Notiziario












Perché io sono un albero

Non potrei essere che un albero. Sta scritto da qualche parte dentro di me, nella mia natura. Non è un caso.

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La simbologia degli insetti nell’arte figurativa

A partire dal ‘400, agli insetti raffigurati nelle opere d’arte, vengono attribuiti significati simbolici, tratti da episodi di fonti storiche, di poemi latini e greci, o della Bibbia. A eccezione di farfalle e api, l’immagine degli insetti era, in genere, negativa.

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Aglio, l’utilità dell’apparentemente inutile

Ubi Roma ibi allium è un antico detto attribuito ai legionari romani che avevano un’alimentazione basata su un chilogrammo e mezzo di pane integrale, un litro di vino e abbondante aglio. Una chiara dieta mediterranea, si direbbe oggi.
Il pane di farina integrale fornisce 3400 chilocalorie con 115 grammi di proteine e 100 grammi di fibra, il vino 1500 calorie più importanti minerali. In una dieta di 5000 chilocalorie necessarie per chi marcia con venti chilogrammi sulle spalle, per venticinque chilometri al giorno che diventano anche quaranta nelle marce forzate, a cosa serve l’aglio? Solo di recente abbiamo conoscenze sufficienti per dare una risposta soddisfacente e riconoscere all’aglio un ruolo di “antibiotico nutrizionale” che giustifica il suo largo uso, soprattutto nelle alimentazioni unilaterali e prevalentemente, se non esclusivamente, vegetariane come quelle dei soldati e anche dei gladiatori romani.
Le attività antibiotiche dell’aglio sembra siano state già notate nel 1858 da Luis Pasteur, ma è nel 1944 che Chester J. Cavallito e John Hays Bailey isolano e studiano l'allicina, un composto solforganico dell’aglio, che rappr-senta il meccanismo di difesa dell'aglio da parassiti e infezioni. Dopo queste ricerche, vi è una consistente bibliografia sulle azioni antibiotiche dell’aglio. Altre componenti dell’aglio con attività antibiotica sono il bisolfuro di allile, l’allipropile allicina e la garlicina. L'allicina possiede un’attività antibiotica con potere inibente su numerosi tipi di batteri, tra i quali anche quelli responsabili del tifo, ed è stata proposta per il trattamento dei ceppi di Staphylococcus aureus meticillino-resistenti (MRSA), perché elevata è la sua attività anti-microbica contro microrganismi resistenti agli antibiotici. L’allicina dimostra attività inibitoria sull’88% dei ceppi batterici a una concentrazione minima inibitoria (CMI) di 16 mg/L e sulla totalità dei ceppi a 32 mg/L. La concentra-zione minima battericida (CMB) é nell'88% dei ceppi alla concentrazione di 128 mg/L, e nella totalità dei ceppi alla concentrazione di 256 mg/L.
L’attività antibiotica dell’aglio si rivela utile durante la prima guerra mondiale, quando i medici delle armate britanniche, francesi e russe, trattano con il succo di aglio le ferite infette. Durante la seconda guerra mondiale, quando inglesi e americani hanno scoperto la penicillina, l’estratto d’aglio è ancora utilizzato dai medici dell’Armata Rossa ed è denominato “penicillina russa”.

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Effetto serra, effetto guerra

Il 1 febbraio scorso si è svolto all’Accademia dei Georgofili un seminario dedicato ai cambiamenti climatici e gli scenari di rischio. Uno dei relatori è stato il ricercatore CNR Antonello Pasini, il quale ha intitolato il suo interessante intervento “Effetto serra, effetto guerra”, come il libro da lui recentemente pubblicato (ed. Chiarelettere), scritto a quattro mani con Grammenos Mastrojeni, diplomatico del Ministero degli Esteri, esperto di conflitti e migrazioni.

In “Effetto serra, effetto guerra” si parla delle conseguenze conflittuali e migratorie dell'innalzamento del livello del mare, della fusione dei ghiacciai con conseguente scarsità delle risorse idriche, della siccità e della desertificazione, della maggiore virulenza delle piogge, ecc.: tutto ciò in varie parti del mondo. Man mano che si procede, tuttavia, l'analisi si fa via via più vicina a noi, perché i bubboni di instabilità sembrano convergere in centri concentrici sul Mediterraneo, dove è proprio l'Italia che rappresenta il ponte naturale con l'Europa per tanti disperati. Ma cosa c'entra il clima con i conflitti, le migrazioni e magari il terrorismo?
Il mondo (il sistema Terra, direbbe uno scienziato) è interconnesso, molto complesso e con dinamiche globali. Tuttavia, ci sono problemi che appaiono a sé stanti e ben delineati. Uno di questi sembra essere quello del riscaldamento globale. Sappiamo a che cosa è dovuto e sappiamo quali sono i possibili rimedi: conversione ad una economia decarbonizzata, utilizzo di energie rinnovabili, risparmio energetico, riciclo, ecc. Come noto, il riscaldamento globale recente è stato creato principalmente dalle emissioni di gas serra dei paesi industrializzati e ora vi contribuiscono i giganti asiatici, dunque gli altri sembrano entrarci poco. Ma è veramente possibile risolvere il problema dei cambiamenti climatici senza risolvere i tanti squilibri economici e sociali che ci sono nel nostro mondo, e che appaiono essere le cause principali di guerre e migrazioni?

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Il mistero degli alveari del Verga

Numerosi studiosi hanno cercato di spiegare perché i “seggioloni antichi”, del terzo capitolo di "Mastro Don Gesualdo", diventano “alveari” nel quinto capitolo. Il Mazzarino, nel saggio “Seggioloni e alveari nella sala grande di Casa Trao”, ha legittimato l’uso del termine “alveari” con ragioni di ordine etnologico, riscoprendo il preciso legame fra api e morte, operante in riti funebri di molte regioni di Francia e Spagna.

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Il DNA mitocondriale : storia e implicazioni di una grande scoperta

La scoperta dei «genomi citoplasmatici», cioè del DNA mitocondriale e del DNA plastidico, rappresenta una pietra miliare di grandissima importanza nella Biologia degli ultimi 50 anni. Essa ha implicazioni rilevanti che riguardano non solo i concetti di base della Biologia, ma moltissime applicazioni pratiche, dalla Medicina, all’Ambiente, all’Agricoltura ...

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Nuovi alimenti per tavole post moderne

Colazione, pranzo e cena segnavano una precisa e chiara scansione della tavola di un bel tempo passato, mentre oggi sulle tavole postmoderne dei brunch, apericena e buffet gli alimenti cambiano e conquistano nuove qualificazioni e ruoli che coinvolgono le produzioni alimentari.
Molti e sostanziali sono i recenti cambiamenti nella composizione, denominazione e scansione temporale dei pasti e odiernamente la colazione del primo mattino che rompe il digiuno notturno (da qui le denominazioni inglesi e francesi di breakfast e di petit dejeuner) non è più la collazione o riunione degli avanzi del pasto della sera precedente e in Italia si riduce a un caffè e al più un cornetto o brioche.
Nell’attuale grande modificazione del nome e dell’ora dei pasti, per gli inviti adesso si è costretti a precisare l’ora della colazione, pranzo o cena, senza contare che queste ore non solo variano nei diversi paesi ma anche nella stessa Italia mutano tra le diverse regioni settentrionali, centrali e meridionali. La confusione non cessa da quando compaiono nuovi momenti, tipologie e denominazioni dei pasti con parole – macedonia come il brunch della tarda mattina, soprattutto domenicale (commistione tra colazione e pranzo, dall’inglese breakfast e lunch) e il recente, dilagante apericena della serata che si prolunga fino alla notte (aperitivo associato a cena) costituito da un aperitivo servito insieme con una ricca serie di stuzzichini e accompagnato da assaggi di piatti differenti, salati e dolci, che può essere consumato al posto della cena. Definizione peraltro non esatta, perché l’aperitivo non apre una cena che non esiste essendo solo un prolungamento di un sostanzioso aperitivo e per questo è più corretta la dizione di aperitivo rinforzato.
Nella nuova organizzazione delle tavole non cambiano soltanto i tempi e le denominazioni dei pasti, ma anche i loro contenuti e si tende a tornare alla moda rinascimentale e barocca del buffet, tanto che è stata creata una nuova scienza o disciplina della ristorazione, la buffettistica. Un’abitudine, quest’ultima, che ha il suo successo per diversi motivi: opportunità di preparare i cibi in anticipo con migliore utilizzo del personale di cucina, ridotto personale di servizio in sala perché il buffet si avvale di un autoservizio del consumatore, possibilità di quest’ultimo di soddisfare i propri gusti scegliendo i cibi che preferisce e, non da ultimo, grande diversificazioni e magnificenza delle presentazioni dei cibi che con facilità possono dare il messaggio di ricchezza del convivio.
Con i nuovi stili di vita postmoderni e i cambiamenti nella organizzazione della tavola mutano anche i contenuti e i cibi consumati.

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Gestione del rischio in agricoltura: se ne parla ai Georgofili il 15 febbraio

Giovedì 15 febbraio 2018 a partire dalle ore 9.30, si svolgerà all’Accademia dei Georgofili una giornata di studio su “La gestione del rischio in agricoltura”, che vedrà la partecipazione di studiosi appartenenti a diverse aree disciplinari, di rappresentanti dei soggetti pubblici e privati e di organizzazioni consortili e professionali operanti nella gestione dei rischi, di rappresentanti delle Istituzioni europee e del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

Il presupposto stesso della specialità dell’impresa agricola è stato a lungo individuato nell’essere tale impresa assoggettata al rischio biologico connaturato al proprio oggetto, al rischio meteorico per la sua immediata esposizione ai fattori climatici, al rischio ambientale in ragione del suo operare in un ambiente naturalmente aperto a reciproche interferenze ed influenze. A questi profili di rischio, tra loro strettamente legati siccome tutti espressione del ciclo della vita, si è aggiunto con rilievo crescente il rischio determinato dalla progressiva apertura dei mercati e dall’abbandono di politiche di garanzia dei prezzi. Sicché il rischio di mercato, nelle sue plurime declinazioni legate alla crescente globalizzazione dei commerci, è divenuto centrale all’interno dell’intero perimetro dei rischi in agricoltura.

La Giornata di studio organizzata dall’Accademia dei Georgofili, in collaborazione con l’AIDA-IFLA, si propone come occasione di confronto su questi temi, ed intende esaminare criticità e punti di forza dei sistemi di gestione dei rischi realizzati nel nostro paese, in altri paesi europei, e negli USA, in riferimento a temi nuovi e risalenti.


PROGRAMMA (scarica pdf)


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Orto nel giardino? Visitiamo Castel Ruggero

La coltivazione di ortaggi e alberi da frutto all’interno del giardino dà vita a un connubio ricco di spunti interessanti; l’orto nel giardino di Castel Ruggero nei dintorni di Firenze ne è un esempio, e apre ai visitatori nella giornata dei pomodori in festa.

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Miglioramento genetico per l’industria della carne

L’industria alimentare tradizionale ha spesso trascurato la qualità del prodotto originario nella convinzione che i processi di trasformazione potessero supplire ad una qualità non ottimale. Se questo è vero per prodotti a basso valore aggiunto, in un mercato globalizzato ed estremamente competitivo per i prezzi, tali politiche sono penalizzanti per le industrie alimentari radicate in nazioni ricche e/o che basano la loro competitività nell’unicità e fama del prodotto.

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Il 31 gennaio incontro su: “Denominazioni, cultura territoriale e qualità dei vini italiani”

Mercoledì 31 gennaio 2018, alle ore 16.30 nella sede dell’Accademia dei Georgofili, si svolgerà un incontro    dedicato alla denominazione dei vini italiani con interventi di Zeffiro Ciuffoletti (Introduzione al tema), Bernardo Conticelli (Uno sguardo alla Francia e all'Europa) e Piero Tesi (Considerazioni finali)
Nell'incontro si affronteranno tutte le tematiche relative all'origine geografica del vino e alle normative italiane e francesi. Come è noto, l'Italia è ormai da anni il paese primo esportatore al mondo di vini, ma alla quantità non corrisponde il valore economico, che vede la Francia al primo posto. Basterebbe questa prima considerazione per ripensare la questione normativa in materia alla luce del contesto europeo e di un mercato mondiale in continua evoluzione. Il dott. Piero Tesi avanzerà una serie di osservazioni e proposte relative alle tematiche correlate alla denominazione dei vini secondo il territorio di produzione e la specifica qualità.

La partecipazione è riservato a coloro che si saranno registrati lunedì 29 gennaio 2018 a adesioni@georgofili.it . Le iscrizioni saranno accolte compatibilmente con la capienza della sala


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“Cambiamenti climatici e scenari di rischio”: seminario ai Georgofili il 1 febbraio 2018

Un seminario interdisciplinare su “Cambiamenti climatici e scenari di rischio” si svolgerà nella mattinata del prossimo giovedì 1 febbraio, nella sede dell’Accademia dei Georgofili a Firenze.
I cambiamenti climatici sono la sfida ambientale più importante di questo secolo. Gli effetti che ne derivano sono già sotto gli occhi di tutti: eventi estremi, alluvioni, siccità, impoverimento dei suoli, perdita di colture, ecosistemi a rischio. Dalle aree più degradate del pianeta si spostano verso l’Europa le popolazioni dei paesi poveri costrette a emigrare in cerca di cibo, sicurezza e opportunità.
Nel corso del seminario, organizzato da Academia dei Georgofili, Consorzio LaMMA e Istituto di Biometeorologia del CNR, sarà inoltre presentata la pubblicazione "Arno 1966. Cinquant’anni di innovazioni in meteorologia", che raccoglie i contributi del workshop organizzato in occasione dell’anniversario dell’Alluvione di Firenze del 1966.  

PROGRAMMA (scarica pdf)

Crediti formativi professionali per agronomi e geologi
Informazioni: http://www.lamma.rete.toscana.it/news/cambiamenti-climatici-e-scenari-di-rischio

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L’intelligenza artificiale

La storia non ha esitato ad usare il termine “rivoluzione” per evidenziare i periodi nei quali sono avvenuti i più importanti progressi e cambiamenti. Davide Casaleggio (la Repubblica, 17 dicembre 2017) ha ora battezzato come “vera rivoluzione” la robotica, considerandola come dotabile di una “intelligenza artificiale”.

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Il futuro della PAC

Con la Comunicazione “Il futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura”, COM (2017) 713 del 29 novembre scorso la Commissione dell’Ue ha aperto il dibattito sul futuro della Pac post 2020. Dopo la definizione, nel primo semestre 2018, del Quadro Finanziario Pluriennale (Qfp), verranno le proposte di testi normativi nel secondo semestre e nel 2019 l’approvazione, al termine del dibattito fra gli Organismi europei, gli Stati membri e il mondo agricolo. I tempi sono stretti e non è esclusa una piccola proroga, anche perché i mesi che ci attendono saranno difficili.

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L’ Accademia dei Georgofili in pillole su Radio Toscana

"Parla come mangi" "Mangia come parli" è un progetto editoriale ideato da Radio Toscana (Fm 104.7, 88) che ha come obiettivo quello di far conoscere o riscoprire il ricco patrimonio della nostra lingua toscana e del nostro territorio, legati in modo particolare al mondo dell'agricoltura e delle tradizioni toscane.
Piccole rubriche, ciascuna da un minuto, realizzate dai responsabili delle due più prestigiose e antiche accademie italiane: in ambito linguistico, l'Accademia della Crusca ("Parla come mangi"), e per le scienze agrarie, l'Accademia dei Georgofili ("Mangia come parli").
In ogni pillola viene spiegata in tono discorsivo una parola legata al mondo agricolo (frutti, piante, ortaggi, animali da allevamento, pesci, ecc), della nostra cucina toscana (piatti tipici, ricette del passato) o del nostro parlar toscano (termini tipicamente toscani) spiegandone l'origine, le particolarità, le curiosità.
Si va dalla alla zucca lardaia, alla vacca maremmana, al raviggiolo, agli agrumi dei Medici illustrati dall'Accademia dei Georgofili; per proseguire con gota, ceppo, sciocco, biroldo, ribollita, illustrati dall'Accademia della Crusca.
Il livello qualitativo delle rubriche è garantito, oltre che dal prestigio indiscutibile delle due istituzioni, da chi le realizza concretamente: il prof. Giampiero Maracchi, climatologo di fama internazionale ed esperto di tradizioni toscane, presidente dell'Accademia dei Georgofili e vari linguisti e studiosi dell'Accademia della Crusca.

Le pillole andranno in onda per tutto il 2018, fatta eccezione per il mese di agosto.

Questi gli orari:
Accademia dei Georgofili: martedì ore 9.45   - giovedì  ore 11.45  - sabato  ore 10.45
Accademia della Crusca: lunedì ore 8.15 - mercoledì ore 10.15 - venerdì ore 12.15

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Ai Georgofili il quarto incontro dedicato ai territori della Toscana e ai loro prodotti: protagonisti Pistoia, Piana Pistoiese, Valdinievole e Montagna Pistoiese

Giovedì 25 gennaio 2018 a Firenze, nella sede dell’Accademia dei Georgofili si svolgerà il quarto degli incontri dedicati a territori e prodotti della Toscana, organizzati in collaborazione con ANCI Toscana e con il patrocinio di UNICOOP Firenze.
Dopo Lunigiana, Garfagnana e Valdarno Inferiore, questa volta saranno protagonisti Pistoia, la piana pistoiese, la Valdinievole e la montagna pistoiese.

I lavori saranno aperti alle ore 9.15 da Giampiero Maracchi, Presidente dell’Accademia dei Georgofili, Marco Remaschi, Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana e Vittorio Gabbanini, ANCI Toscana.
A seguire gli interventi:
-    Pistoia si presenta a cura di Alessandro Sabella, Assessore al Turismo del Comune di Pistoia
-    La Piana Pistoiese si presenta con Giacomo Mangoni, Sindaco di Agliana
-    La Valdinievole si presenta con Marco Borgioli, Sindaco del Comune di Chiesina Uzzanese, Vice Presidente della Società della Salute Valdinievole, Conferenza dei Sindaci della Valdinievole
-    La Montagna Pistoiese si presenta di Luca Marmo, Sindaco del Comune di San Marcello Pistoiese Piteglio, Presidente Unione Appennino Pistoiese.
Nella parte centrale del convegno saranno svolte le seguenti relazioni dedicate ai prodotti tipici, alle loro caratteristiche anche salutistiche, alle ricette e alle iniziative di Unicoop Firenze per la loro valorizzazione:
-    La valorizzazione collettiva dei prodotti tipici: opportunità e problematiche (Giovanni Belletti, Università degli Studi di Firenze)
-    Caratterizzazione salutistica dei prodotti tipici per la loro valorizzazione (Manuela Giovannetti, Centro Nutrafood – Nutraceutica e Alimentazione per la Salute, Università di Pisa)
-    Prodotti e ricette nella Piramide Alimentare Toscana (Francesco Cipriani, Azienda USL Toscana Centro e Fabio Voller, ARS - Agenzia Regionale di Sanità della Toscana)
-    Le iniziative di Unicoop Firenze per la valorizzazione dei prodotti toscani (Franco Cioni, Unicoop Firenze)

Concluderanno la mattinata gli interventi programmati dei produttori locali con presentazione dei prodotti tipici.

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Uno Spelacchio a Roma

Nei giorni che hanno preceduto le Feste ha tenuto banco nei giornali e sulle televisioni l’immagine di un grande albero di Natale, un abete rosso per la precisione, che l’arguzia dei romani ha prontamente ribattezzato Spelacchio. Per intenderci, e per comodità, lo chiameremo anche noi con questo soprannome di nuova coniazione e indubbia efficacia. La vicenda è nota: un albero di Natale acquistato dal Comune di Roma in una delle più belle e boscose vallate alpine dopo pochi giorni dal trasporto e dall’installazione in piazza Venezia ha iniziato a mostrare vistosi segni di deperimento ed ha assunto un aspetto triste e, appunto, spelacchiato. La caduta della sua chioma ha messo in evidenza i rami su cui spiccavano, un po’ spaesati, i tradizionali addobbi, accentuandone l’immagine fatiscente e di abbandono.
Il fatto è nell’ordine delle cose e può capitare, anche se non dovrebbe per ovvie ragioni, ma ha colpito la grande informazione e smosso il solito circo dei commenti degli esperti, in genere sconosciuti che non “bucano” lo schermo, e dei non esperti, che non sanno letteralmente di che  cosa parlino, ma sono noti per tutt’altre qualità.
È inutile ritornare sul costo dell’operazione, sulle fantasiose ipotesi relative alle presunte cause del collasso di Spelacchio, sulle interpretazioni politiche, sui significati che si sono voluti ricavare dalla caduta del simbolo del Natale: non ne vale la pena. È innegabile l’interesse dell’opinione pubblica nei confronti della natura, delle piante e degli animali che la compongono. Ma lo è ancor di più la strana modalità con cui ciò avviene. Alberi e bestie vengono visti non come esseri viventi, con i pregi e gli ovvi limiti della loro condizione, ma come oggetti di uno strano mondo che scimmiotta quello naturale divenendo, per ciò stesso, il massimo della non naturalità.  Gli incolpevoli esseri viventi come Spelacchio non sono presi per quello che sono, ma come componenti dei nuovi contesti costruiti artificialmente seguendo le idee, le aspirazioni, talvolta i sogni di esseri umani sempre più lontani da un rapporto diretto e semplice con la natura. È così che vengono costruiti strani connubi, come i grattacieli del bosco verticale o la piantumazione di palme e banani nella piazza del Duomo di Milano. È così che si pretende che un cane sia vestito, mangi e si comporti come un essere umano. Ma è anche così che si consumano assurdi sfregi con i ripetuti ed esibiti vandalismi a Napoli su un altro albero di Natale. Spelacchio nel suo contesto naturale è un essere vivente, ma in quello artificiale di Piazza Venezia è morto e perpetua per pochi giorni la sua immagine, come tutti gli alberi di Natale analoghi e come le svariate migliaia di quelli più piccoli che vivono a stento qualche settimana nel clima artificiale delle case.

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