Notiziario








La “Tarma piccola degli alveari”: Acroia grisella

L’alveare, nel cui interno vengono immagazzinate le scorte di polline e di miele necessarie allo sviluppo della famiglia, assicura, alle api sociali, condizioni ottimali per lo sviluppo di uova, larve e pupe, nonché un adeguato riparo sia per la regina che per le operaie.

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I boschi invecchiano. Per che cosa? Per il meglio. Speriamo.

A quanto pare in Italia  il  disboscamento e  la degradazione dei boschi, sono pericoli scongiurati. 
Nel 1985 l’Inventario Forestale riportò 6.140.000 ettari di bosco e  al 2005 il nuovo Inventario ne riporta: 8.759.000.  Poiché i rimboschimenti  non si fanno quasi più, l’aumento  va attribuito alla diffusione spontanea nei terreni ritirati dall’agricoltura e dalla pastorizia.

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Nanotecnologie in tavola

I nanomateriali sono materiali con almeno una delle dimensioni comprese tra uno e cento nanometri. Un nanometro (cioè un milionesimo di millimetro) è cinquantamila volte inferiore al diametro di un capello e siamo quindi in un universo impercettibile all’occhio umano. Un solido la cui superficie è di un centimetro quadrato, se frazioniamo questo solido in milioni di particelle la sua superficie aumenta di milioni di volte e da qui l’aumento enorme della loro superficie e quindi un migliore sfruttamento delle loro proprietà, riducendone drasticamente la quantità utilizzata. I campi di applicazione dei nanomateriali sono vari: elettronica, farmaceutica, energia, ambiente, alimentare, packaging, tessile, cosmetico ecc. e ad oggi non ancora del tutto esplorati.
Le proprietà fisiche dei materiali e in particolare i nanocomposti interessano anche l’alimentazione, in un orientamento che tende a privilegiare i trattamenti fisici rispetto a quelli chimici, questi ultimi sempre più osteggiati dall’opinione pubblica. I possibili campi di applicazione alimentare dei nanomateriali sono molteplici e riguardano anche gli alimenti e per ora soprattutto i loro imballaggi.

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Sottoscritto protocollo d’intesa tra Federalimentare e Accademia dei Georgofili

E’ stato sottoscritto il 12 luglio u.s. un protocollo d’intesa tra la Federalimentare, la Federazione Italiana dell'Industria Alimentare, e l’Accademia dei Georgofili.

Nato con l’intento di promuovere e attivare, anche in una dimensione internazionale, iniziative congiunte destinate a far conoscere l'industria alimentare italiana, l’accordo mira a valorizzare l'immagine della nostra industria. Un'industria avanzata, capace di proporre un'offerta di prodotti ai massimi livelli di qualità, sicurezza igienico-sanitaria e tutela delle tradizioni alimentari. L'impegno comune sarà quello di valorizzare le azioni e i modelli di produzione e consumo sostenibili. Federalimentare e l’Accademia dei Georgofili stimoleranno, anche attraverso lo strumento del Cluster Tecnologico Nazionale Agrifood, l'impegno in ricerca e innovazione tecnologica, formazione e trasferimento delle conoscenze. Al centro la competitività dell’industria alimentare, in particolare delle piccole-medio imprese, e per assicurare all'industria alimentare italiana uno sviluppo adeguato al mercato interno ed internazionale. Infine verrà data la massima diffusione a tutte le iniziative di reciproco interesse, saranno organizzati convegni, seminari e gruppi di studio comuni, divulgando informazioni scientifiche e tecniche anche attraverso la comunicazione digitale. Il protocollo ha durata triennale e potrà essere rinnovato su espressa volontà delle parti. 


Il Presidente dei Georgofili, Giampiero Maracchi: “Il rapporto tra la produzione agricola e la trasformazione agroindustriale è un elemento strategico dell’economia del Paese. La qualità dei prodotti, la tracciabilità delle materie prime, la sostenibilità dei processi industriali, diventano un elemento sempre più fondamentale per la produzione agroalimentare italiana che si deve qualificare per le sue caratteristiche di qualità. Una sinergia fra produzione primaria e trasformazione industriale diventa un elemento chiave per la politica agroalimentare del nostro Paese. L’Accademia dei Georgofili con i suoi 900 Accademici, che rappresenta il massimo delle competenze professionali nei diversi settori, può diventare un elemento chiave nella certificazione della qualità dei prodotti”.

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Settanta anni di evoluzione organizzativa e operativa del contoterzismo agricolo

Anche se le prime forme di servizio agromeccanico possono essere fatte risalire alla seconda metà del 1800, è solo dopo la seconda guerra mondiale che nasce l’Associazione dei Contoterzisti. E’ infatti del 1947 la fondazione della “Unione nazionale trebbiatori e motoaratori”, divenuta poi Unima (Unione nazionale imprese di meccanizzazione agricola). Il passaggio dalla trebbiatura a punto fisso alla mietitrebbiatura in campo con mietitrebbie sempre più evolute ha consentito, insieme alla riduzione delle perdite di prodotto un forte risparmio di manodopera.

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La tua squadra di calcio gioca male? Potrebbe essere colpa dell’inquinamento dell’aria! E alle piante cosa succede?

Mille sono le motivazioni addotte dai tifosi per giustificare le talvolta non buone prestazioni atletiche dei loro idoli calcianti: oltre, ovviamente, alle congiure del ‘palazzo’ e agli intrighi (o ‘gomblotti’) arbitrali, si spazia dalle dimensioni e condizioni del campo, al colore delle maglie, alle capacità di rimbalzo del pallone, e via ipotizzando. Un recente articolo comparso sul Guardian (https://www.theguardian.com/environment/2016/mar/05/air-pollution-football-performance) introduce un nuovo elemento: l’inquinamento atmosferico. Infatti, un gruppo di ricerca tedesco ha analizzato le correlazioni tra qualità dell’aria all’esterno dei campi da gioco della Bundesliga e prestazioni dei calciatori, in termini di percentuale di passaggi di palla riusciti, e le conclusioni sono preoccupanti: le sostanze tossiche, anche se anche al di sotto delle soglie consentite dalle normative ambientali, sono responsabili di significative diminuzioni nei parametri considerati.
Non è certo la prima volta che l’inquinamento dell’aria viene associato alla riduzione di capacità fisiche (ma anche cognitive) dell’uomo.

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La Bioeconomia italiana in una prospettiva di economia circolare

Martedì 12 luglio 2016 all'Accademia dei Georgofili si svolgerà un convegno su: "La Bioeconomia italiana in una prospettiva di economia circolare".
A distanza di quattro anni dall'adozione da parte della Commissione Europea di una strategia per una Bioeconomia sostenibile (febbraio 2012), l'Accademia dei Georgofili, in collaborazione con Legambiente, il CREA e la Fondazione per il Clima e la Sostenibilità, e con il Patrocinio della Regione Toscana, ha ritenuto opportuno promuovere un Convegno Nazionale per fare il punto su come in Italia sia stata adottata tale strategia e quale contributo stanno fornendo in tal senso il mondo della ricerca e il sistema imprenditoriale italiano, per il raggiungimento dell'obiettivo comune di un uso più sostenibile delle risorse naturali, inserito nel nuovo paradigma dell'economia circolare.
L'Italia, come il resto degli altri Paesi Europei, ha infatti bisogno di risorse biologiche rinnovabili per produrre alimenti e mangimi sicuri, ma anche materiali, energia ed altri prodotti più in generale. In tale contesto, occorre sviluppare tecnologie, nuovi processi produttivi e nuovi mercati, nonché creare competitività nei diversi settori della Bioeconomia, quali l'agricoltura, la selvicoltura, la pesca, la produzione alimentare, l'industria chimica, biotecnologica, energetica, ecc., ma anche ricercare sempre più l'integrazione tra il mondo imprenditoriale e il mondo della ricerca. A tale riguardo, si sono aperti e si stanno aprendo interessanti opportunità per affrontare queste tematiche, in stretta sinergia tra i due mondi, attraverso il programma europeo "Orizzonte 2020" e soprattutto con il Partenariato Europeo per l'Innovazione (PEI) e i relativi Gruppi Operativi, che stanno formandosi in risposta all'attivazione delle specifiche misure previste dai Piani di Sviluppo Rurale (PSR 2014-2020), che le Regioni e le Province Autonome italiane hanno definito.

PROGRAMMA


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Origini della produzione del formaggio dall’antichità ai tempi moderni

La produzione del formaggio ha origini antichissime, la tradizione  vuole che nell’antichità un pastore avesse messo del latte in uno stomaco di pecora  in cui era rimasto del caglio, latte che poi si trasformò in formaggio; le prime tracce di un allevamento di pecore e capre sono state trovate in Asia e risalgono al 7.000-6.000 anni a.C.

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Gli italiani mangiano poca frutta

La frutta fa parte integrale della Dieta Mediterranea con una preoccupante bassa presenza nell’alimentazione delle famiglie italiane. Noi ne consumiamo in media 230 kg l’anno e meglio di noi ci sono la Danimarca (275 kg), la Polonia (257 kg) e la Spagna (255 kg). Sorprendente é che non è facile trovare tutto l’anno frutta e verdura fresca in Danimarca e Polonia, ma le popolazioni di questi paesi hanno delle abitudini alimentari salutari molto solide e per soddisfarle ricorrono a rilevanti importazioni.

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Sostenibilità: scienza o esoterismo?

E’ curioso costatare come in un momento in cui la stupefacente crescita delle conoscenze e delle tecnologie che ha caratterizzato lo sviluppo dei paesi industrializzati  ha portato a diffusi livelli di qualità della vita inimmaginabili sino a non molte decine di anni fa, si assista al progressivo diffondersi di una regressione del pensiero corrente con una diffusa tendenza ad abbandonare il rigore logico della scienza, che tutto ciò ha reso possibile, per rifugiarsi nell’irrazionale e nel fantastico.
Nei paesi industrializzati i progressi della medicina hanno sconfitto la grande maggioranza delle malattie e stanno progressivamente prolungando la durata media della vita dell’uomo, mentre l’aumento delle rese colturali connesse allo sviluppo agricolo della seconda metà del secolo scorso, ha reso il cibo un bene di basso costo e disponibile in grande quantità per tutti.
 Ed è proprio nei due settori cardini della medicina e dall’agricoltura che maggiormente si assiste al progressivo prendere piede di correnti di pensiero emozionali che, prive di fondamento scientifico alcuno e amplificate da un’informazione talvolta acritica e superficiale, rischiano di danneggiare seriamente la società di domani.

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Firmato protocollo di intesa tra il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati e l’Accademia dei Georgofili

Il 28 giugno 2016 a Firenze è stato firmato un protocollo di intesa tra il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati, rappresentato dal Presidente Lorenzo Gallo, e  l’Accademia dei Georgofili, rappresentata dal Presidente Giampiero Maracchi.
Con la firma dell’accordo, Accademia dei Georgofili e Collegio Nazionale Agrotecnici e Agrotecnici Laureati si sono impegnati a promuovere ed attivare iniziative congiunte, destinate a contribuire al progresso dell’agricoltura e del settore forestale, alla tutela ambientale, alla sicurezza e qualità alimentare, allo sviluppo del mondo rurale; favorire la diffusione delle innovazioni, nel settore dell’agricoltura, delle foreste e dell’agroalimentare per quanto concerne le tecniche colturali compatibili con i cambiamenti climatici, con la tutela dell’ambiente e la valorizzazione della qualità dei prodotti alimentari; dare la massima diffusione a tutte le iniziative di comune interesse e organizzare congiuntamente convegni, seminari e gruppi di studio comuni; divulgare informazioni scientifiche e tecniche anche mediante la comunicazione digitale; collaborare, anche attraverso le Sezioni dell’Accademia presenti sul territorio nazionale e le sedi dei Collegi territoriali e delle Federazioni regionali degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, per l’organizzazione e la realizzazione di iniziative, anche in collaborazione con terzi, intese a valorizzare il patrimonio storico-culturale di conoscenze e le nuove acquisizioni tecnico-scientifiche che hanno riflessi sull’agricoltura, le foreste, sull’alimentazione e sull’ambiente rurale anche in relazione alla formazione delle giovani generazioni dei tecnici agricoli.

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L’etichettatura dei prodotti di origine animale

I marchi di qualità e le etichettature sono strumenti di garanzia per i consumatori ed, al contempo, potenti leve di marketing competitivo.

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Uccide più la polenta dello smog?

Frase indubbiamente a effetto, quella del titolo, e peraltro datata. Infatti, fa riferimento a una famosa intervista (http://www.repubblica.it/2005/b/sezioni/cronaca/smog1/verosmog/verosmog.html) rilasciata a un quotidiano una decina di anni fa dal Professor Umberto Veronesi, medico oncologo di fama internazionale ed ex Ministro della Sanità. In sintesi, il luminare richiamava l’attenzione dell’opinione pubblica sul fatto che fosse dimostrabile come nella triste classifica dei decessi per tumore i problemi legati all’alimentazione superassero di gran lunga quelli connessi con l’inquinamento dell’aria addirittura di un fattore 10.

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Festa ai Georgofili per Franco Scaramuzzi

Per testimoniare la stima e gratitudine a Franco Scaramuzzi, suo presidente per un lungo memorabile e costruttivo arco temporale, l'Accademia dei Georgofili ha posto nella Sala del Consiglio della propria Sede fiorentina un bassorilievo marmoreo "di un uomo che ha onorato, con il Suo impegno e con la Sua testimonianza di vita, la cultura e la scienza del nostro Paese". La cerimonia si è svolta il 20 giugno 2016 ed è stata aperta dall’attuale Presidente Giampiero Maracchi, al quale hanno fatto seguito il Rettore dell'Università di Firenze, Luigi Dei, e un intervento di Scaramuzzi (già nominato Presidente Onorario). All’evento ha partecipato un folto pubblico con la presenza di numerose autorità civili, religiose e militari, e colleghi venuti da varie regioni.
Il Presidente dei Georgofili, Giampiero Maracchi, ha ripercorso la brillante carriera di Scaramuzzi ed ha sottolineato come quanto si stava svolgendo ai Georgofli fosse una festa, più che una cerimonia “perché la festa è segno di gioia e di libertà per tutti, la celebrazione può diventare retorica”.
Le benemerenze riconosciute al Prof. Scaramuzzi riguardano le molte attività che nella Sua vita ha sempre dedicato alle Scienze agrarie. Il Suo curriculum sintetizzato si riduce anche ad una sola pagina, ma documenta varie attività meritevoli: dedicate allo studio, alla ricerca scientifica, alla didattica universitaria, ai problemi organizzativi del mondo accademico, con particolare riguardo alle scienze agrarie. Basta ricordare che si è laureato a 21 anni, ha conseguito la libera docenza a 25 anni e la cattedra universitaria a 31 anni. Nell'ambito del mondo accademico ha occupato posti di alta responsabilità, sempre e solo per elezione dalla base. Nel gennaio 1958, è stato eletto Accademico corrispondente e divenne Georgofilo. Fu poi eletto Accademico ordinario nel maggio 1965. Dal novembre 1979 è stato chiamato a far parte del Consiglio Accademico. Fu eletto Presidente nel giugno del 1986, data che è stata celebrata appunto con l'odierna cerimonia. E' stato poi rieletto per altre sette volte consecutive quale 20° dei Presidenti, che si sono susseguiti ai Georgofili in 256 anni. La durata di un così lungo mandato presidenziale è stata storicamente superata solo da Luigi Ridolfi (figlio di Cosimo) nel 1800. Rispettando anche il tradizionale privilegio, forse poco conosciuto, della mancanza di qualsiasi compenso, anche virtuale.
Maracchi ha ricordato, oltre ai numerosi meriti scientifici e dirigenziali di Scaramuzzi,  anche l’esemplarità umana dell’allora Presidente dei Georgofili, nell’affrontare la tragedia dell’ attentato il 27 maggio del 1997: “Tutto quello che seguì dopo fino alla ricostruzione pressoché immediata, io l'ho sempre interpretato come la volontà di rispondere ad un gesto di barbarie che aveva spento giovani vite a dimostrazione che finché ci sarà anche un solo uomo, convinto dei propri ideali, la notte non prevarrà. È il senso di quella messa che ogni anno anche quando il tempo affievolisce la memoria, Franco ha sempre voluto a ricordo di quella famiglia falciata nel sonno da menti demoniache, è il senso di quell'olivo centenario che ha voluto porre sul luogo in cui fu lasciata la bomba per ricordare che la vita e la speranza sono il nostro unico vero patrimonio.”

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Elezioni ai Georgofili, Giampiero Maracchi confermato Presidente

Giampiero Maracchi è stato confermato Presidente dell’Accademia dei Georgofili per il quadriennio 2016-2020. Questo il risultato delle elezioni che si sono svolte lunedì 20 giugno, nel corso dell’Assemblea del Corpo Accademico durante la quale hanno votato gli Accademici Emeriti e Ordinari per la nomina del Presidente e dei due Vice Presidenti.
Il 99% dei votanti si è espresso in favore di Maracchi per il suo secondo mandato consecutivo, dal luglio 2014.
Giampiero Maracchi, nel ringraziare, auspica la più ampia collaborazione di tutti gli Accademici per la realizzazione dei programmi e dei progetti che sono stati illustrati in occasione dell’Inaugurazione del 263° Anno Accademico.
A Vice Presidente è stato confermato Pietro Piccarolo e nominato Antonio Michele Stanca.
Il prof. Stanca, già membro del Consiglio Accademico, è Presidente UNASA (Unione Nazionale delle Accademie per le Scienze Applicate allo Sviluppo dell'Agricoltura, alla Sicurezza Alimentare ed alla Tutela Ambientale) e Presidente Onorario dell’AISSA (Associazione Italiana delle Scienze Scientifiche Agrarie).

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Evoluzione degli impianti di allevamento del bestiame dall’antichità ai tempi moderni

L’allevamento del bestiame è una pratica antichissima, infatti fin dal Neolitico l’ uomo impara a coltivare la terra ed ad allevare il bestiame.  Con la nascita dell’ agricoltura, tutte le forme di vita cambiano e  gli uomini da nomadi  si organizzano in villaggi stabili  ed in questo periodo  si svolgono i primi riti sacrificali degli animali rivolti a propiziare le forze della natura.

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Riduzione dell’uso di antibiotici in zootecnia

Premessa: in Senato, le Commissioni Agricoltura e Sanità del Parlamento riunitesi il 2 marzo scorso hanno deciso per una riduzione dell’uso di antibiotici negli allevamenti italiani.
Certamente il problema non è il divieto dell’utilizzo di antibiotici in zootecnia ma l’approccio basato sul “buon uso” o su un “uso consapevole”, per mantenerne la loro efficacia.
Infatti, l’uso incontrollato di questi farmaci in medicina umana e animale ha importanti conseguenze biologiche e ambientali; in particolare incide negativamente sull’efficacia dei principi attivi che con l’utilizzo costante e indiscriminato degli antibiotici portano allo sviluppo di ceppi di batteri resistenti che mettono a rischio la salute umana e animale.
Pertanto è evidente che l’uso di antibiotici in zootecnica è un argomento che va rapportato ad un contesto di carattere più generale che ha come riferimento la salute delle persone, e trasversalmente coinvolge le filiere produttive, la salute pubblica e la sostenibilità ambientale, integrandosi nel nuovo concetto di One Health (salute unica).
Terminata la seduta, il Governo ha sottoscritto diversi impegni, tra cui:
- promuovere e sviluppare, attraverso politiche adeguate e condivise, un sistema di allevamento italiano che faccia un uso migliore e responsabile dei presidi sanitari in generale e degli antibiotici in particolare, riducendone l’impiego in termini quantitativi, anche mediante l'introduzione di indici quantitativi, di portata oggettiva, della salute degli animali allevati, ed attuando una attenta selezione dei principi attivi da utilizzare e delle diverse modalità di utilizzo;
- adottare le necessarie iniziative che, in un'ottica di prevenzione della salute umana, mettano al centro il benessere degli animali allevati e ne garantiscano condizioni di vita adeguate, in relazione all'esigenza di tener conto della trasmissibilità delle malattie all'interno degli allevamenti, attraverso scelte volte a incentivare l'incremento di allevamenti al pascolo o semi-pascolo nelle zone di montagna, dove gli ambienti e gli spazi lo permettono;
- a sostenere, attraverso incentivi coordinati di carattere nazionale e territoriale, il processo di miglioramento degli alle-vamenti intensivi, più a rischio di trasmissibilità delle malattie, con adeguamenti di spazi e miglioramenti delle condi-zioni ambientali rispondenti alle esigenze degli animali, coerenti con gli standard europei già assunti, dal punto di vista normativo e delle buone pratiche già diffuse in gran parte del Paese;

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Siglato il protocollo CREA- Accademia dei Georgofili

Agricoltura, sicurezza alimentare, valorizzazione delle produzioni tipiche e di qualità. Ma anche progresso del settore agricolo e forestale, tutela dell’ambiente e sviluppo rurale sono al centro della convenzione siglata fra il CREA e l’Accademia dei Georgofili, rispettivamente nelle persone di Salvatore Parlato, Commissario Straordinario del CREA, e Giampiero Maracchi, Presidente dell’Accademia dei Georgofili.
La convenzione nasce con l’intento di favorire l’attuazione di programmi di ricerca e di sviluppo mirati e legati ai bisogni reali del territorio, incentivando il trasferimento tecnologico e la diffusione dell’innovazione nei settori più strategici. In quest’ottica verranno promossi progetti e iniziative congiunti, destinati a incoraggiare lo sviluppo locale attraverso l’integrazione di pratiche innovative e conoscenze scientifiche, quali ad esempio le tecniche colturali compatibili coi cambiamenti climatici.  Verranno intraprese, inoltre, azioni di formazione e comunicazione tecnico-scientifica, volte a stimolare l’incremento del grado di innovazione delle imprese e la valorizzazione del capitale umano e a rafforzare la rete dei Centri di ricerca. In questo modo sarà promosso il coinvolgimento diretto delle imprese e dei centri tecnologici nella progettazione e realizzazione delle innovazioni e dei processi di sviluppo.
«Quello siglato quest’oggi con l’Accademia dei Georgofili – ha spiegato Salvatore Parlato, Commissario Straordinario del CREA – è un protocollo molto importante per condividere le conoscenze nei comuni ambiti di intervento e per contribuire alla diffusione e alla crescita dell’innovazione nonché al rilancio dei territori coinvolti. Quando si parla della ricerca, operare in sinergia è oggi più che mai un’esigenza stringente che permette di moltiplicare il valore dei risultati che verrebbero raggiunti singolarmente».
Giampiero Maracchi sottolinea che «i Georgofili nei loro 263 anni di storia hanno rappresentato per le Istituzioni pubbliche un punto di riferimento costantemente presente per lo sviluppo delle conoscenze nella attività agricole, nella gestione del territorio e delle acque, nella promozione delle popolazioni e dei territori rurali. Hanno contribuito così allo sviluppo della moderna agricoltura non solo come un’attività rilevante di carattere economico, ma anche come luogo di crescita culturale per il Paese. Questo è lo spirito con il quale oggi si inizia una collaborazione concreta con quelle che rappresenta la rete pubblica della ricerca agricola di maggior rilevanza nazionale».

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