Notiziario







Un’ape tappezziera

Sulle pendici meridionali dell’Etna, a quota 900 mt s.l.m., durante lo scorso mese di luglio, una femmina dell’ape solitaria Megachile centuncularis, intenta alla raccolta di polline da piante di girasole ornamentale (Fig.1), ha costruito il nido nello spazio esistente fra la struttura metallica e la tela del piano di seduta di un dondolo poco distante.

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Come valutare la qualità di un frantoio

Mi piacerebbe organizzare una giornata di formazione per i frantoiani che volessero conoscere il nostro approccio alla valutazione e che volessero verificare e tenere sotto controllo non solo i fattori che determinano la qualità del prodotto, ma anche quelli – decisivi sul piano economico – che determinano le rese del processo. 
Se ce ne sono di interessati, li prego di scrivermi un messaggio all'indirizzo: claudio.peri@fastwebnet.it 

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Conservazione degli alimenti in atmosfera modificata: alcuni spunti di riflessione

La crescente domanda mondiale di alimenti ha posto in evidenza la necessità sia di ridurre lo spreco di alimenti nella fase di distribuzione e di consumo (nei paesi ad economia avanzata si stima che circa il 30% degli alimenti si perda in questa fase) sia di migliorare le tecniche di conservazione atte a preservare le caratteristiche nutrizionali degli alimenti. Queste esigenze, insieme ai cambiamenti di stili di vita e dei modelli di consumo hanno promosso lo sviluppo di specifiche tecnologie di conservazione tra cui l’imballaggio dei prodotti alimentari in atmosfera modificata o protettiva (MAP).

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Luci e ombre del capitalismo odierno

I politici europei si affannano a disquisire attorno al problema costituito dall’arrivo di tanti rifugiati provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa, chi schierandosi dalla parte dei sostenitori della necessità di cacciare tutti, o quasi, in malo modo, chi, mostrando maggiore spirito caritatevole, parteggiando per l’accoglienza anche se con qualche non chiaro distinguo ma, soprattutto, con poche idee, e confuse sul come farlo.
Infatti, le idee che sembrano predominare (distinguere fra rifugiati politici e migranti economici) non saranno, anche se applicate, in grado di evitare quanto sta accadendo stante il fatto, ad esempio, che questi migranti non possiedono, normalmente, documenti, o li hanno falsi, e non è facile sapere da dove vengono, e perché. A dire il vero, l’emigrazione riguarda tutto io pianeta, perché anche fuori Europa esistono esodi analoghi, come dal Messico negli USA, in Sudafrica dai paesi confinanti e dalla Nigeria, dalla Cina in Russia con il traghettamento dell’Ussuri; inoltre, ancora dalla Cina, in direzione di ogni continente, ma in quest’ultimo caso in modo soft e poco appariscente, e il termine esodo non sembra adatto a descrivere questi arrivi “striscianti”.

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Buon Natale, con l'albero vero

Per tutti noi il Natale significa dare e ricevere. In questa visione, talvolta stucchevole, non contempliamo certo gli alberi, i maggiori “benefattori” di tutti.
Infatti, pur se sembra abbastanza ovvio che la gente ami gli alberi, la domanda è: ma siamo sicuri che sia proprio così? Se si parla di questo a persone che frequentano congressi e conferenze relativi alla arboricoltura e selvicoltura urbana o alle persone comuni che si prendono cura dei loro giardini o vogliono godere dei benefici degli spazi verdi urbani, sembra che tutti amino gli alberi. Ma vi siete mai chiesti se ci sono persone che odiano gli alberi? Credetemi, ce ne sono molte di più di quelle che possiamo pensare. La gente “odia” gli alberi per motivi diversi, tutti facilmente confutabili, ma sta a noi convincere coloro che vorrebbero una città fatta solo di cemento o parchi coperti di asfalto, informandoli dei reali benefici, soprattutto quelli meno facilmente intuibili, degli alberi e delle soluzioni tecniche e pratiche ai problemi che gli alberi possono talvolta causare.
Traggo spunto da questo per far conoscere meglio, in questa mia breve riflessione, i benefici dei cosiddetti “alberi di Natale reali o veri”.
Per la maggior parte delle famiglie, non vi è alcun dubbio sul fatto che preferiscono avere un albero di Natale “vero” nella loro casa. Ma potrebbero chiedersi “posso danneggiare l'ambiente se acquisto un albero di Natale?"
Su questo il dibattito è stato anche acceso negli ultimi anni, con una contrapposizione fra coloro che sostengono che è meglio scegliere un albero sintetico e coloro che, all’opposto,  privilegiano, senza alcun dubbio, l’albero vero.

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Innovazioni nel vivaismo viticolo

Il convegno su “Innovazioni nel vivaismo viticolo”, organizzato dalla Sezione Sud-Ovest dell’Accademia dei Georgofili in collaborazione con l’Accademia Italiana della Vite e del Vino si è svolto il 9 dicembre 2015 ed ha visto la partecipazione di ricercatori, studenti e di operatori del settore. 

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Disuguaglianze sociali

Nella storia dell'umanità, sono esistite molte forme di convivenza tra ricchi e poveri, nonché vari tentativi di realizzare uguaglianze sociali. La grande Rivoluzione Francese ha lasciato alle nuove generazioni i problemi irrisolti, insieme al grande motto "Libertà, uguaglianza, fraternità". La cruenta Rivoluzione Russa è riuscita a creare un'uguaglianza ai livelli più bassi; ma, cadendo il regime, da un popolo di soli poveri sono presto emersi altri "nuovi ricchi". Anche la dura Rivoluzione comunista cinese, pur mantenendo una rigida dittatura incivile, ha finito per adottare modelli economici del capitalismo occidentale; una parte dei cittadini possiede oggi titoli in borsa e annovera alcuni tra i più ricchi capitalisti del mondo. Le disuguaglianze sociali possono manifestarsi in modi diversi e dipendere da vari fattori. Non si può quindi continuare a cercare di superarle seguendo ideologie radicali già ripetutamente fallite. Nella nostra attuale realtà, profondamente cambiata negli ultimi 50 anni, le classi sociali si sono evolute e in gran parte mescolate. Nella scala sociale si sono realizzate crescenti mobilità, verso l'alto o il basso, che potrebbero essere incrementate valorizzando solo il merito.

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L’agricoltura italiana durante la Grande Guerra

L’Italia agricola occupava alle soglie della Grande Guerra poco meno della metà degli italiani (ambo i sessi, superiori ai 13 anni di età), e fu coinvolta nella sua interezza nel conflitto: il richiamo degli uomini al fronte, che lasciarono i campi a donne e anziani; la necessità di rispondere alle esigenze di approvvigionamento alimentare delle truppe, ma anche dell’intera popolazione; il rifornimento di legname da ardere e soprattutto da costruzione che il fronte richiedeva costantemente.
Circa il 46% dei richiamati alle armi provenivano dalle campagne (2,6 milioni) e rappresentavano più della metà dei contadini in età adulta. Oltre alla diminuzione di manodopera i danni per l’agricoltura derivarono anche dall’incetta del bestiame (2,5 milioni di capi) e dalla diminuzione dei concimi chimici, al tempo ancora ampiamente importati soprattutto dalla Germania (scorie Thomas).

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“Solo slogan, non si è discusso del problema vero, i trasporti”

L’aumento della temperatura mantenuto entro 1,5 gradi centigradi. Questo il cuore dell’accordo raggiunto dalla ventunesima conferenza sul clima delle Nazioni Unite.

Giampiero Maracchi, da climatologo, ritiene raggiungibile il tetto fissato?
“In termini tecnici è un limite ragionevole ma, se si prosegue sulla strada adottata finora, non sarà possibile raggiungerlo. Quella di Parigi è stata una kermesse di slogan e il risultato è un documento uguale ai 20 precedenti. Il 40% delle emissioni responsabili dell’effetto serra dipende dai trasporti, che sono legati alla globalizzazione. Di questo però non si è discusso. Si fa solo riferimento al concetto di sviluppo sostenibile, che non viene mai approfondito”.

Quale dovrebbe essere, allora, la strategia da adottare?
“La soluzione al problema deve essere ricercata nel contesto di un mondo in crisi profonda, anche economica e politica. A Parigi si sono incontrati i Capi di Stato, sarebbe stato più utile se lo avessero fatto i presidenti delle multinazionali. Esclusa l’Italia, dove è rimasto pressoché costante, dal 1980 al 2015 il consumo del petrolio nel mondo è raddoppiato e dove aumenta il consumo aumentano le emissioni. E’ grave il vuoto della politica. A governare il mondo è l’economia”.

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Clima ed abitudini alimentari

Le capacità di adattamento delle popolazioni umane ed animali al clima e agli alimenti sono legate alle risorse naturali che da sempre hanno caratterizzato l’ambiente di vita nel quale si sono evolute. Uomo ed animali hanno perciò proprie esigenze climatiche e abitudini alimentari differenziatesi secondo gli ecosistemi naturali.

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“Ecosistema giardino storico”: è possibile garantire la fruizione e mantenere l’equilibrio ecologico?

Il processo di urbanizzazione, iniziato nel XIX secolo e diventato inarrestabile dopo la Seconda Guerra, ha profondamente trasformato le strutture sociali esistenti, sovvertendo le vecchie politiche, abolendo certi costumi e imponendone di nuovi.

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Interrogare il territorio

Vita sine literis mors est, et hominis vivi sepoltura.
                                                
Siamo quasi riusciti a distruggere una delle discipline più affascinanti e utili per il nostro sviluppo sociale : l'urbanistica. Da tempo, su questa materia c'è un silenzio assordante. Prima aggredita dalla “pianificazione territoriale” (dimostratasi velleitaria e difficilmente applicabile) ha finito per perdere quella funzione di raccordo con la programmazione economica del territorio, ma anche con le discipline tradizionalmente amiche, nell'analisi e nel progetto. Da troppo tempo non si effettuano più studi e analisi sistematiche per conoscere i mutamenti e le propensioni dell'attività produttiva, del suolo, della mobilità, dei rapporti residenza-lavoro, della vita di relazione. Quanto furono fecondi di studi i decenni passati, quanto sono stati aridi gli ultimi. Come si può governare la polis senza conoscerla? C'è un impoverimento della cultura politica che non riesce più a “interrogare il territorio”. L'emergenza è diventata prassi. Non si è più capaci di immaginare l'armonia di un territorio, urbano o rurale che sia; e le continue “varianti” agli strumenti di previsione urbanistica strutturale spingono solo ad inseguire le proposte degli investitori. Avevamo immaginato una nuova e più civile stagione ove i “parchi fluviali”, i “parchi urbani” e i “pocket-park” avrebbero finalmente dato nuova ossigenazione alla nostra vita; c'eravamo persino illusi che quell'urbs perfecta cantata da Leonardo Bruni ai primi del Quattrocento, sarebbe tornata ad essere un modello da poter rivivere, ma così non è stato. Nè si parli superficialmente di neo-romanticismo. Senza un ritorno ad una visione urbanistica armonica non basterà certo fermare di due gradi centigradi la temperatura del globo per salvarci. La “salvazione” si guadagna con lo studio, con l'analisi e con la conseguente traduzione qualificata della sintesi. E proprio dai Georgofili può forse ancora passare questo messaggio. 

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"Il riscaldamento non è un'opinione. Serve buonsenso"

«Il cambiamento climatico si misura. Più scientifico di così. Il contenuto di calore degli oceani dagli anni ‘70 a oggi è aumentato di 5-6 volte e questo è stato misurato via satellite, non è un'opinione», spiega Giampiero Maracchi, climatologo dell'università di Firenze e fondatore dell'Istituto di biometeorologia del Cnr.

Quali certezze abbiamo quando parliamo di clima?
«È in corso un cambiamento climatico, questo è inequivocabile. Sappiamo quanti gas a effetto serra emettiamo perché sappiamo quanto petrolio bruciamo. E conosciamo bene l'effetto di questi gas nell'atmosfera. Più incerti sono i modelli di previsione del futuro».

Fasi di riscaldamento ci sono state anche in passato.
«Ma hanno impiegato milioni di anni. Questa volta tutto è avvenuto nel giro di cento anni ».

La colpa è sicuramente dell'uomo?
«Al 95 per cento. Dovrebbe bastare a preoccuparci, se siamo dotati di buon senso».

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Difesa delle piante mediante biotecnologie

Giovedì 10 dicembre 2015 alle ore 9.30, nella sede dell’Accademia dei Georgofili, si svolgerà una giornata di studio sulla “Difesa delle piante mediante biotecnologie”, organizzata su proposta del Comitato consultivo dei Georgofili sui problemi della difesa delle piante. 

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Premio Laura Bacci

Mercoledì 9 dicembre alle ore 16 si svolgerà all’Accademia dei Georgofili la cerimonia per il conferimento del “Premio Laura Bacci”, intitolato a una giovane ricercatrice dell'Istituto di biometeorologia del CNR scomparsa nel 2013. Quest’anno alla sua seconda edizione, il premio mette a disposizione due borse di studio, una per tesi di laurea e una per tesi di dottorato discusse nell'anno 2014, che abbiano dimostrato risultati di particolare eccellenza sul tema dell'Innovazione per la sostenibilità in agricoltura.    

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Dal campo al consumatore

Si continua a divulgare con enfasi che l'esportazione attuale dei prodotti alimentari italiani avrebbe raggiunto un alto valore complessivo (circa 34 miliardi di euro) e che si mira a portarlo a 50 miliardi nei prossimi 5 anni. Non si pubblicizza invece il rovescio della medaglia, cioè che la nostra complessiva produzione nazionale di alimenti primari non è più autosufficiente e continua a decrescere. Siamo infatti diventati grandi importatori (a prezzi inferiori ai nostri costi di produzione). Liberamente elaboriamo queste commodities che poi esportiamo come nostro prodotto "agro-alimentare" e anche con l'ormai equivoco e malinteso marchio "Made in Italy". 
Attualmente, il non regolamentato rapporto tra i multiformi anelli delle filiere alimentari tende a mettere in difficoltà le imprese agricole, non pagando loro prezzi adeguati. Già da tempo è stata evidenziata la mancanza di un regolamento generale e di un accordo di compartecipazione fra tutte le imprese che comunque operano in una stessa filiera, “dal campo al consumatore”. Bisognerebbe comunque realizzare un'equa ripartizione del reddito complessivo, quale il valore aggiunto finale. 

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Quale Politica per le foreste italiane?

Da troppo tempo, ormai, non c’è una politica per le foreste italiane. Dagli anni ‘80, infatti, con la Legge 121/81, recante il “Nuovo ordinamento dell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza”, venne sancito l'inserimento del Corpo Forestale tra le Forze di Polizia dello Stato. Le disposizioni legislative, emanate successivamente, posero le basi per la riforma strutturale e normativa del CFS, concretizzatasi con la nuova legge 6 febbraio 2004 n. 36, per il "Nuovo ordinamento del Corpo Forestale dello Stato"; legge che ribadisce i compiti ad esso affidati, di polizia ambientale e forestale, nonché di polizia giudiziaria, di ordine e sicurezza pubblica e di protezione civile. La scelta di campo viene ribadita e confermata sia dal cosiddetto codice ambientale - D.L.vo 3 aprile 2006 n. 152 recante "Norme in materia ambientale" - sia in particolare dal Decreto del Ministro dell' Interno del 28.04.2006 concernente il "Riassetto dei comparti di specialità delle Forze di Polizia". 
Sono venuti meno, pertanto, i compiti tecnici e di gestione, che per anni hanno costituito il punto di forza del CFS, lasciando spazio ai compiti di vigilanza e repressione delle violazioni in danno all'ambiente. Tali scelte appaiono opposte a quelle della maggioranza dei paesi avanzati. In essi, infatti, le attività di controllo si sono andate ridimensionando rispetto alle funzioni di supporto, assistenza tecnica, monitoraggio, ricerca e sviluppo, in un rapporto di collaborazione e di coinvolgimento delle diverse espressioni della società civile. Concetti come interfluvio, sorrenamenti, frangiventi sono scomparsi anche dal linguaggio tecnico, quando in realtà sono decisamente importanti ai fini del controllo del dissesto idrogeologico e della salute umana. 

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