L’etichettatura dei prodotti e la pubblicità: i consumatori sono tutelati o ingannati?

Capitolo 9: Proposte, raccomandazioni e conclusioni

di Paolo Fantozzi *, Silvio Garattini **
  • 12 March 2025

INDICE DELLA SERIE
1.  Avvertenze degli Autori ed introduzione
2.  Additivi alimentari
3.  Bevande
4.  Integratori alimentari
5.  Prodotti dietetici
6.  Sostanze cancerogene (IPA, fumo, acrilammide, micotossine)
7.  Alimenti trasformati e ultra-lavorati (UPF)
8.  Diete e Nuovi Alimenti (carni coltivate ed insetti)
9.  Proposte, raccomandazioni e conclusioni  

[estratto da: Ital. J. Food Science. Vol. 37 (1) 1:15, 2025 (View of Product labels and advertising)]

Introduzione
Qualsiasi prodotto che un consumatore mangia, beve o inala nel corso della sua vita può potenzialmente causare danni. Le leggi che regolano la sicurezza dei prodotti mirano a prevenire tali danni. Questo documento si rivolge ovviamente ai consumatori ma ed allo stesso tempo a tutti coloro che sono coinvolti nelle industrie alimentari e farmaceutiche.

In questa serie di 9 documenti ci siamo voluti rivolgere sia ai consumatori ma allo stesso tempo e contemporaneamente a tutti coloro che sono coinvolti ad ogni titolo e livello nelle industrie alimentari e farmaceutiche. In essi abbiamo voluto proporre alcune soluzioni relative ad alcuni problemi legati alle etichette degli alimenti e dei alcuni prodotti farmaceutici, nonché alla loro relativa pubblicità, poiché essi vengono spesso trascurati od ignorati. Per illustrare queste preoccupazioni, abbiamo esaminato in dettaglio alcune categorie specifiche come le bevande, gli additivi, gli alimenti dietetici, gli integratori alimentari ed i cosiddetti dispositivi medici. Abbiamo anche discusso di alcune particolari abitudini alimentari, tra cui la dieta mediterranea e quella vegana, insieme ad alcuni tipi di alimenti emergenti, come i cosiddetti “ultraprocessati”, quelli a base di insetti e la carne coltivata.
Poiché le etichette e le pubblicità dei prodotti possono involontariamente o intenzionalmente indurre in errore i consumatori, abbiamo voluto indicar quali possono essere i  potenziali rischi per la salute e il benessere dei consumatori. Abbiamo poi valutate le varie sfide legate all'etichettatura e alla pubblicità, offrendo specifiche raccomandazioni pratiche e possibili soluzioni e proposte.

Proposte, raccomandazioni e conclusioni
Come si legge nell'introduzione, il nostro obiettivo era quello di evidenziare alcune delle questioni legate all'etichettatura e alla pubblicità degli alimenti che spesso vengono messe a tacere o trascurate. Molti di questi problemi possono danneggiare i consumatori e, in ultima analisi, la salute umana in generale.
Le leggi, anche se ben progettate, potrebbero non essere sufficienti a prevenire i rischi per la salute, poiché possono comunque verificarsi incomprensioni, frodi e adulterazioni. È fondamentale far rispettare le leggi e i regolamenti attraverso una vigilanza specifica, continua e attenta. Crediamo che chiunque sia coinvolto nei settori di produzione e commercializzazione di queste industrie (es. Tecnologo Alimentare, Chimico, Biologo, Medico, Economista, ecc.) debba garantire il rispetto del principio fondamentale alla base delle proprie responsabilità: la salute e la sicurezza del consumatore.
L'etichettatura dei prodotti deve essere chiara e diretta nello spiegare il loro contenuto. Come accennato in precedenza, oltre a fornire informazioni di base sul prodotto, le etichette dovrebbero trasmettere in modo chiaro e trasparente il "PERCHÉ" i consumatori dovrebbero acquistare il prodotto, presentandolo in modo eticamente corretto. Con questo in mente, i governi nazionali ed europei dovrebbero considerare attentamente le recenti affermazioni fatte dall'Accademia dei Georgofili all'UE e al Ministero delle Politiche Agricole italiano in merito alle etichette alimentari (v. https://www.georgofili.it/Media?c=7a645adf-7bea-43db-8eac-41c50549878e), poiché queste affermazioni supportano indirettamente i nostri suggerimenti: 

La Rivendicazione dei Georgofili affermava:
"L'educazione alimentare è uno degli strumenti più importanti per consentire al consumatore, tenendo conto della sua situazione individuale, di compiere scelte più rispettose della salute e dell'ambiente. Qualsiasi etichetta non può certo sostituire il compito educativo delegato alle istituzioni, ma deve supportarlo e implementarlo fornendo le informazioni necessarie per la scelta.
Infatti, ogni etichetta (tradizionale o frontale) può essere utile per i consumatori, soprattutto per i meno informati e poco istruiti, a patto che si tratti di un'informazione chiara, fruibile, oggettiva e non fuorviante che insegni al consumatore il concetto di porzione e lo aiuti a compiere scelte adeguate e consapevoli, senza delegare semplicisticamente la scelta a un'impressione visiva di natura istintiva.
Tuttavia, questa etichettatura può risolvere solo in minima parte il problema dell'insufficiente educazione alimentare, per il quale è necessario sviluppare una strategia europea globale che includa campagne di informazione e formazione fin dalla scuola primaria.
La questione della salute e degli stili di vita sani deve far parte dell'educazione globale dei cittadini europei.
Per raggiungere gli obiettivi di lotta contro il sovrappeso e le malattie metaboliche, l'Unione deve non solo mettere in atto un approccio puramente normativo all'interno di un'unica politica, ma anche fare leva su tutte le politiche concorrenti (sanità, istruzione, industria, mercato interno, agricoltura, protezione dei consumatori e commercio internazionale) e prevedere finanziamenti europei ad hoc per aumentare il rischio di aumento del rischio di obesità."

Riconosciamo che l'educazione alla salute non fa attualmente parte del curriculum nelle scuole italiane. Sarebbe utile introdurre almeno un'ora di lezione alla settimana tenuta da educatori qualificati, a partire dall'educazione della prima infanzia e proseguendo fino all'università, utilizzando un linguaggio appropriato. Inoltre, l'Italia manca di una Scuola Superiore di Sanità, che sarebbe fondamentale per i leader del Servizio Sanitario Nazionale per aumentare l'attenzione sulla prevenzione come mezzo per controllare il mercato in crescita della medicina. 

In sintesi, desideriamo sottolineare le seguenti raccomandazioni per le industrie coinvolte nella produzione e nella pubblicità di prodotti alimentari e salutistici:
- Gli additivi nei prodotti alimentari devono essere elencati sulle etichette con il nome dell'additivo, NON con il numero preceduto dalla lettera E.
- Le bevande con un contenuto basso o nullo di zuccheri naturali devono indicare chiaramente l'elenco degli edulcorati sostitutivi.
- Evitare indicazioni come "senza glutine", "senza lattosio" o simili, sui prodotti NATURALMENTE esenti da esse. Utilizzare queste etichette specifiche solo sui prodotti dietetici che dovrebbero essere posizionati su scaffali separati nei supermercati.
- Indicare chiaramente in etichetta il reale ruolo degli integratori/dispositivi medici per distinguerli dai medicinali. 

Siamo convinti che, se queste raccomandazioni saranno ampiamente implementate, i consumatori saranno meglio informati su ciò che acquistano, mangiano o bevono e su come ciò influisce sulla loro salute. Inoltre, ciò migliorerà la fiducia dei consumatori senza diminuire significativamente i profitti.
Infine, ci auguriamo che gli ulteriori casi di studio discussi negli estratti 7 ed 8 (UPF e Novel Food) vengano affrontati e valutati in modo più aperto dagli organismi regolatori nazionali ed europei, fornendo ai consumatori chiarezza basata sulle conoscenze scientifiche. 

*tecnologo alimentare, Università degli Studi di Perugia
** farmacologo, “Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri-IRCCS”, Milano