Notiziario











Evoluzione degli impianti di allevamento del bestiame dall’antichità ai tempi moderni

L’allevamento del bestiame è una pratica antichissima, infatti fin dal Neolitico l’ uomo impara a coltivare la terra ed ad allevare il bestiame.  Con la nascita dell’ agricoltura, tutte le forme di vita cambiano e  gli uomini da nomadi  si organizzano in villaggi stabili  ed in questo periodo  si svolgono i primi riti sacrificali degli animali rivolti a propiziare le forze della natura.

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Riduzione dell’uso di antibiotici in zootecnia

Premessa: in Senato, le Commissioni Agricoltura e Sanità del Parlamento riunitesi il 2 marzo scorso hanno deciso per una riduzione dell’uso di antibiotici negli allevamenti italiani.
Certamente il problema non è il divieto dell’utilizzo di antibiotici in zootecnia ma l’approccio basato sul “buon uso” o su un “uso consapevole”, per mantenerne la loro efficacia.
Infatti, l’uso incontrollato di questi farmaci in medicina umana e animale ha importanti conseguenze biologiche e ambientali; in particolare incide negativamente sull’efficacia dei principi attivi che con l’utilizzo costante e indiscriminato degli antibiotici portano allo sviluppo di ceppi di batteri resistenti che mettono a rischio la salute umana e animale.
Pertanto è evidente che l’uso di antibiotici in zootecnica è un argomento che va rapportato ad un contesto di carattere più generale che ha come riferimento la salute delle persone, e trasversalmente coinvolge le filiere produttive, la salute pubblica e la sostenibilità ambientale, integrandosi nel nuovo concetto di One Health (salute unica).
Terminata la seduta, il Governo ha sottoscritto diversi impegni, tra cui:
- promuovere e sviluppare, attraverso politiche adeguate e condivise, un sistema di allevamento italiano che faccia un uso migliore e responsabile dei presidi sanitari in generale e degli antibiotici in particolare, riducendone l’impiego in termini quantitativi, anche mediante l'introduzione di indici quantitativi, di portata oggettiva, della salute degli animali allevati, ed attuando una attenta selezione dei principi attivi da utilizzare e delle diverse modalità di utilizzo;
- adottare le necessarie iniziative che, in un'ottica di prevenzione della salute umana, mettano al centro il benessere degli animali allevati e ne garantiscano condizioni di vita adeguate, in relazione all'esigenza di tener conto della trasmissibilità delle malattie all'interno degli allevamenti, attraverso scelte volte a incentivare l'incremento di allevamenti al pascolo o semi-pascolo nelle zone di montagna, dove gli ambienti e gli spazi lo permettono;
- a sostenere, attraverso incentivi coordinati di carattere nazionale e territoriale, il processo di miglioramento degli alle-vamenti intensivi, più a rischio di trasmissibilità delle malattie, con adeguamenti di spazi e miglioramenti delle condi-zioni ambientali rispondenti alle esigenze degli animali, coerenti con gli standard europei già assunti, dal punto di vista normativo e delle buone pratiche già diffuse in gran parte del Paese;

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Siglato il protocollo CREA- Accademia dei Georgofili

Agricoltura, sicurezza alimentare, valorizzazione delle produzioni tipiche e di qualità. Ma anche progresso del settore agricolo e forestale, tutela dell’ambiente e sviluppo rurale sono al centro della convenzione siglata fra il CREA e l’Accademia dei Georgofili, rispettivamente nelle persone di Salvatore Parlato, Commissario Straordinario del CREA, e Giampiero Maracchi, Presidente dell’Accademia dei Georgofili.
La convenzione nasce con l’intento di favorire l’attuazione di programmi di ricerca e di sviluppo mirati e legati ai bisogni reali del territorio, incentivando il trasferimento tecnologico e la diffusione dell’innovazione nei settori più strategici. In quest’ottica verranno promossi progetti e iniziative congiunti, destinati a incoraggiare lo sviluppo locale attraverso l’integrazione di pratiche innovative e conoscenze scientifiche, quali ad esempio le tecniche colturali compatibili coi cambiamenti climatici.  Verranno intraprese, inoltre, azioni di formazione e comunicazione tecnico-scientifica, volte a stimolare l’incremento del grado di innovazione delle imprese e la valorizzazione del capitale umano e a rafforzare la rete dei Centri di ricerca. In questo modo sarà promosso il coinvolgimento diretto delle imprese e dei centri tecnologici nella progettazione e realizzazione delle innovazioni e dei processi di sviluppo.
«Quello siglato quest’oggi con l’Accademia dei Georgofili – ha spiegato Salvatore Parlato, Commissario Straordinario del CREA – è un protocollo molto importante per condividere le conoscenze nei comuni ambiti di intervento e per contribuire alla diffusione e alla crescita dell’innovazione nonché al rilancio dei territori coinvolti. Quando si parla della ricerca, operare in sinergia è oggi più che mai un’esigenza stringente che permette di moltiplicare il valore dei risultati che verrebbero raggiunti singolarmente».
Giampiero Maracchi sottolinea che «i Georgofili nei loro 263 anni di storia hanno rappresentato per le Istituzioni pubbliche un punto di riferimento costantemente presente per lo sviluppo delle conoscenze nella attività agricole, nella gestione del territorio e delle acque, nella promozione delle popolazioni e dei territori rurali. Hanno contribuito così allo sviluppo della moderna agricoltura non solo come un’attività rilevante di carattere economico, ma anche come luogo di crescita culturale per il Paese. Questo è lo spirito con il quale oggi si inizia una collaborazione concreta con quelle che rappresenta la rete pubblica della ricerca agricola di maggior rilevanza nazionale».

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Tiramisù, un nome da difendere

Se lo avessero chiamato "zuppa al mascarpone" o "zuppa al caffè" non avrebbe avuto il successo che ha raggiunto chiamandosi tiramisù, un termine recente, documentato solo agli inizi degli anni ottanta del secolo scorso. In questi ultimi anni, secondo la Società Dante Alighieri, tra le dieci parole italiane più diffuse nel mondo, dopo pizza, cappuccino, spaghetti ed espresso, al quinto posto, a pari merito con mozzarella, vi è il tiramisù, il dolce più nominato nel mondo e che si espande a macchia d'olio.

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Il latte dei ruminanti nella storia

Abbiamo già trattato dei pregi nutrizionali e cosmetici del latte di asina nella nota pubblicata da Georgofili INFO del 2 marzo 2016; ma anche il latte dei ruminanti ha i suoi pregi nutrizionali importanti per la salute dell’uomo e solo la medicina moderna li ha fatti conoscere. Fino al neolitico, circa 10.000 anni fa, l'Uomo era cacciatore-raccoglitore e la sua alimentazione si basava soprattutto sulla selvaggina e su frutti o radici. Non poteva utilizzare il latte perché il gene per la sintesi della lattasi preesistente nell’uomo, è diventato trasmissibile per una mutazione genetica legata al cambiamento della dieta nelle popolazioni europee intorno al 5.500 anni a.C.

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Le piante nelle urbanizzazioni

Sono poche le piante della vegetazione autoctona ad adattarsi alle difficoltà della strada. Ma, per i caratteri comuni alle città di tutti i continenti, l’elenco può essere integrato da specie esotiche capaci di adattarsi, se non proprio viverci bene. Sarà la progettazione a combinare le proprietà estetiche bilanciando le funzioni con le esigenze di un sistema paesaggistico che accetti una partecipazione aperta. 
In ambiente mediterraneo le cultivar di Magnolia grandiflora, americana splendida, assecondano bene le necessità. Gli alberi di Magnolia g. G. Bionda hanno un portamento arboreo più conforme alla naturalità della Magnolia g. G. Gallisonoensis da cui deriva. Il fogliame più chiaro riflette la luce: d’inverno decora senza oscurare come il leccio che, comunque, libero o contenuto, resta una struttura importante della flora delle città mediterranee. 
I tedeschi della Germania dell’ovest, nella fase di ricostruzione del Paese, pressati dai Verdi che pretendevano l’ambiente urbano umanizzato, produssero un elenco delle piante più idonee alle diverse zone urbanizzate. Esperti e accademici raccolsero le informazioni possibili dalla cultura dei diversi continenti. Lavorarono seriamente sul modo di rendere ospitale la terra. Studiarono i migliori sistemi di impianto, ancoraggio e assistenza nel primo periodo di aggiustamento. Un soggetto piantato secondo quelle regole teutoniche veniva a costare tre, anche quattro volte di più rispetto al prezzo incontrato da noi. L’importo lievitava per i soggetti di impeccabile struttura, corretti in ogni dettaglio; la preparazione della sede di accoglienza urbana, rispondente ai requisiti agronomici e protetta dal presumibile compattamento. 
Al vivaismo chiedevano piante coltivate secondo precise normative. 

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Firmato protocollo di intesa tra Agenzia Regionale di Sanità della Toscana (ARS) e Accademia dei Georgofili

Mercoledì 8 giugno, nella sede dell'Accademia dei Georgofili, è stato firmato un protocollo di intesa tra l’Agenzia Regionale di Sanità,  rappresentata dal Dott. Francesco Cipriani,  Direttore dell’Ente, e l’Accademia dei Georgofili, rappresentata dal Prof. Giampiero Maracchi, Presidente dell’Accademia.
Era presente alla firma anche Eugenio Giani, Presidente del Consiglio Regionale della Toscana, il quale ha dichiarato: "Accordo importante. Il coordinamento tra enti è fondamentale in una materia che serve a prevenire patologie che al giorno d'oggi sono tra le più frequenti cause di gravi danni alle persone. La firma di questo protocollo è il primo passo di un cammino che sono convinto potrà portare enormi sviluppi. D'altronde il settore agricolo e agroalimentare in Toscana è uno dei settori trainanti ed uno dei settori che più identificano la nostra Regione sia a livello culturale che sociale".
Le attività svolte da ARS e Georgofili si incontrano prevalentemente nell'ambito dell'alimentazione, ovvero della corretta nutrizione per la prevenzione di malattie. L'Agenzia Regionale di Sanità è infatti preposta ad attività di studio e di ricerca in materia di epidemiologia e di verifica di qualità dei servizi sanitari, e conduce studi ed indagini finalizzati a supportare gli organismi politici e sanitari regionali nel miglioramento dello stato di salute generale della popolazione toscana.
Per la realizzazione degli obiettivi pertinenti al proprio mandato, l’ARS considera di particolare rilevanza la collaborazione ed il coordinamento con altri soggetti impegnati nello sviluppo di attività di studio, ricerca ed alta formazione come l'Accademia dei Georgofili, ente senza fini di lucro, che da oltre 260 anni svolge un’attività di rilevante interesse pubblico attinente all’agricoltura, all’ambiente rurale, alla sicurezza alimentare, all’identità delle produzioni agricole e agroalimentari tipiche, alla formazione, alla comunicazione e all’informazione tecnico-scientifica.

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Tempo di albicocche: attenti al cianuro dei semi

Il seme dell'albicocca, come della pesca è detto armellina e ha un retrogusto gradevolmente amarognolo, per questo usato in pasticceria come essenza, ingrediente negli amaretti, sciroppi o liquori, abbinato anche alle mandorle dolci per renderne il gusto più intrigante. L’amigdalina dei semi di albicocca, una volta ingerita, si trasforma in cianuro, un potentissimo veleno.

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Native o esotiche? Un dibattito ampio e spesso inutile

Il dibattito sulla scelta fra specie esotiche e specie native è sempre piuttosto acceso ma, spesso, risulta eccessivamente semplificato (nativo “buono”, esotico “cattivo”) e, soprattutto, non sorretto da evidenze scientifiche. Questo vale in particolare per il verde nelle aree urbane. Il concetto di nativo stricto sensu in un ambiente alieno quale quello delle nostre città appare inadeguato, per cui risulta opportuno cercare di conciliare posizioni controverse e di avere un approccio oggettivo e razionale anziché soggettivo, empatico ed emozionale come invece spesso accade.

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Firmato protocollo d’intesa tra Confindustria Toscana e Accademia dei Georgofili

Confindustria Toscana, rappresentata dal Vice Presidente Andrea Fabianelli, e l’ Accademia dei Georgofili, rappresentata dal Presidente Giampiero Maracchi, hanno firmato un protocollo di intesa mercoledì 1 giugno 2016, nella sede accademica.
La firma nasce dal riconoscimento di una condivisione di intenti: da un lato, Confindustria Toscana è impegnata a tutelare e promuovere l'industria toscana dell’agroalimentare ed i suoi prodotti, sostenere la qualità e la sicurezza del prodotto alimentare industriale, sviluppare l’ efficienza dell'intera filiera agroalimentare della Toscana; dall’altro, l’Accademia dei Georgofili da oltre 260 anni svolge un’attività di rilevante interesse pubblico (prosperitati pubblicae augendae), attinente all’agricoltura, all’ambiente rurale, alla sicurezza alimentare, all’identità delle produzioni agricole ed agroalimentari tipiche, alla formazione e alla comunicazione, all’informazione tecnico–scientifica.
Pertanto, come hanno dichiarato Giampiero Maracchi e Andrea Fabianelli, Confindustria Toscana e Accademia dei Georgofili hanno stabilito di promuovere ed attivare, in Italia e all’estero, iniziative congiunte, destinate a far conoscere l'industria alimentare toscana nelle sue caratteristiche economiche, nelle sue articolazioni e nella sua evoluzione produttiva e commerciale, valorizzando l'immagine di un'industria avanzata, capace di proporre un'offerta di prodotti ai massimi livelli di qualità, sicurezza igienico-sanitaria, tutela delle tradizioni alimentari. L’obiettivo condiviso è di promuovere iniziative per valorizzare la filiera agroalimentare toscana, valorizzare le azioni intraprese dall’industria alimentare per favorire l’affermazione di modelli di produzione e consumo sostenibili, stimolare l'impegno in ricerca e innovazione tecnologica, formazione e trasferimento delle conoscenze al fine di aumentare la competitività dell’industria alimentare, in particolare delle piccole-medie imprese, per assicurare all'industria alimentare toscana sviluppo adeguato al mercato interno e internazionale.

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Firmato protocollo di intesa tra il Communication Starategies Lab dell’Università di Firenze e l’Accademia dei Georgofili

E’ stato firmato martedì 31 maggio 2016 un protocollo di intesa tra  il Communication Strategies Lab (CSL) del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali (DSPS) dell’ Università degli Studi di Firenze e l’ Accademia dei Georgofili.
Alla presenza del Rettore Luigi Dei e di Luca Toschi, direttore del CSL, i firmatari dell’accordo sono stati il presidente dell’Accademia dei Georgofili, Giampiero Maracchi, e il vicedirettore del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, Dimitri D’Andrea (v. foto di apertura).
Il protocollo di intesa deriva dalla considerazione che la comunicazione ha sempre più un ruolo fondamentale relativamente ai settori agricolo, forestale e agroalimentare, per la costruzione di reti formali e informali tra i vari soggetti (imprenditori, associazioni, centri di ricerca) al fine di attivare processi innovativi di sviluppo, individuando idonee fonti di finanziamento e come supporto alle strategie di marketing di prodotto e di marketing territoriale.
L’Accademia dei Georgofili e il CSL hanno dunque stabilito di realizzare congiuntamente iniziative e progetti di comunicazione orientati a quanto precisato sopra, organizzando eventi di discussione e riflessione pubblica volti al rafforzamento e alla diffusione delle conoscenze relative ai settori agricolo, forestale e agroalimentare.
Il protocollo avrà durata di 3 anni e non prevede nessun onere finanziario a carico delle parti.
La prima iniziativa a seguito del protocollo di intesa è stata la giornata di studio su “L’Agricoltura Scomunicata. Informazione, Comunicazione e Media in Agricoltura”.

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Case di terra e Case di legno trasportabili

Con l’opera Delle case de’ contadini dell’architetto Gerogofilo Ferdinando Morozzi, pubbblicata a Firenze nel 1770, si chiude l’indagine voluta dal Granduca Lorenese sullo stato del territorio toscano con particolare riguardo alle abitazioni per la gente di campagna. La fama di cui godé il trattato del Morozzi non solo ne decretò numerose successive edizioni (rivedute ed ampliate anche per merito di altri architetti), ma costituì la base dell’edilizia rurale che sancì - sebbene in un lasso di tempo non sicuramente breve - la stanzialità dei contadini sulla terra che lavoravano.

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I marchi di qualità dei prodotti di origine animale

Georgofili INFO dell’11 maggio 2016 ha riportato alcune mie considerazioni sulle normative di commercializzazione europee e nazionali degli alimenti di origine animale. Alcuni prodotti caratterizzati da specificità produttive (di nicchia) che garantiscono proprietà nutrizionali e salutistiche necessitano di una più precisa caratterizzazione attraverso l’individuazione dell’origine e della tipicità, nonché della loro riconoscibilità con marchi di qualità che ne giustifichi il valore aggiunto. 

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L’abete odoroso ovvero Douglasia verde

La Douglasia è una conifera americana  capace di produrre rapidamente un ottimo legname e che per questo è stata introdotta in Europa, Italia compresa. Somiglia ad un abete, ma, a strofinargli le foglie, invece dell’odore di resina, emana un profumo di limone; di qui anche il nome di “abete odoroso d’America”. La scienza gli ha dato molti altri nomi. Originariamente era stata classificata nel genere Pinus. Quando Elie Abel Carrière si mise a riformare la sistematica delle conifere, constatò che somigliava ad una Tsuga, ma non troppo, e allora adottò il nome diPseudotsuga. L’attributo specifico douglasii è in onore di David Douglas che, nel primo Ottocento, l’aveva diffusa negli orti botanici d’Europa. Ma precedentemente, nel tardo Settecento, la specie era stata descritta dall’esploratore Archibald Menzies, e per questo Charles François Brisseau de Mirbel gli aveva dato il nome di Pinus menziesii; motivo per cui, una professoressa portoghese di nobile prosapia (Joao Manual Antonia, Pais do Amaral Franco) ha stabilito che l’attuale nome valido è Pseudotsuga menziesii (Mirbel) Franco. Però i compatrioti americani mantennero a lungo Pseudotsuga taxifolia proposto da Nathaniel Britton professore alla Columbia University.
Mamma mia, quanto ci vuole a dare il nome ad una pianta!
Però il ricordo del Douglas (eroico collector seminum dell’Orto Botanico di Edimburgo) è rimasto nei nomi in tutte le lingue correnti: Douglasia, Douglasie, Douglas, Duglasie, ecc. I falegnami italiani chiamano il suo apprezzato legno “il douglas”. Sarebbe meglio che il nome italiano venisse usato specificando “Douglasia verde” per tenere distinta la varietà molto meno produttiva che vegeta sulle Montagne Rocciose. 

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L’agricoltura scomunicata. Informazione, comunicazione e media in agricoltura

L’Accademia dei Georgofili, in collaborazione con il Communication Strategies Lab (CSL) dell’Università di Firenze e con l’Associazione Stampa Enogastroagroalimentare Toscana (ASET), ha organizzato per il prossimo 31 maggio 2016 alle ore 15 una giornata di studio -  L’agricoltura scomunicata. Informazione, comunicazione e media in agricoltura - finalizzata ad accrescere e stimolare il dibattito sull’informazione e sulla comunicazione riguardanti il mondo dell’agricoltura. 
Questo sarà il primo evento realizzato dall’Accademia dei Georgofili in collaborazione con il  Communication Strategies Lab, il cui rapporto nasce dalla volontà di impiegare la «comunicazione generativa», sviluppata e studiata dal CSL, come strumento metodologico per l’elaborazione di strategie di comunicazione funzionali alla conduzione di studi e ricerche sul mondo dell’agricoltura.
Recuperare il binomio informazione/comunicazione nel settore agricolo è, infatti, fondamentale per pianificare azioni comunicative utili a informare non solo gli addetti ai lavori ma anche la cittadinanza, per rilanciare il valore dell’agricoltura come bene per la collettività.
In questo contesto i professionisti della comunicazione e i giornalisti giocano un ruolo fondamentale e i temi legati all’informazione e alla comunicazione in agricoltura risultano estremamente attuali: ad esempio, in base a quanto previsto dal Regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio sul sostegno allo Sviluppo Rurale da parte del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR), le Regioni italiane sono tenute a dotarsi di un Piano di comunicazione per i rispettivi PSR 2014-2020. Tra gli obiettivi di questi Piani occupano una posizione strategica il trasferimento delle conoscenze e delle innovazioni, la messa in rete e la diffusione delle informazioni, la promozione dell’accessibilità e della qualità delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle zone rurali.
L’obiettivo della giornata di studio è, quindi, quello di coinvolgere direttamente da una parte, quei soggetti che hanno il compito di erogare le informazioni e dall’altra, i destinatari finali di tutte le azioni di comunicazione.

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Come ripristinare la funzionalità dei suoli nelle aree degradate all’interno dei vigneti

  • 18 May 2016
  • Edoardo A.C. Costantini, Simone Priori, Maria Fantappiè
Le fasi di preparazione di un vigneto, come di molte altre colture pluriennali (frutteti, oliveti, arboricoltura) sono spesso molto impattanti sul suolo, in quanto possono realizzare livellamenti eccessivi, scassi ed arature troppo profonde, spinta frantumazione del substrato roccioso, sproporzionata applicazione di fertilizzanti di fondo e di riporti di terreno. 

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Rivincita dei cibi veri sui cibi light

Latte magro, burro leggero, formaggi senza grasso, carni magre, maionese senza olio, biscotti senza zuccheri e via dicendo, tanti sono i cibi “leggeri” o light e “senza” che sembra abbiano i giorni contati, soprattutto per diversi motivi.
Il primo è che non danno i risultati sperati, perché spesso i consuma-tori sono portati a mangiare maggiori quantità di cibi magri e alleggeriti, con grande piacere dei produttori e venditori, ma con effetti nefasti per la loro dieta perché sono dei veri e propri alibi per delle scorpacciate, pensando che .... “tanto sono leggeri”.
Con l’alleggerimento dei cibi naturali si perdono molte proprietà importanti. Tipico è il caso del latte magro al quale è stato tolto il suo grasso naturale che contiene le vitamine liposolubili A, D, E, K e che ne facilita l’assorbimento. Il grasso del latte vaccino intero contiene anche l’Acido Linoleico Coniugato (CLA) con proprietà anticancerogene. In modo analogo é per le carni giustamente grasse nelle quali i lipidi di struttura (non di copertura) contengono acidi insaturi benefici per la nutrizione. Per non parlare delle farine di cereali purificate eultraraffinate, deprivare del germe e soprattutto della quota di fibra solubile necessaria a un buon funzionamento del grosso intestino.
Con l’alleggerimento degli alimenti si toglie una parte, a volte rilevante, della loro genuinità. Il buon latte naturale ha, infatti, il colore, l’aroma e il sapore che in buona misura è legato alla parte grassa che è ridotta o tolta, mentre i trattamenti e soprattutto la lunga conservazione diminuiscono la quota non liposolubile.

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Inquinamento da agrofarmaci: le conseguenze su salute e ambiente

E’ sorprendente la reazione, scomposta e fuori tiro, data da Coldiretti ed Agrofarma alla notizia (Rapporto ISPRA 2016)  sullo stato d’inquinamento da pesticidi dei nostri fiumi e dei nostri terreni, notizia ripresa ampiamente dalla stampa nazionale e regionale (v. rassegna stampa Agrapress del 9 maggio 2016*). In un caso s’invocano le piogge come agenti causali, nell’altro si afferma che l’Italia è il paese più “verde” d’Europa. Bisognerebbe, invece d’invocare scuse o sviare l’attenzione, cercare di interpretare i dati di fatto, eventualmente proporre strategie d’uscita dal problema, comunicare correttamente al largo pubblico non tanto la bontà della nostra immagine come “sistema paese” bensì le cause e le possibili soluzioni. 
La prima diretta conseguenza dello stato d’inquinamento da pesticidi è quella dei possibili riflessi sulla nostra salute, anche là dove forti sono le pressioni per utilizzare i prodotti caserecci e a chilometro-zero: sono alimenti sani? Solo un’accurata operazione di monitoraggio può rispondere all’interrogativo, indipendentemente che si tratti di prodotti dal “biologico” o dal “convenzionale” o dall’agricoltura integrata. Infatti le colture assorbirebbero i residui da terreni e falde inquinate indipendentemente dalla tecnica colturale. Questo primo messaggio è diretto ai consumatori e agli organi di controllo.
La seconda conseguenza è la chiara indicazione che nel processo di autorizzazione dei pesticidi bisogna porre l’attenzione, ancor di più di quanto già non si faccia, sulla valutazione del rischio cumulativo(espressamente voluta dal Regolamento europeo 396 del 2005).

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