Nuove locuzioni, nuove confusioni: restaurare il paesaggio rurale? Immaginare un’agricoltura urbana?

di Francesco Gurrieri
  • 27 April 2016
Sui temi del “paesaggio” continuano a registrarsi nuove locuzioni e nuove esercitazioni linguistiche che destano qualche preoccupazione al lessico già complesso su cui ci siamo più volte pronunciati.
Un’agricoltura urbana? Questa è una delle tesi prospettata nel “programma” del Congresso Internazionale dell’AIAP (Associazione Italiana di architettura del Paesaggio), tenutosi a Torino, che ci resta difficilmente comprensibile, se non per un senso semplicemente provocatorio. Ciò mentre a Firenze il FAI  (Fondo Ambiente Italiano) si  è impegnato in “Esercizi di cultura. Perché storia, arte e paesaggio fanno crescere l’Italia”. Registriamo dunque un rinnovato interesse per il “paesaggio” che si cerca di anatomizzare e spingere con bilanci critici, chiamando a raccolta politici, filosofi, giornalisti, architetti. “Restaurare il paesaggio rurale” sembra essere una nuova missione, indicata soprattutto da Mauro Agnoletti della Scuola di Agraria dell’Università di Firenze. “Restaurare un paesaggio rurale, agricolo, forestale o pastorale – è stato detto – non significa solo ripristinare forme produttive che ne assicurino la conservazione, ma anche realizzare una operazione culturale per comunicare valori storici, ambientali ed economici rappresentativi del nostro paesaggio”. 
C’è da esser lieti dell’allargarsi di questa sensibilità verso il paesaggio, che vorremmo sempre depurata da incrostazioni ed enfatizzazioni (spesso solo ideologiche); e ancor più lieti che si torni a puntare su una precondizione che, personalmente, ho sempre perseguito da quando (1973) scrivemmo, raccogliendo qualche scandalo disciplinare, del “restauro del paesaggio e del territorio”. L’ARSPAT, Associazione per il Restauro del Paesaggio può esser lieta della sua missione pluriennale di sensibilizzazione, esercitata da quindici anni a questa parte. Ora però sarebbe maturo il tempo di tradurre questa nuova apertura disciplinare in prassi: accogliendola negli strumenti istituzionali di piano e promuovendo dei primi interventi campione. Ma resti ferma una condizione essenziale: quella del rispetto per l'esercizio produttivo dell'agricoltura. 


New expressions, new confusion. Restoring the rural landscape? Imagining an urban agriculture?
New expressions and stylistic exercises on the themes of “landscape” continue to come out that are of some concern to the already complex lexicon we have often spoken about.
Urban agriculture? This is one of the themes put forward in the “program” of the Italian Association of Landscape Architecture (AIAP) international congress, held in Turin, which is hard for us to understand, apart from its simply provocative sense. Meanwhile, in Florence, the Italian Environmental Fund  (FAI) is engaged in “Culture Exercises. Because History, Art, and Landscape Make Italy Grow”. We note a renewed interest in “landscape” that we try to dissect and develop with crucial remarks, rallying politicians, philosophers, journalists, and architects. It is high time to put this new discipline into practice, including it among institutional tools and promoting some sample surveys. However, one essential condition still remains, the respect for a productive agriculture.