Scoperta in Trentino e Veneto, viene dal Nord America. Apparentemente è una 'buongustaia' perché preferisce le foglie dei vitigni Chardonnay, Cabernet Sauvignon e Moscato: è una nuova specie di falena che infesta i vigneti, scoperta in Trentino e Veneto.
Si chiama
Antispila oinophylla, è originaria del Nord America ed è descritta sulla rivista ZooKeys da un gruppo di ricerca internazionale, al quale l'Italia partecipa con la Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige e con l'università di Padova.
La specie è stata scoperta in Trentino e nel Veneto, nel 2007 da Mario Baldessari, dell'Istituto Agrario di S. Michele all'Adige, che ha partecipato allo studio che per la prima volta ha classificato e descritto la farfalla. “Tuttora - spiega Baldessari- questa specie sembra confinata ai vigneti del Nord Italia, a Trento, Belluno, Vicenza, Padova, Verona e Brescia, ma potrebbe facilmente sconfinare''.
Coordinati da Erik Van Nieukerken, del Centro per la Biodiversità dei Paesi Bassi (Ncb Naturalis), i ricercatori hanno sequenziato il Dna della falena e studiato la sua morfologia. Dalle ali nere con macchie argentate, questa falena è molto piccola, ha un'apertura alare di circa 6 millimetri. “L'esame del Dna - osserva Baldessari - ci ha permesso di ricostruire l'albero filogenetico di questo insetto e di stabilire che si tratta di una specie sconosciuta in Italia e in Europa''.
Anche se la specie non era mai stata classificata prima, si è scoperto che proviene dal Nord America, dove vive nell'area compresa fra la Georgia e l'Ontario. Le sue larve si cibano di molte specie di uve selvatiche, lasciando dei fori sul lembo delle foglie.
“In quanto ai danni - rileva Baldessari - non abbiamo notato per il momento incidenze dirette sulla produzione, ma certo la specie va monitorata''. Secondo gli esperti le vespe potrebbero essere il migliore rimedio per controllare la popolazione di questi insetti. Non si sa come questa specie abbia raggiunto l’Europa, le larve o pupe si attaccano a molti tipi di materiali e possono sopravvivere a lungo a basse temperature, si pensa che siano state trasportate attaccate a tronchi o altri materiali sia da navi sia da aerei.
(Fonte: ANSA)