Premessa: in Senato, le Commissioni Agricoltura e Sanità del
Parlamento riunitesi il 2 marzo scorso hanno deciso per una riduzione
dell’uso di antibiotici negli allevamenti italiani.Certamente
il problema non è il divieto dell’utilizzo di antibiotici in zootecnia
ma l’approccio basato sul “buon uso” o su un “uso consapevole”, per
mantenerne la loro efficacia.
Infatti, l’uso incontrollato di questi
farmaci in medicina umana e animale ha importanti conseguenze biologiche
e ambientali; in particolare incide negativamente sull’efficacia dei
principi attivi che con l’utilizzo costante e indiscriminato degli
antibiotici portano allo sviluppo di ceppi di batteri resistenti che
mettono a rischio la salute umana e animale.
Pertanto è evidente che
l’uso di antibiotici in zootecnica è un argomento che va rapportato ad
un contesto di carattere più generale che ha come riferimento la salute
delle persone, e trasversalmente coinvolge le filiere produttive, la
salute pubblica e la sostenibilità ambientale, integrandosi nel nuovo
concetto di One Health (salute unica).
Terminata la seduta, il Governo ha sottoscritto diversi impegni, tra cui:
-
promuovere e sviluppare, attraverso politiche adeguate e condivise, un
sistema di allevamento italiano che faccia un uso migliore e
responsabile dei presidi sanitari in generale e degli antibiotici in
particolare, riducendone l’impiego in termini quantitativi, anche
mediante l'introduzione di indici quantitativi, di portata oggettiva,
della salute degli animali allevati, ed attuando una attenta selezione
dei principi attivi da utilizzare e delle diverse modalità di utilizzo;
-
adottare le necessarie iniziative che, in un'ottica di prevenzione
della salute umana, mettano al centro il benessere degli animali
allevati e ne garantiscano condizioni di vita adeguate, in relazione
all'esigenza di tener conto della trasmissibilità delle malattie
all'interno degli allevamenti, attraverso scelte volte a incentivare
l'incremento di allevamenti al pascolo o semi-pascolo nelle zone di
montagna, dove gli ambienti e gli spazi lo permettono;
- a sostenere,
attraverso incentivi coordinati di carattere nazionale e territoriale,
il processo di miglioramento degli alle-vamenti intensivi, più a rischio
di trasmissibilità delle malattie, con adeguamenti di spazi e
miglioramenti delle condi-zioni ambientali rispondenti alle esigenze
degli animali, coerenti con gli standard europei già assunti, dal punto
di vista normativo e delle buone pratiche già diffuse in gran parte del
Paese;
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