Una start-up olandese (Plant-E) ha sviluppato un sistema in grado di sfruttare le piante come fonte di energia elettrica in quantità utilizzabile. Benché questa notizia sia molto recente e, forse, passata inosservata ai più, essa è ora ampiamente pubblicizzata attraverso la stampa (vedi La Stampa del 22/07/2014), ma soprattutto via Internet. L’idea per questa nuova tecnologia è del Dr. Bert Hamelers e le sue basi scientifiche sono state pubblicate da Strik et al. e De Schamphelaire et al. nel 2008. Da qui la nascita di un consorzio europeo che ha esplorato la fattibilità di tale area di ricerca, concretizzatasi poi nella creazione dell’azienda “Plant-e”, fondata nel 2009 da Marjolein Helder e David Strick in collaborazione con il dipartimento di tecnologia ambientale dell’Università di Wageningen, la quale produce e commercializza già energia elettrica prodotta da piante coltivate. Comunque altri gruppi di ricerca sono al lavoro i vari paesi per migliorare ed utilizzare tale sistema. Trattasi, quindi, di una tecnologia degna di essere presa molto sul serio poiché sembra essere finora l’unica, tra altri sistemi molto enfatizzati ma ancora privi di risultati tangibili, a produrre elettricità di cui è possibile lo sfruttamento, sebbene ancora in piccola scala. Vediamo pertanto, per chi non ne sia già a conoscenza, in che cosa consiste tale metodo dal punto di vista scientifico. Il suo nome è “Plant-Microbial Fuel Cell” ed ha il vantaggio, cosa di non poco conto, di essere piuttosto semplice. Quando le piante compiono la fotosintesi gran parte delle sostanze nutritive prodotte passa dalle radici al terreno. Qui la materia organica secreta diventa il nutrimento per i microrganismi che circondano le radici, i quali sono in grado di rilasciare elettroni come sottoprodotto della loro normale attività. Posizionando un elettrodo vicino alle radici si può raccogliere tale energia e trasformarla in elettricità. La vita delle piante non viene ad essere minimamente alterata ed esse vengono a costituire una costante fonte di energia sia di giorno che di notte. Bisogna dire che tale sistema predilige substrati molto umidi (come le risaie) ma ogni terreno potrebbe rivelarsi idoneo se si hanno a disposizione piante coltivate adatte, acqua e, ovviamente, luce. La quantità di energia elettrica prodotta può arrivare a 3,2 W per mq. Sono già in atto installazioni come biopannelli utilizzabili a livello urbano. Naturalmente si pensa anche all’applicazione di questa metodologia in zone dove scarsa è la produzione di energia elettrica.
Production of electricity by living plants
A significant part of the organic matter derived by photosynthesis is released into the soil. There active micro-organisms break down these compounds producing electrons which are transported to a cathode generating 24 hours per day electricity useful for several applications.