Un team di ricercatori dell'Università ebraica di Gerusalemme ha introdotto in una pianta di patate un gene codificante una proteina fluorescente verde (roGFP2) sensibile alle molecole chimiche dello stress e che, attraverso la genetica, trasforma la pianta stessa in un sensore.
Quando le piante sono sottoposte a stress, come il freddo o la carenza di acqua, rilasciano molecole chimiche antiossidanti, come il glutatione, per neutralizzare i radicali liberi. Grazie al lavoro dei ricercatori, le piante sotto stress che producono queste molecole reattive diventano fluorescenti. Questa fluorescenza, non visibile ad occhio nudo, è rilevabile con un'apposita fotocamera.
Riuscire a rilevare in anticipo il livello di stress idrico della pianta aiuterebbe a limitare le perdite nel raccolto, risparmiare acqua e ridurre l'uso di prodotti fitosanitari. "Per gli agricoltori, ricevere un avviso di allerta tempestivo che indica che le piante hanno dei problemi, li aiuterebbe ad adottare le giuste misure per prevenire le perdite e proteggere le risorse alimentari", spiega Shilo Rosenwaser, leader dello studio pubblicato su Plant Physiology.
Un altro vantaggio: questa soluzione aiuterebbe anche a rilevare in anticipo le infezioni. "Potremmo ridurre le perdite nelle patate se potessimo identificare nei campi quelle colpite dai funghi, per poi eliminarle. Se non rileviamo i primi segnali di un'infezione, il fungo si diffonderà alle altre patate e le perdite continueranno ad aumentare lungo tutta la catena di fornitura", spiega Shely Aronov, fondatrice della start-up InnerPlant.
Alcune aziende hanno già sviluppato dei microsensori per tracciare in tempo reale lo stato delle colture o i livelli di evapotraspirazione, ma qui è la pianta stessa a fungere da sensore. "Abbiamo eccellenti strumenti di biosensori vegetali nei laboratori. Ma ora dobbiamo portare questa tecnologia nei campi", spiega Shely Aronov.
da Freshplaza.it, 8/6/2021