“L’investimento in prevenzione per la tutela del territorio va inquadrato nell’indispensabile revisione della spesa pubblica, perché abbiamo dimostrato che riparare i danni post emergenza costa 5 volte di più che prevenirli, senza contare il tributo in vite umane e le pesanti conseguenze sociali che frane ed alluvioni comportano per la comunità. La salvaguardia idrogeologica interessa sì la gestione dell’ambiente, ma è soprattutto una questione che condiziona l’economia del Paese e la qualità della vita dei suoi abitanti”. Lo ha affermato Massimo Gargano, Presidente dell’ANBI (Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni), a corollario della Conferenza nazionale sul rischio idrogeologico che si è svolta a Roma.
“In materia di salvaguardia del suolo dobbiamo evitare – prosegue Gargano – che il prossimo governo si orienti verso l’ennesima riorganizzazione del settore, arenandosi nelle lungaggini della politica o varando palliativi come l’obbligo assicurativo contro i disastri naturali. In realtà, serve solo dare il via ad un grande piano del territorio, articolato per distretti idrografici, valorizzando il lavoro di realtà quali le Autorità di Bacino ed i Consorzi di Bonifica. Non servono nuovi livelli decisionali né nuove norme; bisogna altresì agire in fretta, perché la crescente cementificazione del territorio non si ferma, aumentando i problemi di equilibrio ambientale, di cui sono esempio fenomeni quali la subsidenza e la salinizzazione delle falde acquifere. I temi della prevenzione e del rischio idrogeologico devono essere prioritari nell’agenda politica – ha concluso il Presidente ANBI”.
Fonte: ANBI (Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni)