Lo scioglimento delle calotte di neve nei ghiacci dell'Himalaya sta provocando la fioritura di alghe tossiche note come Noctiluca scintillans tanto grandi da essere visibili dallo spazio. Lo sostengono, in un articolo pubblicato sulla rivista Scientific Reports, i ricercatori della Columbia University, che hanno osservato la presenza di questi vegetali nelle coste adiacenti al Mar Arabico.
Si tratta di "un organismo planctonico di dimensioni millimetriche con la capacità di prosperare nelle acque costiere, che forma dei filamenti e degli spessi turbinii verdi", spiega Joaquim Goes del Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University.
"E' un organismo resiliente, quasi sconosciuto vent'anni fa, ma che si è moltiplicato a un ritmo allarmante in India, Pakistan e altre nazioni, preoccupando gli esperti e minacciando la sopravvivenza del plancton, che ha un ruolo fondamentale nella catena alimentare. Lo scioglimento della neve nella regione dell'Himalaya tibetana sta aumentando le temperature oceaniche, alimentando così l'espansione della Noctiluca", aggiunge il ricercatore, specificando che le immagini satellitari della Nasa mostrano l'avanzare dell'alga.
"Si tratta probabilmente di uno degli effetti più drammatici che abbiamo osservato in relazione ai cambiamenti climatici. Noctiluca è presente ora nel sud-est asiatico, al largo delle coste della Thailandia e del Vietnam fino a sud delle Seychelles e ovunque si manifesti porta dei problemi perché minaccia la catena alimentare già vulnerabile del Mar Arabico, danneggiando la qualità dell'acqua e causa mortalità per i pesci", prosegue Goes.
Il team ha effettuato degli esperimenti in laboratorio, utilizzando dati da indagini sul campo e immagini satellitari dell'agenzia spaziale americana. "Analizzando decenni di dati abbiamo collegato l'ascesa di Noctiluca nel Mar Arabico con lo scioglimento dei ghiacciai e con l'indebolimento dei monsoni invernali, che sono più caldi e umidi. Inoltre sono pochissime le specie che possono nutrirsi della Noctiluca", spiega ancora l'esperto.
E conclude: "La perdita di risorse della pesca ha il potenziale per esacerbare ulteriormente le turbolenze socioeconomiche per i Paesi della regione che sono già colpiti dalla guerra e dalla povertà. Il nostro studio mostra le conseguenze a cascata del riscaldamento globale e di come i cambiamenti climatici influiscano sulla biologia degli oceani".
Da Repubblica.it, 4/5/2020