Notiziario










La falena dal “bel sedere che scorre sul dorato”

E’ questo il significato del binomio Euproctis chrysorrhoeaassegnato, da Linneo, a un pernicioso lepidottero defogliatore. Il binomio coglie due aspetti peculiari delle femmine, di colore bianco, con un’apertura alare di circa 4 cm che, nella parte terminale dell’addome, hanno un folto ciuffo di peli dorati con i quali ricoprono le uova che depongono

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Sale e salute a tavola

Fino dai tempi antichi il sale è un alimento indispensabile. La parola latina sal si correla a salus o salute e a salubritas o sanità, e salve è l’augurio per un'ottima giornata. Nella lingua greca antica la parola als usata per il sale indica anche il mare, da dove si estrae. Sull'utilizzo del sale abbiamo documentazioni già nelle prime civiltà dei Sumeri, Egizi, Cinesi (3000 a. C.), Ittiti ed Ebrei (2000 a. C.).  I Romani utilizzano il sale nelle offerte votive agli dei, lo assumono come farmaco e lo usano nella conservazione degli alimenti, come gli Egizi, Etruschi e altri popoli. La storia dei popoli mediterranei coincide con la storia del sale, più prezioso dell'oro.

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Un confuso declino della nostra olivicoltura

Da troppo tempo si parla di crisi della nostra eterogenea olivicoltura e si continua a indicare varie plausibili cause (cambiamenti climatici, attacchi parassitari, ecc.), ma si tace sulla crescente carenza di cure colturali adeguate. Stiamo così perdendo olivi produttivi, ornamentali e paesaggistici che siano. Il “Trattato di olivicoltura” di Alessandro Morettini (1950) illustrò le nuove conoscenze sulle peculiarità dell’olivo, definendolo come pianta particolarmente generosa, se ben trattata. Una “Breve storia dell’olivicoltura”, autorevolmente scritta e pubblicata dal prof. Angelo Godini (su “Oleofficina” del 13 giugno scorso), offre un quadro dell’attuale situazione nazionale, con una esplicita indicazione degli errori commessi anche da Bruxelles nell’erogare sussidi, mettendo sullo stesso piano tutti gli olivicoltori e applicando criteri di “disaccoppiamento” e di “condizionalità”, che avrebbero spinto il progressivo declino delle cure colturali, accompagnato da un coro di “chi me lo fa fare?”, soprattutto da parte di chi possiede un oliveto, anche se piccolo, ma che svolge altrove attività diverse, godendo di propri stipendi esterni (mantenendo il titolo di coltivatore), nonché di chi fa i conti e scopre che gli conviene ridurre al minimo le cure, accontentandosi poi di un prodotto modesto che, unito ai sussidi, possa coprirei i costi e fornire anche un pur modesto reddito. Richiamo l’attenzione, ad esempio, sulla tendenza che va diffondendosi, a potare “capitozzando” grosse branche con motoseghe e a distanza di alcuni anni. I costi si riducono, ma aumenta l’alternanza di produzione. I grossi tagli, inoltre, favoriscono l’insorgere della patologica marcescenza del legno. Sembra dimenticata l’operazione della “slupatura”, attuata da secoli. Bisogna ritornare a curare gli olivi razionalmente. Non essendo risultati utili i sussidi condizionanti e non eterni, bisognerà usare i fondi disponibili per offrire sostegni finanziari alle vere imprese agricole, razionali produttrici di olive, che conoscono il da farsi, forse meglio di gran parte dei funzionari dopo che sono stati improvvidamente sciolti gli efficienti ispettorati agrari. Sulla base di singoli progetti, le imprese (piccole o grandi che siano) potrebbero essere finanziate per applicare liberamente le loro idee e sperimentare soluzioni valide. I risultati delle multiple iniziative così realizzate farebbero da guida nel futuro, come è sempre avvenuto nella storia dell’agricoltura. Non si può comunque rimanere ulteriormente indifferenti ed inerti di fronte ad una statica realtà palesemente negativa.

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Protocollo di intesa tra Accademia dei Georgofili e Assofertilizzanti

È stato firmato l’11 luglio u.s. a Firenze il protocollo di intesa tra l’Accademia dei Georgofili e Assofertilizzanti-Federchimica, alla presenza dei due presidenti, Giampiero Maracchi e Francesco Caterini.

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Animali sentinelle dell’inquinamento ambientale

Quando Noè vuole accertarsi che dopo il diluvio la terra sia ritornata vivibile libera due uccelli, un corvo ed una colomba, traendone le relative conseguenze. Gli animali sono i primi esseri viventi che salgono su una mongolfiera e solo in seguito l’uomo si azzarda a volare. Sono la cagnetta Laika e alcune scimmie che precedono l’uomo nello spazio. Nel milleottcento i minatori saggiano la pericolosità dell’aria nelle miniere di carbone con canarini sensibili al gas tossico grisou. Recentemente i giapponesi usano i canarini per controllare le gallerie della metropolitana di Tokyo a seguito di un attentato con il gas nervino sarin. Gli animali sono utili anche se manca un rischio specifico, come avviene in un’epidemia di persone “letargiche” di un paese vicino a Lucca e quando, escludendo l’acqua e l’aria, importante è constatare che gli animali non presentano l’inquietante fenomeno, che è poi ricondotto ad una impropria somministrazione di farmaci.
Molti sono gli esempi di animali sentinella indicatori della vivibilità e qualità ambientale e del loro ruolo nel controllo dell’inquinamento ambientale, sfruttando due particolari aspetti. Da una parte la diversa sensibilità delle singole specie animali ai tossici e da un’altra parte la bioconcentrazione attraverso le catene alimentari degli elementi a rischio.

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Verso l’enologia 4.0: l’innovazione per il remuage

Il processo di produzione dello spumante secondo il metodo classico (champenois) prevede la fase di “remuage” dopo la fermentazione in bottiglie. L’obiettivo è quello di raccogliere i lieviti ormai esausti nella punta del collo della bottiglia chiusa, solitamente, con un tappo a corona. Così facendo sarà possibile effettuare la successiva fase di sboccatura grazie all’impiego di bagni, solitamente di acqua glicolata a bassa temperatura, che indurranno un veloce congelamento della parte di vino in cui si sono raccolti i lieviti e la sua successiva eliminazione.
Tradizionalmente il remuage viene effettuato sulle cosiddette “pupitre”, strutture di legno in cui le bottiglie sono collocate con una posizione inclinata al fine di favorire la sedimentazione dei lieviti nel collo tramite anche un movimento rotatorio effettuato giornalmente dai “remueurs” per un periodo di due settimane circa. Gli impianti più moderni utilizzano appositi telai azionati meccanicamente, nei quali le di bottiglie sono sottoposte automaticamente ad una rotazione e variazione di inclinazione affinché, per effetto della gravità, i lieviti vengano raccolti nel collo della bottiglia.
L’uso di queste macchine garantisce un abbattimento dei costi di manodopera e una riduzione dei tempi per il processo a circa la metà rispetto alla pratica manuale. Anche in questo modo, tuttavia, il tempo di attesa potrebbe non consentire a una cantina di soddisfare un improvviso aumento della domanda. Risulta, pertanto, di grande interesse l’introduzione di metodi innovativi in grado di ridurre ulteriormente la durata dell’operazione.

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Problemi con le formiche

La recente notizia di una paziente di Napoli su di un letto di ospedale pieno di formiche ha suscitato generale indignazione.  Dai numerosi commenti emerge però come i problemi provocati da insetti siano complessivamente poco conosciuti e generalmente sottovalutati.
Eppure le formiche sono insetti “famosi” e manifestano in modo accentuato certe caratteristiche. Un libro dedicato agli insetti, nel 1968, dall’autorevole entomologo di Bologna Guido Grandi, ha il significativo titolo “Gli insetti: un mondo occulto di dominatori”. A tal proposito si può citare anche una frase di Marcello Marchesi, “anche le formiche, nel loro piccolo, si incazzano” ripresa come titolo di una fortunata serie di libri di Gino & Michele.

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Innovazione, formazione, lavoro e qualità sono il futuro dell’agricoltura

Il 4 luglio scorso l’Accademia dei Georgofili ha promosso una giornata di studio sul tema “Impresa e lavoro nel settore agricolo, agroalimentare e forestale in Toscana: analisi e riflessioni per prospettive di studio e ricerca”.
L’iniziativa ha permesso di affrontare, con questo primo confronto tra gli operatori economici del mondo agricolo-forestale e agroalimentare, l’importante tema del lavoro sotto i vari aspetti occupazionali. 
E’ emerso che oltre la metà degli agricoltori toscani ha più di 60 anni, mentre i giovani sotto ai 40 anni ammontano a meno del 10% del totale. Tuttavia, si stima che le aziende condotte dai giovani abbiano una produttività maggiore rispetto alle altre di circa il 7%.
Altro dato interessate è che, a differenza del resto dell’economia in costante flessione, la produzione toscana a prezzi correnti e con anno di riferimento 2010 è cresciuta del 16% e il valore aggiunto a prezzi correnti del 13%. 
La Toscana si dimostra una regione molto dinamica, vocata alla produzione agricola, con export in aumento, con tassi di lavoro irregolare inferiore rispetto alla media nazionale e con la massima presenza di agriturismi e attività di ricezione agricola (con oltre 3,5 milioni di presenze all’anno).
Tutti questi dati, queste informazioni e questi spunti sono stati alla base della tavola rotonda. 
Un confronto e una condivisione “a tutto tondo” che ha evidenziato una coesione tra i vari attori della filiera e una crescente consapevolezza che, lavorando con visioni comuni, si possono ottenere risultati di tutto rispetto.
In particolare dal dibattito sono emersi contributi che hanno permesso alle varie categorie economiche e alle istituzioni presenti una serie di spunti di riflessione utili per meglio definire le future politiche del lavoro anche utilizzando le opportunità che i programmi regionali, nazionali ed europei offrono agli operatori (come i finanziamenti alla ricerca scientifica). 

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Vegetariani e vegani con voglia di latte e carne

Sulle ingannevoli denominazioni riguardanti il latte (ad esempio latte di soia) e derivati (burro di arachidi, formaggio di tofu) si è recentemente espressa la Corte di Giustizia della Unione Europea con una sentenza nella quale si afferma che i prodotti puramente vegetali non possono, in linea di principio, essere commercializzati con denominazioni come latte, crema di latte o panna, burro, formaggio e yogurt, che il diritto dell’Unione riserva ai prodotti di origine animale.

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Cambiamenti climatici e caldo: impatto sulla salute e produttività dei lavoratori

Giovedì 13 luglio all’Accademia dei Georgofili, dalle ore 9.30 si svolgerà un seminario su “Cambiamenti climatici e caldo: impatti sulla salute e produttività dei lavoratori impegnati in ambiti agricoli”.
L’iniziativa si propone di affrontare una tematica di crescente interesse e che riguarda l’impatto dei cambiamenti climatici, ed in particolare del caldo, sulla salute e sulla produttività dei lavoratori. Questo argomento è trattato con grande dettaglio nell’ambito del Progetto Europeo (Horizon 2020) “Integrated inter-sector framework to increase the thermal resilience of European workers in the context of global warming (HEAT-SHIELD)” il cui obiettivo è quello di individuare soluzioni tecnologiche innovative, misure preventive e linee guida comportamentali specifiche per i lavoratori. 
Il comparto agricolo appare sicuramente come uno dei settori maggiormente influenzati dalle mutate condizioni climatiche che stanno manifestando gli effetti maggiori proprio durante la stagione estiva, sia in termini di calo delle produzioni agricole, sia in termini di effetti sul personale impegnato direttamente nelle operazioni di campo. Questo, sempre più spesso, si trova ad operare in condizioni climatiche potenzialmente rischiose per la propria salute, caratterizzate da esposizione diretta alla radiazione solare, temperature particolarmente elevate e spesso associate ad elevati tassi di umidità dell’aria. Tali condizioni, soprattutto se persistenti e associate a intense attività fisiche, spesso effettuate con indumenti poco traspiranti, possono determinare varie complicanze per la salute dei lavoratori. Ad esempio: il disagio da caldo che nei casi più estremi può determinare un colpo di calore, un incremento significativo del rischio di infortuni, una maggiore esposizione a infezioni trasmesse da vettori, con conseguente calo della produttività. 
Lo scopo del seminario è quindi quello di discutere dell’argomento “cambiamenti climatici, caldo e lavoratori” portando a conoscenza varie esperienze progettuali europee che stanno affrontando questa tematica da punti di vista differenti e che, con il loro contributo, possono trovare sinergie utili a migliorare le conoscenze in questo ambito stabilendo strategie di intervento mirate alla tutela della salute dei lavoratori e della loro produttività in ambito agricolo. 


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Pane e Diabete: un possibile semaforo verde

Il pane costituisce una fonte importante di carboidrati nella dieta di tutti i giorni, e nonostante la percezione comune, anche nei soggetti con diabete di tipo 2 (quello “dell’adulto”), che in genere non viene trattato con insulina, ma con una dieta adeguata e farmaci orali.

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L’agricoltura associata può essere più competitiva?

Il titolo di questo testo è chiuso da un punto interrogativo, non per dubbio sulla fattibilità di nuove gestioni agrarie associate, ma per i tanti ostacoli, di ogni genere, spesso creati dalla pesante e lenta burocrazia, con l’aggiunta della torbida palude nella quale sembra caduta la nostra politica e in cui è diffusa la corruzione, ogni forma di criminalità, gli interessi dei “forti poteri marci”, ecc. Lo Stato deve quindi essere più autorevole e pronto a recepire, valutare e avvallare nuovi percorsi che gli imprenditori possano liberamente scegliere. 

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All’Accademia dei Georgofili presentazione del progetto nazionale MiSoTaKy - Miglioramento e Sostenibilità del Tabacco Kentucky

E’ stato presentato ieri nella sede dell’Accademia dei Georgofili il progetto nazionale triennale MiSoTaKy (Miglioramento e Sostenibilità del Tabacco Kentucky), nato dalla collaborazione tra i Georgofili, il CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria), Manifatture Sigaro Toscano S.p.A. e l’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Obiettivi generali del progetto sono la razionalizzazione della coltura, la riduzione dell’impatto ambientale e degli input chimici di sintesi.
Alla fine dei tre anni, l’insieme delle conoscenze - acquisite con la ricerca o già stratificate nella filiera - sarà reso disponibile per l’imprenditoria tabacchicola nella forma di un disciplinare che fornisca informazioni utili per la produzione di “tabacco Kentucky di qualità sostenibile sul piano economico e ambientale”.
Il Presidente dell’Accademia dei Georgofili Giampiero Maracchi: “Oggi è stato presentato l’inizio di un percorso molto importante e concreto, che prevede di esaminare subito dati e proporre soluzioni concrete, all’interno di un percorso di ricerca e innovazione che i Georgofili seguiranno attentamente e del quale attendono con soddisfazione le prossime tappe”.

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Impresa e lavoro agricolo, agroalimentare e forestale in Toscana: analisi e riflessioni per prospettive di studio e ricerca all’Accademia dei Georgofili

Martedì 4 luglio, dalle ore 9.30 si svolgerà nella sede dell’Accademia dei Georgofili una giornata di studio su Impresa e lavoro agricolo, agroalimentare e forestale in Toscana: analisi e riflessioni per prospettive di studio e ricerca che intende affrontare, con il confronto tra gli operatori economici del mondo agricolo-forestale e agroalimentare, l’importante tema del lavoro sotto i vari aspetti occupazionali. 
Qualità del lavoro, fabbisogni formativi, nuove figure professionali, innovazione tecnica e organizzativa, imprenditorialità, rappresentano tematiche di rilievo in un momento in cui al settore agricolo e agroindustriale sono rivolte le attenzioni anche da parte di giovani in cerca di prima occupazione. Da tale confronto, si auspica possano emergere contributi e idee capaci di fornire alle categorie economiche e alle istituzioni spunti di riflessione utili per meglio definire le future politiche del lavoro anche utilizzando le opportunità che i programmi regionali, nazionali ed europei offrono agli operatori (finanziamenti alla ricerca scientifica). 
La Giornata è mirata ad individuare l’interesse degli operatori economici e dei sindacati allo svolgimento di analisi socio-economiche volte ad esplorare il mondo produttivo agroalimentare toscano sul piano della qualità dell’impresa, del lavoro e della istruzione e formazione e della qualità delle relazioni di filiera, al fine di fornire strumenti conoscitivi atti a favorire la creazione di un compiuto e coerente sistema integrato agroalimentare. 
Nel corso della Giornata sarà inoltre presentato AgroInnovation Award, il premio per tesi di laurea istituito da Image Line in collaborazione con l’Accademia dei Georgofili. Il premio, al quale potranno candidarsi gli studenti laureati con tesi in discipline tecnico-agrarie, è inserito all’interno di AgroInnovation EDU, il progetto di digitalizzazione delle scuole e facoltà di agraria pensato da Image Line.




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Protocollo di intesa tra Accademia dei Georgofili e Consorzio Grana Padano

Il Consorzio per la Tutela del Formaggio Grana Padano, rappresentato dal Presidente Dott. Nicola Cesare Baldrighi, e l’Accademia dei Georgofili, rappresentata dal Presidente Prof. Giampiero Maracchi,  hanno firmato un protocollo di intesa.

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Ai Georgofili primo partecipato incontro sulle eccellenze toscane: ripartire dai prodotti dei territori per far crescere l'economia locale

Grande partecipazione e grande apprezzamento per il primo incontro dell’iniziativa “I territori della Toscana e i loro Prodotti”, dedicato alla Lunigiana, organizzato da Accademia dei Georgofili e ANCI Toscana, con il patrocinio di Unicoop Firenze. Ai Georgofili, lo scorso 14 giugno, si sono ritrovati amministratori, aziende, tecnici del settore per confrontarsi e discutere come valorizzare le aziende e i produttori locali, creando anche un nuovo rapporto con la grande distribuzione.

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Incontro ai Georgofili sulla Cooperazione Italia-Senegal nel settore agricolo

Lunedì 26 giugno alle ore 10, nella sede dell'Accademia dei Georgofili, si svolgerà un incontro – seminario dedicato alla cooperazione tra Italia e Senegal nel settore agricolo.

L’agricoltura in Senegal è al contempo la fonte di reddito, d’occupazione e di alimentazione per più del 65% della popolazione, rappresentando circa 8 % del Prodotto Interno Lordo del paese. La nuova politica agricola del Governo del Senegal ha per obiettivo prioritario di sviluppare da un lato la risicoltura per raggiungere la copertura della domanda nazionale in riso, pur partendo da un deficit nel 2010 di circa 800.000 tonnellate, e dall’altro la produzione ortofrutticola migliorandone la qualità e l’organizzazione della filiera in funzione di una maggiore competitività sui mercati internazionali.
PAPSEN, con un investimento di circa 35 milioni di Euro, è attualmente il più importante risultato della collaborazione tra il Ministero dell’Agricoltura e dell’Infrastrutturazione Rurale del Senegal e la Cooperazione Italiana. PAPSEN contribuisce allo sviluppo della filiera orticola nelle Regioni di Thiès, Diourbel et Fatick ed allo sviluppo rurale centrandolo sulla risicoltura di valle nella Regione di Sédhiou . L’obiettivo è di rinforzare la sicurezza alimentare e la promozione dello sviluppo locale grazie a sistemi agricoli innovativi e sostenibili per raggiungere il primo obiettivo del Millennio per lo Sviluppo: ridurre l’estrema povertà e la fame.
Nel 2016 la Cooperazione Italiana ha finanziato inoltre il Programma Agricolo Italia Senegal (PAIS) con un investimento di ulteriori 16 milioni di Euro per estendere le attività di PAPSEN in particolare nella Regione di Kolda oltre che altre attività in altre regioni.
Da oltre 30 anni l’Istituto di Biometeorologia del CNR interviene in Africa Occidentale ed in tale contesto si colloca la partecipazione del CNR, insieme ad Istituto Senegalese di Ricerca Agricola, ai programmi PAPSEN e PAIS, per trasferire innovazioni nei sistemi di produzione ed assicurare l’assistenza tecnica ai produttori agricoli nell’introduzione di nuove tecniche modelli produttivi nell’orticoltura nelle regioni centrali e nella risicoltura in Casamance.
La visita di una delegazione senegalese, nel quadro dei citati programmi dal 25 giugno al 4 luglio per visitare Istituzioni pubbliche e di ricerca ed operatori italiani in campo orticolo e risicolo ha permesso di promuovere insieme all’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e all’Accademia dei Georgofili il seminario “La Cooperazione Italia-Senegal nel settore agricolo” al fine di favorire un primo incontro tra la delegazione e la realtà toscana formata da istituzioni scientifiche, ONG, imprenditoria e la comunità senegalese, con lo scopo di incoraggiare possibili collaborazioni, accrescere le conoscenze e valorizzare quanto la Cooperazione italiana attraverso l’Agenzia Italiana per lo Sviluppo, la Cooperazione decentrata Toscana e gli altri attori della Società Civile stanno contribuendo a realizzare in Senegal.


PROGRAMMA IN ITALIANO

PROGRAMMA IN FRANCESE


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Miglioramento della sostenibilità e della qualità del tabacco Kentucky per la produzione dei sigari

Martedì 27 giugno alle ore 10, nella sede dell’Accademia dei Georgofili, si svolgerà l’incontro per la presentazione nazionale del Progetto MiSoTaKy - Miglioramento della sostenibilità e della qualità del tabacco Kentucky per la produzione dei sigari, organizzato dai Georgofili in collaborazione con CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), Manifatture Sigaro Toscano S.p.A. e Università Federico II di Napoli.
La fine del regime di sostegno alle coltivazioni tabacchicole non ha intaccato l’interesse per il tabacco Kentucky. Questo grazie alle aziende agricole che hanno assicurato una produzione che risponde alle esigenze manifatturiere. L’evoluzione della domanda, conseguente ai mutamenti di gusto dei consumatori, modifica gradualmente le esigenze della manifattura che grazie alla filiera corta trasmette le necessarie indicazioni alla produzione agricola. Un ruolo non secondario nel mutamento della domanda è giocato infine dalla normativa sui prodotti da fumo sia nazionale che comunitaria.
Obiettivi generali del progetto sono la razionalizzazione della coltura, la riduzione dell’impatto ambientale e degli input chimici di sintesi.
La ricerca in campo tabacchicolo deve puntare a far sì che la qualità del prodotto sia conforme agli standard merceologici richiesti, tenendo parimenti in considerazione il contesto ambientale e sociale sul quale ricade l’attività produttiva.
Il progetto “MiSoTaKy” vuole rispondere alle mutate esigenze della parte agricola della filiera del tabacco, attraverso un piano triennale di ricerca e sperimentazione che preveda lo svolgimento di attività con risultati cadenzati annualmente.

PROGRAMMA (PDF)

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