La storia dei profumi risale all’antichità, legata a riti religiosi e alle usanze cosmetiche.
Dopo la parentesi medioevale, in cui furono messi al bando i piaceri della vita, l’uso dei profumi importati dal mondo arabo ebbe grande diffusione in Italia a partire dal Rinascimento. Il profumo diventa un segno di distinzione dei nobili e dei ricchi, un marchio odoroso che allontana dagli effluvi popolari e dalla dilagante sporcizia. Nelle classi agiate, il profumo assume un ruolo fondamentale nell’igiene personale, come unica possibilità di pulizia, essendo stato progressivamente eliminato l’uso dell’acqua. Motivi di carattere religioso, che consideravano le terme luoghi peccaminosi più che utili alla cura personale, ma anche la convinzione medica che l’acqua ed i bagni caldi fossero vettori di malattie attraverso i pori della pelle, avevano indotto ad una specie di pulizia “a secco”. Pertanto, creme, pomate, unguenti, polveri, profumi avevano il compito di celare i cattivi odori.
Nella Firenze rinascimentale si affermò la corporazione degli speziali, a cui appartenevano anche i profumieri che sollecitati dalle richieste di donne famose, Isabella d’Este, Caterina dei Medici, Lucrezia Borgia, di e Firenze fu per lungo tempo il centro della creazione europea. Verso la fine del XVII secolo, la creazione dell’acqua di Colonia segnò il declino della profumeria italiana e l’inizio di quella moderna.
Per la nota dolce e soave e la delicatezza della fragranza, la rosa costituisce la più larga base impiegata in profumeria. L’industria delle essenze utilizza la rosa muschiata, la rosa rifiorente “Ulrich Brunur”, nel passato coltivata in riviera, come la “Rosa d’Italia, la rosa centifoglia e la rosa damascena. Un ettaro di piantagione produce circa 4-5 t di petali, da cui si estrae un kg di essenza. Il profumo dell’assoluta di “Rosa di Maggio”, è presente nel profumo più costoso del mondo “Joy” creato dallo stilista Jan Paton nel 1930.
L’essenza di agrumi hanno un ruolo importante per la nota olfattiva di freschezza e di armonia, che il creatore di profumi di classe utilizza nelle sue composizioni. Le essenze agrumarie hanno avuto grande successo nel passato nella preparazione di acque aromatiche, fra cui la famosa “acqua ninfa” e l’universale acqua di colonia, attribuito all’italiano Giovanni Maria Farina, stabilitosi a Colonia per commerciare profumi nei primi anni del 1700.
L’acqua di colonia passò nel 1862 in proprietà della casa Roger e Gallet, conosciuta come “Eau de Cologne” divenendo un’acqua di toilette incomparabile, per le proprietà toniche e rinfrescanti.
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