INDICE DELLA SERIE
1. Avvertenze degli Autori ed introduzione
2. Additivi alimentari
3. Bevande
4. Integratori alimentari
5. Prodotti dietetici
6. Sostanze cancerogene (IPA, fumo, acrilammide, micotossine)
7. Alimenti trasformati e ultra-lavorati (UPF)
8. Diete e Nuovi Alimenti (carni coltivate ed insetti)
9. Proposte, raccomandazioni e conclusioni
[estratto da: Ital. J. Food Science. Vol. 37 (1) 1:15, 2025 (View of Product labels and advertising)]
Introduzione
Qualsiasi prodotto che un consumatore mangia, beve o inala nel corso della sua vita può potenzialmente causare danni. Le leggi che regolano la sicurezza dei prodotti mirano a prevenire tali danni. Questo documento si rivolge ovviamente ai consumatori ma ed allo stesso tempo a tutti coloro che sono coinvolti nelle industrie alimentari e farmaceutiche.
Bevande
Bevande analcoliche (bibite analcoliche e bevande nervine)
Poiché queste bevande non contengono alcol, sono adatte ai giovani e ai consumatori che cercano alternative sane e rinfrescanti. Le bevande analcoliche comprendono un'ampia gamma di prodotti, tra cui succhi di frutta naturali, bibite gassate, acque aromatizzate e bevande sportive, tutti in grado di idratare, ricaricare l'energia e fornire un sapore dolce o fruttato senza gli effetti dell'alcol. Caffè, tè e camomilla sono tra le bevande nervine più popolari, una categoria di prodotti analcolici che influenzano in modo specifico il sistema nervoso centrale. Queste bevande sono generalmente considerate stimolanti ed energizzanti, poiché contengono composti che migliorano la trasmissione degli impulsi nervosi, aumentano la vigilanza e migliorano l'umore alleviando lo stress. Altri esempi di bevande nervine includono infusi come yerba mate e guaranà, cioccolato liquido, cola e bevande energetiche.
Tassa sullo zucchero
La cosiddetta tassa sullo zucchero è implementata in molti Paesi sulle bevande zuccherate con una gradazione alcolica inferiore o uguale all'1,2% in volume. Questa tassa ha lo scopo di scoraggiare il consumo di bevande ad alto contenuto di zucchero, incoraggiando i consumatori a fare scelte più sane e riducendo così il rischio di obesità e diabete. Il consumo eccessivo di zucchero porta a un aumento della spesa sanitaria pubblica a causa dell'accresciuta domanda ai servizi sanitari nazionali per il trattamento delle malattie associate all'obesità e al diabete.
L'applicazione di questa legge è ancora in discussione in Germania, Spagna, Brasile, Australia, Canada, Colombia e Lituania. Nel 2013, la Danimarca l'ha abolita insieme alla tassa sulle FAT. Mentre la tassa sullo zucchero è attiva in circa 50 Paesi, la sua attuazione in Italia è stata posticipata al 2025, nonostante sia stata approvata nel 2020.
L'Associazione dei Produttori di Bevande Analcoliche in Italia ha stimato un calo delle vendite del 16% a causa della tassa sullo zucchero, con conseguente riduzione degli investimenti e dei posti di lavoro. Inoltre, si prevede che i prezzi per i consumatori aumenteranno, poiché le aziende potrebbero trasferire almeno una parte del costo fiscale sui loro prodotti.
Anche l'organizzazione degli imprenditori agricoli Coldiretti è intervenuta contro la tassa sullo zucchero, descrivendola in un comunicato come una "misura distorsiva che penalizza imprese e famiglie, danneggiando la filiera agroalimentare del Made in Italy" e sostenendo che la sua introduzione aumenterà i costi dei prodotti, diminuirà il consumo, riducendo così automaticamente i profitti aziendali.
Vediamo questi punti nel dettaglio, partendo dall'aspetto positivo: il messaggio pubblicitario industriale predominante si concentra sul contenuto di zucchero nelle bevande, con l'obiettivo di veicolare un messaggio nutrizionale positivo che incoraggi a limitare l'assunzione giornaliera di zuccheri (ad esempio, bevande ipocaloriche, zero zuccheri e bevande senza zuccheri aggiunti). Poiché i giovani rappresentano il gruppo più numeroso di consumatori di bevande analcoliche, la pubblicità è spesso mirata specificamente a loro.
È importante notare che in genere i consumatori non dispongono di informazioni sufficienti o poco chiare in merito alla sostituzione parziale o totale degli zuccheri naturali nelle bevande a base di frutta con additivi (edulcoranti). Poiché la tassa sullo zucchero avrà un impatto anche sulla categoria delle "bevande senza calorie, zero zucchero", che sta attualmente registrando una crescita significativa del mercato, i produttori sono preoccupati per una potenziale diminuzione dei loro profitti. Inoltre, alcuni di questi additivi possono comportare rischi per la salute a seconda della loro concentrazione e del loro consumo complessivo. Pertanto, riteniamo che siano necessarie informazioni più dettagliate sulle etichette e sulla pubblicità relative a queste sostanze. Una raccomandazione, come accennato in precedenza, è quella di specificare i dolcificanti per nome sulle etichette piuttosto che utilizzare i numeri E, consentendo ai consumatori di essere meglio informati sul contenuto.
Per questo motivo, incoraggiamo i produttori di bevande analcoliche a dare priorità alla salute dei consumatori, considerando la crescita dei profitti come un obiettivo secondario.
Bevande alcoliche
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'alcol etilico è classificato come sostanza cancerogena. Ciò significa che non esiste una soglia di sicurezza e quindi, come per qualsiasi composto cancerogeno, la pubblicità non dovrebbe essere ovviamente consentita. Inoltre, le bottiglie contenenti alcol dovrebbero essere etichettate con l'avvertenza: "questo prodotto potrebbe essere pericoloso per la salute".
Tali concetti in molti Paesi cozzano contro le specifiche tradizioni, abitudini e normative esistenti. Non è nostro compito in questo momento disquisirne concettualmente, ma esso sarà solo quello di evidenziarne le evidenti contraddizioni.
Le bevande alcoliche sono classificate in base al loro contenuto alcolico, come nella Tabella 2.
TIPI DI BEVANDE ALCOLICHE (scarica tabella 2.jpg)
Attualmente, le categorie di bevande alcoliche più diffuse nel mondo e quasi universalmente accettate sono i distillati, il vino e la birra.
Distillati (ad es. whisky, brandy, vodka): determinare i loro livelli di consumo e produzione esatti nel mondo reale è molto difficile. La pubblicità dei prodotti di questa categoria dovrebbe essere regolamentata in modo più rigoroso a livello politico e gli effetti negativi sulla salute dovrebbero essere comunicati chiaramente ai consumatori, in particolare ai giovani.
Vino: La produzione stimata per il 2023 è stata di circa 221 milioni di ettolitri. Il consumo di vino è stato storicamente comune in molti paesi europei ed è attualmente una componente dei pasti della dieta mediterranea. La presenza di diversi composti antiossidanti naturali (come gli antociani e il resveratrolo), presenti principalmente nel vino rosso, non dovrebbe essere utilizzata per minimizzare i rischi associati al suo contenuto alcolico relativamente elevato. Le campagne educative sono fondamentali per limitare il consumo di vino a basse quantità.
Birra: La birra è riconosciuta come la bevanda alcolica più consumata al mondo, con una produzione stimata di circa 192 miliardi di ettolitri nel 2023. La sua gradazione alcolica inferiore rispetto al vino può contribuire a ridurre il consumo complessivo di alcol, con conseguente potenziale minore impatto negativo sulla salute.
Tecniche per ridurre o eliminare il contenuto alcolico: il recente sviluppo di birra e prodotti vinicoli dealcolizzati che mantengono proprietà gustative accettabili rende queste opzioni a bassa o senza alcol come alternative interessanti. La creazione di prodotti dealcolizzati con profili aromatici gradevoli viene perseguita attraverso tecniche pre-fermentative, fermentative e post-fermentative, a seconda del momento in cui vengono applicate nel processo. La dealcolizzazione della birra è stata sostanzialmente perfezionata, mentre metodi simili per il vino sono ancora in fase di ottimizzazione, poiché preservare il profilo aromatico dopo la dealcolizzazione si è rivelato impegnativo.
Un'analisi completa delle procedure per la dealcolzione del vino, tra cui la diluizione, la miscelazione, la selezione dei lieviti, la nanofiltrazione, la distillazione sotto vuoto e l'osmosi inversa, è stata condotta da Vincenzo Gerbi.
Il piano d'azione dell'OMS per il 2030 delinea chiaramente le questioni associate e le potenziali soluzioni. L'alcol è una sostanza tossica e il suo consumo è noto per causare numerosi effetti negativi sulla salute. Nonostante ciò, il consumo di alcol rimane diffuso a livello globale. L'alcol è prodotto da varie materie prime, a seconda della disponibilità dei carboidrati di base (zucchero o amido) utilizzati per la produzione nella regione.
L'attuazione di forti restrizioni formali sul consumo di alcol, insieme a politiche per limitarne la disponibilità (come i requisiti di età minima per bere o vendere e l'aumento delle tasse), sarebbe vantaggiosa.
Nel prossimo estratto verranno trattati gli INTEGRATORI ALIMENTARI.
*tecnologo alimentare, Università degli Studi di Perugia
** farmacologo, “Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri-IRCCS”, Milano