Il giorno 31 marzo ultimo scorso, si è svolta, in modalità telematica, una Giornata di Studio quale conclusione dell’attività sviluppata dal Gruppo di Lavoro sulla Valorizzazione dei soprassuoli di castagno in Italia, costituito dall’ Accademia dei Georgofili d’intesa con Anci Toscana e con la collaborazione del MIPAAF, della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, dell’ Accademia Italiana di Scienze Forestali, del Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, del Centro di ricerca Foreste e Legno del CREA, della Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana, dell’Università degli Studi di Firenze, della Fondazione per il Clima e la Sostenibilità, dell’ Associazione Nazionale Città del Castagno, del Centro di Studio e Documentazione sul Castagno.
E’ stata affrontata una tematica di grande interesse essendo il castagno, nel nostro Paese, specie di notevole rilevanza per il ruolo che ha svolto e svolge tutt’ora nell’uso e gestione del territorio rappresentando modello multifunzionale agro-forestale e componente essenziale del paesaggio di vaste aree collinari e montane. Era indicato come l’albero del pane ed era considerato indice di ricchezza per l’azienda agraria.
All’inizio del Novecento il castagno presentava un areale diffuso sui circa 800.000 ettari dominato nettamente dai soprassuoli destinati alla produzione del frutto che, nel loro insieme, formavano una comunità di oltre 120 milioni di alberi, quasi tutti di impianto artificiale, tra cui molti di età plurisecolare. I cambiamenti socio-economici che si sono succeduti nel tempo, hanno avuto sempre forti riflessi sulla gestione del territorio e delle sue risorse.
Oggi gli 800.000 ettari di soprassuoli di castagno si possono suddividere in tre grandi categorie: selve castanili coltivate, selve castanili abbandonate in fase di naturalizzazione, soprassuoli di castagno (cedui) per produzione legnosa.
Permangono le problematiche tecniche, socio-economiche e finanziarie che coinvolgono le tre tipologie sopraindicate, la componente umana ad esse legata, le caratteristiche eco-stazionali e strutturali del territorio. Il loro superamento deve riguardare strategie che considerino tale globalità e valutino anche le possibilità offerte dal ricorso ad una castanicoltura moderna (così viene indicata) basata sui dettami della frutticoltura e dell’arboricoltura da legno.
In tal senso le conclusioni della Giornata di Studio hanno sottolineato l’importanza di alcune azioni prioritarie che dovrebbero essere dirette alla realizzazione dell’inventario castanicolo nazionale, alla salvaguardia del germoplasma autoctono, alla incentivazione ed alla ricerca nel campo della produzione vivaistica del materiale di propagazione, alla valutazione dello stato di salute dei soprassuoli, all’individuazione degli strumenti amministrativi, economici e finanziari più efficaci a supporto della gestione sostenibile e della multifunzionalità delle filiere produttive dei soprassuoli di castagno.
I Georgofili hanno quindi predisposto un Documento di sintesi (scaricabile in fondo a questo articolo) affinché le risultanze del lavoro svolto possano essere messe a disposizione di tutti i soggetti che a vario titolo sono e saranno chiamati a prendere decisioni sia di carattere tecnico/organizzativo che politico sull’argomento in questione.
Scarica il documento: Valorizzazione dei soprasuoli di castagno in Italia.pdf