Dal 20 gennaio scorso la Commissione Europea ha autorizzato l’immissione sul mercato della farina di larve di Tenebrio molitor, le tarme della farina, per uso umano, rispondendo alla richiesta esclusiva della società francese Nutr’Earth.
È una notizia che, al di là delle considerazioni espresse dall’eurodeputata Silvia Sardone, secondo la quale “si sono anteposti gli interessi delle multinazionali a quelli dei consumatori e alla sicurezza alimentare”, non ci deve far preoccupare più di tanto: staremo ben attenti a leggere la lista degli ingredienti dei prodotti esposti sugli scaffali del supermercato per scegliere consapevolmente secondo i nostri gusti.
In questo momento un’altra decina di farine di insetti sono in attesa di approvazione da parte della EFSA (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), fra cui i fuchi di api mellifere e la farina intera di grillo domestico.
È probabile che dalle nostre parti molti consumatori storcano il naso e non siano molto favorevoli a cambiare le proprie preferenze alimentari. Ma, certamente, assisteremo ad un notevole sviluppo della produzione industriale di farine d’insetti anche da noi, da destinare all’alimentazione zootecnica, in particolare di polli e suini ed in acquacoltura.
A questo proposito apprendiamo da un articolo di Tony McDougal (All About Feed, 28/01/2025) che in Spagna è in costruzione la struttura industriale più grande del mondo per l’allevamento di insetti, potenzialmente capace di produrre 100 mila tonnellate di larve all’anno. L’impianto produrrà anche proteine e lipidi di alta qualità per alimentazione animale, fertilizzanti biologici, cosmetici biologici e bioplastiche. Disporrà di 150 posti di lavoro in sede e più di 1300 nell’indotto. Pannelli solari garantiranno l’autosufficienza energetica. Secondo le previsioni, più della metà della produzione andrà in acquacoltura. In aggiunta a tutto ciò, poiché le colture delle larve utilizzeranno scarti alimentari del settore cerealicolo attraverso un modello a scarti zero, si potrà ottenere un “carbon footprint” negativo, a tutto vantaggio dell’ambiente.
Esiste una nutrita letteratura al riguardo, con sperimentazioni su suini, broiler e ovaiole e risultati decisamente positivi. Una pubblicazione per tutte, molto recente, è quella di Leipertz et al., (Poultry Sci., 2024, 103(12), 104411), con la quale gli autori analizzano i costi di produzione di broiler, che sono risultati più convenienti.
Dalle larve si ottiene anche un olio che sostituisce più che egregiamente l’olio di soia nelle diete di suini e polli. Fra i vari studi, quello di Schiavone et al., (Italian J. Anim. Sci. 2017, 16(1), 93), con il quale gli autori dimostrano che l’olio di larve può sostituire anche completamente altri ingredienti lipidici nelle diete dei broiler senza alcun problema qualitativo sulle carni.
Dal momento che nessuno ci obbligherà a portare le larve o le loro farine direttamente sulle nostre tavole, quelli di noi che, per vari motivi, non vogliano cibarsene possono stare tranquilli. Ma possiamo guardare con positiva fiducia all’impiego sempre più massiccio delle farine di insetti e derivati nelle diete per i nostri animali allevati, impiego che si sta dimostrando positivo sia in termini socio-economici, di qualità dei prodotti e in termini di salvaguardia dell’ambiente.