La crisi del 1929 provocò, negli USA più che altrove, un disastro socioeconomico di proporzioni enormi, inizialmente non curato o, meglio, curato con metodi del tutto inadatti, anzi capaci di portare alla disoccupazione oltre trenta milioni di persone.
Salito al potere con le elezioni del 1933, Roosevelt avviò una politica basata sulla spesa pubblica, che consentì la costruzione di dighe, strade, canali ecc., ma, soprattutto, che permise di riavviare al lavoro molti disoccupati. Costoro poterono, così, acquistare i beni di cui si erano privati per molti anni (scarpe, vestiti, ecc.) rimettendo, di conseguenza, in moto il sistema produttivo delle scarpe, dei vestiti, ecc. Anche il personale che lavorava in queste fabbriche riprese a guadagnare e, ovviamente, a spendere, rimettendo in funzione, progressivamente, l’intero apparato produttivo.
Tuttavia, la crisi era stata così profonda e grave che anche queste misure e i conseguenti successi non riuscirono a portare gli USA a un livello soddisfacente di occupazione e di redditi.
A quel punto sopraggiunse la II guerra mondiale, e gli americani, pur non entrandovi che anni dopo, incominciarono a produrre navi, armi, cibo, approvvigionamenti di tutti i tipi per sostenere la Gran Bretagna, e anche tutto questo influì sulla ripresa, che divenne sempre più impetuosa con l’entrata in guerra anche contro il Giappone, che aveva attaccato proditoriamente la marina USA ancorata nel golfo della perla.
Nel frattempo, si investiva anche in ricerca, che produsse, malauguratamente, la bomba atomica, ma anche la possibilità di ottenere energia a basso costo; terminata la guerra, gli USA decisero di aiutare gli europei a riprendersi con il piano ERP (detto piano Marchal), che fu benefico per il vecchio continente ma anche per i donatori, che continuarono a produrre per esportare.
Più tardi, la gara con l’URSS a chi era più forte nello spazio portò a enormi investimenti in ricerca, che diedero, fra i tanti, risultati importantissimi sul piano economico privato: basti ricordare, su tutti, che l’ideazione di piccoli computer che non pesassero troppo per stare sulla navetta spaziale è alla base del formidabile sviluppo avuto dall’informatica.
Tutto questo induce a ritenere che, pur essendo necessario mantenere una seria politica di bilancio, non si deve avere paura, in sede dell’Unione, di sostenere ricerca e investimenti strutturali, perché da essi può partire la ripresa, della quale abbiamo tanto bisogno, e che non si può rinviare ancora, pena l’avvitamento in una crisi all’americana del 1929, con le conseguenze che sono scritte nella storia e che si possono vedere anche nei romanzi dell’epoca e in alcuni film degli anni ’30 che mostrano solo miseria, disperazione e abbruttimenti.