Per quanto ne possiamo sapere, i nostri antenati primati milioni di anni fa hanno una dieta particolarmente frugivora, poiché i loro habitat sono aree di foreste pluviali, giungle e foreste tropicali in cui i frutti sono abbondanti. La presenza frugivora non viene a mancare nella dieta dei primati quando nel corso della loro evoluzione divengono onnivori frugivori, erbivori, carnivori ottenendo uno dei più grandi successi evolutivi del nostro ordine, nel quale si assiste anche a uno straordinario, progressivo sviluppo del cervello. Se frugivori erano i nostri più antichi antenati noi, pur onnivori, almeno in parte siano ancora frugivori che nel corso della nostra storia evolutiva abbiamo sviluppato una dieta influenzata da condizionamenti ecologici creando strategie alimentari diverse a seconda dei climi e delle latitudini. Pur senza stabilire un più o meno stretto o quasi indissolubile rapporto tra sviluppo del cervello e presenza frugivora nella nostra alimentazione, un indubbio interesse hanno le recenti ricerche sui rapporti che esistono tra e il nostro cervello e alcuni frutti antichi, come quelli di bosco, e tra questi la fragola che con i moderni sistemi di coltivazione non è più una rarità, ma è un cibo comune ampiamente disponibile.
Le fragole, Rosaceae del genere Fragaria (Fragaria virginiana e Fragaria × Ananassa Duch.), sono frutti molto popolari per il loro gusto e aroma attraente, consistenza morbida e colore rosso. La fragola è coltivata in tutto il mondo intensivamente e anche in serra ed è una rilevante fonte di micronutrienti minerali, vitamina C, folati e sostanze fenoliche, la maggior parte dei quali sono antiossidanti naturali che contribuiscono all'elevata qualità nutrizionale del frutto. Tutti questi composti sono essenziali per la salute e, in particolare, i fenoli della fragola sono noti per la loro azione antiossidante e antinfiammatoria, avendo direttamente e indirettamente proprietà antimicrobiche, antiallergiche e antipertensive, oltre alla capacità di inibire l'attività di alcuni enzimi fisiologici e proprietà recettoriali. Questi composti bioattivi sono stati associati a effetti protettivi contro le malattie croniche, come le malattie cardiovascolari, il cancro, l'Alzheimer e altri disturbi, come stanno documentando molti studi che indagano gli effetti benefici sulla salute umana del consumo alimentare di fragole sull'infiammazione, sulle malattie cardiovascolari o sulla funzione cognitiva e sulla salute mentale (Miller K., Feucht W., Schmid M. - Bioactive Compounds of Strawberry and Blueberry and Their Potential Health Effects Based on Human Intervention Studies: A Brief Overview - Nutrients, 11, 1510, 2019).
La demenza in età avanzata è un crescente problema di salute pubblica privo di un trattamento efficace e le malattie neurodegenerative come il Morbo di Alzheimer si sviluppano in un periodo preclinico di molti anni a partire dalla mezza età, come la prevalenza della resistenza all'insulina, un importante fattore di rischio per la demenza in età avanzata e che accelera nella mezza età. Ora è stato dimostrato che il consumo di fragole, come di altri frutti di bosco, influenza il metabolismo e le prestazioni cognitive, suggerendo il loro potenziale uso alimentare per mitigare il rischio di demenza. Questi effetti sembrano dipendere dalle attività antinfiammatorie correlate agli antociani delle fragole, con fattori meccanicistici coinvolti nella riduzione della disfunzione cerebrale e con azioni sia periferiche che centrali degli antociani e loro metaboliti che mitigano la neuroinfiammazione che unitamente a malattie metaboliche croniche, in particolare l'iperinsulinemia periferica e l'obesità, influenzano fortemente la funzione cerebrale e il rischio di malattia da neurodegenerazione. (Krikorian R., Shidler M. D., Summer S. S. - Early Intervention in Cognitive Aging with Strawberry Supplementation - Nutrients, 15, 4431 2023).