ll topo di città e il topo di campagna è una delle favole narrate da Esopo (620 a. C. – 564 a. C.), un tema ripreso da Quinto Orazio Flacco (65 a. C. – 8 a. C.) nella Satira II,6 e poi da altri nel medioevo fino ai giorni nostri. Una favola di grande successo che vede protagonisti il magro topo di campagna alla ricerca di semplici e poveri alimenti e il grasso topo di città che gode di un’abbondante e eccellente varietà di cibi. Una favola sulla comparazione tra la vita di campagna e quella di città con l’alimentazione e la magrezza e l’obesità di chi in queste due condizioni vive. Una favola su una realtà oggi quasi drammatica e cioè di una sempre più dilagante urbanizzazione che si associa ad un devastante incremento nella popolazione del sovrappeso e soprattutto dell’obesità.
Oggi il cinquantacinque per cento della popolazione globale risiede in città, con una proiezione che indica un futuro in cui il settanta per cento della popolazione sarà urbanizzata entro il 2050. La crescente urbanizzazione globale sta ridefinendo non solo il volto del nostro pianeta, portando con sé sfide e opportunità senza precedenti, ma anche gli stili di vita e di alimentazione delle popolazioni che vivono in città, invadendo anche le campagne. Oggi l'obesità ha raggiunto proporzioni epidemiche in tutti i continenti, tanto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha coniato il termine Globesity (global obesity) per indicare la diffusione su scala planetaria del problema. Le percentuali di incidenza sono in rapida crescita, i soggetti in sovrappeso ed obesità raggiungono in alcuni paesi anche il settanta per cento della popolazione adulta e in Italia ogni dieci persone adulte almeno tre sono in sovrappeso e una è obesa, un totale di diciassette milioni di adulti in sovrappeso e quattro milioni di individui obesi. Ma ancora più grave è che sovrappeso e obesità sono presenti in percentuali in cresciuta nei bambini e negli adolescenti.
Sovrappeso e obesità sono presenti nelle popolazioni urbane e in aumento rapido nelle aree rurali, un fenomeno che non contrasta quanto narra la favola di Esopo perché questo aumento è legato al cambiamento della nutrizione di gran parte della popolazione di una campagna urbanizzata, una popolazione che sempre più di frequente mangia come quella della città. Per questo vi è un urgente bisogno di un approccio integrato anche sulla nutrizione rurale per evitare di sostituire lo svantaggio della denutrizione rurale nei paesi poveri con uno svantaggio di una malnutrizione per un consumo eccessivo di cibi con calorie di bassa qualità una delle cause di sovrappeso e obesità (Letter – Rising rural body-mass index is the main driver of the global obesity epidemic - Nature, 569, 260, 2019).
Sovrappeso e obesità sono fenomeni complessi e tra questi oggi si ritiene che l'urbanizzazione in tutti i suoi numerosi e molteplici aspetti sia uno dei fattori più importanti dell'aumento globale dell'obesità. Lo stile di vita urbano interviene sul sovrappeso e sull’obesità in molti modi, dal tempo trascorso in autovettura, quantità di attività fisica e oggi la scienza non ha più dubbi sul fatto che la camminabilità delle città è associata a un miglioramento della salute dei residenti, per cui marciapiedi più larghi e strade più strette, aree verdi e piste ciclabili incentivano le persone ad avere uno stile di vita più attivo, con benefici facili da immaginare ma difficili da capire e da concretizzare. In che modo l’urbanizzazione incide sull’alimentazione è argomento di molte, ricerche che riguardano le interazioni delle persone con il cibo (dove le persone mangiano, quando, con chi, cosa, in quali contesti ecc.) che definiscono e che sono definite dai territori e dalle socialità in essi inserite. Queste interazioni a loro volta determinano gli stili e i ritmi di vita, i luoghi di acquisto degli alimenti, la loro scelta e il loro uso, non solo in casa ma sempre più in sistemi di ristorazione collettiva di diverso livello, dai ristoranti ai Fast Food, Street Food, Food Delivery o all’asporto. Alcuni di questi ultimi, come il mangiare in strada di cui abbiano testimonianze a Pompei, sono già presenti nelle città antiche e assenti nei territori rurali dove oggi iniziano a diffondersi. Odierne evidenze sembrano inoltre oggi indicare che lo sviluppo e l’incremento di sovrappeso e obesità è dovuto, oltre che a predisposizione genetica, scorrette abitudini e stili di vita, diete ipercaloriche, sedentarietà, naturale invecchiamento, anche all’esposizione a sostanze obesogene prevalentemente di natura chimica presenti soprattutto nelle città e negli ambienti urbani e o ingerite attraverso un’alimentazione processata o iperprocessata.
Si arriva così a costatare che i paesaggi urbani del cibo, intesi come risultato delle relazioni tra soggetti-cibo-territorio, sono produttori di sistemi, stili e pratiche alimentari urbane diverse da quelli rurali, dove per sistema alimentare si intende un insieme di attività legate all'intera filiera alimentare, inserite nel contesto ambientale e socio-economico, quando il cibo in città è il prodotto e il produttore di spazi, tempi e relazioni sociali, e il mangiare nella sua quotidianità urbana è il risultato di rapporti con l’ambiente diversi dall’ambiente rurale. È nel contesto ora delineato che un’alimentazione di produzione e soprattutto con caratteri urbani, svincolati dalle caratteristiche prevalentemente rurali di un tempo, e di cui sono una tipica espressione gli alimenti processati e iperprocessati, intervengono come cibi obesogeni in bambini, giovani e adulti soprattutto di classi di basso reddito e soprattutto in individui geneticamente predisposti all’obesità.
Se nel Medioevo un proverbio tedesco diceva “L'aria delle città rende liberi” dobbiamo oggi pensare che “L’aria di città rende obesi”?