Notiziario




Un nuovo Ministero per l’Agricoltura

Crediamo che sia arrivato il tempo di rivalutare, anche nel nostro Paese, il ruolo del Ministero addetto al coordinamento di un settore di importanza fondamentale per il nostro benessere e sviluppo, sottolineando anche che il Paese, producendo attualmente solo circa la metà del cibo necessario al suo popolo, è in balia del mercato globale dei generi alimentari di base. 
Si suggerisce di  modificare radicalmente la situazione, istituendo un Ministero dell’Agricoltura, Acquacoltura ed Alimentazione, responsabile del coordinamento di tutta la filiera riguardante la Produzione, il Processamento dei Prodotti Alimentari e la  Distribuzione delle Risorse Alimentari Terrestri ed Acquatiche del Paese.

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Istituito Consiglio Tecnico Scientifico sull’uso sostenibile dei prodotti fitosantitari

Con decreto concertato fra il Ministro delle Politiche Agricole Forestali e Alimentari e quello dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 22 luglio 2013, è stato istituito il Consiglio tecnico scientifico sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari previsto dall'art. 5 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150.
A presiedere il Consiglio tecnico scientifico è stato chiamato il Dr. Giuseppe Blasi del MiPAAF, mentre la funzione di vice sarà svolta dal Dr. Mariano Grillo del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Con questo decreto - per quanto attiene all'uso dei prodotti fitosanitari - si arriva al compimento di quanto stabilito dalla direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'uso sostenibile dei pesticidi, attuata in Italia con il decreto legislativo n. 150/2012, in attesa che venga regolamentato anche l'uso dei prodotti biocidi. 

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Un parassitoide delle coccinelle

Alla fine della primavera, quando, col sopraggiungere delle alte temperature, si esauriscono le infestazioni degli afidi, le coccinelle adulte si trasferiscono in volo sulle alture dove si aggregano rimanendovi fino agli inizi della primavera successiva allorché, dopo essersi accoppiate, compiono la migrazione di ritorno verso le zone più basse dove, sulle piante spontanee e coltivate, hanno già avuto inizio le infestazioni delle loro prede. La Coccinella dai sette punti, in Sicilia, da metà giugno a luglio, raggiunge le pendici dell’Etna dove, a quote comprese fra i 2.000 e i 2.500 m s.l.m.m., forma numerosissime aggregazioni, ciascuna costituita da una decina di individui, sotto i lapilli lavici delle più recenti eruzioni. Numerosi esemplari, durante la migrazione si soffermano a quote più basse (1.000-1.500 m) sui pini e su altre piante (romice, tanaceto, ecc.) alimentandosi di polline e di piccoli insetti (tisanotteri, psille, cicaline e afidi). Gli stadi attivi di Coccinella septempunctata(larve e adulti) predano varie specie di afidi; un singolo esemplare nel corso della sua vita può consumare oltre 5.000 prede. La forma sferica del corpo delle coccinelle adulte non consente alle formiche simbionti degli afidi di trovare appigli utili per aggredirle. Tuttavia l’imenottero braconide Dinocampus coccinellae riesce, con il suo ovopositore, a inserire un uovo nel corpo della coccinella.

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La prima Esposizione Italiana: Firenze, 1861

Nell’ultimo numero della Rivista di Storia dell’Agricoltura (giugno 2013 – pg. 109-155) il prof. Danilo Barsanti, della Università di Pisa, ha pubblicato un documentato lavoro storico sulla "Esposizione Italiana" realizzata a Firenze nel 1861. Merita di essere letto (traendolo dal sito  http://rsaonline.storiaagricoltura.it/), anche per le riflessioni che può stimolare sull'ormai prossima "Expo 2015" già in allestimento a Milano. 
Nel Granducato di Toscana, per iniziativa dei Georgofili, le "Esposizioni agricole" (e/o industriali) ebbero inizio nel 1838 e si ripeterono con periodicità. Già nel 1845, il Congresso degli Scienziati lanciò l’idea di realizzare una "Esposizione Italiana", pur non essendo stata ancora realizzata l’Unità nazionale. La proposta fu formalmente approvata nel 1846 al successivo Congresso di Genova. Non fu però possibile realizzarla, per vari motivi contingenti. 
Il Governo provvisorio di Ricasoli, nei primi mesi del 1860, decretò l’approvazione della “Esposizione dei prodotti toscani”. Ma poi, nel giugno dello stesso anno, con un apposito Disegno di Legge, decise di trasformarla in “Esposizione dei prodotti italiani”, da organizzare a Firenze nel settembre dello stesso anno. Tutto ciò, nonostante che la spedizione dei 1000 fosse ancora in corso e che Roma e Venezia non fossero ancora unite. 
Il parere dei Georgofili fu determinante. Sotto la spinta dei successi ottenuti con la loro partecipazione alle Esposizioni Universali di Londra (1851) e di Parigi (1855), essi stavano già preparando quella successiva di Londra (1862).

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Le piante e il sequestro di anidride carbonica

È ormai a tutti noto che gli alberi fungono da intercettatori di CO2, fissando il carbonio in modo anche permanente sotto forma di biomassa. L’entità degli scambi gassosi tra l’albero e l’atmosfera cambia a seconda dell’età e dello stato di salute dell’albero stesso, ma il bilancio netto globale di una macchia di vegetazione in equilibrio con l’ambiente circostante si può considerare stabile nel tempo. Questo equilibrio, tuttavia, viene alterato dall’uomo attraverso alcuni fattori quali l’aumento delle emissioni di combustibile fossile e il rapporto tra il raccolto e l’utilizzazione della biomassa. 
A questo riguardo, i boschi periurbani, i parchi cittadini e i giardini, fungendo da accumulatori di CO2, giocano un ruolo fondamentale nel combattere i livelli crescenti di anidride carbonica atmosferica.

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Suolo e qualità dell'ambiente urbano

Secondo i dati delle Nazioni Unite, nel 2010 più del 50% della popolazione mondiale viveva in aree urbane. In Italia, tale percentuale era stata già raggiunta nel 1950. L’uomo, per ragioni diverse, migra nelle città che crescono disordinatamente, con progressiva riduzione degli spazi verdi e consumo di suolo, parte essenziale dell’ecosistema urbano e che contribuisce, direttamente o indirettamente, alla qualità di vita dei cittadini. 

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“Extraverginità dell’olio d’oliva – Il sublime e scandaloso mondo”

Un giovane scrittore statunitense, Tom Mueller, ha pubblicato un libro* che conduce il lettore in un viaggio nell’attuale mondo dell’olio di oliva “extravergine” per considerare ”la sua sublime e scandalosa realtà”. Dopo aver ricordato la straordinaria storia plurimillenaria dell’olio di oliva, attraverso civiltà che si sono susseguite esprimendo sempre plurimi apprezzamenti, ed aver sottolineato come anche la moderna scienza medica continui a scoprire i pregi salutistici ed i meccanismi biochimici che li determinano, l’autore riferisce sugli ampi contatti diretti che ha avuto con produttori di oli di oliva seriamente impegnati a conservarne pregi e valori antichi e diffonderne i consumi. L’autore evidenzia i nuovi orizzonti aperti dal crescente mercato globale, ma anche le tristi frodi commesse ai danni dei consumatori. A questi vengono offerti oli che non rispondono ai requisiti dichiarati, a volte persino rancidi e neppure di oliva, nonché a prezzi più bassi di quelli che risultano essere i costi di produzione.

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L’Altica della vite

La messa a punto e la diffusione di protocolli di difesa della vite che prevedono la riduzione dei trattamenti insetticidi, concorrono a creare le condizioni ottimali per la pullulazione di fitofagi di norma di secondario interesse per la coltura. E’ il caso della pulce o altica della vite, Altica ampelophaga, ritenuta originaria della penisola Iberica e ampiamente diffusa nelle aree europee e nord africane di coltivazione della vite.  Si tratta di un piccolo coleottero crisomelide i cui adulti, di colore verde metallico, lunghi 4,5-5 mm, hanno le zampe posteriori atte al salto per la presenza di femori ingrossati. Essi trascorrono l’inverno sotto il ritidoma, o in altri ripari, e riprendono l’attività trofica in coincidenza con la ripresa vegetativa della pianta ospite, provocando delle erosioni irregolari sul parenchima fogliare (Foto1). Dopo l’accoppiamento, e quando le temperature medie si attestano sui 15°C, le femmine iniziano a ovideporre sulla pagina inferiore delle foglie. Ciacuna femmina può deporre in media 200 uova, di forma ellittica (0,5x0,25 mm), di colore giallo, in piccoli gruppi. In relazione all’andamento termico, le uova schiudono dopo 5-15 giorni. Le giovani larve, di colore giallo, vivono gregarie sulla pagina inferiore delle foglie dove praticano caratteristiche erosini rispettando le nervature e l’epidermide superiore che dissecca e si perfora.

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Finanziamenti U.E. “a pioggia” e “al vento”

Il Commissario Europeo alle Politiche Regionali Johannes Hahn ha segnalato che, con i programmi per lo sviluppo agricolo delle Regioni italiane, sono stati distribuiti finanziamenti “a pioggia”, anziché mirati a progetti innovativi delle o per le imprese. Siamo anche accusati di tendenza a finanziare interventi come fossero ammortizzatori sociali, talvolta anche con manifestazioni effimere. Inoltre, troppe Regioni si sono dimostrate incapaci di utilizzare, per intero, tutti i fondi loro assegnati dalla U.E. Nell’ultimo quinquennio sarebbe stata spesa solo un parte dei milioni messi a disposizione; i rimanenti saranno persi “al vento” se non utilizzati entro la fine di quest’anno. 

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IMU - sarebbe stato un errore concettuale con effetti micidiali per l’agricoltura

L'IMU (Imposta Municipale Unica),  nata come imposta patrimoniale nel quadro delle disposizioni in materia di federalismo fiscale Municipale, venne estesa ai terreni agricoli e ai fabbricati di loro pertinenza (con Legge 214 del 22 dicembre 2011).
L'Accademia dei Georgofili richiamò subito l'attenzione sulla insostenibilità concettuale di un siffatto provvedimento, giacché i terreni coltivati rappresentano strumenti che producono redditi da lavoro e non rendita patrimoniale. D'altra parte, i redditi degli agricoltori sono già tassati. Il Presidente dell'Accademia segnalò l'errore e le micidiali conseguenze negative per una agricoltura che è già in serie difficoltà. Pubblicò un apposito richiamo su La Nazione del 30 maggio 2012, il cui testo fu integralmente riportato e divulgato anche attraverso Georgofili.INFO. Inoltre l'Accademia organizzò un'apposita Giornata di Studio su "La terra coltivata: strumento di produzione per le imprese agricole", che si svolse il 19 novembre 2012 con la partecipazione di autorevoli studiosi delle principali aree disciplinari interessate. Gli Atti sono stati pubblicati (Quaderno 2012 - IV, disponibile sul sito www.georgofili.net). Il dibattito politico, che si accese vivacemente sulla opportunità di eliminare l'IMU sulla prima casa, aggiunse anche la eliminazione di questa ingiusta e improvvida tassa  sui terreni agricoli e relative pertinenze funzionali. 
Ora, avendo il Governo approvato alla fine di agosto un Disegno di Legge che condivide e sancisce le suddette abolizioni, l'Accademia dei Georgofili non può che felicitarsi e pubblicare quanto autorevolmente scrive in proposito il prof. Dario Casati.

Giulia Bartalozzi

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Il sistema pianta e lo stress idrico

Nonostante le piante non siano dotate di un sistema immunitario analogo a quello degli animali, esse sono in grado di difendersi efficacemente da stimoli esterni mettendo in moto una serie di meccanismi intracellulari 

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Portiamo la frutta in tavola

La frutta rappresenta uno dei più preziosi doni della natura, sia dal punto di vista alimentare – per il ricco contenuto di sali minerali, vitamine e zuccheri - sia per la varietà di forme e colori, per i sapori invitanti, per i profumi delicati e intensi, per i succhi dissetanti. L’Italia, grazie alla sua fortunata posizione geografica, possiede una lunga tradizione nel settore della frutticoltura, produce ed esporta un numero considerevole di varietà. Stupisce l’approccio di molti ristoratori nei confronti della frutta: raramente viene proposta a fine pasto, privilegiando invece dolci elaborati e a volte supercalorici, forse perché appagano il narcisismo dello chef. 

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“Un giardino botanico maremmano”

Franco Scaramuzzi ha curato la pubblicazione di un volume nel quale illustra un giardino che ha realizzato ex-novo a Castagneto Carducci, Località Campastrello, raccogliendovi più di 300 specie legnose diverse in un perimetro di 5 ettari. Ciascuna specie è rappresentata da più esemplari raggruppati e uniti ad altre specie, nel rispetto della reciproca compatibilità, elemento essenziale nelle aggregazioni spontanee. Sono state così create fasce arborate, alternate ad ampi prati per poter spaziare con lo sguardo lungo una cornice collinare di boschi sempreverdi che affianca la zona. Il percorso dei viali è tracciato in modo da realizzare scorci che rispecchiano il carattere autentico e la bellezza dei circostanti ambienti maremmani, così da offrire una documentata fonte culturale a chi desidera conoscere meglio la flora locale.
Per non turbare l’effetto naturalistico dell’insieme, si è evitato anche di etichettare le piante. Si è sopperito usando planimetrie settoriali con una numerazione di ogni singola specie ed un elenco generale in ordine alfabetico che indica il settore ed il numero di ciascuna, consentendo di andarla a cercare. Si è cercato di evitare manifestazioni antropiche che sciupino la piacevole atmosfera di bosco. 
L’elegante volume (100 pagine) il cui progetto grafico, realizzazione e stampa sono stati attentamente eseguiti dall’Editore Polistampa, è interamente costituito da belle immagini fotografiche che consentono di seguire lo sviluppo del giardino dalle fasi dell’impianto (2002-2003) ad oggi. Dettagliate informazioni didascaliche accompagnano ogni singola immagine.

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Scoperto un unicum botanico del Salento

E’ stata resa nota un’iniziativa da parte dell’Associazione Officine Culturali di Carpignano Salentino  (LE), che, con la collaborazione  del Dipartimento di Scienze  e Tecnologie Biologiche ed Ambientali dell’Università del Salento, diretto dal Prof. Luigi De Bellis, ha presentato  il 19 luglio 2013 presso il Palazzo Ducale Ghezzi del Comune stesso, l’incontro su: “LA QUERCIA ELEGANTE (Quercus caroppoi) dalla scoperta alla tutela. Il valore della Biodiversità per la Salvaguardia, per la Valorizzazione  e la promozione dell’Ambiente e dell’Identità di un territorio”, alla presenza dello scopritore Oreste Caroppo, Naturalista/Indipendent  Researcher.
La notizia riguarderebbe una forma intermedia tra la quercia spinosa e  il cerro,  tanto che “la meravigliosa Quercia elegante” viene indicata comeQuercus  x caroppoi  anche perché “numerose sue caratteristiche … sono parse … intermedie”  alle due querce indicate. Tutto ciò è certamente di interesse ed i contenuti dell’incontro sono da condividere soprattutto per l’invito che emerge chiaro, teso a sottolineare l’importanza  della biodiversità nonché della sua salvaguardia e della sua valorizzazione, in quanto anche  contributo promozionale nei confronti di una più dettagliata identità di un territorio.  Del resto è noto come il territorio pugliese contribuisca in modo evidente all’incremento del livello di diversità biologica anche per le specie europee del genere Quercus, le quali sono in esso quasi tutte presenti.
D’altra parte è doveroso avanzare alcune considerazioni  sull’unicità della “scoperta”.

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La produzione agricola di alimenti potrà difficilmente raddoppiare entro il 2050

Gli studiosi hanno determinato quali siano le zone in grado di raddoppiare la produzione entro il 2050 e quali no, concludendo che saranno nel complesso insufficienti, specialmente nei paesi più poveri e con un rapido incremento di popolazione.

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Cambiamenti climatici e viticoltura

Sentiamo ormai costantemente l’allarme sul futuro riscaldamento del pianeta, sostenuto dalla teoria AGW (Antropogenetic Global Warming ) e da presentazioni, ormai classiche, (REPORT  2001 dello IPCC), che indicano nell’attività antropica la causa prima degli attuali innalzamenti termici.
Con lavori che abbiamo in corso e che ci pare logico dover continuare, non pensiamo di contrastare sul piano delle verifiche fisico-chimiche le reazioni dell’atmosfera alle azioni dell’uomo. Qui basta ricordare che Benny Peiser, direttore del Global Warming Policy Foundation, ha dichiarato che:  ”se non vediamo prove convincenti entro il 2015 sarà chiaro che i modelli sono fallaci …”. 
Noi desideriamo piuttosto utilizzare  le risposte biologiche dei vegetali (ed in particolare della vite) per leggere come nel passato più o meno lontano essi abbiano reagito al  clima del momento, e da queste risposte ricavare indicazioni  sugli andamenti climatici. Si tratta in definitiva di utilizzare dei proxies e cioè quegli archivi naturali che presentano qualche relazione con le temperature ambientali. 
Se prendiamo fenomeni relativi alla fenologia delle piante (germogliamento, fioritura,crescita dei frutti, maturazione …) possiamo avere correlazioni con gli andamenti termici  sicure e quindi credibili.
Nel caso particolare, ci stiamo dedicando a indagini sulla vite, per una precisa conoscenza delle sue reazioni fenologiche e perché ci è stato possibile attingere ad una fonte unica e straordinaria.
A Koszeg, cittadina ungherese (Lat 47° 22’ 52”, Long  16° 33’ 13” ) abbiamo potuto consultare nel locale Museo municipale, una raccolta di disegni di germogli di vite in grandezza naturale, eseguiti sempre allastessa data (24 aprile, festività di San Giorgio che vede suggestive cerimonie locali dedicate alla vite) collezionati dal 1744 ai nostri giorni.

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Autenticità per l’olio di oliva extravergine di eccellenza

Oggi si rimane perplessi di fronte all'ampiezza della gamma di oli di oliva extravergine offerti ai consumatori a prezzi incredibilmente diversi. Il prodotto italiano di eccellenza, gravato da costi di produzione più elevati, viene confuso con le miscele di prodotti esteri (europei ed extraeuropei). Senza discutere di frodi in commercio o di differenze tra prodotti aventi parametri ai limiti superiori della categoria merceologica o rientranti appena nei limiti normativi minimi, la CNO (Confederazione Nazionale Olivicoltori) ha proposto di istituire una tipologia di olio extravergine, definibile di "alta qualità", per tutelare i produttori. 

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Importanti risultati sul controllo delle divisioni cellulari nelle piante

Utilizzando l’Arabidopsis thaliana (FOTO), pianta modello per quasi tutte le ricerche molecolari in campo vegetale, un gruppo di ricercatori ha scoperto che l’orientazione dei microtubuli corticali - che  regola, come si sa, la direzione della divisione cellulare - controlla la localizzazione delle proteine PIN e, quindi, la direzione del trasporto dell’auxina, unitamente al fatto che tali processi sono entrambi regolati dalle stesse molecole denominate CLASP e MAP65. 
Tutto ciò è fondamentale per capire il meccanismo molecolare con il quale le cellule, in base alla loro disposizione, generano i diversi tessuti e nuovi organi nella pianta (Nature 495, Marzo 2013). 
I risultati di queste ricerche non sono solo di importanza teorica ma anche applicativa in campo agrario. Gli studiosi affermano infatti che “il controllo delle divisioni cellulari e del trasporto ormonale potrebbe permettere il disegno di piante più efficienti dal punto di vista produttivo in relazione al contesto ambientale in cui si trovano”. 

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Fracking: l’estrazione di idrocarburi USA non è esportabile in Italia

Molte sono le perplessità di ordine ambientale che avversano l’impiego del fracking, a partire dalla miscela di additivi la cui composizione non è nota e che poi ritornano in superficie arricchiti di altri elementi, alcuni dei quali possono avere effetto radioattivo. Altro rischio è quello legato alla  possibilità di creare una sismicità indotta, specie quando le operazioni di pompaggio non sono condotte correttamente.
In un territorio come quello italiano, ad alto rischio sismico, quest’ultimo pericolo non può essere certo trascurato. Oltre alle motivazioni ambientali, vi sono però anche ragioni prettamente tecniche  che rendono il fracking di fatto impraticabile non solo in Italia ma anche in molti paesi europei. Infatti, se anche esistessero questi strati scistosi, per replicare quanto avviene negli USA sarebbe necessario perforare di continuo e a ritmo crescente il nostro territorio, in quanto la produzione di ogni singolo pozzo shale decresce rapidamente in pochi mesi. Per fare queste trivellazioni occorre cioè disporre di vaste aree non urbanizzate e a bassissima densità di abitanti. Condizioni queste non riscontrabili in Italia.

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Controllo del territorio rurale e forestale

Nel IV rapporto della CIA del 10 Luglio 2012 si afferma che oltre 350 mila  agricoltori sono stati vittima nell’anno precedente di ben 8 reati l’ora, pari ad un valore di 50 miliardi! 
Omicidi, rapine, furti di attrezzi agricoli, abigeato (con circa 150 mila capi rubati ogni anno), estorsioni e “pizzi”, discariche abusive, macellazioni clandestine, danneggiamenti ed incendi delle colture ecc., che fino a a qualche anno fa si verificavano prevalentemente nel sud, si stanno espandendo in tutta Italia, anche per l’attuale crisi economica galoppante. 
Soltanto i furti sono arrivati a valori di 4,5 miliardi di euro l’anno, seguiti dai danni del racket per 3,5 miliardi.  Oltre a ciò si sta sempre più espandendo il lavoro nero, con il caporalato ed un nuovo reato: l’assalto dei “predoni del rame”, riguardante furti di cavi elettrici, generatori, macchinari, grondaie ed attrezzature per stalle, serre nelle zone rurali ecc.
Di fatto, l’agricoltura mostra maggiori e più gravi elementi di vulnerabilità, legati all’isolamento geografico delle aree rurali ed all’elevato livello di insicurezza degli abitanti.
Ciò anche perché praticamente i territori rurali non sono oggi presidiati e/o controllati da corpi di polizia specializzati, come avviene invece per territori coperti da boschi e foreste, quasi sempre di proprietà demaniale e poco o per nulla abitati.
Per migliorare la situazione attuale, il corpo delle Guardie Forestali deve estendere le proprie funzioni anche alle aree rurali. 

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Frodi nel biologico, il sistema ha pochi anticorpi

Negli ultimi due anni, ma in particolare negli ultimi mesi, abbiamo assistito a diversi casi di cronaca in cui le frodi a danno del biologico hanno fatto notizia. Tali operazioni, definite con nomi roboanti “gatto con gli stivali” o “green war”, hanno attirato l’attenzione dell’opinione pubblica sul biologico in modo negativo, rischiando di danneggiare uno dei pochi settori che a livello nazionale sta ancora crescendo. 
La credibilità del biologico nazionale non è tuttavia stata compromessa e l’Italia continua ed essere uno dei principali attori nel mercato europeo e internazionale. Ma occorre capire perché certi fatti accadono. Nella lunga catena di fornitura troviamo parecchie società di intermediazione e commercializzazione che mirano a lucrare sul forte differenziale di prezzo fra il prodotto biologico e l’analogo convenzionale, con meccanismi di frode. La stessa motivazione ha spinto frodi simili nel settore oleario e della frutta trasformata.
Purtroppo, le informazioni sul sistema delinquenziale individuato e sui quantitativi di falso prodotto biologico immessi in commercio sono state diffuse solo dopo parecchi mesi dai fatti, con un enorme danno per gli operatori che in buona fede hanno acquistato tali materie prime e hanno ottenuto prodotti biologici poi venduti come tali sul mercato.
E’ indispensabile che si creino filiere trasparenti, in cui sia chiaro chi coltiva un determinato prodotto. Inoltre i differenziali di prezzo che il consumatore paga per i prodotti biologici devono essere riversati con una quota maggiore al settore primario affinché abbia interesse a dedicarvisi. Non dimentichiamo che la superficie nazionale dedicata, 1.096.000 ettari, è inferiore rispetto a quella di dieci anni fa e l’incidenza sul totale della superficie bio europea è passata a più del 16% a meno del 10%.

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Un’interessante ape selvatica: Halictus scabiosae

Le circa 900 specie di apoidei segnalate nel nostro Paese presentano una vasta gamma di comportamenti peculiari che vanno dal solitario all’eusociale. Particolarmente interessante è quello dell’imenottero Halictidae Halictus scabiosae, specie polilettica che visita soprattutto i fiori di Composite, di Labiate, Dipsacaceae nonché di Cactaceae, alla cui sottofamiglia Opuntiodeae afferisce il genere Opuntia. Su ficodindia, soprattutto le femmine di H. scabiosae, a fine primavera, raccolgono sia il polline che il nettere, spesso insieme alle api mellifere, senza apparente competizione fra le due specie antofile. Lo stigma del fiore dell’opuntiacea, già alcune ore prima della schiusura, è recettivo ed è circondato da stami con antere deiescenti in contatto con la sua porzione basale. In effetti le stesse antere possono aprirsi anche 5-6 giorni prima dell’antesi, mentre il polline è in grado di germinare con 24-72 ore di anticipo rispetto alla schiusura dei petali. Il ficodindia è quindi specie non solo autogama ma anche cleistogama. Tuttavia la visita dei pronubi favorisce il distacco degli stami che, all’apertura del fiore, erano raggruppati intorno alla porzione basale dello stilo. Le api mellifere producono un miele di ficodindia caratterizzato da estrema dolcezza di colore giallo paglierino che una volta cristallizzato tende al beige. Il sapore gradevolmente aromatico ricorda quello dei cladodi. Le femmine di Halictus scabiosae impastano nettare e polline per alimentare le larve; la specie compie una o due generazioni all’anno a seconda delle condizioni ambientali e presenta un peculiare livello di socialità. 

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Il paradosso: l’antica biotecnologia del “lievito naturale” per fronteggiare l’emergenza dell’intolleranza al glutine

I più recenti dati epidemiologici testimoniano come la prevalenza dell’intolleranza al glutine o celiachia sia in crescente aumento e si attesti su valori dell’1-2% della popolazione dei paesi sviluppati. Allo stato attuale delle conoscenze, l’unico efficace rimedio è rappresentato da una dieta assolutamente priva di glutine per tutta la vita. Ciò nonostante, diverse terapie enzimatiche sono allo studio in campo medico per fronteggiare alcuni degli inconvenienti di carattere sociale, nutrizionale ed economico legati alla dieta priva di glutine. 
Come conseguenza di numerosi studi, la biotecnologia dei prodotti lievitati da forno ha recentemente riscoperto l’uso di “lievito naturale”, quale starter naturale per i processi di fermentazione, e, soprattutto, ne ha evidenziato i numerosi vantaggi di tipo sensoriale, strutturale e nutrizionale. La popolazione di lieviti e, soprattutto, di batteri lattici che è naturalmente selezionata nel “lievito naturale” possiede la capacità, in condizioni normali d’impiego, di causare una moderata degradazione dei polimeri che compongono il glutine, quali gliadine e glutenine. 

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Ancora sulle piante geneticamente modificate: il futuro sarà meno "trans"

In Georgofili INFO del 28 Giugno u.s. è stato pubblicato, molto opportunamente, un brano di un articolo di Vincenzo Cappellini sulle piante GM, recentemente apparso su L'Informatore Agrario. E' solo l'ultimo episodio della lunga schermaglia che oppone l'ampio e frastagliato mondo degli oppositori, assai ascoltati anche nei Ministeri romani, a coloro che invece non vedono nel "transgenico" il male assoluto. Sappiamo che a livello mondiale questi due "visioni" sono entrambi rappresentate, anche se cambia il reciproco rapporto di forza a seconda dei diversi paesi. L'Europa è stata ed è estremamente cauta in materia; per questo motivo ci sono sembrate di grande interesse le argomentazioni espresse da Brian Heap presidente dell'EASAC -European Academies Science Advisory Council. Tale Consiglio è formato dai rappresentanti delle Accademie Nazionali delle Scienze di tutti gli Stati membri della Unione Europea. Le opinioni di Heap, prestigioso biologo inglese "Fellow" della Royal Society, sono state riportate su Nature del 27 Giugno 2013, vol. 498, pag. 409. Il ragionamento del presidente Heap parte dalla constatazione che l'Unione Europea sta perdendo terreno nella corsa internazionale a produrre più alimenti su di una superficie agraria globalmente sempre più scarsa, con forti implicazioni sulla sicurezza alimentare e sulla crescita economica. La storica "prudenza" europea ha portato ad un fortissimo contenimento della diffusione delle piante GM nel nostro continente ed ha contribuito a renderne problematica l'adozione da parte dei paesi in via di sviluppo. Heap si chiede: quale sarà l'atteggiamento della UE nei confronti delle piante GM di seconda generazione che presto verranno proposte?

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