Notiziario


La riconoscibilità dei prodotti zootecnici di qualità

Sempre maggiore attenzione viene dedicata oggi alle proprietà nutrizionali e salutistiche degli alimenti di origine animale ed al loro contributo nella alimentazione umana; è perciò fortemente sentita l’esigenza di meglio caratterizzarli e di valorizzarli mediante l’individuazione dei loro attributi qualitativi.

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Il regime sanzionatorio dettato dal Codice dei beni culturali e del paesaggio al vaglio di una recente sentenza della Corte costituzionale

Una recente sentenza della Corte costituzionale, la n. 56/2016, ha dichiarato la parziale incostituzionalità per irragionevolezza sanzionatoria dell’art. 181, comma 1 bis del d.lgs. n. 43 del 2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) nella parte in cui ha modulato l’applicazione della disciplina penale più rigorosa dallo stesso contemplata, in funzione delle modalità impositive del vincolo paesaggistico sul bene oggetto di un intervento eseguito senza autorizzazione paesaggistica o in difformità dalla stessa; a seconda cioè che il bene stesso sia vincolato sulla base di un provvedimento amministrativo o, viceversa, rientri nelle categorie di beni vincolati per legge. 

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La mosca delle olive: una "calamità" sempre più frequente per la produzione olearia toscana

La mosca delle olive, Bactrocera oleae, è un insetto carpofago la cui larva minatrice è in grado di produrre seri danni alle drupe . La mosca è diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, in Sud Africa ed in California.
Lo svolgimento del ciclo biologico è influenzato dal clima ed in particolare dalla temperatura e dall'umidità.

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Frittura, vantaggi e rischi

La cucina inizia con lo spiedo e l’arrosto, continua con il bollito e intingoli diversi, ultimo arriva il fritto, nel quale un grasso (olio, burro, strutto o margarina) trasmette il calore al cibo modificandone le caratteristiche. La frittura si diffonde nella storia della cucina quando si è avuta un’abbondante disponibilità d’olio o d’altri grassi e d’adatte stoviglie.

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Nella mente delle piante

Fare la pianta non è un mestiere facile. Provate a pensare quanto debba essere difficile sopravvivere in un ambiente ostile senza potersi spostare. Immaginate di essere una pianta, circondata da insetti, erbivori, predatori di ogni specie. E non potete scappare. L’unica maniera per sopravvivere è essere indistruttibili; essere costruiti in modo interamente diverso da un animale. Essere una pianta, appunto.
Per eludere i problemi relativi alla predazione, le piante si sono evolute secondo una strada unica e insolita, sviluppando delle soluzioni così lontane da quelle prodotte dagli animali da essere per noi l’esempio della diversità. Organismi così differenti da noi animali che, per quanto ci riguarda, potrebbero benissimo essere degli alieni. Molte delle soluzioni sviluppate dalle piante, sono il perfetto opposto di quelle prodotte dal mondo animale.
Ciò che negli animali è bianco, nelle piante è nero, e viceversa: gli animali si spostano, le piante sono ferme; gli animali sono veloci, le piante lente; gli animali consumano, le piante producono; gli animali generano CO2, le piante fissano CO2; e così via fino alla contrapposizione decisiva. La più importante, secondo me, e la più sconosciuta: quella tra diffusione e concentrazione. Qualunque funzione che negli animali sia affidata ad organi specializzati, nelle piante è diffusa sull’intero corpo. E’ una differenza fondamentale di cui è difficile comprendere appieno le conseguenze. Una struttura così diversa è uno dei motivi per cui le piante paiono così diverse. L’avere in comune con quasi tutti gli animali un cero numero di organi fondamentali ce li rende vicini e comprensibili. Lo stesso non avviene con le piante. Ma perché i vegetali non hanno sviluppato gli organi singoli e specializzati che si sono dimostrati così utili nel mondo animale? La risposta è banale: pur essendo efficienti nello svolgere le loro funzioni, gli organi sono un punto debole.

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Nella spesa per Ricerca e Sviluppo in Agricoltura è in atto una storica svolta globale

Quattro ricercatori di economia e politica agraria della University of Minnesota hanno  pubblicato, su Nature del 14 Settembre 2016, un loro commento circa una tendenza evolutiva della spesa in Ricerca e Sviluppo in Agricoltura (AgReS). La University of Minnesota ha costituito da tempo un Centro (International Science and Technology Practice and Policy (InSTePP) Center) in St. Paul, che ha per missione la raccolta di dati globali sull'andamento della spesa per l'Agricoltura. Questa imponente banca dati - che ha esaminato accuratamente gli ultimi 50 anni - dimostra che è in corso di realizzazione  una tendenza evolutiva del dato di spesa che si offre a molte riflessioni; il dato principale mette in luce che, attualmente, la spesa da parte delle nazioni a più elevato reddito (per brevità il cosiddetto mondo occidentale)  è stata superata, per la prima volta, da quella delle nazioni a medio reddito (che possiamo indicare approssimativamente come BRICS -Brasile, India, Cina, Sud Africa; la Russia non è inclusa nello studio). A questo dato si aggiunge che il settore privato sta progressivamente spendendo sempre più rispetto a quello pubblico. Inoltre, in questo quadro generale, si constata che i paesi con reddito più basso (Africa sub-sahariana e Asia del Sud) segnano una distanza crescente  dai paesi più ricchi.
Le spese in AgReS hanno una ricaduta forte sulla crescita della produttività agricola e sul volume globale della produzione, ma i risultati seguono a distanza di alcune decadi dal momento degli investimenti, per cui gli investimenti attuali -i pochi ancora fatti dai paesi più ricchi e quelli, più consistenti, dei paesi mediani- daranno risultati ben percepibili a partire dal 2050, contribuendo in modo determinante a delineare la produzione futura di alimenti., che sarà assai diversa da quella tradizionale.

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Una leggenda metropolitana: l’Eucalipto letale per le api

Una inverosimile storia che, a un certo punto della sua diffusione orale, ha ricevuto una temporanea e immeritata, patente di credibilità da parte di apicoltori siciliani e algerini, riguarda l’eucalipto australiano Eucaliptus globulus.

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L’uomo e gli animali da affezione

L’uomo da sempre ha rapporti più o meno problematici con le specie del mondo animale del quale egli stesso fa parte anche se è separato dall'evoluzione cerebrale ed intellettiva che gli hanno consentito, con il progresso culturale e sociale, di elaborare tecniche per utilizzarle a proprio vantaggio. Dice L. Feuerbach: “La natura ha fatto dell'uomo il signore degli animali e gli ha dato le mani per domarli ed occhi ed orecchi per ammirarli” ma da noi dipende il giusto equilibrio fra diritti e doveri, tra le esigenze economiche e quelle della natura per assicurare il futuro delle altre specie. 

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Mozzarelle blu e alimenti dai colori anomali

Le mozzarelle con colorazioni anomale di qualche tempo fa, suscitano allarme e paure, come nel passato vi era stato per la polenta porporina e il pane delle ostie con macchie rosse vivo, quasi sangue. Lo stesso avviene per i gamberetti luminosi e fluorescenti e per carni suine cotte o stagionate che alla superficie di taglio presentano strane iridescenze. Che cosa sta accadendo?
Gli alimenti spesso in superficie e talvolta anche al loro interno hanno microrganismi (batteri, lieviti, muffe) che, per vivere e moltiplicare, compiono reazioni chimiche e possono produrre composti che trasmettono all’alimento. Qualche volta questi composti sono utili perché trasformano una materia prima (latte, carne, uva) in un alimento fermentato (yogurt, salame, vino). Altre volte i microrganismi producono tossine, alterano l’alimento, lo fanno puzzare, rammollire o gli danno anche colori anormali.
Le mozzarelle blu, verdastre o di altri colori e talvolta fluorescenti sono dovute ai pigmenti prodotti da particolari batteri, gli Pseudomonas, che crescono nei formaggi freschi poco acidi, con scarso ossigeno (quindi confezionati), con il favore di sbalzi termici. Gli Pseudomonas producono diversi pigmenti: piocianina, di colore verde blu, piorubina rossastra – marrone e fluorescente, pioverdina giallo – verde o giallo – brina e fluorescente all’ultravioletto. Quando gliPseudomonas crescono rapidamente producono poco pigmento, ma ne producono molto e ben visibile quando hanno una crescita lenta, come può accadere in un frigorifero mal regolato e con un lunga conservazione. Gli Pseudomonas si sviluppano di preferenza nei biofilm aderenti a superfici umide, come nelle moderne confezioni commerciali di formaggi.
Al di fuori di fenomeni d’inquinamento della produzione casearia, a iniziare dalla necessaria purezza dell’acqua, e che ovviamente sono da controllare, la comparsa delle anomale colorazioni provocate dagliPseudomonas è favorita dalla sempre più ridotta acidità della produzione casearia e del liquido di mantenimento delle confezioni, nelle quali è agevolata la produzione di biofilm. Questo spiega come in ambienti acidi e senza confezioni, come era regola nel passato, gli Pseudomonas non erano un problema e le mozzarelle non assumevano colori o fluorescenze anomale e inquietanti.

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Le piante in città

Selezionare e piantare alberi avvenenti e utili nelle zone antropizzate è materia ingegnosa, un astratto aristocratico ma non un lusso. Nemmeno sia l’Eldorado per appalti orientati al solo profitto; tanto più che col semplice gesto di sollevare una pietra e smuovere la terra, con modalità poco invasive, si può piantare l’albero che serve senza sottostare alle lunghe attese delle ristrutturazioni urbane. 
Le piante, nelle dimensioni giuste per impianti tecnologici, gravano poco sull’economia della Pubblica Amministrazione e i cittadini devono avvalersi del fresco e del decoro senza attese interminabili. Se poi capita davvero che si proceda alla ristrutturazione globale, le immissioni, anche poco recenti, possono essere ricuperate per altre utili destinazioni.
Gli alberi destinati a una lunga carriera, naturalmente, devono disporre di una fertilità “inesauribile”. Ma gli altri, opportuni alla dignità estetica e ad una appagante vivibilità, si pianteranno dove occorre, come meglio si può, consapevoli che la permanenza potrà essere temporanea. 
I giardinieri comunali, a mio avviso, sono i più abilitati a sostenere l’efficienza delle piante della città. Sono loro che possono provvedere alle sostituzioni, con prontezza e sufficiente autonomia, senza attendere le tante esitazioni e i preamboli burocratici che rallentano le rispondenze ambientali della città. Ma non dovrebbero essere distratti dagli impegni del giardinaggio effimero. L’arredo floreale dovrebbe essere riservato a stilisti della decorazione, abili e fantasiosi nelle creazioni di scene in colori e profumi come altri sono negli addobbi e nelle luminarie delle feste. Il budget più o meno consistente, per effetti più o meno importanti a rallegrare l’ambiente in semplici, gentili, composizioni o mirabili “coordinati in Sanderson”. Nel caso vengano commesse improprietà non restano danni alla struttura paesaggistica della città. 

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Come diradare i rimboschimenti per migliorarne la salute – il progetto LIFE-FoResMit

Il progetto LIFE-FoResMit (LIFE14 CCM/IT/000905) ha l'obiettivo di dimostrare l'efficacia delle opzioni gestionali per il recupero delle pinete degradate peri-urbane al fine di ripristinare la stabilità ecologica ed il potenziale di mitigazione dei cambiamenti climatici.

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Semplificazione, razionalizzazione e competitività per il settore agricolo

Il Senato della Repubblica, XVII Legislatura, nel “Fascicolo Iter DDL S. 1328-B” ha pubblicato la versione approvata definitivamente della legge recante “Deleghe al Governo e ulteriori disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitivita` dei settori agricolo e agroalimentare, nonché sanzioni in materia di pesca illegale”. L’Accademia dei Georgofili, in attesa di analizzare più approfonditamente questa legge, ne presenta una breve sintesi con qualche sintetico commento. 

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Firmato protocollo tra Legambiente e Accademia dei Georgofili

Legambiente e Accademia dei Georgofili si accordano per la salvaguardia e lo sviluppo dell’ambiente rurale, agricolo e forestale italiano. Il documento, firmato lo scorso 7 agosto a Rispescia (GR) durante Festambiente, prevede una completa collaborazione sui principi bioecologici e di salvaguardia di ogni aspetto agricolo e rurale del territorio italiano: un’azione comune per favorire la diffusione di conoscenze scientifiche nel settore ambientale, promuovere le filiere di bioeconomia e affrontare tutte le problematiche economiche, ambientali e territoriali delle aree marginali e montane. Inoltre, si propone di contribuire allo sviluppo delle razze e delle varietà zootecniche nel rispetto dei più corretti criteri agroecologi.
Il documento si propone anche di valorizzare quelle imprese che gestiscono correttamente la propria rete idrica, di contribuire promuovere la massima diffusione a tutte le iniziative congiunte dei due enti, nonché di realizzare campagne e collaborazioni con soggetti terzi, intese a valorizzare il patrimonio culturale e le nuove acquisizioni tecnico-scientifiche che hanno riflessi sul settore agricolo-forestale e sull’ambiente rurale.
L’accordo è stato firmato da Rossella Muroni, Presidente nazionale di Legambiente e Giampiero Maracchi, Presidente dell’Accademia dei Georgofili.

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Firmato il protocollo di intesa tra Accademia dei Georgofili e Unicoop Firenze

E’ stato firmato questa mattina un protocollo di intesa tra Accademia dei Georgofili e Unicoop Firenze, alla presenza dei due presidenti, Giampiero Maracchi e Daniela Mori.
L’Accademia dei Georgofili si è impegnata a dare il proprio contributo in varie iniziative, rivolte sia ai consumatori che ai dipendenti della cooperativa, che riguarderanno temi come la qualità dei prodotti toscani, l’alimentazione e i cambiamenti climatici, i processi di preparazione alimentare, l’educazione alimentare, i cibi del mondo, gli stili di vita, le produzioni agricole toscane, la lettura delle etichette e molti  altri aspetti relativi al mondo dei prodotti alimentari. 
Obiettivo della collaborazione è quello di offrire ad un vasto pubblico la possibilità di acquisire da un lato informazioni utili nella vita quotidiana, dall’altro nozioni storiche e culturali legate alla tradizione e alla realtà toscana. 
Grazie alla firma del protocollo di intesa verranno organizzate attività di formazione e di informazione sia presso la sede accademica in Logge degli Uffizi Corti che nei supermercati Coop, grazie alle quali  il grande patrimonio di competenze della più antica accademia di agricoltura del mondo (fondata nel 1753) troverà nuovi spazi di valorizzazione, a contatto con il mondo dei consumatori.

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Evoluzione degli impianti di macellazione del bestiame dall’antichità ai tempi moderni

Nel ciclo integrato a filiera del settore zootecnico esiste uno stretto collegamento fra l’allevamento del bestiame e la produzione della carne. L’allevamento degli animali,  soprattutto degli  ovini e dei caprini,  è molto antica ed  ha probabilmente le sue origini in Mesopotamia, nella cosiddetta mezzaluna fertile, intorno al 10.000 a.C. 

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Lievito madre, misterioso inganno sessuale

Omero definisce il pane midollo degli uomini e non uomini coloro che non conoscono questo alimento, ottenuto da farine impastate con acqua e in generale fermentato prima di una cottura a secco.
Oltre all’origine e qualità delle farine, le fermentazioni panarie, non ancora completamente conosciute, contribuiscono molto alle caratteristiche del pane.

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Le risorse alimentari e la fame nel mondo

La continua pressione di migranti alla ricerca del benessere in Europa (libertà dalle guerre, dalla fame, dai disagi, ma anche, possibilmente, del pensiero) mi dà l’occasione per fare il punto della situazione e presentare la filosofia degli interventi e le proposte operative auspicate per le realtà sociali ed economiche dei Paesi in Via di Sviluppo. Il problema è antico e si inquadra nel più ampio contesto delle disponibilità di risorse alimentari; se ne parla da secoli ma le soluzioni sono di là da venire. La disponibilità di alimenti è limitata da fattori ambientali, climatici e pedologici, ma anche da fattori politici, come le guerre e la gestione del potere, perché, come insegna la storia, coloro che lo hanno desiderano conservarlo con un popolo sottomesso soprattutto se lo si lascia nell’analfabetismo e nella fame. Nei Paesi in Via di Sviluppo (ma anche nei Paesi Sviluppati) la causa primaria della fame non è dovuta all’incremento demografico od alla insufficiente produzione, ma nell'impossibilità per i più poveri di acquistare gli alimenti. Scrivevo nel 1985 “Ciò che preoccupa è il prezzo che dovrà essere pagato per raggiungere l’equilibrio, alla ricerca di rapporti di crescita demografica bilanciata tra diversi Paesi, di disponibilità alimentari sufficienti ed equamente ripartite, di risorse naturali rinnovabili o alternative, di sistemi e tecniche di industrializzazione capaci di migliorare il ciclo di produzione e di ridurre gli effetti inquinanti. Ed il prezzo potrà essere particolarmente elevato se non verrà posta ogni cura nella individuazione e nella applicazione di accorgimenti tecnici, economici e sociali atti a favorire il raggiungimento, nella forma più morbida possibile, di quel punto di equilibrio evitando scontri bruschi e cruenti tra i popoli”.

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Bioeconomia: un driver importante per la rinascita economica ed industriale del Paese

La popolazione mondiale è destinata ad aumentare ancora. Si calcola che nel 2050 ci saranno almeno 9 miliardi di persone e che per fornire di cibo a sufficienza le produzioni agricole dovranno crescere almeno del 70%. Contemporaneamente alcune delle materie prime tradizionali e non rinnovabili iniziano a scarseggiare; si calcola che attualmente consumiamo risorse naturali come se avessimo a disposizione una terra e mezza e che se tutto il mondo utilizzasse le risorse naturali come la media dei Paesi OCSE sarebbe come se avessimo a disposizione tre terre invece di una. Una soluzione possibile è rappresentata da una maggiore e migliore valorizzazione delle risorse biologiche e rinnovabili presenti in natura per la produzione di alimenti e mangimi di migliore qualità in maggiore quantità, ma anche composti chimici e combustibili, garantendo in questo modo sicurezza e qualità alimentare, riduzione degli inquinamenti ambientali e dei cambiamenti climatici nonché nuove opportunità di mercato ed occupazionali. 
Queste sono le priorità della Bioeconomia, che abbraccia quindi l’agricoltura, la selvicoltura, la pesca e l’acquacoltura sostenibili, la sicurezza e la qualità alimentare, la produzione di carta e di prodotti forestali,  la bioindustria e le bioraffinerie e la gestione e la valorizzazione delle risorse marine e delle acque interne. 

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La coltivazione del giaggiolo in Toscana

  • 20 July 2016
  • Beatrice Pezzarossa, Fernando Malorgio, Silvia Scaramuzzi
La coltivazione del giaggiolo (Iris spp) per l’utilizzazione dei rizomi è iniziata in Toscana a metà del 1800 raggiungendo notevoli quantitativi di produzione grazie alla domanda da parte di aziende francesi e del nord Europa per l’utilizzo della polvere di iris in profumeria e distilleria

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Attenzione alle diete vegane per i neonati

Le notizie di bambini ricoverati in ospedale con gravi forme di malnutrizione dovute alla dieta vegana imposta dai genitori, iniziano a moltiplicarsi. L’ideologia vegana, con la sua variante più intransigente (fruttariana), sta interessando fasce sempre più vaste della popolazione, di solito appartenente a classi culturalmente elevate. Se tali scelte alimentari sono comprensibili, ma non giustificabili, negli adulti, costringere i bambini ad assumere diete prive di prodotti di origine animale può esporli a gravi rischi per la salute e per il loro sviluppo psico-fisico. 

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L’Accademia dei Georgofili firma un protocollo di intesa con l’Ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi

E’ stato firmato il 14 luglio nella sede accademica, un protocollo di intesa tra i Georgofili e il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Presenti alla firma i due presidenti, Giampiero Maracchi e Luca Santini. 
In base all’accordo è stato stabilito di organizzare attività congiunte destinate a contribuire al progresso dell’agricoltura, del settore forestale, della tutela ambientale e valorizzazione della biodiversità, diffondendo il proprio reciproco patrimonio culturale e le nuove acquisizioni tecnico-scientifiche anche attraverso la formazione degli agricoltori e dei tecnici agricoli, favorire la diffusione delle innovazioni produttive, di processo e di prodotto, nel settore dell'agricoltura e delle foreste, per quanto concerne le tecniche colturali compatibili con i cambiamenti climatici, la tutela dell'ambiente rurale e la valorizzazione dei prodotti agroalimentari.
L’Accademia dei Georgofili e l’Ente Parco si impegnano anche a dare la massima diffusione a tutte le iniziative di comune interesse, organizzare congiuntamente convegni, seminari, mostre e gruppi di studio, divulgare informazioni scientifiche e tecniche anche attraverso la comunicazione digitale e i propri rispettivi canali di informazione, collaborando ad iniziative tese a valorizzare il territorio montano e a favorire la permanenza della popolazione, nonché alla ricerca e valorizzazione della cultura e della storia dei territori ricadenti nel parco. 
Si ricorda che il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna è stato istituito con D.P.R. del 12 luglio 1993,  si estende su circa 37.000 ha, di cui l'80% è superficie boscata, ed è ripartito in quattro zone a tutela differenziata, che comprendono aree di elevato valore naturalistico, destinate alla salvaguardia, protezione e valorizzazione, nonché al mantenimento degli equilibri biologici ed ambientali. Il territorio del Parco interessa le regioni Emilia Romagna e Toscana e in particolare le province di Forlì-Cesena, Arezzo e Firenze, coinvolgendo 11 comuni. 
Il protocollo ha durata triennale, a partire dalla data della sua sottoscrizione, e potrà essere rinnovato.

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Protocollo di intesa tra il Coordinamento Agromeccanici Italiani e l’Accademia dei Georgofili

E’ stato firmato a Firenze martedì 19 luglio 2016 un protocollo di intesa tra il Coordinamento Agromeccanici Italiani (CAI), rappresentato dai Presidenti Leonardo Bolis (CONFAI) e Silvano Ramadori (UNIMA) e l’Accademia dei Georgofili, rappresentata dal Presidente Giampiero Maracchi.
In base all’accordo sottoscritto, l’Accademia dei Georgofili - che da oltre 260 anni svolge un’attività culturale di rilevante interesse pubblico nel settore dell'agricoltura -  e il Coordinamento Agromeccanici Italiani si impegnano a promuovere ed attivare attività congiunte nell'ambito della meccanizzazione agricola, destinate a contribuire al progresso della agricoltura, della tutela ambientale, della sicurezza e qualità alimentare, dello sviluppo del mondo rurale e delle competenze tecnico-scientifiche nel settore delle macchine per l’agricoltura. Intendono inoltre valorizzare il proprio reciproco patrimonio culturale e le nuove acquisizioni tecnico-scientifiche anche in relazione alla formazione degli agricoltori e dei tecnici agricoli, con particolare riferimento alle giovani generazioni, e dare la massima diffusione a tutte le iniziative di comune interesse ed organizzare congiuntamente convegni, seminari e gruppi di studio, divulgando informazioni scientifiche e tecniche anche  attraverso la comunicazione digitale;
L’Accademia dei Georgofili e il Coordinamento Agromeccanici Italiani collaboreranno anche al fine di valorizzare le azioni intraprese dall'industria nel settore dell'agromeccanica per favorire l'affermazione di modelli di produzione sostenibile dal punto di vista economico e ambientale.
Il primo atto a seguito dell'accordo sarà un convegno sull'importanza del contoterzismo nell’agricoltura italiana, aperto a tutti gli interlocutori, che si svolgerà nella sede accademica entro la fine del 2016.
 

Nella foto, da sinistra: Leonardo Bolis, Giampiero Maracchi e Silvano Ramadori

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