Anche se alcune fasce di negazionisti continuano ostinatamente a negarlo, ormai è ampiamente dimostrato che la temperatura del nostro pianeta sta crescendo pericolosamente e che la causa principale sembra essere l’aumento della concentrazione dei gas serra di origine antropica in atmosfera. E qui comincia il tiro a segno mediatico per indicare i responsabili del disastro, con in prima fila gli allevamenti animali.
Comunque sia, le alte temperature insieme alle elevate umidità stressano termicamente gli animali, noi compresi, con conseguenze negative anche sull’apparato digerente, come è stato dimostrato nei polli dai ricercatori della Università della Giordania (Abdelqader et al., J. Anim. Physiol. Anim. Nutr., 2017).
Le elevate temperature che superano la zona di termoneutralità inducono lo stress termico negli animali. Nel caso particolare dei polli vi concorrono diversi fattori, fra cui la mancanza di ghiandole sudoripare, l’elevata temperatura corporea, il rapido metabolismo, il piumaggio che impedisce la corretta dissipazione del calore.
Le conseguenze nei riguardi della fisiologia dei polli sono numerose: fra queste l’aumento della secrezione di ormoni neuroendocrini come il corticosterone e il cortisolo, l’induzione della immunosoppressione, la compromissione delle funzioni intestinale e antiossidante. Tutto ciò comporta da una parte l’aumento di suscettibilità alle malattie e dall’altra la diminuzione del consumo volontario di alimenti con il conseguente ovvio peggioramento delle produzioni di carne e di uova e dei parametri riproduttivi.
Il tutto va ricondotto alla salute del tratto gastro-enterico: lo stress termico causa danni alla mucosa per l’insorgenza di episodi infiammatori che giocano un ruolo importante nell’eziologia dei danni da calore. Ne conseguono la compromissione delle funzioni di digestione e di assorbimento ed il più facile passaggio di batteri e tossine attraverso la barriera intestinale. Ovvero si apre la strada alla colonizzazione da parte di patogeni ed agenti zoonotici come le Salmonelle.
I sopra citati ricercatori giordani hanno condotto due prove su polli per verificare, da un lato, i danni da stress termico e, dall’altro lato, l’efficacia di un prebiotico come il butirrato microincapsulato. L’acido butirrico, i suoi sali ed i suoi gliceridi sono prebiotici naturali noti da tempo per le proprietà di difesa e supporto trofico alla mucosa di tutti i tratti intestinali, in particolare del tenue, ma la difesa dallo stress termico sembra un argomento piuttosto nuovo.
I polli sono stati divisi in tre gruppi: il primo è stato mantenuto in condizioni di termoneutralità (a 21°C e 62% di umidità relativa) per 20 giorni; il secondo è stato sottoposto a stress termico (35°C, 64% di umidità relativa) tutti i giorni dalle 9 alle 13¸ il terzo è stato sottoposto a stress termico come il secondo, ma trattato con 350 mg/kg di butirrato. I polli esposti allo stress termico, ma non trattati con butirrato, hanno mostrato severe lesioni nella mucosa intestinale ed elevati livelli di siero endotossine, ridotte dimensioni dei villi, della superficie di assorbimento e diminuzione della conta dei batteri benefici. L’integrazione con butirrato ha evitato i danni peggiori, avendo esercitato un significativo effetto protettivo nei riguardi della salute dell’intestino e della sua integrità.