La valorizzazione delle risorse paesaggistico-ambientali si è nel tempo basata su una pluralità di strumenti, più o meno efficaci. Di recente è stato proposto uno specifico strumento di mercato definito “Payment for Ecosystem Services (PES)”. La realizzazione di schemi di pagamento a fronte della fornitura di servizi ecosistemici, ossia di benefici ottenuti dalle risorse paesaggistico-ambientali che soddisfano bisogni umani (sostentamento della vita e aumento del benessere), è molto diffusa in alcuni Paesi nel Mondo, ma ancora molto ridotto è il loro utilizzo nell’Unione Europea (UE) e più ancora in Italia.
L’ipotesi di scarsità o di scomparsa delle bellezze paesaggistiche, a fronte dell’incapacità o dell’impossibilità da parte dello Stato di garantirne la perpetuazione della fornitura gratuita, minaccia sia la possibilità da parte della collettività di trarne dei benefici, sia l’opportunità di derivare dei profitti dallo svolgimento delle attività economiche che su tali risorse si basano.
D’altra parte il paesaggio rientra nella categoria dei beni pubblici. In quanto tale il paesaggio non possiede né un mercato, né un prezzo, pur avendo un valore per la collettività. Ne conseguono modalità di organizzazione della produzione, che possono spaziare da una fornitura o tutela di tipo esclusivamente pubblico ad altri approcci con diverso grado di interazione pubblico-privato. All’interno di queste tipologie, emergono anche degli strumenti alternativi, incentivanti o negoziali o di altro genere, che, seppur maggiormente sperimentati in altri ambiti d’azione, possono rivelarsi efficaci anche nel contesto in oggetto.
Come sopra detto, in Italia non c’è ancora una rilevante diffusione di questo strumento, sebbene rilevanti paiano gli ambiti di applicazione ad esempio nel campo del turismo rurale, della gestione sostenibile delle foreste, della tutela e depurazione delle acque. Le ricerche sviluppate dall’Università di Udine si propongono di analizzare le possibili applicazioni nel paesaggio rurale italiano. Per fare ciò, vengono presi a riferimento gli studi sulla valutazione economica (monetaria e non) dei beni paesaggistico-ambientali condotti negli ultimi anni nel nord-est Italia e che si basano su prezzi di scambio aderenti alle disponibilità a pagare espresse dai cittadini e dai turisti. Con queste basi conoscitive, grazie anche al ruolo di supporto organizzativo della Pubblica Amministrazione, si possono immaginare interessanti spazi di remunerazione per le attività offerte dagli imprenditori agricoli professionali.