L'agricoltura può essere un vero «ammortizzatore sociale»: l'occupazione nei campi, infatti, cresce e le aziende sono pronte ad assorbire 200mila disoccupati. È il messaggio emerso nel corso del convegno organizzato a Roma lo scorso 18 ottobre sul contributo dell'agricoltura per la riforma del lavoro e la crescita organizzato dalla Confederazione italiana agricoltori (Cia).
Il presidente, Giuseppe Politi, tuttavia, ha chiesto al ministro Elsa Fornero, «di abbattere i costi e la burocrazia che soffocano le imprese». Il ministro del Lavoro ha difeso la Sua riforma («Prima di criticarla diamogli il tempo di provocare i suoi effetti senza pregiudizi ideologici modificando poi le cose che non funzionano e rafforzando quelle che hanno prodotto risultati utili») e spiegato che «le nuove regole non sono state applicate all'agricoltura perché è stata riconosciuta la sua specificità». D'altro canto, secondo Fornero, proprio dai punti di forza del settore primario che sono la qualità dei prodotti, il legame con il territorio e la spiccata vocazione all'export, può venire una nuova spinta alla crescita economica e sociale del paese. Porte chiuse, invece, agli sgravi richiesti dalla Cia: «Ci sono già e il settore agricolo ne beneficia».
Da: Il Sole 24 ore, 18 ottobre 2012