Notiziario











“L’Olivo e il suo Olio: una storia da rinnovare per poterla tramandare”, la formazione di nuove Communities of Practice

La Community of Practice ha molti vantaggi, in particolare: permette di ottimizzare il processo produttivo, favorisce l'aggiornamento degli operatori e stimola il miglioramento continuo perché fa funzionare i feedback derivanti dai controlli.

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Cambiamenti climatici: il “fattore uomo” è determinante

In data 27 ottobre l’Italia, grazie al via libera del Senato, ratifica l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici (COP21).
Il primo accordo globale sul clima, approvato nel dicembre 2015 a Parigi, si propone di contenere entro i 2 gradi (possibilmente entro 1,5 gradi) il riscaldamento globale riducendo l’emissione in atmosfera di gas serra e in particolare di anidride carbonica.
Questa notizia, sicuramente positiva, avviene mentre si sta concludendo un anno, il 2016, che molto probabilmente detronizzerà il 2015 dal ruolo di anno più caldo a livello mondiale.
In effetti i primi sei mesi del 2016 mostrano anomalie termiche veramente impressionanti che lasciano ben pochi dubbi sul fatto che quest’anno si concluda come l’anno più caldo dell’era industriale. 
Questa recente notizia appare quindi come una logica conseguenza delle evidenze dei cambiamenti climatici in atto a livello globale e che impattano in maniera pesantissima anche sul nostro territorio nazionale. 
Sono infatti molte le evidenze del cambiamento che il clima ha subito dal periodo pre-industriale ad oggi.  Dal 1880 le temperature sono aumentate globalmente di 0.9°C e addirittura di 1.4 °C se consideriamo solo le terre emerse. L’incremento termico è paragonabile o superiore se analizziamo quanto successo in Europa ed in Italia. Le evidenze di questo riscaldamento si sono manifestate in maniera inconfutabile a partire dagli anni ’80 come dimostra il fatto che i 15 anni più caldi sono tutti posteriori al 1998. Il riscaldamento interessa tutto il nostro pianeta con una forte dipendenza stagionale. In Italia, per esempio, le maggiori evidenze sono in estate, mentre in inverno l’impatto sembra minore. 
Per quanto riguarda le precipitazioni il cambiamento non è stato omogeneo come per le temperature: accanto ad aree in cui le piogge sono aumentate in maniera significativa (ad esempio nord Europa) ci sono aree, come quella del Mediterraneo, nelle quali i cumulati di precipitazione sono diminuiti. La mancanza di omogeneità non deve fare pensare a un dato meno rilevante. Sono cambiati infatti pesantemente i regimi pluviometrici e il cambiamento impatta in maniera rilevante in vari settori, da quelli economici, di vulnerabilità ambientale a quelli inerenti problemi di salute e protezione civile. Sicuramente l’agricoltura è uno dei settori più sensibili ai cambiamenti climatici sia per processi di desertificazione, di salinizzazione delle acque e per problemi legati alla gestione della risorsa idrica, con il Mediterraneo che è un’area particolarmente sensibile.  In Italia i cumulati di precipitazione non sembrano aver subito variazioni rilevanti (forse solo una lieve diminuzione) ma è aumentata moltissimo la variabilità. In sostanza ad anni molto piovosi seguono anni estremamente aridi rendendo sicuramente molto problematica la gestione della risorsa idrica. La situazione è stata poi resa ulteriormente più preoccupante dal fatto che è aumentata l’intensità delle piogge.
Non ci sono ormai dubbi (quasi tutti gli scienziati sono ormai di questo parere) sul fatto che la causa di questo cambiamento climatico sia da imputare soprattutto all’uomo e all’immissione in atmosfera di gas serra. 

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Agricoltura e contoterzismo: l’Accademia dei Georgofili sottoscrive un protocollo di intesa con UNCAI ed uno con ENAMA

Nell’ambito del convegno nazionale su Agricoltura e Contoterzismo, che si è svolto all’Accademia dei Georgofili lo scorso 16 novembre, l'Accademia  dei Georgofili ha sottoscritto un protocollo di intesa con l’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici e Industriali (UNCAI) ed uno con l’Ente Nazionale Meccanizzazione Agricola (ENAMA), per 
lo sviluppo di attività di comune interesse nel campo agricolo finalizzate a favorire forme di coordinamento e collaborazione tra agricoltori, tecnici agricoli, industria agromeccanica e contoterzisti. 
Gli accordi sono stati firmati dal Presidente del Georgofili Giampiero Maracchi, dal Presidente di UNCAI Aproniano Tassinari (foto a sx) e dal Presidente di ENAMA Massimo Goldoni (foto a dx). Avranno una durata di tre anni e consentiranno  di promuovere iniziative nel settore della meccanizzazione e dello sviluppo rurale volte a una maggiore efficienza, sostenibilità ed equità del comparto. 

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Polenta porporina e ostie sanguinanti

I colori degli alimenti sono segni, almeno secondo credenze popolari, con valenze laiche e profane, basta pensare al mangiare in bianco, e anche religiose soprattutto quando un cibo assume improvvisamente un colore insolito e per questo sono ritenuti prodigiosi, se non miracolosi.
Particolarmente alcuni colori insoliti degli alimenti colpiscono l’immaginazione e tra questi il rosso che richiama il sangue.

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Risorse alimentari e fame nel mondo: le carestie

Molte ragioni, nel corso della storia, hanno contribuito a rendere le disponibilità di alimenti inferiori ai fabbisogni ed a determinare le carestie, con le quali gran parte della popolazione di una regione è denutrita od anche esposta a morte per fame.

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Le grandi epidemie della storia: dalle ruggini dei cereali alle Xylelle in Europa

Nel mondo si producono ogni anno grandi quantità di cibo: ca. 700 Mln di tonnellate di grano; 950 di mais; 500 di riso;  ca. 950 di ortaggi; 800 di frutta e poi altri 410-430 Mln di tonnellate fra carne e pesce. Tutto questo cibo (in totale ca. 4,5 Mld di tonnellate) è di norma sufficiente a nutrire i ca. 7,46 Mld di uomini e donne che popolano la Terra e se ci sono persone che soffrono la fame o sono malnutriti è soprattutto un problema di distribuzione del cibo piuttosto (o oltre) che di scarsa produzione. E le cose potrebbero andare addirittura meglio se non ci fossero tanti sprechi e soprattutto tante perdite dovute alle malattie che attaccano, e non da oggi, le piante coltivate.  E che le malattie  siano una antica conoscenza dell’uomo (e non un prodotto della modernità) ce lo racconta la storia la quale ha conservato per noi il ricordo  di alcune grandi epidemie che hanno avuto devastanti effetti sociali, politici e perfino religiosi.  Fra tutte spiccano le ruggini dei cereali, per i nostri antenati  una sorta di punizione divina per le azioni malvagie commesse dall’uomo. Ecco cosa si legge nella Bibbia (Amos 4:9): «Vi ho colpito con ruggine e carbonchio; le locuste hanno divorato i vostri giardini, le vigne, i vostri fichi, i vostri olivi; ma voi non siete tornati a me», dice il Signore. Riguardo alle ruggini la Roma imperiale, che importava ogni anno grandi quantità di grano (si calcola ca. 4,2 Mln di q.li), si è dovuta inventare un Dio, Robigo (e celebrare delle feste: le Robigalia), invocato per   proteggere le messi dal flagello della ruggine. Ci sono poi da ricordare l’avvelenamento da segale cornuta o ergotismo che ha imperversato per secoli soprattutto in Francia; la ruggine del caffè nell’isola di Ceylon (oggi Sri Lanka) che, secondo qualcuno, ha indotto gli inglesi a bere il tè anziché il caffè; la peronospora della patata, la regina delle epidemie, che ha provocato a metà del 1800, in Irlanda, 1.000.000 di morti e ha costretto all’emigrazione 1,5 milioni di persone; l’elmintosporiosi del riso nel Bengala (1942) che causò la morte per inedia di due milioni di persone  e poi numerose altre fino ad arrivare a quella più recente della Xylella su piante di olivo nel Salento. 

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Accademia dei Georgofili e FederUnacoma, una partnership per lo sviluppo della meccanizzazione agricola

L’Accademia dei Georgofili, che dal 1753 promuove la cultura e la ricerca in campo agricolo, ha sottoscritto - nel pomeriggio di sabato 12 novembre 2016 a Bologna, nell’ambito della 42ma edizione di EIMA International – un accordo con La Federazione italiana dei costruttori di macchine agricole FederUnacoma per lo sviluppo di attività di comune interesse nel campo della meccanizzazione agricola. 
L’accordo, che è stato firmato dal Presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni e dal Vicepresidente del Georgofili Pietro Piccarolo, avrà una durata di tre anni e consentirà di realizzare ricerche, e attività culturali e divulgative dedicate alle tecnologie meccaniche e al loro impatto sul sistema agricolo, sull’ambiente e sulle filiere agroindustriali; ma anche attività rivolte allo sviluppo del mondo rurale nel suo complesso, alla formazione e alla crescita delle competenze professionali per l’agricoltura e l’ambiente. Il patto prevede anche iniziative rivolte ai giovani ricercatori e pubblicazioni su argomenti di particolare rilevanza.
Per Pietro Piccarolo, vice presidente dell’Accademia dei Georgofili “l’interesse dell’Accademia per le macchine agricole è nato con l’inizio della meccanizzazione agricola, stabilendo legami con ricercatori ed esperti del settore, oltre che con i costruttori e, quindi, con FederUnacoma che li rappresenta. L’accordo sottoscritto, non solo conferma un legame di lunga data, ma vuole rafforzare l’impegno a cooperare sulle più significative tematiche di attualità, quali il precision e digital farming e l’industria delle macchine agricole 4.0”.
“Una istituzione del valore dell’Accademia dei Georgofili – ha proseguito il Presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni – ci ricorda come l’agricoltura sia, prima che un’attività produttiva, uno straordinario patrimonio di cultura e di sapienza. Siamo onorati di poter collaborare con l’Accademia e di contribuire a quelle conoscenze e a quella tradizione in tema di meccanizzazione agricola che storicamente caratterizzano questa nobile istituzione”.

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Riforma del catasto: i primi effetti sulla TARI

Sta andando avanti la riforma del catasto. Come vi avevamo aggiornato dal gennaio 2016 sulle visure catastali a fianco dei vani per gli immobili abitativi della categoria “A” sono apparsi i metri quadri catastali. Vi avevamo detto di fare attenzione a questo dato e di attivarvi qualora vi fossero dei numeri non consoni alla consistenza effettiva dei vostri fabbricati.

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Microrganismi di recente o temuta introduzione di interesse per il nostro patrimonio forestale

L’introduzione in un’area di organismi nocivi non nativi è fenomeno sempre più ricorrente, per lo più connesso alla grande e crescente massa di merci quotidianamente scambiate da un continente all’altro; anche gli spostamenti di persone possono avere un ruolo. Questa “unificazione microbica del pianeta” altro non è che un “effetto collaterale” della globalizzazione, e il primo esempio nella storia è forse riconducibile alla pandemia di peste nera che funestò l’Europa a metà del XIV secolo: l’agente era un batterio veicolato da una pulce che alternava il parassitismo su ratti e uomo, il tutto sbarcato inizialmente in Sicilia da una nave proveniente da Oriente.

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Spinaci nei salumi: additivi “naturali”?

I salumi del contadino erano di un colore marrone e spesso con qualche cavità di odore sgradevole, quando non provocavano pro-blemi o incidenti. Non é certamente un caso che il temibile batterio Clostridium botulinum o botulino che con la sua potentissima tossina causa il botulismo, malattia anche mortale, sono così denominati da botulusdenominazione latina delle salsicce e insaccati di carni. Per evitare questi inconvenienti, già alcuni secoli fa al sale marino si associano piccole quantità di un altro sale, il salnitro, con il quale i salumi mantengono un bel colore rosso e soprattutto si evitano sgradevoli fermentazioni e le pericolose contaminazioni botuliniche.
Il salnitro, conosciuto fin dalla più remota antichità, è usato dai cinesi e dai greci in miscele pirotecniche, divenendo noto agli alchimisti come sal petrae o sal petrosum, e Raimondo Lullo lo denomina sal nitri. Nel sec. XVI, Georg Pawer, più noto come Georg Agricola descrive la preparazione del salnitro nelle nitriere o salpetriere artificiali dove si forma nitrato di potassio misto a nitrati di calcio e di magnesio, che per successivo trattamento con ceneri di piante sono trasformati in nitrato potassico. Il salnitro oltre che per la preparazione della polvere pirica é stato usato come concime agricolo e nelle preparazioni di carni insaccate, dove é stato sostituito con vantaggi dai nitriti e dai nitrati. Come additivi alimentari sono stati accuratamente studiati e nella Unione Europea i nitriti sono identificati dalle sigle E249 e E250, i nitrati dalle sigle E251 e E252.
Nitriti e nitrati sono estesamente utilizzati nella carni in scatola, prodotti a base di carne, insaccati, prosciutti, würstel per migliorare il sapore, il colore e soprattutto la sicurezza del prodotto. Nitriti e nitrati sono tossici e per questo sono soggetti a strette misure sanitarie, che considerano il rischio (tossicità) e il beneficio (attività antibotulinica) e per questo vi sono precise condizioni d’uso iniziando dalle precise quantità d’impiego. Per lo stesso motivo vi sono ricerche per sostituirli dagli alimenti, ma senza che vi siano ancora risultati concreti e soddisfacenti. 
Nitriti e nitrati sono sali di azoto: i primi si ottengono da acido nitroso e i secondi da acido nitrico. Il nitrato di sodio è il composto dell’azoto più diffuso sulla terra e i vegetali in presenza della luce solare usano i nitrati per la loro crescita. Per questo i vegetali colti-vati in serra o esposti limitatamente alla luce contengono più nitrati di quelli provenienti da colture non fortemente concimate e raccolte alla giusta maturazione. Hanno un alto contenuto di nitrati, fino a 4.000 milligrammi per chilogrammo, lattuga, cavolo rapa, lattuga cappuccina, crescione, bietola da costa, ravanello, rafano, rabarbaro, rapa rossa, spinacio. Hanno un medio contenuto di nitrati: cima di rapa, indivia, finocchio, cavolo riccio, sedano, cavolo bianco, cavolo verza, zucchino. Basso è il contenuto di nitrati in altri ortaggi come melanzana, fagiolino, cavolfiore, broccolo, cicoria, pisello, cetriolo, patata, germogli, carota, peperone, funghi, porro, cavoletto di Bruxelles, cavolo rosso, radice amara, asparago, pomodoro, cipolla.

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Contoterzismo in agricoltura: convegno nazionale ai Georgofili

Mercoledì 16 novembre 2016 si svolgerà all’Accademia dei Georgofili un Convegno nazionale su agricoltura e contoterzismo.
Per fare fronte al difficile momento economico che ha caratterizzato questi ultimi anni e poter essere competitive, le imprese agricole italiane devono fare investimenti in innovazione non sempre alla loro portata. Da qui il ricorso crescente all’esternalizzazione dei lavori e anche all’intera conduzione aziendale. 
Il contoterzismo nel settore agricolo e forestale è molto diffuso non solo in Italia ma anche a livello europeo, dove viene rappresentato dalla Confederazione europea dei contoterzisti agro meccanici (Ceetar). In questa confederazione convergono circa 150.000 imprese, il cui impegno è quello di
potere disporre di una flotta di macchine tecnologicamente evolute e hi-tech, al fine di ottenere più efficienza produttiva e riduzione dei costi, oltre che l’aumento della sicurezza degli operatori e della tutela ambientale. Per ottenere questi risultati, oltre alla disponibilità finanziaria e, quindi, anche l’accesso al credito, occorre necessariamente avere una elevata capacità professionale e una buona formazione, in modo da potere utilizzare al meglio le continue innovazioni della meccanizzazione agricola. Ciò vale a livello europeo, ma vale principalmente per il nostro Paese, dove l’universo delle imprese agromeccaniche è molto eterogeneo
Con il Convegno gli organizzatori intendono approfondire il ruolo del contoterzismo a favore dell’agricoltura italiana quale parte integrante del sistema, anche in rapporto alla nuova programmazione dello sviluppo rurale (PSR 2014-2020). In particolare l’iniziativa, attraverso due specifiche sessioni di lavoro, intende approfondire gli aspetti innovativi connessi alle seguenti tematiche: agricoltura di precisione e agricoltura digitale; sicurezza degli operatori; efficienza economica; tutela ambientale; formazione; finanza e accesso al credito e ai benefici del PSR, evidenziando lo stato dell'arte, le esigenze e le criticità di questo specifico settore.
Concluderà i lavori un intervento del Ministro Maurizio Martina.


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Le prime trattrici agricole costruite alla fine del XIX secolo

L’agricoltura ha subito profondi cambiamenti, ma è nel XIX° secolo che avviene la vera svolta nel mondo occidentale, con l’invenzione del motore a scoppio  che segna un passaggio decisivo in molti settori produttivi: la forza uomo e la forza animale sono sostituite da quella meccanica generata per combustione da una macchina motrice.   La prima trattrice  risale all’anno 1892  negli USA, ma la prima trattrice italiana viene costruita nel 1911 dall’ing. Ugo Pavesi.

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Il latte di dromedario

Il dromedario è in declino numerico nei Paesi ove rappresenta soprattutto un essenziale mezzo di trasporto: Iran, Turchia o alcuni paesi dell’Africa mediterranea. L’incremento è invece sensibile nei paesi ove l’animale è utilizzato per la produzione di carne e latte ed allevato quasi esclusivamente dai pastori nomadi ai quali la «nave del deserto» fornisce l’assistenza di cui hanno bisogno nelle condizioni delle zone aride e rende disponibili gli alimenti essenziali (latte e carne), oltre a pelle e pelo per calzature ed indumenti.

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L’indigena cimice grigiastra e quella asiatica

Dalla fine della scorsa primavera, diversi frutticoltori siciliani, sulla scorta delle informazioni e delle immagini riportate da riviste, quotidiani e televisioni, hanno ritenuto di avere rinvenuto l’esotica cimice Halyomorpha halys. L’esame degli esemplari pervenuti nel nostro Dipartimento e di quelli catturati nel corso di sopralluoghi effettuati nei frutteti (pereti, meleti e pescheti) delle falde dell’Etna in cui erano state catturate, o avvistate, le presunte cimici asiatiche, ha consentito di accertare che, in tutti i casi, si trattava della indigena cimice Rhaphigaster nebulosa. La vaga rassomiglianza fra le due specie ha indotto in errore i frutticoltori, giustamente preoccupati poiché la Cimice asiatica, che nelle aree d’origine è un fitomizo occasionale dei fruttiferi e della soia, vive a spese di 300 piante ospiti; negli USA, dove è stato segnalato nel 2001, è diffuso in molti Stati nei quali crea seri problemi fitosanitari su ornamentali e su colture agrarie arboree ed erbacee. In Svizzera, dove la Cimice è stata ritrovata nel 2007, svolge una generazione annua e non rappresenta un problema per le colture. Nel 2014 è stata riscontrata in Romania e in Russia; nel 2015 è stata segnalata in Austria e in Serbia. In Italia, dove è stata individuata nel 2012, in Emilia-Romagna, è attualmente diffusa in Lombardia, Piemonte, Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Nel modenese, dove svolge due generazioni annue, nel 2015, ha causato seri danni ai frutti con le punture di alimentazione che determinano la cascola o la malformazione delle mele, ovvero la comparsa di zone decolorate e depresse, necrosi e polpa spugnosa. Nel periodo invernale le Cimici trovano spesso riparo all’interno delle abitazioni, creando notevoli disagi.

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Metrologia e rischi alimentari emergenti

La sicurezza degli alimenti è un argomento di grande e persistente attualità che vede la comparsa di nuovi rischi. Per garantire la sicurezza di un alimento non è sufficiente il pur necessario sistema d’ispezioni, controlli e analisi, ma occorre anche stabilire e tenere conto dei valori limite dei contaminanti e additivi, considerando i rischi emergenti. In entrambi i casi, le misure analitiche hanno un ruolo fondamentale e occorre avere dati ottenuti con misure affidabili, comparabili e condivisi internazionalmente secondo quanto stabilisce la ”scienza della misurazione” o metrologia.
La metrologia alimentare è un’area di ricerca emergente per eseguire secondo il Sistema Internazionale misure tracciabili di sostanze, costituenti e contaminanti presenti negli alimenti, con standard di qualità, metodi analitici validati, protocolli di campionamento e determinazione dell’incertezza di misura, al fine di garantire qualità, sicurezza e provenienza degli alimenti. La metrologia alimentare é un compito molto impegnativo e l’identificazione (specificità) e la quantificazione (sensibilità) è ancora all’esordio in molti settori e per molte matrici alimentari, senza contare di quanto avviene negli alimenti complessi di produzione industriale, costituiti da decine di matrici diverse che possono interferire sui procedimenti analitici. A causa della complessità degli alimenti presenti sul mercato, i pretrattamenti e l’estrazione della sostanza d’interesse (analita) sono spesso una sfida, in particolare nella ricerca e quantificazione di molecole presenti in piccole o piccolissime quantità. Per quanto riguarda la valutazione e il confronto tra dati analitici ottenuti nello stesso laboratorio o in laboratori diversi é indispensabile che sia indicato il grado di “incertezza della misura” come scarto tipo (standard deviation) o incertezza tipo (standard measurement uncertainity) o multiplo specificato di questa, o come semiampiezza di un intervallo avente una probabilità di copertura stabilita. La conoscenza della incertezza della misura è un indispensabile strumento che garantisce l’affidabilità del risultato perché valori analitici senza la conoscenza dell’incertezza della misura sono senza significato dato che non sono confrontabili con altri e con un eventuale valore soglia. 
Difficile è compilare una lista dei rischi alimentari emergenti mentre è certo che l’assunzione di cibi contaminati rappresenta una fondamentale area di ricerca nella quale l’apporto della metrologia è basilare. Rischi alimentari emergenti hanno origine dagli ambienti agricoli, rurali e urbani e comprendono una grande quantità di molecole usate nella farmaceutica e medicina umana e animale, nell’agricoltura (fitofarmaci e agrofarmaci), industrie le più diverse, ritardanti di fiamma, tensioattivi, nanomateriali, cura personale e della casa, profumi e altro.
Diverse ricerche dimostrano la presenza negli alimenti e in speciale modo nei pesci di composti perfluorurati (PFC) e in particolare il perfluo-rottano sulfonato (PFSO) e l’acido perfluorottanoico (PFOA) largamente usati dalla industria nei polimeri plastici, carta, fibre tessili e pellame, schiume antincendio, cosmetici e oggetti di comune uso casalingo come gli imballaggi alimentari e gli smacchianti dei tessili largamente pubblicizzati dalla televisione.

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Ruminanti sostenibili

Ad Aisha, una donna del Niger, paese di povertà e fame – come racconta Martin Caparròs nel libro La Fame (Einaudi, 2016) – é chiesto cosa vorrebbe avere e questa risponde: “Una vacca. Anzi due vacche: con una ci sfameremmo noi, con l’altra produrrei cose da vendere e non avrei fame mai più”. Una risposta a prima vista stupefacente perché spesso le vacche, come altri ruminanti, sono accusate di essere animali inquinanti, con produzioni di carne e latte tra le meno efficienti e il loro allevamento ruba cibo all’uomo divenendo una delle cause della fame mondiale.

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A 50 anni dall’alluvione di Firenze: “Né Caldo, né Gelo vuol restare in Cielo” Considerazioni sulla Cronica meteorologica della Toscana di Giovanni Targioni Tozzetti

L’aforisma popolare segnalato nel titolo – “da intendere che il ‘Cielo’ non trattiene nulla e la ‘Terra’ è invece destinata a ricevere tutto” - costituiva il commento con cui Targioni Tozzetti chiudeva la descrizione dei singolari eventi atmosferici del giugno 1749  e in qualche modo spiega il pensiero/filo conduttore che aveva sorretto l’ Autore nella compilazione della Cronica Metereologica della Toscana, per il tratto degli ultimi sei Secoli, relativa principalmente all’Agricoltura: l’intento cioè di fornire un elenco quanto più completo possibile degli eventi atmosferici al fine di delineare il “panorama climatico” della Toscana, inequivocabilmente attestato dalle fonti storiche. 

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Aumentano gli incidenti gravi e mortali nel settore agroforestale

Le nuove macchine agricole, e il trattore in particolare, sono tecnologicamente avanzate e certamente più sicure per gli operatori. Si assiste però, in netta controtendenza con questa evoluzione, a una crescita degli eventi infortunistici gravi.  Le ragioni sono diverse ma, tra queste, vi è la bassa acquisizione delle innovazioni da parte delle imprese agricole. 
Secondo le anticipazioni dell’Osservatorio INAIL sugli infortuni nel settore agroforestale, nel 2015 sono aumentati gli incidenti gravi e mortali rispetto al 2014. In totale 486 incidenti  a fronte dei 427 del 2014, con un incremento quindi del 14%. Di questi, 205 sono stati gli incidenti mortali e 281  quelli con feriti gravi, con una crescita percentuale rispetto al 2014, rispettivamente, dello 8% e del 18%. 
Si tratta di un fatto molto preoccupante, specie se risulterà in linea con la distribuzione dell’anno precedente. Infatti nel 2014 il trattore è stato la causa di ben 121 incidenti con esito mortale, pari al 64% del totale, e di 118 incidenti con feriti gravi, cioè circa il 50%  del totale. La fascia di età maggiormente coinvolta, sempre nel 2014, è  stata quella degli over 50. Un terzo circa del totale degli incidenti, sia mortali e sia con feriti gravi, si sono infatti verificati in questa fascia di età. Le Regioni con i più alti numeri di incidenti nel 2014 sono state: Lombardia (17 mortali,35 gravi); Emilia Romagna (25 mortali,30 gravi); Veneto (20 mortali, 26 gravi); Abruzzo (15 mortali, 29 gravi); Toscana (12 mortali, 22 gravi)
Il confronto a livello europeo risulta difficile , perché per alcuni paesi mancano le statistiche e anche perché non esiste uno standard comune di classificazione.

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Firmato accordo di collaborazione tra Consiglio Nazionale delle Ricerche e Accademia dei Georgofili

Un accordo quadro finalizzato a promuovere ricerca, sviluppo e innovazione è stato firmato lo scorso 24 ottobre a Firenze dal presidente del CNR, Massimo Inguscio, e dal presidente dell’Accademia dei Georgofili, Giampiero Maracchi.
Le parti hanno concordato sulla necessità di adottare una strategia condivisa per svolgere, nei settori scientifici e tecnologici relativi all’agroalimentare, iniziative ed azioni mirate al sostegno delle attività di ricerca e di trasferimento tecnologico, all'incremento del grado di innovazione delle imprese, alla valorizzazione del capitale umano, favorendo il collegamento verso le imprese e i centri tecnologici connessi con le Università ed i Centri di ricerca. L’obiettivo è quello di valorizzare un sistema agroalimentare sostenibile e innovativo, che possa affrontare le grandi sfide globali del futuro della Terra, tra cui la necessità di fornire cibo, acqua ed energia ad una popolazione in crescita, attraverso un uso sostenibile delle limitate risorse naturali.
La sottoscrizione dell’accordo si è svolta nell’ambito di una conferenza su: “Clima, Agricoltura e Sicurezza alimentare: uno sguardo al futuro”, organizzata dal Dipartimento di Scienze Bio-agroalimentari del CNR e dall’Accademia dei Georgofili per dare un contributo alla Giornata Mondiale dell’Alimentazione, che quest’anno ha assegnato particolare rilievo al tema dei cambiamenti climatici. 
Con la firma dell’accordo, di durata quinquennale, è stato istituito inoltre un Comitato di indirizzo strategico con il compito di implementare e monitorare le azioni programmatiche oggetto della collaborazione.

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Impatto di specie aliene sulla conservazione dei Boschi di San Rossore, Patrimonio dell’Umanità

Il Parco di San Rossore Migliarino Massaciuccoli, istituito nel 1979, copre una superficie di oltre 23.000 ha e si estende sulla pianura costiera ad ovest di Pisa. Il territorio comprende lunghi cordoni dunali, vaste aree umide (Lago e padule del Massaciuccoli, Lame di Fuori), aree agricole e estese formazioni boschive. L’importanza naturalistica degli ambienti protetti è riconosciuta dall’Unione Europea.

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Cibo e regole condivise: contro i nazionalismi

L’Europa ha conosciuto, negli ultimi 70 anni, salve alcune piccole terribili guerre interbalcaniche successive alla fine del regime Titino, un periodo di pace che le era ignoto da quasi duemila anni. E ciò grazie, soprattutto, alla paura dell’URSS (poco giustificata, alla prova dei fatti), e alla costituzione della CEE, ora UE. Adesso, però, i popoli del vecchio continente mostrano insofferenza verso l’UE.

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Uno Scolitide asiatico nocivo al Carrubo in Sicilia

Durante la scorsa primavera in vari carrubeti del ragusano sono stati osservati diffusi disseccamenti dei rametti di numerose piante; il fenomeno si è via via aggravato nel corso dell’estate e dell’autunno, suscitando notevole allarmismo in considerazione dell’importanza paesaggistica ed economica della coltura dovuto anche al rinnovato interesse dell’industria per le carrube. L’esame degli adulti e dei rametti infestati, prelevati in carrubeti della provincia di Ragusa, siti nei comuni di Scicli e Modica, ha consentito di accertare la presenza dell’esotico coleottero Xylosandrus compactus (Eichhoff). Lo Scolitide, originario delle aree tropicali e sub-tropicali del sud-est asiatico, è ampiamente diffuso in Africa, America ed Europa. In Italia è stato riscontrato nel 2012 in Toscana e successivamente in Campania e nel Lazio. Nell’EPPO Global Database, sono state pubblicate alcune foto scattate a Vittoria (RG) nell’agosto 2016. Lo scolitide asiatico, può sviluppare a spese di oltre 200 piante ospiti e, nelle aree di origine, è noto come uno dei fitofagi chiave del caffè.

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Clima, agricoltura e sicurezza alimentare: da Firenze uno sguardo al futuro

Si svolgerà in due giornate,  lunedì 24 e martedì 25 ottobre 2016, una conferenza  su “Clima, agricoltura e Sicurezza alimentare: uno sguardo al futuro”, organizzata dal Dipartimento di Scienze Bio-Agroalimentari del Consiglio Nazionale delle Ricerche in collaborazione con l’Accademia dei Georgofili. Essa  intende contribuire alla Giornata Mondiale dell’Alimentazione, che quest’anno ha assegnato particolare rilievo al tema dei cambiamenti climatici, ed evidenziare come le attività di ricerca possano contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. 
Secondo le ultime stime delle Nazioni Unite, la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi nel 2050, e tale incremento risulterà ancora più significativo nei  Paesi in via di sviluppo. Allo stesso tempo è previsto un aumento di pari livello della percentuale dei residenti nei centri urbani, che passerà dal 54% sul totale della popolazione nel 2014 a una stima attesa del 66% per il 2050. Il settore agro-alimentare è il primo a subire gli effetti di un mondo in evoluzione e deve quindi attuare al suo interno una trasformazione radicale, necessaria ad affrontare i trend di crescita dei tassi di consumo e di domanda, al fine di raggiungere l’incremento del 60% al 2050 auspicato dalla FAO e soddisfare quindi le esigenze alimentari e agricole mondiali, fornendo le basi per la crescita economica e la riduzione della povertà. 
In questo scenario i cambiamenti climatici rendono ancora più difficoltoso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, impattando in maniera molto negativa sulla gestione agricola e sulla sicurezza alimentare, per l’aumento delle temperature, per l’alterazione nel ciclo delle precipitazioni e per la maggiore frequenza di eventi estremi come siccità ed inondazioni, soprattutto in regioni che sono già soggette a disastri naturali. D’altra parte l’agricoltura non è solo vittima del cambiamento climatico, ma ne è anche responsabile, contribuendo con il 14% del totale delle emissioni di gas serra.

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