Le utilizzazioni forestali in aree montane, condotte con i criteri della gestione forestale sostenibile, possono garantire l’ottenimento di svariati benefici in grado di assicurare benessere economico e ambientale, inclusi la produzione di materiale da costruzione rinnovabile e a basso impatto ambientale e di materiale per la produzione di bio-energia nonché il mantenimento della stabilità idrogeologica dei versanti e la protezione dei fondovalle. Le gru a cavo forestali rappresentano uno strumento fondamentale per le utilizzazioni forestali in aree montane, garantendo lo svolgimento delle operazioni su terreni acclivi e non trafficabili da mezzi terrestri. L’impiego di queste macchine è diffuso lungo l’arco alpino europeo, in particolare in Italia, Francia, Austria, Svizzera e Germania, e - con svariati adattamenti - nel contesto extraeuropeo, tra cui le aree montane della costa pacifica degli Stati Uniti e del Canada, della Nuova Zelanda e del Giappone.
In tempi recenti, l’approfondimento del concetto di sostenibilità delle utilizzazioni forestali ha evidenziato la necessità di porre particolare attenzione alla salute e alla sicurezza degli addetti ai lavori.
L’esbosco di legname mediante l’uso di gru a cavo forestali è riconosciuto come una delle attività lavorative a maggior rischio per la salute e sicurezza degli operatori forestali. Tali rischi sono prevalentemente connessi alle condizioni stazionali tipiche di impiego (pendenze elevate e terreni accidentati), all’impiego di funi d’acciaio sottoposte a forze di trazione di svariate tonnellate, all’utilizzo di ancoraggi naturali (alberi e ceppaie) per la stabilizzazione delle macchine e dei sistemi di funi e alla movimentazione di carichi e masse elevate. Sebbene il maggior numero di infortuni possa essere ricollegabile a cadute e slittamenti del personale durante il trasferimento nelle aree di lavoro, le conseguenze di eventuali cedimenti di funi, ancoraggi o carichi sospesi possono essere la ragione di incidenti drammatici e talvolta fatali.
Le tensioni delle funi utilizzate nelle operazioni di esbosco mediante gru a cavo forestali sono state oggetto di studio per svariati decenni. Tuttavia, l’evoluzione tecnologica degli ultimi anni ha permesso lo sviluppo di una sensoristica a supporto di indagini ben più approfondite, estese e dettagliate di quanto sia stato possibile fare finora. Tali recenti sviluppi hanno evidenziato le condizioni e le fasi più critiche nell’utilizzo di questo sistema di esbosco, promuovendo lo sviluppo di procedure operative in grado di garantire una maggiore sicurezza, con particolare attenzione alla fase di concentramento laterale dei carichi, causa prevalente dei picchi di tensione piú elevati. Anche lo studio della stabilità degli ancoraggi impiegati nell’esbosco con gru a cavo forestali risale agli anni sessanta del secolo scorso. La sensoristica attuale e l’integrazione con gli studi delle tensioni delle funi, però, hanno permesso lo sviluppo di protocolli di analisi e di valutazione impensabili fino a tempi recenti, evidenziando la capacità di risposta di alberi e ceppaie sottoposte ai carichi statici e dinamici tipici delle gru a cavo forestali.
Lo sviluppo delle capacità analitiche e previsionali nello studio di tensioni delle funi e della stabilità degli ancoraggi non può in ogni caso annullare il rischio presente durante l’esbosco di legname mediante uso di gru a cavo forestali. In questa prospettiva, la formazione degli operatori é un aspetto essenziale. Tale formazione deve essere orientata alla conoscenza del sistema di esbosco e delle buone pratiche nel suo impiego, supportate dai piú recenti sviluppi di ricerca. Studi recenti hanno sottolineato come gli sforzi formativi dovrebbero concentrarsi molto sul riconoscimento dei rischi da parte degli operatori e sulla capacitá di mitigazione degli stessi, in particolare per il rischio di rotolamenteo e caduta dei carichi durante la fase di aggancio e trasporto dei toppi e l’individuazione e uso delle zone di sicurezza in cui collocarsi durante le fasi di carico.