Oltre un milione di specie di insetti, pari ai cinque sesti dell'intero regno animale e tra i più antichi colonizzatori delle terre emerse, sono il più grande raggruppamento di animali che popolano la Terra con un ruolo di primo piano nella colonizzazione di qualsiasi ambiente in cui vi sia sostanza organica, mangiando di tutto e essendo da tutti mangiati. Solo alcuni minimi esempi ci ricordano che di insetti si nutrono in cielo rondini rondoni e pipistrelli, nelle acque la gambusia e i pesci rossi mangiano le larve delle zanzare e sulla terra i formichieri si alimentano di formiche, senza dimenticare i primati che nei frutti cercano e mangiano le larve di insetti. Anche l’uomo, nelle sue diverse culture, fin dall’antichità gusta le più diverse specie di insetti e le loro produzioni, come il miele delle api e di queste anche usa la cera. Con gli insetti, in positivo o in negativo, l’uomo con le sue attività ha stretto relazioni che condizionano più o meno direttamente l'economia, l'alimentazione, le abitudini e la salute e non ci si deve stupire del recente interesse per gli insetti in alimentazione umana, in via diretta e soprattutto indiretta, servendo anche come alimenti degli animali dei quali l’uomo si nutre e operando su materie organiche diverse e facendole entrare in un’economia circolare.
Secondo la FAO oggi più di due miliardi le persone si nutrono abitualmente di una o più delle millenovecento specie di insetti considerati commestibili, e il loro numero è destinato ad aumentare via via che gli insetti entreranno a far parte delle diete occidentali. Tra gli insetti usati in alimentazione umane i più importanti sono i coleotteri (31%), lepidotteri (bruchi, 18%), api, vespe e formiche (imenotteri, 14%), cavallette, locuste e grilli (ortotteri, 13%), cicale, cicaline, cocciniglie e cimici (emitteri, 10%), termiti (isotteri, 3%), libellule (odonati, 3%) e mosche (ditteri 2%). Un diretto uso alimentare di insetti e anche di loro preparazioni (farine ecc.) non è facilmente accettato dalla nostra cultura occidentale, anche se gradisce una loro produzione come il miele, mentre può facilmente accogliere un loro impiego in alimentazione animale, come avveniva con le larve dei bachi da seta e soprattutto negli animali mantenuti e allevati secondo stili tradizionali, prima di tutti le galline e i polli che nei campi erano sempre a caccia di insetti.
Prevedibile è una nuova zootecnia degli insetti da usare in alimentazione animale che si affianca a quella tradizionale della bachicoltura e dell’apicultura. Il settore degli insetti quali alimenti per gli animali è rapidamente cresciuto negli ultimi anni e superando gli attuali limiti dell’alimentazione dei pesci è pronto per produzioni su vasta scala per un’alimentazione proteica degli animali da reddito divenendo anche un metodo di utilizzo di scarti organici in una economia circolare sostenibile, a condizione di affrontare e superare gli aspetti tecnici di una produzione automatizzata e di avere norme legislative che superino le attuali restrizioni legislative.
L’allevamento degli insetti ha diverse applicazioni e tra queste anche una biodegradazione di residui organici con la riduzione di emissioni di effluenti azotati e la produzione di proteine da azoto inorganico. Le proteine da insetti, usate in alimentazione animale in percentuali variabili, hanno vantaggi in termini di salute perché, come dimostrano ricerche sui maiali, alcune di esse hanno attività probiotiche potendo ridurre l’uso di antibiotici e al tempo stesso aumentare la risposta immunitaria. In particolare è la chitina, uno dei principali componenti dell’esoscheletro degli insetti, che ha effetti sul microbioma digestivo con risvolti positivi anche per la salute dell’intestino degli animali da reddito.
Nella Unione Europea l’uso alimentare degli insetti ha normative sono chiare e restrittive rientrando tra i Novel Food (Regolamento CE 258/97) tuttavia alcuni stati membri dell’UE hanno interpretato a proprio modo il Regolamento e per esempio in Olanda e Belgio prodotti a base di insetto sono in vendita nei supermercati. Nel 2015 l’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, in un parere mette in evidenza il potenziale rischio microbiologico simile a quello di altre proteine non trasformate, nel caso in cui gli insetti siano nutriti con sostanze per mangimi attualmente autorizzati. Dal luglio del 2017, quando in Europa sono state autorizzate proteine da insetti per l’alimentazione dei pesci, ne sono state prodotte più di cinquemila tonnellate. Anche sulla base degli investimenti in corso per il 2030 è prevista una produzione annua di tre milioni di tonnellate se queste proteine potranno essere usate per alimentare animali d’interesse zootecnico, come già avviene in altri paesi dove queste proteine non sono vietate. Non dimenticando che gli insetti sono ciò che mangiano, prima di usarli in alimentazione di animali che producono carne, latte e uova anche loro bisogna essere sicuri che siano allevati e alimentati con matrici non a rischio e solo in questo modo la produzione di proteine da insetti allevati può entrare a far parte di catene alimentari sostenibili e contribuire alla valorizzazione di molti sottoprodotti d’origine vegetale e animale. Per questo sono necessarie normative per garantire la loro sicurezza partendo dai materiali organici usati per il loro allevamento stabilendo quindi limiti per quanto riguarda contaminazioni microbiologiche, metalli pesanti, micotossine, pesticidi ed altri residui indesiderati.
Un altro aspetto che deve essere affrontato e risolto per una produzione su larga scala di proteine da insetti è il passaggio da una produzione artigianale o semindustriale a una produzione totalmente meccanizzata e automatizzata, essenziale per contenere i costi e rendere le loro proteine non solo competitive, ma più vantaggiose di altre. Come recentemente afferma anche il prof. Arnold van Huis della Università di Wageningen (All About Feed, vol. 20, N. 4, 2020, pag 7) esperimenti sono in corso con risultati promettenti. Importante è che la meccanizzazione e l’automazione permette una duttilità che consente di usare specie di insetti diverse con differenti necessità nutrizionali usando varie matrici nutrizionali.