Apro questo breve articolo con una premessa. Non sono un entomologo per cui quanto ho scritto conterrà sicuramente qualche imprecisione. Quello di cui mi interessa parlare, oltre che del danno diretto causato dal Minatore Smeraldino del frassino (Agrilus planipennis), è illustrare tutti i gli effetti che la morte dei milioni di frassini ha determinato in termini cambiamento del paesaggio urbano, di microclima, di aumento dei consumi energetici, di percezione delle piante in certe aree e, soprattutto, nell’incidenza di alcune patologie cardiovascolari e del tratto respiratorio.
Pur essendo il parassita al momento confinato negli Stati Uniti e in Canada, i suoi effetti non sono diversi da altre pandemie avvenute nel passato (si pensi al cancro del castagno, alla grafiosi dell’olmo, ecc.) e, purtroppo, non si può certo escludere che il suo sbarco in Europa sia scongiurato.
L’Agrilus planipennis è un insetto esotico, originario dell'Asia orientale e introdotto accidentalmente in America del Nord intorno al 1990, molto probabilmente in imballaggi di legno (pallet o casse). Dal punto di vista sistematico è un membro della famiglia dei coleotteri Buprestidi e ha provocato e sta provocando gravissimi danni ai frassini americani, ma anche i frassini europei risultano suscettibili (Fraxinus excelsior e F. angustifolia).
In Cina, attacca F. chinensis mentre F. mandshurica appare più resistente probabilmente grazie alla presenza nel floema di numerosi composti fenolici, fra cui le idrossicumarine e altri composti che potrebbero rappresentare dei meccanismi di resistenza al parassita e che, in una ricerca effettuata circa 10 anni fa, risultarono presenti solo nella specie mandshurica e non nelle altre testate e che risultano molto più suscettibili.
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