Notiziario









I parassiti della Palma cinese, Trachycarpus fortunei, messa in piazza Duomo a Milano

Molti organi di informazione, forse suggestionati dall’autorevolezza botanica di qualche politico, lasciano intendere che i Trachycarpus fortunei, messi a dimora nella piazza del Duomo di Milano, siano originari dell’Africa e che, in qualche maniera, siano ricollegabili ai clandestini o immigrati africani. Voglio solo ricordare che l’Arecacea in questione, comunemente nota come Palma cinese, è originaria delle montagne della Cina e della Birmania, dove viene coltivata per ottenere fibre tessili con cui si producono corde, sacchi e indumenti. Essendo in grado di resistere a temperature anche inferiori a -15°C la palma viene utilizzata a scopo ornamentale fino al Nord Europa, mentre soffre nelle zone a clima troppo secco e caldo. 

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Schegge di bosco

Etica forestale spicciola 
Un tale voleva far legna nel suo bosco; il forestale fece osservare che era inutile fare il taglio perché ricorrevano le condizioni per avere dal comune un’assegnazione di legna a prezzo di favore. L’interessato rispose: “Se il bosco è una cosa tanto importante quanto voi dite, chi può deve riscaldarsi con la legna del suo bosco e non con quella del bosco degli altri!”.

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La scomparsa della tubercolosi bovina nell’uomo

I gobbi sono scomparsi, come le lucciole di Pier Paolo Pasolini dell’articolo sul Corriere della Sera del primo febbraio 1975, dove lo scrittore rileva che nei primi anni sessanta, a causa dell'inquinamento dell'aria, e, soprattutto, in campagna, a causa dell'inquinamento dell'acqua sono cominciate a scomparire. Il fenomeno è stato fulmineo e folgorante e dopo pochi anni le lucciole non c'erano più. Che cosa è avvenuto? In modo analogo perché vi erano e sono scomparsi i gobbi, uomini e donne di piccola statura con una pronunciata gobba o gibbo, i primi ritenuti segno favorevole tanto da essere toccati per avere fortuna e riprodotti come oggetti scaramantici, e le seconde infauste da evitare? Una domanda che ha sollevato l’interesse d’infettivologi, veterinari, storici e antropologi, anche con una risposta che riguarda la sicurezza alimentare e da non dimenticare, perché i gobbi oggi potrebbero ritornare.
Senza entrare nei significati scaramantici o di superstizione popolare, la quasi totalità di questi ammalati, perché tali sono, spesso di piccola statura tanto che in Sicilia erano denominati “corti”, sono ammalati del Morbo di Pott, tubercolosi vertebrale causata da un’infezione di batteri in gran parte di tipo bovino. Nella grande famiglia dei batteri tubercolari, l’infezione da batterio della tubercolosi di tipo bovino colpisce anche l’uomo, per contatto degli animali infetti e soprattutto per via alimentare con l’uso di latte crudo, prodotti caseari freschi e carni provenienti da mucche ammalate di tubercolosi. Per questo la malattia è tipica delle popolazioni che allevano bovini e già presente nell’Antico Egitto, mentre é assente nelle Americhe precolombiane nelle quali la discussa interpretazione di una statuetta fittile è stata alla fine risolta attribuendola alla rappresentazione di un caso di condrodistrofia e non di Morbo di Pott.
Fino alla metà del secolo scorso, il Morbo di Pott era abbastanza diffuso e invalidante, chi ne era colpito in forma grave aveva scarse possibilità di lavoro e, se ne aveva le doti diveniva musicista. Nel rinascimento spesso era anche giullare e buffone di corte, una figura entrata nel mondo dello spettacolo come Rigoletto dell’opera verdiana e nella letteratura con Quasimodo di Victor Hugo.
L’infezione umana da batterio tubercolare bovino è (relativamente) meno mortale di quella di tipo umano, verso il quale il batterio bovino sembra avere un’attività di contrasto, analogamente a quanto si è ritenuto possa avere nei riguardi dell’infezione di un altro batterio, quello di Hansen che provoca la lebbra, tanto che si è supposto che la fortissima riduzione della lebbra postmedievale in Europa sia la conseguenza dell’espansione nell’uomo della tubercolosi umana e bovina. 
La progressiva diminuzione e poi la quasi totale sparizione della tubercolosi bovina nell’uomo in Italia, e quindi la seguente scomparsa dei gobbi con Morbo di Pott è avvenuta attraverso diverse fasi.  Per la grande diffusione della tubercolosi bovina nel bestiame, dapprima vi è stata una campagna informativa sulla necessità di bollire il latte, seguita dall’istituzione delle Centrali del Latte dove si eseguono trattamenti di risanamento del latte tramite pastorizzazione e stassanizzazione, infine e con metodo definitivo si è proceduto all’eliminazione della tubercolosi negli animali da latte: bovini, ovini e caprini. Contestualmente vi è stata l’abolizione dell’istituto della Bassa Macelleria, con la quale ai meno abbienti erano vendute le carni di animali tubercolotici, ora destinate alla distruzione.

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I GEORGOFILI SU RTV38

Come previsto dal Protocollo di intesa sottoscritto tra Accademia dei Georgofili e Unicoop Firenze, sono state registrate dal Presidente Maracchi negli ultimi mesi del 2016, e ne sono in programma anche per il 2017, alcune rubriche all’interno della trasmissione di approfondimento Stili di Vita Magazine su RTV38, a cura di Cecilia Morandi. 

Le rubriche, che trattano argomenti che stanno a cuore alla nostra Accademia (l’agricoltura, la globalizzazione, la sicurezza alimentare, il clima, le stagioni, i prodotti del nostro territorio, ecc..), verranno trasmesse il mercoledì alle ore 21.00 (in replica la domenica dalle 17.45) e sono inoltre visibili sui canali Youtube dell’Accademia dei Georgofili (https://www.youtube.com/channel/UCosKzVZGcw6VR3sW9QKGkVw) e di RTV38 (https://www.youtube.com/playlist?list=PLfVSUc0etIzeb2ibbgdIHkVHGu_jRHOEv).

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I “Diamanti di Pistoia”

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Esperimenti educativi negli istituti tecnici

La nostra preoccupazione più immediata è quella di un adeguamento della formazione professionale poiché riteniamo che la formazione di nuove figure professionali come “tecnici delle comunità di filiera” sia un'indispensabile premessa alla realizzazione e al successo delle Communities of Purpose del settore agroalimentare.

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I funghi benefici nella difesa delle colture: dall’ecologia al genome editing

L’impiego di funghi benefici nella difesa delle colture (difesa biologica) è argomento di attualità, in vista della necessità di aumentare la produzione agricola per rispondere al fabbisogno alimentare di una crescente popolazione mondiale e soddisfare la richiesta della comunità europea che, con la direttiva EU 2009/128/CE, prevede la riduzione dell’uso di fitofarmaci di sintesi a favore di prodotti e strategie sostenibili.

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Sovranità monetaria e debito pubblico

Si amplia il coro di chi attribuisce all’euro, spesso confuso con l’Ue, una lunga serie di colpe. Una parola d’ordine oggi molto diffusa propone l’uscita dall’euro recuperando la sovranità monetaria del nostro paese. È il rimpianto per un tempo ed una politica monetaria che coincidono con un periodo della nostra economia più felice. Si individua in questo concetto la speranza di restituire al Paese quell’orgoglio e quella capacità autonoma di risolvere la crisi che avevano generato la crescita economica. Traspare, nel fascino un po’ ancien régime della parola, il desiderio di una conduzione della politica economica e monetaria più forte ed autorevole di quella attuale, confusa e abborracciata.
La sovranità nello stato moderno, semplificando, presenta due aspetti: l’origine dell’ordinamento dello Stato, nata dal popolo e che non deriva da nessun altro potere e l’indipendenza dello Stato da ogni forma di potere esterna o presente al suo interno. Il concetto è chiaro se si esemplifica con la sovranità territoriale. Ma non sempre è altrettanto semplice, perché lo Stato può decidere nella sua sovranità di accettare regole nei rapporti fra Stati oppure di cedere una parte dei suoi poteri ad altri organismi internazionali, possibilità prevista dalla stessa Costituzione. L’attuale ondata “sovranista” sembra voler escludere queste ipotesi per puntare ad un sorprendente e poco praticabile potere sovrano assoluto, quasi dimenticando che il mondo è molto più complesso sia per le concessioni a regole comuni fra Stati, sia per la cessione di una parte di poteri sovrani a organismi internazionali. I sovranisti tacitamente sembrano accettare le prime, ma si ribellano alle seconde. Da ciò nasce la spinta a rovesciare totalmente quegli accordi europei sino ad oggi considerati una sorta di dogma inattaccabile.
La restaurazione più sollecitata riguarda la sovranità monetaria che comprende molti passaggi fra cui: a) uscita dall’euro, moneta comune di gran parte dei paesi Ue, b) conseguente (ri)nascita della moneta nazionale, per affetto e consuetudine la Lira, con la definizione di valore iniziale e regole di gestione e di intervento sui cambi, c) gestione delle riserve in oro e valute, in parte depositate presso la Banca Centrale Europea ed altre organizzazioni come il Fondo Monetario Internazionale, d) restituzione degli antichi poteri all’istituto di emissione, la Banca d’Italia, e) stampa di moneta secondo criteri autonomamente decisi.  Tutto ciò oggi avviene in accordo con gli altri paesi dell’euro attraverso il Sistema Europeo delle Banche Centrali  che unisce le banche centrali di ognuno e la BCE.
La forza dell’euro è data dal suo valore complessivo e dal fatto che è gestito come una moneta unica sommatoria di quelle dei paesi aderenti. Per salvaguardare le rispettive sovranità gli stati aderenti non si sono dotati di politiche fiscali ed economiche comuni. Affinché la costruzione non collassi hanno adottato criteri di gestione delle rispettive economie che riguardano sostanzialmente la solvibilità di ogni Stato attraverso il controllo dei bilanci.

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La storia fiorentina, da prospettive insolite e affascinanti, in due libri che saranno presentati all’Accademia dei Georgofili i prossimi 2 e 9 marzo


Giovedì 2 marzo 2017, alle ore 16, si svolgerà la presentazione del volume “La fabbrica di botti. Una singolare attività produttiva di Firenze tra Ottocento e Novecento dai Fenzi ai Borri” di Giovanni Brunori (Ed. Polistampa).
Interverranno Eugenio Giani, Zeffiro Ciuffoletti e Pierluigi Ferrini.

Giovedì 9 marzo alle 16.30 sarà presentato il volume di Ilaria Buccioni: “Trattoria Sabatino. La storia di una famiglia e i sapori della cucina povera in San Frediano, il quartiere più popolare di Firenze” (Maschietto Editore).
Interventi di Francesco Ammannati e Marco Vichi, di Federico Maschietto e Carlo Cuppini, alla presenza dell'Autrice.
La partecipazione all'incontro del 9 marzo è riservata a coloro che si saranno registrati entro il 6 marzo 2017 ad adesioni@georgofili.it.

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Cadmio nei fertilizzanti fosfatici: allarmismo ingiustificato

Nell’ambito della strategia sull’ Economia Circolare, la Commissione UE ha avviato la revisione del Regolamento 2003/2003 inerente la disciplina dei prodotti fertilizzanti. Se tale iniziativa intende apportare alcune importanti novità (es. l’ampliamento del novero dei prodotti includendo anche fertilizzanti organici, organo minerali, ammendanti e correttivi, substrati di coltivazione, biostimolanti etc.), essa presenta nel contempo altrettante criticità che investono sia il settore tecnico-scientifico che produttivo.

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Olio di palma: i motivi di un fenomeno

Gli avvenimenti dell’ultimo anno riguardanti l’Olio di Palma (OP) sono forse un caso più unico che raro nella storia del cibo, perché per la prima volta il flusso decisionale sembra del tutto invertito rispetto a quello usuale. 
Per l’OP, le multinazionali alimentari e la stessa grande distribuzione organizzata (GDO) hanno ricevuto dal basso, ovvero dai consumatori, una fortissima pressione perché un ingrediente diffuso come l’OP fosse bandito dai prodotti finiti e addirittura tutti i possibili prodotti trasformati che lo vedono utilizzato come ingrediente ritirati dagli scaffali della GDO. 

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Palme a Milano

La dibattuta vicenda delle palme in piazza Duomo a Milano ha suscitato discussioni forse prevedibili e forse anche ormai inutili perché difficilmente il mondo politico e tecnico responsabile sarà disposto a cambiare il progetto già avviato. Doverosamente riportiamo due note, entrambe molto autorevoli, e rimaniamo in attesa di ascoltare coloro che hanno deciso di realizzare il palmeto, sorprendendo i cittadini. L’argomento è complesso e riguarda numerosi aspetti, ciascuno dei quali è di competenza di esperti diversi. Non può essere negato a nessuno il diritto-dovere di esprimere il proprio punto di vista. Altrettanto dicasi per i committenti, progettisti e realizzatori interessati alle opere che hanno richiamato l’attenzione della opinione pubblica. Si attende che vengano al più presto illustrate le motivazioni delle scelte in discussione, per adottare con convinzione le pubbliche decisioni pertinenti. 

La “Fabrica” delle palme
Dario Casati

Troppo rumore per nulla
Francesco Mati

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Cucina di precisione

Dopo l’agricoltura, la zootecnia e la nutrizione di precisione, s’inizia a parlare di cucina di precisione, un nuovo modo di praticare la cucina secondo parametri e sistemi ben definiti, esatti, accurati e precisi per ottenere produzioni costanti, migliori risultati nutrizionali e eccellente qualità gastronomica. Su cosa sia questa cucina sono necessarie puntualizzazioni evitando alcuni fraintendimenti.
La cucina di precisione non deve essere confusa con la cucina molecolare, termine coniato da un giornalista a Erice nel 1992 in occasione della Molecular and Phisical Gastronomy, un importante momento culturale che mette in evidenza l’importanza del metodo scientifico in cucina, quando un gruppo di ricercatori, prevalentemente fisici, studia i processi che nei cibi accadono con le trasformazioni culinarie. Se la cucina familiare e dei ristoranti era ancora in gran parte empirica, fin dal milleottocento l’industria alimentare applica metodi scientifici nella trasformazione e preparazione degli alimenti, come dimostrano i processi di sterilizzazione, pastorizzazione e stassanizzazione applicati alle carni, latte e altri alimenti, sulla base delle ricerche di scienziati quali da Nicolas Appert (1749 – 1841), Louis Pasteur  (1822 – 1895), Justus von Liebig (1803 – 1873), Ernesto Stassano (1859 – 1922). La cucina di precisione non è nutrizione di precisione e cioè la precisa determinazione della dieta per ogni singolo individuo, in relazione ai suoi parametri biologici, metabolici e genetici. Non bisogna confondere la cucina di precisione con singoli, particolari metodi di trattamento degli alimenti, come per esempio l’uso di particolari temperature, determinati ingredienti (per esempio l’azoto liquido, taluni alginati ecc.), la cottura sottovuoto o altri sistemi. Da ultimo non bisogna confondere la cucina di precisione con sistemi empirici tradizionali, come ad esempio si fa per le cotture lente a bassa temperatura già utilizzate nel più lontano passato.
Analogamente a quanto è per l’agricoltura e la zootecnia, la cucina di precisione è una strategia operativa che avvalendosi delle moderne strumentazioni progetta e attua interventi che tengono conto delle caratteristi-che fisiche e chimiche degli alimenti. La cucina di precisione si basa su sistemi operativi in ambienti controllati e a temperatura ottimizzata per preservare le proprietà nutrizionali e organolettiche, eliminare i batteri nocivi ed evitare lo sviluppo di sostanze cancerogene, mantenendo e portando su scala ridotta gli obiettivi della cucina industriale e al tempo stesso consentendo una personalizzazione. Sono espressione della cucina di precisione strumentazioni prima esclusive dei laboratori di ricerca e tra questi precisi misuratori di temperature e tempi esatti, bilance di precisione, termostati, realizzatori di vuoto o atmosfere particolari, sistemi informatizzati applicati alle strumentazioni di cucina come i robot da cucina, espressioni anch’essi di una cucina di precisione automatizzata e ai quali si sono di recente associate le stampanti 3D. 
La cucina di precisione ha un grande sviluppo nel settore della pasticceria dolce, dove si adoperano materie prime con caratteri chimico-fisici ben definiti iniziando dallo zucchero, mentre più lenta è la sua diffusione nella cucina del salato nella quale si dedica una particolare attenzione alla combinazione in precisi parametri tra ambiente - temperatura – tempo di cottura.

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“Qual debba esser la Cucina”: Vincenzo Tanara e la “fabrica d’vna Cucina” in Villa (da L’Economia del cittadino in Villa, 1687)

Il perfetto cuoco in Villa, oltre che “polito, fedele, & intendente” doveva essere edotto, secondo gli Antichi, in tre scienze: “Medicina, Astrologia, & Architettura”.

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Agricoltura in crisi, è colpa dell’Europa?

In un crescendo di interventi si sente montare l’onda della polemica antieuropeista sensibile alle febbri elettorali che serpeggiano come i virus d’inverno e smossa da una generale scontentezza. Gli eurofobi di oggi spesso fanno parte degli stessi laudatores che sostennero un’adozione della moneta unica frettolosa e avventata, mentre fra i pochi e timidi sostenitori parecchi l’avevano con forza avversata agli inizi. Non resta che cercare di capire con la necessaria serenità quanta parte dell’attuale malcontento sia colpa dell’euro e quanta, invece, dipenda da altre cause che anche nel mondo agricolo alcuni gli addebitano.

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Le inchieste agrarie in età liberale - Convegno di studi

Giovedì 23 febbraio 2017 si svolgerà un Convegno su “Le inchieste agrarie in età liberale”, organizzato dall’Accademia dei Georgofili in collaborazione e presso la Fondazione Biblioteche della Cassa di Risparmio di Firenze (Via Bufalini 6). 
A vent’anni dall’acquisizione del fondo REDA (Ramo Editoriale degli Agricoltori) da parte dei Georgofili, ora conservato presso la sede della Fondazione Biblioteche, il convegno desidera promuovere questo importante fondo costituito da circa 18mila volumi e 100mila fotografie, negativi e lastre inerente la storia agraria italiana ed europea. Il REDA ha rappresentato la più importante casa editrice italiana per la letteratura di interesse agricolo. Esso pubblicava anche periodici di attualità come “Agra Europa”, “Leggi e Decreti di interesse agrario”, “Giurisprudenza agraria italiana”, “Agri Firenze”; inoltre numerosi trattati, monografie e collane di manuali tecnici, nonché la ponderosa “Enciclopedia agraria”, e le inchieste agrarie promosse da enti pubblici e privati. Per la distribuzione delle proprie realizzazioni editoriali, il REDA si avvaleva della rete dei Consorzi agrari, sparsi capillarmente su tutto il territorio nazionale. 
La questione agraria e l’allora correlata questione meridionale sono al centro di questo convegno di studi che intende ricostruire gli strumenti conoscitivi, prima, e operativi, poi, messi in essere dall’Italia liberale per affrontare questioni considerate cruciali nello sviluppo della nazione, tanto più quando l’abbandono delle terre d’origine da parte dei migranti, soprattutto meridionali, divenne fenomeno socialmente esplosivo. 


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SAVE THE DATE: 24 febbraio - Convegno “La montagna italiana nello sviluppo rurale: problematiche e prospettive economiche, sociali, ambientali e istituzionali”

Venerdì 24 febbraio 2017 alle ore 9 presso il Polo Universitario di Scienze Sociali, Via delle Pandette 9 (Firenze), si svolgerà un convegno nazionale dedicato alla montagna, organizzato dall’Accademia dei Georgofili, l’Accademia Italiana di Scienze Forestali, Anci, Crea e Carabinieri sez. Forestale.
Concluderà i lavori alle 17.30 il Ministro Maurizio Martina.
Il futuro della “montagna” è oggi al centro di un vivace e ampio dibattito orientato a stimolare nuove progettualità basate sulla consapevolezza che vi sono numerosi punti di forza e opportunità da valorizzare.
Bisogna partire dalla considerazione che la “montagna” non è tutta uguale, ma è un “mosaico” di situazioni diverse da nord a sud dell’Italia, ciascuna delle quali ha una propria identità e detiene risorse la cui valorizzazione richiede percorsi partecipativi che devono essere costruiti responsabilmente dagli attori stessi del territorio.
Se “la diversità” si assume come ricchezza della “Montagna” non si deve far altro che focalizzare nella loro specificità tutte le risorse endogene della “Montagna”: i prodotti dell’agricoltura, degli allevamenti, del bosco, i prodotti dell’artigianato, il turismo, la biodiversità vegetale e animale, il paesaggio, i beni culturali, le tradizioni, devono essere portati a sistema. Ciascuna risorsa presente nel territorio concorre al suo sviluppo e alla sua crescita, unitamente al miglioramento dei servizi alla popolazione e della qualità della vita.
Anzitutto la Politica di sviluppo rurale, insieme con la Strategia delle aree interne e le politiche di sviluppo regionale e sociale, sono protese ad assicurare il perseguimento dell’obiettivo della coesione economica, sociale e territoriale. L’equilibrio di queste componenti è l’elemento chiave del nuovo approccio allo sviluppo della “montagna”.

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Un grido di allarme: cosa si insegna nelle nostre scuole?

Approfitto del mio titolo di Accademico dell'antica e prestigiosa Accademia dei Georgofili, per lanciare un grido di allarme sul livello di efficacia dell'insegnamento nelle scuole medie italiane. Negli ultimi mesi ho avuto l'opportunità di seguire con una certa continuità lo studio di un mio nipotino iscritto alla classe prima media. Sono rimasto impressionato dalla impostazione nozionistica, farraginosa, ridondante dei testi adottati e dei programmi svolti. 

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Elicicoltura: zootecnia a triplice attitudine

Nella seconda metà del secolo scorso nelle Facoltà di Agraria e Veterinaria vi erano ancora due corsi facoltativi semestrali di Zoocolture, che riguardavano allevamenti minori. Uno era dedicato all’avicoltura e alla coniglicoltura, l’altro alla apicoltura e bachicoltura, attività zootecniche che nel corso di alcuni decenni scompaiono, come la bachicoltura, o esplodono come l’avicoltura. Nello stesso periodo iniziano a comparire nuovi allevamenti e tra questi l’elicicoltura che risponde alla crescente domanda di chiocciole e che ora ha tre diversi utilizzi: “carne”, uova e bava o muco.

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Un mondo senza pesto genovese?

Oltre all’aglio, al pecorino e al sale grosso, tre sono i componenti fondamentali del pesto genovese: olio extra-vergine di oliva, pinoli e basilico. Ebbene, ciascuno di questi ultimi attraversa una crisi dovuta all’azione di organismi nocivi che stanno compromettendo, almeno in parte, la disponibilità di tali materie prime. Per l’olio, il riferimento è inevitabilmente rivolto alla pandemia di Xylella fastidiosa che da qualche anno sta devastando il Salento (http://www.georgofili.info/detail.aspx?id=2233): per fortuna al momento non risultano segnalazioni di casi in altre aree, e l’attenzione è ai massimi livelli. Il pino domestico da tempo è vittima degli attacchi di un insetto introdotto dal Nord America (il “cimicione americano”, Leptoglossus occidentalis) e le rese di pinoli sono crollate (http://www.georgofili.it/detail.asp?IDN=901&IDSezione=4). Inevitabile il ricorso a prodotti importati (anche dalla Cina), lo scadimento qualitativo e l’aumento dei prezzi.
Ma è la situazione sanitaria del basilico quella che fa sorgere dubbi inquietanti circa il futuro del pesto. Ricercata per il suo intenso profumo e l’altrettanto piacevole sapore, questa pianta (Ocimum basilicum) è una delle aromatiche tipiche della dieta mediterranea, ma è apprezzata in varie parti del pianeta. Coltivata a livello sia professionale (serra e pieno campo), sia amatoriale (tipicamente anche sui davanzali delle finestre), è da sempre caratterizzata da una tecnica relativamente semplice e uno stato sanitario non particolarmente preoccupante. La situazione, però, è drammaticamente cambiata a cominciare dai primi anni di questo secolo, a causa della insorgenza e diffusione di attacchi di una malattia parassitaria, capaci di distruggere in breve tempo la coltura. Il patogeno in questione è Peronospora belbahrii, un oomicete biotrofico di nuova descrizione (doi: 10.1017/S0953756205003928), trasmesso per seme, responsabile della comparsa di estese lesioni necrotiche sulle foglie, con fuoriuscita di abbondante efflorescenza grigiastra dalla pagina abassiale, costituita da rami conidiofori e fruttificazioni agamiche. L’evoluzione è rapida e porta alla marcescenza degli organi colpiti, sino alla morte della pianta. Il periodo di incubazione può superare le 3-4 settimane, così che la presenza del patogeno può non essere percepita al momento della commercializzazione delle piantine. Inizialmente segnalata in Liguria e basso Piemonte, la malattia è certamente presente anche in Toscana, Lazio e Sardegna. A livello internazionale, oltre all’Europa (con focolai in una decina di Paesi), sono interessati tutti i continenti, dalla Nuova Zelanda agli USA, dall’Argentina al Sud Africa e Taiwan. In Italia il caso è da sempre all’attenzione della Scuola fitopatologica torinese (doi: 10.1007/s12600-015-0474-1).

Che fare, dunque?

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Presentazione del libro: “Chianti Classico, the search for Tuscany’s noblest wine”

Mercoledì 15 febbraio 2017 alle ore 16, nella sede dell’Accademia dei Georgofili sarà presentato volume di Bill Nesto e Frances Di Savino Chianti Classico: the search for Tuscany's Noblest Wine (University of California Press, 2016).

Bill Nesto è Master of Wine e fondatore del Wine Studies Program all’Università di Boston, dove insegna. 
Frances Di Savino è un procuratore con un background di studi storici ed è la compagna, di vita e di vino, di Bill.  
Bill and Frances hanno già firmato insieme il volume The World of Sicilian Wine, che ha vinto il premio André Simon Book Award nel 2013.

Il libro racconta la storia di un’antica terra chiamata Chianti e della moderna denominazione del vino nota come Chianti Classico. Nel 1716 il penultimo Granduca dei Medici, Cosimo III, consacrò la regione del Chianti assieme a tre aree più piccole nello stato fiorentino, come la prima al mondo legale denominazione di origine per il vino. Nei secoli successivi questa pietra miliare della storia fu dimenticata tanto che, alla fine del XIX secolo, la parola Chianti significava piuttosto che un rinomato vino e la sua regione di produzione, un semplice vino italiano da tavola rosso in un fiasco ricoperto di paglia. Nel XXI secolo il Chianti Classico si è affermata come una delle più dinamiche e affascinanti zone del vino. Bill Nesto e Frances De Savino esplorano le città del Chianti Classico e introducono il lettore nella moderna viticoltura che sta trasformando la regione. I segreti del Sangiovese, la principale varietà di vitigno del Chianti, sono progressivamente rivelati assieme ai miti e ai misteri di una delle più antiche zone vitivinicole italiane. La pubblicazione del libro coincide con il trecentesimo anniversario del decreto granducale che delimitava esattamente la regione di produzione del Chianti (24 settembre 1716).

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