forza la necessità immediata di un piano quadro nazionale finalizzato, sia a recuperare e accumulare l’acqua piovana attraverso la creazione di serbatoi e vasche di espansione e laminazione delle piene, sia a incrementare la capacità di invaso con la realizzazione di piccoli e medi bacini di raccolta, attraverso il censimento e la ricognizione dei numerosi piccoli e medi invasi attualmente esistenti.

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La sfida della carne tenera

“Non c’è più la carne di una volta” è un’affermazione che spesso si sente dire nelle discussioni che si fanno a tavola, con toni che per lo più sottolineano qualità negative e soprattutto la durezza delle carni che al tempo stesso si vogliono magre e tenere. Un’accoppiata possibile? Non si dimentichi che nel passato il biblico profeta Isaia (740 a. C. circa) dice “Il Signore degli eserciti preparerà per tutti i popoli, su questo monte, un convito di carni grasse, un convito di vini forti, di carni succulente, di vini raffinati” e che gli antichi romani hanno il proverbio Tria mala macra / Ansere, mulier capra (Tre magrezze sono cattive, dell’oca, della donna e della capra, e sempre si tratta di carne, da mangiare negli animali e metaforica nella donna).
Nelle discussioni sulla carne non di rado si scorda che la qualità deriva dai metodi di produzione che partendo dall’allevamento degli animali arriva al banco della macelleria o del supermercato, ma anche dall’uso che se ne fa in cucina e soprattutto che il gusto del consumatore cambia nel tempo e se nel passato la carne doveva essere grassa mentre oggi si richiedono carni magre. In modo analogo spesso non si pensa che la qualità della carne è la risultanza di molti elementi e che in ogni specie la genetica interviene nella costituzione muscolare ed in particolare nel rapporto tra fibre chiare e scure, quantità e qualità connettivo, grasso intramuscolare nella sua quantità e qualità. Altrettanto importanti per la qualità della carne sono il sistema d’allevamento degli animali (brado, semibrado e stabulato), i modelli alimentari seguiti (tipo e qualità dei foraggi, loro integrazioni ecc.), l’età e peso di macellazione (carni giovani o mature), la durata del trasporto e le modalità di abbattimento degli animali. Per molti aspetti determinanti sono il sistema e la durata di frollatura della carne e i tipi di cottura (temperatura, tempi ecc.), tutti elementi che si riflettono sulla tenerezza della carne, la qualità più ricercata dal consumatore.
Fattori di tenerezza della carne sono la tipologia fibre muscolari, il connettivo (genetica - età), il grasso (genetica - età - alimentazione), il glicogeno (benessere), il corredo enzimatico (genetica - utilizzazione), l’intervento di ioni calcio e la pressione osmotica, i processi ossidativi, il corredo enzimatico muscolare in catepsine, calpaine, proteasoma ed altre endopeptidasi. Determinanti per la tenerezza della carne sono il grasso intramuscolare e il contenuto di collagene. Quest’ultimo costituisce la parte meno solubile e la sua quantità e resistenza alla cottura aumentano con l’età dell’animale divenendo maggiori nei soggetti di sesso maschile, fatta eccezione per gli animali castrati. Il grasso intramuscolare contribuisce alla tenerezza della carne frammentando la continuità del muscolo e per questo le carni magre tendono a essere più dure di quelle grasse.
La tenerezza della carne si stima che per buona parte derivi dalla frollatura, l'insieme di processi enzimatici e biochimici che si svolgono nel muscolo dopo la macellazione. In questo processo un notevole rilievo ha l'acido lattico che si genera dagli zuccheri (in particolare il glicogeno ed il glucosio) presente nei muscoli. I muscoli bianchi, più ricchi di zuccheri, hanno una frollatura rapida, mentre i muscoli rossi, il cui carburante è costituito tendenzialmente da grassi, hanno bisogno di frollature prolungate. Inoltre gli animali a carni rosse macellati stressati è facile abbiano esaurito tutto lo zucchero muscolare e quindi abbiano bisogno di una frollatura molto lunga. Tipico è il diverso tempo di frollatura di un cinghiale con i muscoli rossi, abbattuto dopo una più o meno lunga battuta di caccia, in confronto ad un moderno maiale con i muscoli chiari o chiarissimi. In linea di massima la frollatura per il suino è di circa cinque giorni, per il pollo due giorni, per gli ovicaprini otto giorni, per i bovini si varia dai dieci a trenta giorni, anche se non mancano frollature di più mesi.
Altro importante elemento di tenerezza della carne è il metodo di cottura durante la quale, sotto l’azione del calore, le proteine coagulano perdendo acqua. Per questo le cotture prolungate rendono la carne dura e secca, anche se si cuoce in acqua come avviene nel lesso. Cuocere la carne è un’operazione complessa e deve tenere presente diversi fattori, soprattutto la temperatura e la durata della cottura, che devono essere precise e da qui la necessità di termometri e contaminuti.

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Sarà presentato ai Georgofili il censimento completo delle varietà autoctone di frutta in Italia

Giovedì 15 marzo alle ore 16 nella sede dell’Accademia dei Georgofili, sarà presentata l’opera “ATLANTE DEI FRUTTIFERI AUTOCTONI ITALIANI”, con interventi di Rossano Massai, Claudio Giulivo e Carlo Fideghelli (curatore dell'opera, dedicata ai Professori Scarascia Mugnozza e Scaramuzzi).
Tre volumi, circa 1800 pagine realizzate da oltre 200 autori di tutte le università italiane, da Torino a Palermo: l’opera presenta 13 specie di frutta originaria della penisola italiana: pero e melo (Pomacee), Agrumi, Fico, Frutta secca (castagno, noce, mandorlo, nocciolo, pistacchio), Drupacee (ciliegio, albicocco, pesco e susino). Le varietà descritte sono più di 5000: quelle più diffuse hanno una scheda molto ampia con relative foto, quelle meno diffuse sono descritte più sinteticamente anche se con riferimenti bibliografici precisi, per chi volesse approfondirne la conoscenza.
Il primo volume è dedicato all’analisi attuale delle conoscenze in materia di varietà autoctone grazie all’utilizzo della moderna tecnica del “finger printing” (analisi molecolare).
Nel suo complesso, l’opera è un censimento pressoché completo di tutti i fruttiferi autoctoni e rappresenta un lavoro di notevole rilevanza scientifica.

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“Sguardi sul mondo”, le foto di Sandro Liberatori in mostra ai Georgofili dal 1 marzo

Sarà inaugurata nel pomeriggio di giovedì 1 marzo, nella sede dell’Accademia dei Georgofili, la mostra fotografica “Sguardi sul mondo” di Sandro Liberatori (https://www.sandroliberatori.com/).
Un percorso che ci porta in diverse aree geografiche dove il passato e il futuro si mescolano nel presente. Il tempo ha preso diverse velocità, alcuni paesi sono già nel futuro e diventano un miraggio per gli altri da raggiungere fisicamente o virtualmente generando una corsa infinita.
Il percorso ci mostra le grandi diversità dovute a differenti culture. La mostra ha inizio con immagini di giovani che rappresentano il futuro mentre stanno studiando, tornando da scuola su piccole barche oppure aspettando clienti da portare su una vecchia bicicletta arrugginita. Poi si attraversa il mondo del lavoro in campagna così come nell’industria, delle macchine agricole in questo caso, con condizioni che passano da un lavoro manuale con macchinari obsoleti e soprattutto pericolosi ad un lavoro ormai affidato a robot che presto invaderanno anche l’agricoltura con le note tecnologie dell’agricoltura di precisione.
Infine la rassegna ci porta ai risultati dell’opera dell’uomo che ha da sempre tentato di modellare la natura secondo i propri desideri.
E’ soltanto una questione di tempo; le scelte e diversità di oggi saranno i nuovi equilibri di domani. Per tali ragioni sarà importante che l’uomo sia consapevole di essere il regista dei cambiamenti e che ogni scelta dovrà considerare l’uomo come parte dei sistemi naturali e non come estraneo per generare equilibri sostenibili e durevoli.

La mostra sarà aperta fino al 27 marzo, da lunedì a venerdì, dalle ore 15 alle 18. Ingresso libero.

BROCHURE DELLA MOSTRA (scarica pdf)

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Siccità e serbatoi artificiali, giornata di studio ai Georgofili il 6 marzo

I cambiamenti climatici in atto si manifestano ormai con lunghi periodi di siccità interrotti da forti precipitazioni in brevissimo tempo, le cosiddette bombe d’acqua. Gli effetti sul suolo appaiono devastanti: le conseguenze della siccità sono accentuate dal precario stato di salute del suolo a causa del forte depauperamento di sostanza organica che, oltre ad agire da cementante per le particelle del terreno, ha una forte capacità di trattenere l’acqua. Inoltre, gli eventi con alta intensità di pioggia riducono fortemente l’infiltrazione dell’acqua nel terreno che viene così persa per scorrimento superficiale. L’acqua che ruscella in superficie può essere recuperata convogliandola in serbatoi artificiali. Occorre perciò un piano quadro nazionale per il recupero dei “laghetti collinari”, per la costruzione di invasi artificiali e per la raccolta, in generale, delle acque piovane. Considerando che la corretta gestione del suolo e delle risorse idriche sarà una delle sfide del futuro, è necessario pensare subito ad un piano di infrastrutture distribuite a basso impatto ambientale e integrate nel paesaggio rurale, capace di fronteggiare le emergenze climatiche e sostenere un’agricoltura sempre più soggetta a crisi di vario genere, fra cui anche quella relativa alla siccità.
Con questa Giornata di Studio l’Accademia dei Georgofili intende promuovere un momento di discussione sulle suddette problematiche inerenti i periodi di siccità e la conseguente necessità del recupero dell’acqua quale obiettivo strategico delle attuali e future politiche agricole.
In particolare, è intendimento dell’Accademia evidenziare gli aspetti scientifici attraverso le seguenti relazioni della mattina:
•    Cambiamenti climatici, tra presente e futuro
•    Impatto dei cambiamenti climatici sul suolo
•    Aspetti agronomici
•    Contro la grande sete, accumulare e non sprecare l’acqua
•    Aspetti geologici e ambientali dei laghetti collinari
•    L’innovazione per il recupero, lo stoccaggio e la conservazione delle risorse idriche

Seguirà, nel pomeriggio, una Tavola Rotonda coordinata dal Direttore di AgroNotizie, Ivano Valmori, sugli aspetti tecnici e di programmazione.


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