Da quando è cominciata questa crisi dovuta al Coronavirus, che nel frattempo si è già diffusa in tutto il mondo, la più grande preoccupazione per la popolazione è stata garantire le forniture alimentari. Nonostante i messaggi rassicuranti dei diversi governi, la pandemia ha messo a nudo la fragilità del sistema alimentare globale.
La realtà è che tutti Paesi europei dipendono straordinariamente dai mercati esteri e dalle importazioni di cibo e, inoltre, si basano sul lavoro degli immigrati, che spesso sono precari e che ora non possono raggiungere i Paesi nei quali di solito vengono impiegati, a causa della chiusura delle frontiere. Questi eventi mettono a rischio buona parte della campagna di raccolta della frutta, il che dimostra che il sistema alimentare comunitario è molto esposto.
Quasi un quarto dei lavoratori iscritti alla previdenza sociale secondo il regime agrario speciale sono di nazionalità straniera. In alcune zone orticole, le singole stagioni produttive dipendono fino al 90% dai lavoratori stagionali che si spostano. La Germania, ad esempio, ha già lanciato l'allarme perché la raccolta di fragole e asparagi è in pericolo a causa della chiusura delle frontiere.
Questo sistema poggia sui cosiddetti long-distance-food che percorrono una distanza media di 5.000 km prima di raggiungere il piatto del consumatore. Ci può essere la tentazione di associare i cibi a lunga distanza con quelli esotici, ma in realtà questi ultimi costituiscono solo una parte minoritaria della dieta spagnola o europea. Infatti, i cibi tradizionali, come ceci, lenticchie, grano, arance, mele, uva e meloni, tra gli altri, arrivano sempre più spesso da lontano.
A questo punto, potrebbe essere necessario determinare se l'attuale sistema globalizzato sia davvero sicuro, in quanto è noto che i sistemi alimentari locali, più territoriali e basati su mercati interni e locali, sono più resistenti e sono fondamentali per raggiungere la sicurezza alimentare per la popolazione e, al contempo, combattere il cambiamento climatico.
Molte cose dovranno cambiare, una volta che questa crisi sarà finita. Una di queste dovrebbe essere la riconquista della sovranità alimentare e la scommessa una volta per tutte sui sistemi alimentari locali.
Fonte: nuevatribuna.es
da Freshplaza.it, 2 aprile 2020