Agricoltori, allevatori e pastori sono giunti da tutte le regioni in Piazza Montecitorio davanti al Parlamento, per una grande manifestazione organizzata da Coldiretti lo scorso 7 novembre, contro l'invasione dei cinghiali e degli altri animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano greggi, assediano stalle, causano incidenti stradali nelle campagne, ma anche all'interno dei centri urbani dove razzolano tra i rifiuti con pericoli concreti anche per la salute dei cittadini.
Durante la manifestazione Ettore Prandini, presidente Coldiretti, ha annunciato un piano straordinario per garantire la sicurezza nelle città e nelle campagne, dove i cinghiali causano ogni anno danni stimati in almeno 200 milioni alle colture; a preoccupare sono anche i rischi per la salute provocati dalla diffusione di malattie e soprattutto gli incidenti stradali in aumento. Prandini ha illustrato ai rappresentanti di Governo e Parlamento presenti un pacchetto di misure da tradurre in un emendamento alla legge di bilancio, per semplificare le norme che consentono alle regioni di mettere a punto piani di contenimento dei cinghiali e della fauna selvatica.
Al fianco degli agricoltori si sono schierati esponenti delle istituzioni, sindaci con i gonfaloni e i rappresentanti dei sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, dell'ambientalismo e delle associazioni dei consumatori come Symbola, Terranostra, Federparchi, Federconsumatori, Codacons, Adusbef, Centro consumatori Italia, Apab e Legambiente, che ha condiviso le preoccupazioni alla base dell'iniziativa.
Un'emergenza nazionale che sta provocando l'abbandono delle aree interne, problemi sociali, economici e ambientali con inevitabili riflessi sul paesaggio e sulle produzioni con le incursioni dei cinghiali che sono arrivati anche all'interno delle citta' minacciando la sicurezza delle persone. L'allarme cinghiali è condiviso anche dall'Efsa, l'autorita' per la sicurezza alimentare europea, che ha appena lanciato un appello urgente agli stati dell'Ue, chiedendo misure straordinarie per evitare l'accesso dei cinghiali al cibo e realizzare una riduzione del numero di capi per limitare il rischio di diffusione di malattie come la peste suina africana.
da: Agrapress, 7/11/2019