Notiziario












La politica agricola comune: sfide e indirizzi futuri

Intervista a Vittoria Alliata di Villafranca, direttore presso la Direzione Generale della politica regionale e urbana della Commissione europea. 

The Common Agricultural Policy: challenges and future directions
Interview with Vittoria Alliata di Villafranca, director at the European Commission’s Directorate General for Regional and Urban Policy. 

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Quando le olive sono sulla pianta il problema è trovare chi le raccoglie

La annata del 2014 catastrofica per l’olivicoltura italiana ha segnato la fine anche dell’’ultimo dei quattro eventi annuali, la raccolta delle olive, che insieme alla fienagione, alla battitura ed alla vendemmia, caratterizzavano la società agraria.

When olives are on the tree, the problem is who is going to pick them?

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Maometto, il cibo e la montagna

L’emigrazione di massa riguarda oggi tutta la terra perché anche fuori Europa esistono esodi analoghi, come dal Messico negli USA, in Sudafrica dai paesi confinanti e dalla Nigeria, dalla Cina in Russia con il traghettamento dell’Ussuri; inoltre, ancora dalla Cina, in direzione di ogni continente.
Il pianeta è caratterizzato, oggi più che mai, da squilibri economici e da enormi differenze nel tenore di vita mentre le notizie, che un tempo circolavano in ambienti ristretti, ora sono “mondializzate” grazie a un’elettronica che sta facendo conoscere a tutti com’è fatta la quinta strada a New York, quanto sono invitanti le vetrine di via Condotti o di via Monte Napoleone in Italia,  quali autovetture si usano e quali cibi si mangiano in Europa e negli USA,  ecc.
Orbene, applicando un detto mussulmano, “se la montagna non va a Maometto, Maometto va alla montagna”, gli odierni profughi per fame (diverso discorso andrebbe fatto per chi fugge dallo sterminio e dalla guerra), non ricevendo più gli aiuti euroamericani che arrivavano fino a qualche anno addietro, lasciano la terra natia per venire nei paesi ricchi, rischiando anche traversate marine pericolosissime. Occorre che i governanti dei paesi sviluppati manifestino più saggezza e considerino scopo primario della loro attività quella di ridurre le differenze di reddito fra i loro stessi cittadini e, naturalmente, fra i loro compatrioti e i popoli dei paesi più poveri. 
Il primo argomento meriterebbe un vero trattato sul significato della concorrenza e sullo strapotere di colossi economico – finanziari che possono, con la loro forza reale, influire in modo addirittura impressionante sulle decisioni dei governi nazionali. Ma non è questa la sede adatta.

The mountain, food and Mohammed
Mass emigration today concerns the whole planet as even outside Europe there are similar exoduses such as those to the United States from Mexico, to South Africa from neighboring countries and Nigeria, and from China to Russia across the Ussuri River as well as towards each continent.
Today more than ever, the planet is characterized by economic imbalances and huge differences in living standards while news that once circulated only in restricted circles has now been globalized thanks to electronics that is making everyone acquainted with what Fifth Avenue in New York is like, how appealing the Via Condotti or Via Monte Napoleone window displays in Italy are, which cars are used and what food is eaten in Europe and the United States, etc.  
However, by applying a Muslim saying “if the mountain won’t come to Mohammed, Mohammed must go to the mountain”, today’s refugees from famine (different from those fleeing war and slaughter), that no longer receive the Euro-American aid that they got until a few years ago, are leaving their native lands to come to wealthy countries, even risking very dangerous sea crossings. The leaders in developed countries should show more wisdom and consider their primary purpose to be reducing income differences between their own citizens and, naturally, between their fellow countrymen and people from poorer countries.

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Accordo tra Agrinsieme e Accademia dei Georgofili per il progresso dell'agricoltura italiana

E’ stato firmato ieri, martedì 24 novembre 2015, presso la sede nazionale della Cia-Agricoltori Italiani, dal coordinatore Nazionale di Agrinsieme, Dino Scanavino, il Presidente di Confagricoltura Mario Guidi, il Presidente di Copagri Franco Verrascina e il presidente dell'Accademia dei Georgofili, Professor Giampiero Maracchi, un protocollo d'intesa che impegnerà i firmatari a compiere azioni comuni nel campo dello sviluppo, ricerca e formazione nel settore ambientale, agricolo e alimentare italiano. Il protocollo d'intesa, che legherà per almeno un triennio Agrinsieme – coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative italiane del settore Agroalimentare - con l'Accademia dei Georgofili, verte su azioni comuni per la tutela ambientale, per la sicurezza e qualità alimentare, lo sviluppo del mondo rurale, le competenze tecnico-scientifiche degli operatori, anche attraverso i riferimenti alle tradizioni dei diversi territori nazionali.   “La firma di questo accordo è la naturale conclusione di un percorso comune: con l’Accademia dei Georgofili condividiamo l’obiettivo fondante di promuovere l’agricoltura come volano di crescita del Paese, dal punto di vista economico ma anche ambientale, sociale e culturale - ha spiegato Scanavino - tramite politiche che garantiscano e accrescano allo stesso tempo la redditività alle aziende agricole”.  Sulla stessa linea il presidente della storica istituzione di Firenze: “E’ dal 1753 che l’Accademia dei Georgofili è impegnata a sviluppare e promuovere gli aspetti sempre nuovi del settore", ha detto Maracchi.

Agreement between Agrinsieme and the Georgofili Academy for the Advancement of Italian agriculture
A memorandum of understanding was signed yesterday, Tuesday 24 November 2015, at the national headquarters of CIA-Agricoltori Italiani by Dino Scanavino, Agrinsieme’s national coordinator; Mario Guidi, president of Confagricoltura; Franco Verrascina, Copagri president; and Professor Giampiero Maracchi, president of the Georgofili Academy, which commits the signatories to carry out common actions in the field of research, development and education in Italian environmental, agricultural and food sectors. Agrinsieme (CIA, Confagricoltura, Copagri and the food sector’s Alleanza delle Cooperative italiane) will be bound to the Georgofili Academy by this memorandum of understanding for at least three years, coordinating common actions to safeguard the environment, food safety and quality, rural area development, technical-scientific skills, including references to the traditions of the various domestic areas. 

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Evoluzione delle macchine per la protezione delle colture

Le recenti evoluzioni del quadro normativo in materia di uso delle irroratrici, nate dall’applicazione della Direttiva 2009/128/CE sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, prendono le mosse dall’aumento dell’interesse dell’opinione pubblica nei confronti delle problematiche di natura ambientale connesse all’impiego dei prodotti fitosanitari verificatosi negli ultimi anni. 

Evolution of crop protection machinery

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L’origine della razza ovina Gentile

Benché si sia sostenuta per secoli l’origine tutta spagnola della razza ovina Gentile, molti sono gli elementi incontrati nella nostra lunga ricerca che ci hanno convinto dell’esistenza concreta di un’altra possibilità, e cioè che l’ovino gentile sia esistito, proprio in Puglia, molto prima dell’occupazione del Regno di Napoli da parte degli Aragonesi, e quindi prima della presunta introduzione di quella razza nelle terre della Dogana delle Pecore, magistratura di creazione  aragonese che regolò la transumanza organizzata tra Abruzzo e Puglia da metà ‘400 a tutto il ‘700.

The origin of the Gentile sheep breed

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La cultura alimentare odierna: alla ricerca di nuove regole

Ogni tempo adotta pratiche alimentari che interpretano un gusto ed esprimono un’idea di cosa sia una buona alimentazione. E oggi, quale tendenza orienta il nostro rapporto con il cibo?
Alla fine degli anni Settanta di fronte all’esplosione dell’urbanizzazione, al predominio della grande industria alimentare e della distribuzione di massa, gli studiosi esprimevano preoccupazioni per un allontanamento del rapporto tra atto alimentare e natura. Il cibo sembrava diventare “opaco”, in un certo senso non riconoscibile e con ciò fonte di ansia per coloro che lo consumavano. L’assenza di regole sembrava contrassegnare l’alimentazione dell’uomo moderno. 

Food culture today: looking for new rules
Every era adopts eating habits that translate a taste and express an idea of what makes up a good diet.  And today, what is the tendency that guides our relationship with food?
At the end of the 1970s, in the face of the urbanization explosion, with the dominance of large-scale food production and distribution, scholars were worried about a split of the food-nature relationship. Food seemed “dull”, in a certain sense unrecognizable,  and therefore a cause of anxiety for those who ate it. The absence of rules seemed to mark the modern human diet.
Today this behavioral direction seems to be radically reversed. We continue to live in a time focused on haste and inconstancy. To a large extent we eat food outside our homes, dedicating little time to cooking (at least in our daily lives).
However, two things have changed. The first is that we consider food essential to our health and health one of our primary responsibilities. The second is that digital technologies allow everyone to access information and exchange opinions and experiences. These two conditions contribute to our food choices being both more knowledgeable and open-minded.

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Addio contadini, ora c’è il manager. Il futuro della terra è nell’e-commerce.

“La campagna del futuro? Avrà un ruolo centrale, da protagonista. Ci sarà più attenzione alla vita rurale e agli spazi rurali, anche l’Europa passa dal sostegno alla produzione all’attenzione al territorio. Ci saranno più giovani, in un’ottica multifunzionale che vedrà crescere le fattorie didattiche e l’agriturismo come vero turismo di qualità. Si produrrà cibo, ma non solo, e si venderà grazie all’e-commerce. Segnali di una nuova civiltà.” Parola di Giampiero Maracchi, Presidente dell’Accademia dei Georgofili, la massima e più antica autorità in campo agricolo: è il quadro disegnato all’Università di Pisa, al convegno su: “L’agricoltura nel 2050: vecchi e nuovi paradigmi di fronte alla sfida ecologica. Dai precetti agro ecologici di Pietro Cuppari all’agricoltura del futuro”.

Chi sarà per lei, Professore, il “contadino 2.0”?
“Io preferisco parlare di agricoltore, coltivatore, un po’ il farmer inglese. Senza quell’alone di vecchio che evocano certe parole. Il coltivatore del futuro è un imprenditore, vive più felice di chi sta in città e migliora l’ambiente”.

Sbagliato dunque chiamare “Scuola per contadini” quella rilanciata dai comuni del Chianti con la Regione?
“Togliamo quella parola che in italiano suona dispregiativa. I giovani non hanno più nel DNA l’idea che solo l’industria possa produrre felicità e sollevare dalla miseria, e tornano volentieri nei campi”.
Un ritorno che sa di moda?
No, tutto sta alla sensibilità dei giovani rispetto a un mondo alle prese con tante crisi: il clima, il sistema produttivo, l’economia, l’ambiente, le megalopoli. L’agricoltura può dare risposte non solo nel food ma per le fibre tessili, l’energia, i cosmetici”.

Ma non è tutto rose e fiori …
“Anzi: è difficile, malgrado i progetti come quello della Regione Toscana. I finanziamenti sono pochi, la terra costa ancora cara. Ma ci sono attività che possono dare un buon reddito subito, come l’apicoltura. O come le cooperative di raccoglitori di olive, utili per tanti che hanno oliveti di 1-3 ettari”.

Fantasia, insomma. Ma basta?
Eh no. Ci volgiono le competenze. In Italia in questi 50 anni si è più distrutto che creato. C’erano gli Ispettorati agrari, ora non ci sono più. Manca una voce tecnica, salvo pochi servizi regionali. Come Accademia stiamo pensando a un portale tecnico serio. In rete c’è tanto che però non dà nulla, spesso esperienze personali declinate in blog campati per aria. Non cose serie per informarsi su terreni, fertilizzanti, piante come invece sono gli extension services in USA, servizi pubblici che collaborano con l’Università”.



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Dopo EXPO. Ottimismo, pessimismo e realtà

L'Esposizione Universale è una manifestazione internazionale di alto livello culturale che si ripete periodicamente  alternandosi in vari paesi fin dal 1861.  Fino ad ora sono stati sottolineati aspetti  di progresso industriale mentre l'edizione italiana testè terminata è stata indirizzata sull'agricoltura. Che  non tutti siano d'accordo è più che logico, ma non vorremmo che le critiche siano state  indirizzate da una generale superficialità  nel considerare  l'argomento trattato. Valgono a questo proposito anche aneddoti e casi ricorrenti.   Nella ricerca dell'equilibrio conforta la  messa a punto offerta da Giulia Bartalozzi & Matteo Bernardelli nel libro   "A..... COME AGRICOLTURA: DAL NEOLITICO ALL'EXPO 2015" di 200 pagine, pubblicato dall'Editoriale Sometti di Mantova (Telefono 0376.322430). Prezzo 15 euro. Ci si rivolge ai ragazzi, ma anche un adulto o addirittura uno del mestiere può trovare un utile pro-memoria per le tante forme  che hanno l'agricoltura e dei suoi prodotti. 

After EXPO. Optimism, pessimism and reality
A world’s fair is a high-level international cultural event that has occurred periodically in various countries since 1861. Up to now, aspects of industrial progress have been highlighted while the recently concluded Italian Expo was directed at agriculture. The fact that not everybody was in agreement can be understood, but we hope the criticism was not directed by a general superficiality regarding the topic. Periodical cases and anecdotes also apply in this regard.  

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Percezioni sensoriali e profumi dell’olio extravergine d’oliva toscano

L’importanza economica dell’olio extra vergine d’oliva toscano è rappresentata dai 15 milioni di piante che occupano 97 mila ettari, dalle 50 mila aziende olivicole, 400 frantoi, 70 varietà locali d’olivo, 180 mila quintali di olio prodotto ogni anno e da consorzi che ne garantiscono l’autenticità e ne tutelano le origini rendendo possibile a chiunque, via web inserendo il codice d’imbottigliamento, di conoscere chi e dove sono state coltivate le olive, chi le ha frante e chi ha imbottigliato l’olio. 

Sensory perceptions and scents of Tuscan extra virgin olive oil
The economic importance of Tuscan extra virgin olive oil is represented by the 15 million plants that occupy 97 thousand hectares; by the 50 thousand olive growers, 400 oil mills, 70 local varieties of olive trees, 180 thousand quintals of oil produced every year; and by the consortiums that guarantee the genuineness and safeguard the origins, making it possible for anyone, by entering the bottling code on a website, to know where and who picked and pressed the olives and who bottled the oil. Moreover the typical morphology of Tuscan olive trees has a scenic importance in that, since the 7th century B.C., it has represented a world rich in history and tradition.

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Cambiamenti climatici e ruolo del settore agricolo e forestale

Giovedì 19 novembre alle ore 11, si svolgerà nella Sede dell’Accademia dei Georgofili una giornata di studio su: "Cambiamenti climatici e ruolo del settore agricolo e forestale (stato e prospettive  della ricerca in Italia”.
Nell’ambito delle tematiche affrontate da EXPO 2105, la possibilità di gestire il territorio agroforestale in modo sostenibile non può prescindere da considerare il ruolo che i cambiamenti climatici, in atto e previsti per i prossimi decenni, potranno avere. 
In questo contesto si inseriscono due progetti PRIN finanziati nel 2011 (CARBOTREES e IC-FAR) che hanno come obiettivo quello di esaminare, per i settori della produzione di materie prime per l’alimentazione e della gestione del sistema forestale, il ruolo che i cambiamenti climatici avranno in termini di impatti e le strategie di adattamento e mitigazione che potranno essere messe in campo. Con la conclusione del progetto ‘Agro-Scenari’ finanziato dal MiPAAF, questi due progetti sono i soli che al momento affrontano queste tematiche a livello nazionale. 
La Giornata, promossa e organizzata in collaborazione con il Tuscan Food Quality Center, ha l’obiettivo di presentare i principali risultati ottenuti da questi progetti, esaminando in particolare le capacita di mitigazione che i sistemi arborei e forestali hanno ai fini della definizione delle strategie nazionali da adottare e le incertezze che si hanno nella previsione di impatto dei cambiamenti climatici sui sistemi colturali erbacei. Inoltre, verranno presentate le iniziative progettuali nazionali e internazionali e quelle previste per i prossimi anni. 

PROGRAMMA 

Ore 11.00 – Apertura dei lavori 
Giampiero Maracchi, Presidente Accademia dei Georgofili 

Prima sessione. Presiede: Paolo Nannipieri 

Il Progetto CARBOTREES (Strategie nazionali per la mitigazione dei Cambiamenti Climatici in sistemi arborei agrari e forestali) - Simona Castaldi 
Il ruolo dei sistemi arborei nelle capacità mitigative nazionali: i casi studio di vite e olivo - Marco Bindi 
Analisi di impatti e vulnerabilità ai cambiamenti climatici dei sistemi forestali. Scenari di simulazione sugli stocks, la produttività forestale e il rischio di incendi - Marco Marchetti 
Il potenziale di mitigazione dei suoli dei sistemi agroforestali italiani - Simona Castaldi 

Seconda sessione. Presiede: Concetta Vazzana 

Il Progetto IC-FAR (Sperimentazioni agronomiche di lunga durata e modelli matematici a supporto di strategie di adattamento) - Paolo Roggero 
Esperimenti agronomici di lungo termine: un imperativo per la ricerca sugli agroecosistemi - Antonio Berti 
Risposta delle colture erbacee alla variabilità meteo-climatica: analisi statistiche e modellistiche basate su dataset di lunga durata- Anna Dalla Marta 
Interoperabilità dei dataset agronomici di lunga durata e modellistica colturale - Francesco Danuso 

Terza sessione. Presiede Marco Bindi 

Resoconto altri progetti a livello Nazionale e Europeo - Interventi programmati 
Prospettive future di progetti a livello nazionale su agricoltura e foreste e cambiamenti climatici - Franco Miglietta 

Ore 16.00 – Conclusione dei Lavori


Climate change and the role of the agricultural and forest sector
The Georgofili Academy will host a study day on “Climate change and the role of the agricultural and forest sector (the status of and outlook for research in Italy)” at their headquarters on Thursday, 19 November, at 11 a.m.
In the context of the issues addressed by EXPO 2105, the possibility of the sustainable management of agriforest lands cannot ignore the role, both  ongoing and  foreseen over the coming decades , that climate change will have.
Funded in 2011, the two PRIN projects (CARBOTREES and IC-FAR) have been placed in this context, with the objective of examining the future effects of climate change on the food raw material and forest management sectors, and the adaptation and mitigation strategies available. With the conclusion of the Agro-Scenari project funded by MiPAAF, these two projects are the only ones that are currently tackling these topics at a national level.
Promoted and organized in collaboration with the Tuscan Food Quality Center, the objective of this study day is to present the main findings from these projects, examining specifically the mitigation abilities of arboreal and forest systems in defining which national strategies to adopt as well as the uncertainties in predicting the impact of climate change on herbaceous crop systems. In addition, national and international project initiatives as well as those planned for the next few years will be presented.

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Agricoltura, ambiente, qualità e sicurezza alimentare: Georgofili e Forestale firmano protocollo in Regione.

"La firma di questo protocollo di intesa tra il Corpo Forestale dello Stato e l'Accademia Italiana dei Georgofili rappresenta un impegno istituzionale volto a promuovere il valore strategico delle politiche agricole e agroalimentari. Il progresso dell'agricoltura, la tutela ambientale, la sicurezza e qualità alimentare nonché lo sviluppo del mondo rurale rappresentano obiettivi focali della politica regionale in quanto l'agricoltura e la forestazione sono attività primarie della Regione Toscana da un punto di vista sia economico sia sociale e occupazionale."
Questo il commento dell'assessore all'agricoltura e foreste della Regione, Marco Remaschi, alla firma avvenuta oggi (lo scorso 5 novembre, n.d.r.) in palazzo Strozzi Sacrati a Firenze del protocollo d'intesa che sancisce la collaborazione fra Accademia dei Georgofili e Corpo Forestale dello Stato.

Agriculture, environment, quality and food security: Georgofili members and Forestry Corps sign a regional-level memorandum 
“The signing of this memorandum of understanding between the Forestry Corps and the Italian Georgofili Academy represents an institutional commitment to promote the strategic value of agricultural and food policies. The progress of agriculture, the safeguarding of the environment, food security and quality as well as the development of the rural world are central objectives of the regional policy as agriculture and forestation are primary activities for the Regione Toscana from an economic as well as a social and employment point of view”.
This was the comment of Marco Remaschi, district councilor for agriculture and forests, at the signing of the memorandum of understanding  that took place today (5 November, editor’s note) at Strozzi Sacrati Palace in Florence, ratifying the partnership between the Georgofili Academy and the State Forestry Corps. “The Regione Toscana,” Remaschi recalled, “also signed a memorandum of understanding with the Georgofili Academy in 2015 whose priority objectives include the development of initiatives that contribute to creating and strengthening synergies in the research, promotion and popularization of food culture and the sustainable environmental, economic and social development of the food chain starting from production up to consumption, without leaving out best practices as well as popularization and promotion initiatives”.

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Il DNA antico

Nel DNA sono registrati i caratteri biologici di organismi che si sono adattati all’ambiente in cui sono vissuti. Oggi il DNA può essere estratto anche da antichi organismi e analizzarne la sua struttura può dare la possibilità, una volta confrontato con DNA contemporanei, di apprezzarne la distanza evolutiva. Nonostante ciò vi sono difficoltà in quanto a tutt’oggi il DNA antico quasi sempre risulta degradato e in alcuni casi ridotto in frammenti un po’ come un’enciclopedia di migliaia di pagine giunta sino a noi con gran parte dei caratteri cancellati o sbiaditi.

Ancient DNA
DNA records the biological characteristics of organisms that have adapted to the environment in which they live. Today DNA can also be extracted from ancient organisms, with analyses of its structure offering the possibility to evaluate the evolution distance once compared with contemporary DNA. Despite all this, there are difficulties because so far the ancient DNA is almost always degraded and, in some cases, in a fragmentary state.

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Sulla necessità e le possibilità di ridurre i consumi idrici in agricoltura

L’agricoltura è l’attività economica a più alto consumo idrico. A livello mondiale utilizza circa il 70% delle risorse disponibili, percentuale largamente superate nei Paesi in via di sviluppo, con efficienza d’uso spesso inferiore al 50%. Questa quantità di acqua, già insufficiente a soddisfare a pieno i fabbisogni delle colture, tenderà sempre più a contrarsi nel tempo a causa della crescente competizione con gli usi civili ed industriali e dei cambiamenti climatici in atto. 

The need and the possibilities for reducing water consumption in agriculture
Agriculture is the economic activity with the highest water consumption. Worldwide, it uses about 70% of the available resources, a percentage that increases greatly in developing countries where efficiency of use is often below 50%. This amount of water, already insufficient to fully meet the needs of crops, will increasingly shrink over time due to the growing competition with domestic and industrial uses and the on-going climate change.

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Considerazioni sulla cancerogenicità della carne rossa e della carne trasformata

L’Associazione Scientifica per la Scienza e le Produzioni Animali (ASPA) ha istituito da tempo una commissione di studio per valutare lo stato delle conoscenze sui rapporti tra alimenti di origine animale e salute umana, identificare eventuali aspetti che meritano attenzione e approfondimento e stimolare il dialogo con l’intera comunità scientifica per promuovere una corretta informazione sull’argomento. Proprio l’aspetto della comunicazione è oggetto negli ultimi giorni di seria preoccupazione per tutta la comunità scientifica che si occupa di alimenti di origine animale, a causa dell’intensa campagna mediatica occorsa a seguito della pubblicazione su una rivista scientifica (Lancet Oncology) di una breve nota del gruppo di lavoro dell’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC). Pochi giorni fa, infatti, lo IARC ha licenziato un rapporto, allo stato non consultabile, ma riassunto in una breve nota di due pagine pubblicata sulla sezione news della rivista Lancet Oncology, nella quale 22 scienziati hanno ritenuto carcinogenico relativamente al colon-retto il consumo di carni rosse conservate e probabilmente carcinogenico quello di carni rosse. Pur riconoscendo l’alto valore nutrizionale delle carni, il responso del panel ha portato lo IARC a classificare le carni conservate nel gruppo 1 (sostanze carcinogeniche per gli umani) e le carni rosse in quello 2A (sostanze probabilmente carcinogeniche per gli umani) relativamente al cancro al colon retto (CRC). Il panel ha assunto questa decisione a maggioranza sulla base, come affermato nella nota, dell’analisi di circa 800 lavori, dei quali però soltanto 27 hanno riguardato le carni conservate (12 responsi positivi su 18 lavori per studi epidemiologici e 6 positivi su 9 su casi-controllo, per complessivi 18 positivi su 27 pari al 67%) e 29 le carni rosse (7 positività su 14 per studi epidemilogici e 7 positività su 15 per casi-controllo, per complessivi 14 su 29 pari al 48%). Inoltre, il panel ha anche fornito, sulla base di stime effettuate in un unico lavoro di metanalisi, il rischio dose risposta quantificandolo pari al 18% di incremento di CRC per ogni 50 g di consumo giornalieri di carni conservate e pari al 17% per ogni 100 g di consumo giornaliero di carni rosse.  Tuttavia, un altro gruppo di 23 scienziati, provenienti da 8 Paesi, soltanto un anno fa aveva concluso che le relazioni fra consumo di carni conservate e rosse fresche e CRC sono inconsistenti. E’ convinzione degli autori di questa nota che la materia sia altamente controversa (fatto dimostrato dal non raggiunto consenso del panel IARC nel rilasciare il parere e da un responso totalmente opposto pubblicato da Oostindjier et al. nel 2014) e che occorrano molte più evidenze di quante utilizzate dallo IARC per poter con certezza affermare che il consumo di un alimento così complesso possa essere sicuramente associato, seppure con livelli di rischio molto bassi (1/10 dell’esposizione allo smog, 1/20 del consumo di alcool, 1/30 del fumo di sigaretta) all’insorgenza di CRC.

Considerations on the carcinogenicity of red and processed meats
The Associazione Scientifica per la Scienza e le Produzioni Animali or Animal Science and Production Association (ASPA) has had for some time a study committee to evaluate the state of knowledge on the relationship between foodstuffs of animal origin and human health, to identify possible areas deserving attention and in-depth study, and to foster dialogue with the entire scientific community to promote accurate information on this topic.  It is precisely the communication aspect that, in the last few days, has been the focus of great concern to the entire scientific community that deals with animal-derived foodstuffs because of the intense media campaign that has followed the publication in the scientific journal Lancet Oncology of a brief note by the International Agency Research Cancer (IARC) working group. In fact, a few days ago, IARC issued a report not yet available that, however, was summarized in a short two-page note published in the news section of the journalLancet Oncology, where 22 scientists consider the consumption of processed and probably red meats to be relatively carcinogenic  for the colon and rectum.
It is the opinion of the authors of this note that this is a highly controversial issue – a fact confirmed by the IARC panel not achieving consensus in issuing the advice and by a totally contrary response published by Oostindjier et al. in 2014. Much more evidence is needed than what was used by the IARC in order to be able to state with certainty that the consumption of such a complex food is definitely linked, albeit with very low risk levels  (1/10 that of smog exposure, 1/20 of alcohol consumption, and 1/30 of smoking cigarettes) to the onset of colorectal cancer.  Moreover, it remains unclear why the writers of the note chose to support their opinion on processed and red meats by citing the results of such a very important epidemiological study as the EPIC one, first published 10 years ago, and not the results of the updated EPIC study from 2013. On the one hand, the latter study confirmed the association between the processed meat consumption and colorectal cancer (for those who ate 160 grams per day of processed meats compared to those that ate less than 20 grams per day). However, on the other hand, it was clearly pointed out that such an association does not exist for red meats.

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L’olio d’oliva, un dono della natura per la salvaguardia della salute

Martedì 17 novembre alle ore 16, nella sede dell’Accademia dei Georgofili, si svolgerà un Convegno organizzato in collaborazione con Accademia Italiana della Cucina e Rotary Club, su: “L’olio d’oliva, un dono della natura per la salvaguardia della salute”. Obiettivo del Convegno: riportare l'Olio di Oliva all'attenzione di tutti e decretarne una vera rinascita nella consapevolezza condivisa del suo inestimabile valore per l’alimentazione e la salvaguardia della salute. 

PROGRAMMA 
-Saluto del Presidente dell’Accademia dei Georgofili, Giampiero Maracchi 
-L’olio di oliva, un dono della natura per la salva-guardia della salute - Nicola Comodo 
-La sicurezza agroalimentare, esigenza di legalità - Giuseppe Vadalà 
-Olio extravergine di oliva: una eccellenza della natura - Nicola Menditto 
-Paralleli tra Olio, Farina, Musica - Paolo Pasquali 
-Olio: cardine del mangiare - Alfredo Pelle

Olive oil, a gift from nature to protect health
On Tuesday, 17 November, at 4 p.m. in the headquarters of the Georgofili Academy, there will be a conference organized in collaboration with the Accademia Italiana della Cucina and the Rotary Club on “Olive oil, a gift from nature to protect health”.
Olive trees and olive oil will again be the focus of the conference round table at the Georgofili Academy, with historical, artistic, chemical-biological, legal, agricultural and food reports.
The conference’s objective is to again bring everybody’s attention to olive oil and to proclaim its true rebirth in the shared awareness of its inestimable dietary value and health protection.

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I sistemi di allevamento in acquacoltura

Come ho detto nella nota “L’acquacoltura: origini e attualità” (Georgofili INFO, 2 settembre 2015 -http://www.georgofili.info/detail.aspx?id=2266) questa attività in Italia ha radici molto antiche ma i sistemi di allevamento si sono evoluti dall’estensivo, al semi-intensivo, all’intensivo ed all’iperintensivo in base ai criteri di gestione in bacini artificiali o vasche con acqua dolce, salata o salmastra o in mare con gabbie galleggianti offshore o inshore.

Aquaculture Farming System
As I said in the note "Aquaculture: origins and relevance" (Georgofili INFO, 2 September 2015 -http://www.georgofili.info/detail.aspx?id=2266), Italian aquaculture has ancient roots but farming systems have evolved from extensive to semi-intensive to intensive and hyper-intensive on the basis of management criteria for artificial reservoirs or tanks with fresh, salt or brackish water, or for floating off- or inshore sea cages.

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Il ruolo delle leguminose nel contenimento dei consumi agricoli di energia fossile e dell’effetto serra

Nei vegetali non sempre l’invasione da parte di funghi e batteri dà luogo ad uno stato di malattia. Alcune tipologie di invasione, ad esempio quando i microrganismi irrompono nelle cellule radicali, sono al contrario benefiche. Attraverso un’essenziale rifornimento di nutrienti i microrganismi aiutano sia le piante ospiti che gli avvicendamenti colturali, se non addirittura degli interi sistemi agricoli.

The role of legumes in limiting agricultural consumption of fossil fuels and the greenhouse effect
The invasion by fungi and bacteria of vegetables does not always result in a diseased state. On the contrary, some invasion types, i.e., when micro-organisms break into radical cells, are beneficial. By  supplying essential nutrients, micro-organisms help both the host plants and crop rotations if not even entire agricultural systems.

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Agricoltura, Genomica e Prevenzione dei Tumori

Lo scorso 22 ottobre 2015, nella sede dell’Accademia dei Georgofili, si è svolta un’ importante giornata di studio su “Agricoltura, Genomica e Prevenzione dei Tumori”, con la partecipazione di molti autorevoli e illustri relatori provenienti dal mondo della ricerca italiana in campo medico, agricolo e zootecnico.
Le stime a venti anni della mortalità per cancro nel mondo sono purtroppo destinate a crescere. 
L’ impatto economico del fenomeno, tra costi diretti e indiretti, rischia di diventare insostenibile anche per i paesi a reddito medio-alto.  I grandi progressi dell’oncologia e la disponibilità di nuovi farmaci che consentono significativi aumenti delle sopravvivenze ad altissimo costo, rischiano oltre tutto di approfondire le disuguaglianze sociali ed escludere milioni di persone da trattamenti potenzialmente risolutivi. 
In questo quadro, l’attenzione delle politiche sanitarie di molti Stati si sta concentrando sempre di più sulla ricerca e sulla prevenzione primaria, grazie anche al fatto che le informazioni sul ruolo della genetica nella genesi del cancro sono cresciute in modo formidabile in pochi decenni: dalla scoperta degli oncogeni negli anni Ottanta al progetto ‘Genoma’ di fine millennio, per arrivare alle odierne nozioni di epigenetica. 

Agriculture, Genomics, and Cancer Prevention
A study day was held on "Agriculture, Genomics, and Cancer Prevention" last 22 October at the Georgofili Academy’s headquarters. There were many influential and distinguished speakers from the Italian world of research in medicine, agriculture and livestock.
Twenty years on, cancer mortality estimates worldwide are unfortunately destined to grow. In this framework, the attention of health policies in many states is focusing increasingly on research and primary prevention, thanks to the fact that the information on the role of genetics in the genesis of cancer has seen remarkable growth in a few decades. Scientists have been studying the "Mediterranean factor",  or rather, how the Mediterranean diet as a whole, and not individual ingredients, can develop epigenetic modifications in the human body that may protect against cancer. The focus of research in recent years has thus shifted from micro-ingredients to lifestyles.
Agriculture, which has a massive global influence on the environment in which we live and provides the food we eat, can undoubtedly make a decisive contribution to this perspective.

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Le due culture della nuova gastronomia

Giovedì 12 novembre alle ore 9.30, nella sede dell’Accademia dei Georgofili, si svolgerà un convegno su: “Le due culture della nuova gastronomia”.
La gastronomia è, per definizione, l’arte del gusto, un’arte che si fonda sulla difesa e la trasmissione della tradizione. Il gusto, tuttavia, è comunque sempre un fatto sociale, intriso di dimensioni simboliche e culturali, intrecciato con le norme alimentari e gli stili di vita che ogni epoca storica fa propri. E oggi, possiamo individuare una direzione della gastronomia? Quale influenza esercita sulla stessa la società dell’informazione, dei nuovi media e della condivisione di esperienze e di immagini, e quale ruolo possono avere le scienze dell’alimentazione e le nuove conoscenze scientifiche? 
L’Università ha colto in tempo il segnale del cambiamento e ha messo a punto adeguati percorsi formativi per professionisti capaci di affrontare tutte le problematiche legate alla valorizzazione del prodotto, tipico e di qualità, e la biodiversità culturale ad esso intimamente legata. 
Il convegno intende mettere in evidenza la varietà e ricchezza culturale che si accompagnano da sempre alla gastronomia, ma anche le nuove sfide che attendono il gastronomo laureato. 

PROGRAMMA 
Andrea Fabbri - Introduzione ai lavori 
Giovanni Ballarini - La multiculturalità alimentare e la sfida della omologazione 
Paolo Scarpi - Sistemi religiosi e scelte alimentari 
Maura Franchi - La nuova cultura alimentare e le sfide alla scienza gastronomica 
Luigi Gallo e Paolo Sambo - Le radici del buono: l’agricoltura, gli alleva-menti e i prodotti tipici 
Andrea Menini e Antonio Parbonetti - Strategie e performance nel food & beverage italiano 
Davide Cassi - L’impatto delle tecnologie sulla cucina e sulla gastronomia 
Paolo Petroni - Considerazioni conclusive


The two cultures of the new gastronomy

A day of study on "The two cultures of the new gastronomy" will take place on Thursday, 12 November, at 9:30 am at the Georgofili Academy’s headquarters.
Gastronomy is by definition the art of taste, an art based on the defense and transmission of tradition. Taste, however, is always a social fact, steeped in cultural and symbolic dimensions, interwoven with food standards and lifestyles that every historical epoch makes its own. Can we identify a direction in gastronomy today? What influence does the information society have on it, with the new media and the sharing of experiences and images, and what role can food science and new scientific knowledge have?
Universities have caught sign of this change in time and have developed adequate training programs for professionals that address all the issues related to the enhancement of typical and high quality products and of the cultural biodiversity intimately linked to it.
The conference aims to highlight the diversity and cultural richness that always accompany the food, but also the new challenges facing the gastronome graduate.

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